no_data
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domenica 5 giugno 2016
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da vedere con forza d' animo
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Film doloroso per lo sguardo lucido e disincantato sulle relazioni di coppia, spesso fondate su ipocrisie condivise e sulla consapevolezza inconfessata che è meglio essere soli in due piuttosto che essere soli da soli.
Il pessimismo non è , però, totale. L'Amore esiste e sorprende; nello sconforto, salva; nella freddezza, conforta; nella desolazione, ravviva. Inoltre è Cieco, come simbolicamente si può capire. Ma, soprattutto, è Centrale nella vita di ognuno, in sua assenza o, più raramente, in sua presenza. Gli altri sentimenti ruotano intorno al ruolo che l'Amore gioca nella vita di ognuno. Chi non ama non è umano, ma bestia.
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Film doloroso per lo sguardo lucido e disincantato sulle relazioni di coppia, spesso fondate su ipocrisie condivise e sulla consapevolezza inconfessata che è meglio essere soli in due piuttosto che essere soli da soli.
Il pessimismo non è , però, totale. L'Amore esiste e sorprende; nello sconforto, salva; nella freddezza, conforta; nella desolazione, ravviva. Inoltre è Cieco, come simbolicamente si può capire. Ma, soprattutto, è Centrale nella vita di ognuno, in sua assenza o, più raramente, in sua presenza. Gli altri sentimenti ruotano intorno al ruolo che l'Amore gioca nella vita di ognuno. Chi non ama non è umano, ma bestia. Si può solo accoppiare, dal momento che non è riuscito ad amare. Il film ricorre a un linguaggio simbolico, ma chiaro. La recitazione è coerente con la durezza del tema. Bellissimo film, ma da vedere se si è predisposti in quel momento.
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peer gynt
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giovedì 26 maggio 2016
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la disperata ricerca della sacralità
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Decisamente il miglior film di Lanthimos visto finora, perché il regista greco ha qui la voglia di dare senso e compiutezza alle vicende illogiche dei suoi personaggi e al suo solito stile straniante. Siamo di fronte ad un apologo, una sorta di fiaba filosofica che si inserisce nel genere fantascientifico solo per l'ambientazione della vicenda in un futuro non meglio precisato, ma che della fantascienza ha ben poco. Ne vien fuori un'impietosa e cinica accusa all'uomo come animale sociale: i due mondi forzosi costruiti dall'uomo (quello sociale dove si è costretti a vivere in coppia pena la teriometamorfosi o la morte; e quello ribelle dei solitari che vivono nei boschi ai quali è impietosamente vietato aiutare gli altri non solo a salvarsi da una trappola ma perfino ad essere sepolti sotto un cumulo di terra) sono entrambi mondi di oppressione, di privazione della libertà, mondi dove il potere spaccia per verità un dogma costruito a priori e lo impone con una crudeltà senza ripensamenti.
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Decisamente il miglior film di Lanthimos visto finora, perché il regista greco ha qui la voglia di dare senso e compiutezza alle vicende illogiche dei suoi personaggi e al suo solito stile straniante. Siamo di fronte ad un apologo, una sorta di fiaba filosofica che si inserisce nel genere fantascientifico solo per l'ambientazione della vicenda in un futuro non meglio precisato, ma che della fantascienza ha ben poco. Ne vien fuori un'impietosa e cinica accusa all'uomo come animale sociale: i due mondi forzosi costruiti dall'uomo (quello sociale dove si è costretti a vivere in coppia pena la teriometamorfosi o la morte; e quello ribelle dei solitari che vivono nei boschi ai quali è impietosamente vietato aiutare gli altri non solo a salvarsi da una trappola ma perfino ad essere sepolti sotto un cumulo di terra) sono entrambi mondi di oppressione, di privazione della libertà, mondi dove il potere spaccia per verità un dogma costruito a priori e lo impone con una crudeltà senza ripensamenti.
Non c'è alcuna forma di "pietas" (non nel senso dell'italiana pietà ma nel senso latino ricco di sacralità, ovvero affetto e devozione verso il prossimo e verso la/le divinità in cui crediamo) nel mondo futuro, ma in realtà assolutamente presente, che Lanthimos ci racconta. In questo senso è un film disperato, e l'auto-accecamento finale del protagonista va visto unicamente come un sacrificio, anche questo in senso prettamente etimologico: gesto rituale che sacralizza il rapporto d'amore fra i due personaggi, del tutto impossibile in una società totalmente e cinicamente profana.
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tommysuper2011
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venerdì 22 aprile 2016
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film demenziale!
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Proporre la visione di questo film sarebbe quanto meno bizzarro. L'ho visto fino alla fine per capire fine a che punto potesse essere demenziale. Ebbene è indescrivibile.
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thegod
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mercoledì 20 aprile 2016
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pessimo.
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Film pessimo. uccido un cane.
