Elle |
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Un film di Paul Verhoeven (II).
Con Isabelle Huppert, Laurent Lafitte, Anne Consigny, Charles Berling.
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Titolo originale Elle.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 130 min.
- Francia 2016.
- Lucky Red
uscita giovedì 23 marzo 2017.
- VM 14 -
MYMONETRO
Elle
valutazione media:
3,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Verhoeven da cameradi davidetibergaFeedback: 400 | altri commenti e recensioni di davidetiberga |
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domenica 20 novembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Paul Verhoeven torna, a dieci anni da Black Book, e lo fa ottenendo un ottimo risultato e senza rinunciare alle sue ossessioni. Oltre che dalla notevole colonna sonora di Anne Dudley, il regista è ben servito dalla discreta sceneggiatura di David Birke. Vero che non spicca per originalità: le vicissitudini dei personaggi che ruotano attorno alla protagonista non tolgono né aggiungono nulla al genere della commedia nera (specie quella francese), mentre la vicenda thriller è fin troppo semplice e si risolve senza sorprese. Tuttavia riesce a combinare questi due generi lontani nonostante le differenze. E' inoltre interessante, più che per la storia con cui li mette in scena, per i temi che affronta, che essendo del tutto congeniali alla poetica di Verhoeven, ne escono trattati particolarmente bene. La trama infatti è incentrata sull'abusatissimo binomio eros-thanatos, ma questa volta il regista - a differenza di altre pellicole del passato - sceglie di rappresentare con più misura sessualità e violenza. Non nel modo visionario di Robocop quindi, ma neanche in quello patinato di Showgirls. Mostra, ma senza esagerare; quanto basta per essere disturbante e colpire la sensibilità dello spettatore, puntando meno sull'occhio e più sul cervello. Costringe le sue ossessioni tra le quattro pareti degli appartamenti in cui la storia si svolge, e così facendo le potenzia, confezionando un buon thriller psicologico, quasi teatrale. Una sorta di Basic Instinct d'autore si potrebbe dire. Eppure lo spazio lasciato al thriller è minore rispetto alla vicende dei familiari della protagonista. Ciò però non è da intendersi come segno di un repentino cambiamento, se si tiene a mente l'altra anima del regista, quella più ironica e mordace, alla quale qui - seppure a discapito della tensione - può dare finalmente libero sfogo come mai prima d'ora, strappando più volte risate amare allo spettatore. Altrettanto centrale è un altro leitmotiv del regista, la figura della femme fatale; in questo caso più avanti con gli anni, vulnerabile e ricca di sfaccettature rispetto al modello classico, e proprio per questo degna di lode. Alla fine sono il suo rapporto ambivalente con l'antagonista maschile, in un misto di piacere e dolore, a restare impresso, oltre a un carattere simpaticamente stronzo. Se a ciò si aggiunge la straordinaria interpretazione di isabelle Huppert, che regge da sola tutto il film regnando sovrana tra gli altri interpreti (buoni ma non eccelsi), si sarà concordi nel considerare questo film uno dei migliori del regista.
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