valterchiappa
|
giovedì 1 giugno 2017
|
la fede e l'inevitabile orrore della guerra
|
|
|
|
Noi non sappiamo cos’è la Guerra. Lo sapeva Desmond Doss e i disperati che con lui hanno calpestato il suolo di Okinawa. Terra scavata dalle bombe, percorsa dal fuoco, intrisa di sangue, puteolente di carne in decomposizione. Noi non sappiamo cos’è la Guerra. Mel Gibson ce la racconta con il linguaggio più esplicito che sia mai stato utilizzato, assestandoci il pugno più forte che il nostro stomaco abbia mai ricevuto. Con il perverso compiacimento con cui ama descrivere la violenza, in “La battaglia di Hacksaw Ridge” riempie lo schermo di tronchi umani, di viscere sparse sulla terra, di arti maciullati, di crani rosi dai ratti, di corpi che esplodono o sono divorati dalle fiamme.
[+]
Noi non sappiamo cos’è la Guerra. Lo sapeva Desmond Doss e i disperati che con lui hanno calpestato il suolo di Okinawa. Terra scavata dalle bombe, percorsa dal fuoco, intrisa di sangue, puteolente di carne in decomposizione. Noi non sappiamo cos’è la Guerra. Mel Gibson ce la racconta con il linguaggio più esplicito che sia mai stato utilizzato, assestandoci il pugno più forte che il nostro stomaco abbia mai ricevuto. Con il perverso compiacimento con cui ama descrivere la violenza, in “La battaglia di Hacksaw Ridge” riempie lo schermo di tronchi umani, di viscere sparse sulla terra, di arti maciullati, di crani rosi dai ratti, di corpi che esplodono o sono divorati dalle fiamme. La rappresentazione della battaglia di Hacksaw Ridge, che si estende per tutta la seconda metà del film, supera in intensità anche il famoso incipit di “Salvate il soldato Ryan” e colloca di diritto il film di Mel Gibson nella storia dei film di guerra. Non solo voyeurismo splatter, che in questo caso risulta opportuno ed efficace, ma il tintinnio metallico delle schegge, il fischio dei proiettili, i boati assordanti delle bombe, la scia rossa dei lanciafiamme, gli occhi spiritati dei giapponesi, il pianto dei moribondi, per un’ora interminabile descrivono come mai fatto prima la tensione, il terrore, la follia, la perdita di ogni accento umano, la distruzione della sacralità del corpo: tutto ciò che la Guerra è.
All’interno Gibson inserisce il suo messaggio, raccontando la storia vera di Desmond Doss, il primo obiettore di coscienza ad ottenere un’onorificenza militare. Spinto da una fede incrollabile, questo ragazzo della Virginia pretese ed ottenne di partire per il fronte disarmato, intenzionato a salvare vite, piuttosto che toglierle. E così fece, con l’eroismo proprio di chi è votato al martirio, sottraendo al campo di battaglia ed a una morte certa 75 uomini.
Peccato che “La battaglia di Hacksaw Ridge” sia tutto qui, in questa asfissiante carrellata di orrori. Per il resto si assiste ad un film convenzionale, diviso canonicamente in tre fasi: l’idillio in tempo di pace, la durezza dell’addestramento, il combattimento con l’inevitabile vittoria finale. Tutto già visto: la bella fidanzatina lasciata a casa, il bullismo dei commilitoni, una fugace descrizione della varia umanità dei soldati, qualche blanda escursione nel retroterra psicologico del protagonista, vessato da un padre ubriacone e violento. Nessun altro approfondimento, nessuna vista sulla posizione del nemico, come il pur americanissimo Clint Eastwood tentò in “Lettere da Iwo Jima”. Solo buoni contro cattivi, il Bene contro il Male. Forse da Mel Gibson non si può pretendere di più.
Conosciamo il credo del regista americano: la sua è una fede guerriera, il suo cristiano è un combattente, deve andare in guerra, perchè il suo amore per Dio si manifesta sul campo di battaglia. Desmond Doss è solo apparentemente inerme: non un fucile, ma la piccola Bibbia che porta sempre con sé lo rende invincibile, capace di sfuggire miracolosamente ad una pioggia di ferro e di fuoco, di non provare fame, sete, sonno, di caricarsi sulle spalle decine e decine di corpi senza apparente fatica. Ma, senza giudicare le personali credenze dell’autore, l’intima contraddizione del discorso gibsoniano appare evidente nel finale, quando, per “finire il lavoro” iniziato su Hacksaw Ridge, i soldati imbracciano nuovamente le armi e si producono nel più classico degli “arrivano i nostri”, facendo carne da macello degli avversari. Va bene la fede, ma quando c’è da sparare si spara.
