Le protagoniste di Vergine giurata parlano del film.
di Gabriele Niola
Alla base di Vergine giurata ci sono i cortometraggi di Laura Bispuri, da lì, da quel terzetto molto coerente e compatto (Passing time, Biondina e Salve Regina) qualcuno ha pensato di passare alla regista il libro "Vergine giurata", giudicandolo in linea con le sue opere. Lo era: "Mi ha folgorata. Ci ho visto molte somiglianze tra i personaggi dei corti, infatti nella fase di preparazione facevo leggere la sceneggiatura e insieme vedere i miei lavori, sperando che si potesse riconoscere un filo. Ora che il film è finito posso dire che questo filo c'è".
Da libro a sceneggiatura fino a film Vergine giurata ha guadagnato Alba Rohrwacher (di certo la nostra attice al momento con maggiore credibilità e notorietà festivaliera) e il concorso al Festival di Berlino. Le due hanno lavorato assieme per buona parte della preparazione sul personaggio di Mark/Hana, inizio e fine della storia, una donna albanese che rinnega la sua femminilità e sessualità, si fa considerare da tutti come uomo e così non viene più trattata come l'ultimo anello della comunità montanara in cui vive. Per riscoprire se stessa dovrà raggiungere la sorella scappata in Italia.
Nei film italiani la provincia o la campagna sono sempre luoghi in cui si scopre la propria vera natura, nel tuo film invece solo nelle città si è liberi di essere se stessi...
Laura Bispuri: "Tutto il film è giocato sugli opposti e sul doppio (uomo/donna, città/campagna, arcaico/moderno) quei luoghi del nord dell'Albania però hanno una durezza tutta loro, freddo e fatica che si traducono in regole e mentalità rigide. Tuttavia non volevo che nel film ci fosse una connotazione troppo negativa di quel mondo, ho cercato il più possibile di lavorare sull'armonia e trasmettere una malinconia verso quei posti abbandonati".
Dici malinconia verso le remote regioni montuose dell'Albania?
Laura Bispuri: "Sì, le protagoniste non possono tornare nè restare in quella terra ma comunque la amano. La canzone che si sente alla fine è un po' un modo di tornarci, una riconciliazione con le origini. Certo in città Mark può fare quei passaggi impossibili in Albania ma mi piacerebbe fosse più complesso il rapporto tra i due posti".
Per creare il personaggio di Mark/Hana dunque non c'è solo l'imitazione di modelli maschili ma anche la considerazione di come si diventi a furia di stare in quei posti?
Alba Rohrwacher: "Il punto è tutto sul fatto che in questo film non si racconta un uomo ma una donna travestita da uomo, una creatura a metà. Di certo sarebbe stato più difficile se avessi raccontato un uomo punto e basta, senza svelare che sono una donna. Sarebbe stato ambizioso e probabilmente impossibile, nel caso specifico è stato fatto un gran lavoro perchè queste persone che negano la propria identità femminile, diventano uomini, fanno la vita degli uomini, vanno a caccia, bevono liquore fortissimo, fumano, stanno sempre all'aperto... Si mascolinizzano ma mantengono un'anima femminile.
Bisognava rendere quindi credibile che da 20 anni questo personaggio sta nelle montagne, caccia e si relaziona agli altri come un maschio".
Laura Bispuri: "Volevamo rendere l'interiorità, ci tenevamo fosse un film con un grande viaggio interno al personaggio. Spesso vedo gli attori che sono molto esterni: fanno, agiscono... Io invece volevo qualcosa di più interiore e credo che ci siamo riusciti".
Siete una gran coppia, come vi siete incontrate? Ci sono stati provini per la parte?
Laura Bispuri: "No, da subito io ho voluto Alba".
Alba Rohwacher: "Sì, mi ha portato la sceneggiatura 3 anni e mezzo fa, dicendomi che voleva che facessi io la protagonista. L'ho letta e mi è piaciuta ma non ero sicura fossimo in grado. Le ho chiesto se pensava davvero che ce l'avremmo fatta e il suo entusiasmo mi ha contagiato".
Laura Bispuri: "Ho pensato tutto il film intorno al viaggio interiore a Mark/Hana, ha una sceneggiatura e un montaggio legati al personaggio. Ma senza un'attrice che supportasse lo sforzo avrei fallito e Alba l'ha non solo supportato ma anche innalzato".
Conoscevi i suoi corti? Non sono molto diversi da Vergine giurata...
Alba Rohrwacher: "Li ho visti dopo che aver letto la sceneggiatura e mi è sembrata subito grande. Le sono grata, è stata davvero coraggiosa ad offrire questo ruolo a me".