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(di beppe65)
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filippo catani
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mercoledì 13 aprile 2016
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agghiacciante capolavoro
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Nella società del futuro è proibito essere single. Coloro che lo sono vengono rinchiusi in un hotel dove hanno a disposizione 45 giorni per trovare la propria anima gemella. In caso contrario verranno tramutati in un animale a loro scelta.
Agghiacciante, disturbante, drammatico capolavoro realizzato da Lanthimos e ambientato in un futuro distopico. I personaggi che popolano questo racconto sono semplicemente raccapriccianti come le dimostrazioni di quanto sia difficile la vita da single piuttosto che quella di coppia. Il sesso diventa qualcosa di puramente meccanico tra cameriere che si strofinano o donne che non provano il minimo piacere. I figli non sono altro che bambini presi dall'esterno per cercare di stemperare le tensioni.
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Nella società del futuro è proibito essere single. Coloro che lo sono vengono rinchiusi in un hotel dove hanno a disposizione 45 giorni per trovare la propria anima gemella. In caso contrario verranno tramutati in un animale a loro scelta.
Agghiacciante, disturbante, drammatico capolavoro realizzato da Lanthimos e ambientato in un futuro distopico. I personaggi che popolano questo racconto sono semplicemente raccapriccianti come le dimostrazioni di quanto sia difficile la vita da single piuttosto che quella di coppia. Il sesso diventa qualcosa di puramente meccanico tra cameriere che si strofinano o donne che non provano il minimo piacere. I figli non sono altro che bambini presi dall'esterno per cercare di stemperare le tensioni. Si deve fare tutto in 45 giorni e poi c'è la prova finale nello yacht. In alternativa c'è l'altro mondo altrettanto crudele popolato dai single dove non è possibile accoppiarsi ma addirittura non è nemmeno possibile flirtare a costo di pene terrificanti. E così come si ghiaccia il sangue nelle vene mentre il protagonista si lamenta per una suicida che muore emettendo gemiti allo stesso tempo fanno impressione le labbra cucite di chi ha provato a baciarsi nel bosco. Insomma ogni regola e ogni sentimento è stato letteralmente tritato in un mondo in cui i poliziotti chiedono di esibire il certificato di matrimonio. Insomma un'opera geniale nella sua drammaticità e impreziosita da un ottimo casta su cui spicca un ingrassato e trasandato Farrell che si e ci regala una delle sue migliori interpretazioni. Angosciante ma davvero da non perdere.
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guidobaldo maria riccardelli
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venerdì 1 aprile 2016
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buono, ma largamente il meno riuscito di lanthimos
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Buon soggetto, fantasioso ed irriverente, così come il ritmo, sempre ben sostenuto e calibrato a dovere (specie nella prima parte). Insomma, si tratta di una buona pellicola, certamente da visionare, ma, e su questo nutro pochi dubbi, si tratta della peggiore di Giorgos Lanthimos.
Innanzitutto non ho gradito tre scelte tecniche, fino ad ora mai esplorate dal cineasta ateniese, complici nel diminuire l'aderenza del tutto alla (ir)realtà: l'uso della musica extradiegetica, peraltro ben scelta, l'adoperare la voce narrante, ovviamente off ed infine il servirsi di un escamotage quale il ralenti, che personalmente gradisco ben poco.
Oltre a questo, se la prima parte si snodava con una sua "logica illogicità", il secondo tempo si fa eccessivamente confuso, dubbioso su quale possa essere la via maestra da seguire, arrivando, ad ogni buon conto, ad un finale delicato, in pieno stile Lanthimos.
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Buon soggetto, fantasioso ed irriverente, così come il ritmo, sempre ben sostenuto e calibrato a dovere (specie nella prima parte). Insomma, si tratta di una buona pellicola, certamente da visionare, ma, e su questo nutro pochi dubbi, si tratta della peggiore di Giorgos Lanthimos.
Innanzitutto non ho gradito tre scelte tecniche, fino ad ora mai esplorate dal cineasta ateniese, complici nel diminuire l'aderenza del tutto alla (ir)realtà: l'uso della musica extradiegetica, peraltro ben scelta, l'adoperare la voce narrante, ovviamente off ed infine il servirsi di un escamotage quale il ralenti, che personalmente gradisco ben poco.
Oltre a questo, se la prima parte si snodava con una sua "logica illogicità", il secondo tempo si fa eccessivamente confuso, dubbioso su quale possa essere la via maestra da seguire, arrivando, ad ogni buon conto, ad un finale delicato, in pieno stile Lanthimos.
Le interpretazioni sono buone, anche se lontane da quello stile che Giorgos Lanthimos aveva preteso nelle altre sue opere: a questo proposito, mi risulta abbastanza inspiegabile il modesto utilizzo della splendida Aggeliki Papoulia, relegata ad una parte sì importante, ma poco presente.
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guaz81
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martedì 15 marzo 2016
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the lobster.. noia interrotta da qualche sterzata
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Film di stampo europeo. Erroneamente classificato come fantascienza, più giustamente da definire come surrelista. Dialogi privi di emozioni, meccanici che sottolineano la ricerca del regista di caratteri grotteschi, ove le emozioni sono ricordo di un era passata. Purtroppo le emozioni sono poche anche per chi vede il film. Alcune parti sono decisamente ben fatte, certe idee sono perle di saggezza critica nei confronti della società, tuttavia la retorica li rende spuri e non degni di nota, rendendo il film una commediola solo descritta in maniera stravagante.