Desmond Doss è interpretato da Andrew Garfield, che presta al suo candido personaggio il viso pulito e il sorriso aperto. L’ex Spider-Man è candidato all’Oscar come miglior attore protagonista e fa di tutto per meritarlo: domina la scena per tutta la durata del film, intenso, credibile. Ma la sua performance brilla principalmente in virtù della bellezza del ruolo e dell’impegno richiesto.
Il tutto per un prodotto che è un po’ come la fede di Gibson: al Bene e il Male corrispondono l’eccellente e il mediocre, il troppo pieno e il troppo vuoto. Il suo cinema divide draconianamente, non ammette mezzi termini, lo si ama o lo si odia. Gibson non è sottile: non parla, urla; non tocca, sferra pugni violentissimi. Ma a volte anche i pugni fanno bene. Soprattutto se, quando parleremo ancora di guerra, ci torneranno in mente il sangue, la carne, le ossa che da quel giorno sono parte inseparabile della terra di Hacksaw Ridge.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a valterchiappa »
[ - ] lascia un commento a valterchiappa »
|
|
d'accordo? |
|
alberto
|
domenica 21 maggio 2017
|
l'arma della determinazione
|
|
|
|
Questa sì che è una storia vera da portare sul grande schermo. Un grande esempio di quanto possa essere potente in un uomo la fede vera, non il mero fanatismo, nonché un lungo spettacolo bellico ben orchestrato da Mel Gibson. La storia di Desmond Doss mostra l'importanza di quello in cui crediamo, i nostri principi e le nostre convinzioni, che costituiscono alla fine quello che siamo e che quindi tentiamo in tutti i modi di difendere. Il protagonista ha il coraggio di essere sé stesso e vuole essere amato per quello che è, un cristiano americano, non vuole assolutamente fingere nei rapporti con gli altri e, come i tanti suoi coetanei, è determinato ad arruolarsi per soccorrere i feriti sul campo di battaglia di Okinawa, con i conseguenti precetti religiosi, tra cui non uccidere e, in generale, non toccare un’arma, a seguito di un giuramento davanti a Dio dovuto al passato burrascoso col padre, reduce della Prima Guerra Mondiale e con ovvia instabilità psicologica.
[+]
Questa sì che è una storia vera da portare sul grande schermo. Un grande esempio di quanto possa essere potente in un uomo la fede vera, non il mero fanatismo, nonché un lungo spettacolo bellico ben orchestrato da Mel Gibson. La storia di Desmond Doss mostra l'importanza di quello in cui crediamo, i nostri principi e le nostre convinzioni, che costituiscono alla fine quello che siamo e che quindi tentiamo in tutti i modi di difendere. Il protagonista ha il coraggio di essere sé stesso e vuole essere amato per quello che è, un cristiano americano, non vuole assolutamente fingere nei rapporti con gli altri e, come i tanti suoi coetanei, è determinato ad arruolarsi per soccorrere i feriti sul campo di battaglia di Okinawa, con i conseguenti precetti religiosi, tra cui non uccidere e, in generale, non toccare un’arma, a seguito di un giuramento davanti a Dio dovuto al passato burrascoso col padre, reduce della Prima Guerra Mondiale e con ovvia instabilità psicologica. E’ curioso notare che in mezzo a uomini che si massacrano, si trivellano, si suicidano e si fanno esplodere lanciando un grido selvaggio Doss si distingue, sembra il più indifeso, quello che non ha speranze e che è destinato a dare la vita per la patria. Invece la forza della sua ostinazione lo fa correre imperterrito tra la nebbia, che nasconde di tutto, per cercare compagni ancora in vita e abbandonati dagli altri, prima che un soldato giapponese gli infilzi con la baionetta per testare la dipartita. Gibson non è nuovo alle battaglie (Braveheart) e nel più crudo dei generi, che non ha di certo bisogno di innovazioni ma semplicemente di un’ottima mano per rappresentarlo (v. Spielberg e Kubrick), sceglie un racconto insolito di fede e anche di emarginazione, dato che il primo obiettore di coscienza decorato con la medaglia d’onore viene picchiato, viene chiamato vigliacco, per poi essere lodato dal capitano, che gli chiede addirittura di perdonarlo per non aver capito in realtà di che pasta fosse fatto, ma soprattutto si guadagna il tenero sorrisetto di gratitudine dei commilitoni salvati (in tutto 75). Una parabola in fondo sul pregiudizio e di quanto può danneggiare la società. La struttura narrativa è sempre quella: la prima parte racconta la sua formazione, dall’episodio di suo fratello colpito da un mattone alla conoscenza di un’infemiera di cui è innamorato, mentre nella seconda veniamo catapultati sul fronte di battaglia, in maniera molto coinvolgente e, ovviamente, più spietata che mai, a cominciare dalla sequenza più bella del film, in cui, dopo aver scalato la scarpata di Maeda, detta “Hacksaw Ridge”, camminano a passo lentissimo e con timore tra la nebbia e i cadaveri malridotti sparsi a terra: la sparatoria comincia all’improvviso, dopo un grido di un soldato americano spaventato, e continua con le splendide inquadrature di Gibson, non disdegnando di mostrare anche un incubo e inaspettate comparse giapponesi sottoterra, che conferiscono anche l’horror della guerra, al di fuori del sangue e delle frattaglie. Un’impalcatura scenica retta anche dai grandi attori, dal protagonista Andrew Garfield, in grado prima di scherzare e sorridere e in seguito di arrabbiarsi e disperarsi, a Vince Vaughn e Sam Worthington, austeri sergente e capitano, dalla compagna Teresa Palmer al padre Hugo Weaving, che ha regalato un’interpretazione davvero struggente, per un personaggio tormentato e che si chiede perché debba vedere lui la tomba dei suoi compagni. Sul piano tecnico poi la pellicola eccelle, a tal punto da essersi guadagnata due oscar per montaggio e sonoro. Candidature anche per regia, attore, montaggio sonoro e film. Il tono epico è incrementato anche dalle musiche di Gregson-Williams e la sceneggiatura di Knight e Schenkkan offre dialoghi interessanti. Tra i film dell’anno assolutamente da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alberto »
[ - ] lascia un commento a alberto »
|
|
d'accordo? |
|
alemrg
|
lunedì 3 aprile 2017
|
5 stelle a mel gibson
|
|
|
|
Il più bel film che ho visto al cinema quest'anno. Mel Gibson qualsiasi cosa diriga la fa diventare oro.
|
|
[+] lascia un commento a alemrg »
[ - ] lascia un commento a alemrg »
|
|
d'accordo? |
|
elpiezo
|
martedì 28 marzo 2017
|
maestoso!!!
|
|
|
|
La vera storia di Desmond Doss, obiettore di coscienza, decorato al valore per aver salvato durante la seconda gerra mondiale, decine di vite umane nel corso una feroce battaglia sull'isola di Okinawa.
Magistralmente diretto da Mel Gibson un film di onestà e coscienza,un connubio di opposti come fede e miscredenza, paura e coraggio, guerra e pacifismo. La follia del conflitto narrata con vigore, il marchio di fabbrica di una regia che sa colpire ed appagare in egual misura, sei nomination all'oscar guadagnate attraverso la totale lealtà cinematografica.
[+]
La vera storia di Desmond Doss, obiettore di coscienza, decorato al valore per aver salvato durante la seconda gerra mondiale, decine di vite umane nel corso una feroce battaglia sull'isola di Okinawa.
Magistralmente diretto da Mel Gibson un film di onestà e coscienza,un connubio di opposti come fede e miscredenza, paura e coraggio, guerra e pacifismo. La follia del conflitto narrata con vigore, il marchio di fabbrica di una regia che sa colpire ed appagare in egual misura, sei nomination all'oscar guadagnate attraverso la totale lealtà cinematografica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elpiezo »
[ - ] lascia un commento a elpiezo »
|
|
d'accordo? |
|
jackbeauregard
|
giovedì 16 marzo 2017
|
estrema contraddizione
|
|
|
|
Per un quarto storia d'amore, per un altro quarto l'addestramento di full metal jacket o ufficiale e gentiluomo (però un po' più blando) e per metà soldato Ryan (e qui siamo allo stesso livello di truculenza). Risultato finale: un film di Mel Gibson.
Girato in maniera classica e lineare, tratto da una storia realmente accaduta e (credo) riportata molto fedelmente, è un film potente con al centro un personaggio che vive una contraddizione estrema: servire il proprio paese combattendo una guerra in prima linea, ma senza far ricorso alla violenza, sostenuto solo dalla propria fede.
Gibson, come negli altri suoi film, prosegue sulla propria strada, racconta un altro eroe, in maniera apparentemente simile a Eastwood, ma con la differenza che i suoi personaggi non hanno mai dubbi, qualcosa li ha segnati in precedenza, ma poi agiscono senza ripensamenti, affrontando ogni ostacolo sempre con l'intenzione di abbatterlo, mai di aggirarlo, anche a costo della vita.
[+]
Per un quarto storia d'amore, per un altro quarto l'addestramento di full metal jacket o ufficiale e gentiluomo (però un po' più blando) e per metà soldato Ryan (e qui siamo allo stesso livello di truculenza). Risultato finale: un film di Mel Gibson.
Girato in maniera classica e lineare, tratto da una storia realmente accaduta e (credo) riportata molto fedelmente, è un film potente con al centro un personaggio che vive una contraddizione estrema: servire il proprio paese combattendo una guerra in prima linea, ma senza far ricorso alla violenza, sostenuto solo dalla propria fede.
Gibson, come negli altri suoi film, prosegue sulla propria strada, racconta un altro eroe, in maniera apparentemente simile a Eastwood, ma con la differenza che i suoi personaggi non hanno mai dubbi, qualcosa li ha segnati in precedenza, ma poi agiscono senza ripensamenti, affrontando ogni ostacolo sempre con l'intenzione di abbatterlo, mai di aggirarlo, anche a costo della vita.
Non un capolavoro, ma un buon film che merita la visione, forse qualche dubbio resta su Andrew Garfield, nella parte del soldato Desmond Doss, protagonista del film, anche se le immagini finali del vero Desmnond Doss, fisico minuto, sorriso aperto, rendono abbastanza plausibile la scelta.
Certo che solo Gibson poteva fare un film sulla guerra con protagonista un obiettore di coscienza e senza neanche la minima traccia di antimilitarismo.
[-]
[+] 3 stelle
(di jackbeauregard)
[ - ] 3 stelle
|
|
[+] lascia un commento a jackbeauregard »
[ - ] lascia un commento a jackbeauregard »
|
|
d'accordo? |
|
eucast
|
mercoledì 8 marzo 2017
|
guerrafondaio
|
|
|
|
Riscrivo la critica il giorno dopo la visione del film diminuendo il voto.
Il film è ripetitivo fino alla noia, prima di tutto, con le operazioni sempre uguali del protagonista (75, secondo i titoli di coda). Ma la storia buonista è il pretesto per una rappresentazione estremamente compiaciuta della battaglia, insistendo sui particolari più raccapriccianti a scapito della chiarezza (tutti sparano a caso, non si capisce quasi mai dove siano i nemici). Spettacolo sadico e niente narrazione. Completa (?) il film una melensa storia d'amore tra l'inespressivo protagonista e una ragazza guardabile.
Il tema dell'obiezione di coscienza è troppo serio per non arrabbiarsi quando viene abusato così.
|
|
[+] lascia un commento a eucast »
[ - ] lascia un commento a eucast »
|
|
d'accordo? |
|
eucast
|
martedì 7 marzo 2017
|
film sopravvalutato
|
|
|
|
Un film che usa la storia vera di un obiettore di coscienza per compiacersi in scene sadiche di guerra più vera del vero. Noiosissimo.
|
|
[+] lascia un commento a eucast »
[ - ] lascia un commento a eucast »
|
|
d'accordo? |
|
samanta
|
domenica 5 marzo 2017
|
la battaglia del guerriero
|
|
|
|
La Battaglia di Hacksaw Ridge che ha avuto 6 nomination agli Oscar 2017 (tra cui il miglior film e la migliore regia) ha poi ottenuto due Oscar minori. Nulla da fare in una serata in cui ha predominato un ottuso politically correct e comunqe Mel Gibson aveva di fronte quello che effetivamente era il Miglior film e cioé LA LA LAND, per cui la gaffe dei presentatori ha rimediato alle incompetenze dei giurati.
Il film di Gibson è un ottimo film, girato con la solita mano ferma cui ci aveva abituato il regista in flims precedenti come Braveheart, Passion e Apocalypto e la tematica è sempre quella: al centro dell'azione c'é un eroe guerriero che combatte solitariamente contro tutto e contro tutti.
[+]
La Battaglia di Hacksaw Ridge che ha avuto 6 nomination agli Oscar 2017 (tra cui il miglior film e la migliore regia) ha poi ottenuto due Oscar minori. Nulla da fare in una serata in cui ha predominato un ottuso politically correct e comunqe Mel Gibson aveva di fronte quello che effetivamente era il Miglior film e cioé LA LA LAND, per cui la gaffe dei presentatori ha rimediato alle incompetenze dei giurati.
Il film di Gibson è un ottimo film, girato con la solita mano ferma cui ci aveva abituato il regista in flims precedenti come Braveheart, Passion e Apocalypto e la tematica è sempre quella: al centro dell'azione c'é un eroe guerriero che combatte solitariamente contro tutto e contro tutti. Solo che in questo caso la tematica è rovesciata, l'eroe Desmond Doss (Andrew Garfield) è un pacifista che non vuole uccidere e perciò non vuole imbracciare il fucile nella seconda guerra mondiale.
La prima parte del film è ambientata in Virginia vediamo Desmond bambino e poi ragazzo cresciuto con il fratello con una madre amorevole e molto religiosa e un padre che aveva combattuto nella I guerra mondiale ed era stato decorato, ma ne era uscito traumatizzato con tutti i suoi amici uccisi ed era diventato un alcolizzato, violento verso i figli e verso la moglie. Desmond da questa situazione trova conforto nella fede (é un avventista) e si convince di applicare alla lettera il 5° comandamento non uccidere. Conosce e si innamora di una bella infermiera che decide di sposare, il che lo spinge a studiare medicina. Scoppia la guerra con l'attacco dei giapponesi a Pearl Harbour e dopo qualche indecisione decide di arruolarsi ma con la convinzione di non imbracciare il fucile.
Nella seconda parte vediamo Desmond incompreso dai superiori e dagli altri commilitonii che le vessano fisicamente e psicologicamente in modo violento, finché dopo varie peripezie gli è riconosciuta l'obiezione di coscienza ed inviato al fronte. Lo vediamo quindi impegnato come paramedico nella battaglia per la conquista di Okinawa (maggio 1945) e nella battaglia di Hackson Ridge, un altopiano a cui si accede attraveso una scarpata ripida che l'esercito ha ricoperto con scale di corda, gli americani non riescono a conquistare l'altopiano malgrado le perdite altissime e vengono ricacciati nella scarpata. Desmond rimane solo nella notte nell'altopiano con centinaia di feriti mischiati a innumerevoli morti. Per un intera notte cerca i feriti e uno alla volta li cala mediante una corda in fondo alla scarpata dove vengono raccolti e mandati all'ospedale. In quella notte salvò ben 72 feriti oltre ad alcuni giapponesi, rischiando in continuazione la vita perché i giapponesi pattugliavano l'altopiano, ogni volta che recuperava un ferito pregava dicendo "Signore aiutami a trovarne un altro!". Recuperato anche Desmond questi decide di ritornare il giorno seguente nell'altopiano con i compagni e commette un altro atto di eroismo allontanando una bomba lanciata dai giapponesi in mezzo a un gruppo di soldati americani e rimanendo ferito.
La storia è vera e alla fine del film si vede un documentario breve in cui il vero Desmond riceve (unico obiettore di coscienza) dal Presidente Truman la più alta decorazione americana (la medaglia di onore del Congresso) ed anche un intervista con lui ed alcuni commilitoni e superiori che a suo tempo lo avevano vessato e adesso sono riconoscenti per il suo coraggio che li aveva salvati dalla morte.
Mel Gibson si conferma non solo regista bravissimo ma anche, come sempre, originale, raccontando una storia inconsueta che ha al centro come in altri suoi films un eroe, un vero guerriero, che in questo caso non vuole uccidere ma salvare le vite degli altri. Buona la recitazione degli interpreti specie di Andrew Garfield.
Quest'anno Holliwood aveva presentato due film originali ad uno è andata abbastanza bene (anche se meritava l'Oscar per il miglior film) a questo due premi di consolazione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|
|
d'accordo? |
|
|
sabato 4 marzo 2017
|
propaganda finto pacifista
|
|
|
|
Questo è un film di propaganda cattolica finto pacifista, in cui l’obiezione di coscienza è una posizione individuale, dettata più da memorie e sensi di colpa personali, piuttosto che da una esistenziale presa di coscienza per la non violenza. Un vero obiettore di coscienza, un vero cristiano è contrario alla guerra. Non ci va volontario per poi rifiutarsi di toccare le armi. E passi, ma poi la realizzazione è talmente grossolana, prevedibile e forzata da risultare insostenibile. Prendiamo anche solo come è costruita in modo stucchevole e infantile la storia d'amore con l'infermiera. E la scena cristologica in cui il protagonista scende in barella dal pendio, con la bibbia in mano, e la camera lo riprende prima da sopra e poi sa sotto stagliandolo nella luce del cielo divino.
[+]
Questo è un film di propaganda cattolica finto pacifista, in cui l’obiezione di coscienza è una posizione individuale, dettata più da memorie e sensi di colpa personali, piuttosto che da una esistenziale presa di coscienza per la non violenza. Un vero obiettore di coscienza, un vero cristiano è contrario alla guerra. Non ci va volontario per poi rifiutarsi di toccare le armi. E passi, ma poi la realizzazione è talmente grossolana, prevedibile e forzata da risultare insostenibile. Prendiamo anche solo come è costruita in modo stucchevole e infantile la storia d'amore con l'infermiera. E la scena cristologica in cui il protagonista scende in barella dal pendio, con la bibbia in mano, e la camera lo riprende prima da sopra e poi sa sotto stagliandolo nella luce del cielo divino. Ma per piacere! Stefano
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
robertalamonica
|
sabato 25 febbraio 2017
|
l'eroe di mel gibson
|
|
|
|
La Battaglia di Hacksaw Ridge è un bel film. Non c'è nulla che non sia già stato detto o fatto in film precedenti ma Gibson confeziona comunque un buon prodotto. Il suo bisogno di un dialogo con Dio e il bisogno di vedere Dio nei suoi eroi stavolta ha il volto di Doos Desmond, giovane ordinario che Dio rende straordinario. È la storia della Battaglia di Okinawa vista da una diversa angolazione, quella del primo obiettore di coscienza dell'esercito americano. 'Fusto di mais', il vigliacco, salverà quanti più compagni possibile, guidato da quel Dio che muove, salvifico, ogni sua mossa. C'è un po' tutto in questo war movie: l'amicizia, il coraggio, la fede, la sofferenza, l'amore filiale, l'eccezionalità della normalità, l'eroismo, il patriottismo e anche un nemmeno troppo vago intento morale e pedagogico.
[+]
La Battaglia di Hacksaw Ridge è un bel film. Non c'è nulla che non sia già stato detto o fatto in film precedenti ma Gibson confeziona comunque un buon prodotto. Il suo bisogno di un dialogo con Dio e il bisogno di vedere Dio nei suoi eroi stavolta ha il volto di Doos Desmond, giovane ordinario che Dio rende straordinario. È la storia della Battaglia di Okinawa vista da una diversa angolazione, quella del primo obiettore di coscienza dell'esercito americano. 'Fusto di mais', il vigliacco, salverà quanti più compagni possibile, guidato da quel Dio che muove, salvifico, ogni sua mossa. C'è un po' tutto in questo war movie: l'amicizia, il coraggio, la fede, la sofferenza, l'amore filiale, l'eccezionalità della normalità, l'eroismo, il patriottismo e anche un nemmeno troppo vago intento morale e pedagogico. Forse c'è troppo ed è per questo che, nonostante la potenza delle immagini e la qualità indubbia della produzione, alla fine si ha la sensazione di non aver avuto nessun momento catartico e di poter attingere a tanti altri lavori precedenti per cercare note di originalità.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a robertalamonica »
[ - ] lascia un commento a robertalamonica »
|
|
d'accordo? |
|
|