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nandoclo
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sabato 12 marzo 2016
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duro da masticare e digerire
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Non ce l'ho fatta a vederlo per intero, non appena l'attore Colin Farrell, raggiunge i boschi e parla con la capa dei fuggiaschi la quale le spiattella le sue condizioni, a quel punto ho lasciato perdere. Film di una noia mortale, grottesco? Se così non me ne sono minimamente accorto, tanto era preso tutto sul serio! M'aspettavo che le cose cambiassero tra i fuggiaschi, invece tra loro guai ad allacciare un rapporto sentimentale; che senso ha? La vita reale ha già i suoi drammi da farci vivere, se ci si mette anche la finzione cinematografica allora siamo finiti.
Registi come Lanthimos dovrebbero capirlo che saranno gli spettatori a subirsele le stranezze di un film simile, ma forse sono concentrati più a far breccia nella critica.
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Non ce l'ho fatta a vederlo per intero, non appena l'attore Colin Farrell, raggiunge i boschi e parla con la capa dei fuggiaschi la quale le spiattella le sue condizioni, a quel punto ho lasciato perdere. Film di una noia mortale, grottesco? Se così non me ne sono minimamente accorto, tanto era preso tutto sul serio! M'aspettavo che le cose cambiassero tra i fuggiaschi, invece tra loro guai ad allacciare un rapporto sentimentale; che senso ha? La vita reale ha già i suoi drammi da farci vivere, se ci si mette anche la finzione cinematografica allora siamo finiti.
Registi come Lanthimos dovrebbero capirlo che saranno gli spettatori a subirsele le stranezze di un film simile, ma forse sono concentrati più a far breccia nella critica.
Duro da masticare e digerire; che razza di film!
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kronos
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lunedì 7 marzo 2016
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stravagante ma freddo
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Se bastasse la stravaganza a rendere bello un film, questo sarebbe un capolavoro.
Ma le idee in "The Lobster", per quanto insolite, richiedono un'eccessiva sospensione dell'incredulità per risultare emozionanti.
Per cominciare, una società distopica in cui i single vengono rastrellati e imbucati in luoghi di "rieducazione" alla vita di coppia, avrebbe richiesto il coraggio "politico" d'una ambientazione NON occidentale. E poi la forzatura dei 45 giorni oltre i quali gli ospiti vengono trasformati in animali ... mah.
Non si capisce poi per quale ragione i fuggiaschi rintanati nei boschi si diano l'obbligo, al contrario, di vivere monasticamente.
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Se bastasse la stravaganza a rendere bello un film, questo sarebbe un capolavoro.
Ma le idee in "The Lobster", per quanto insolite, richiedono un'eccessiva sospensione dell'incredulità per risultare emozionanti.
Per cominciare, una società distopica in cui i single vengono rastrellati e imbucati in luoghi di "rieducazione" alla vita di coppia, avrebbe richiesto il coraggio "politico" d'una ambientazione NON occidentale. E poi la forzatura dei 45 giorni oltre i quali gli ospiti vengono trasformati in animali ... mah.
Non si capisce poi per quale ragione i fuggiaschi rintanati nei boschi si diano l'obbligo, al contrario, di vivere monasticamente.
Insomma, la sensazione è di trovarsi innanzi alla solita provocazione cine-contemporanea, in cui una programmatica ricerca d'originalità non viaggia di pari passo con la capacità di dare un filo d'emozioni. A parte la noia, s'intende.
Senza infamia e senza lode il cast, a partire da un bolso Colin Farrell, più anonimo del suo solito.
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(di gimo)
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stoker92
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mercoledì 17 febbraio 2016
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insieme per forza!
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Meglio soli che mal accompagnati! O forse no, nel distopico mondo di Yorgos Lanthimos dove la coppia è il massimo punto di arrivo per far sì che la società funzioni, tutti noi dobbiamo essere corrisposti a qualcuno, pena la trasformazione in animale per avere in altra opportunità di trovare la nostra metà. Non importa essere felici, l importante è non rimanere da soli. Farrel, attore che riesce ad immedesimarsi nel ruolo di protagonista, apatico, ignavo della vita che scorre e persino meschino nella ricerca della compagna della sua vita, ci porta ad esplorare un mondo piatto e monotono fatto di stereotipi. Rinchiuso in una sorta di istituto per trovare l anima gemella, Farrel scenderà a compromessi pur di non trasformarsi in animale per poi sfuggire dalle imposizioni di una società malata e bigotta che percepisce la solitudine sentimentale come un pericolo a discapito del cosiddetto vero amore.
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Meglio soli che mal accompagnati! O forse no, nel distopico mondo di Yorgos Lanthimos dove la coppia è il massimo punto di arrivo per far sì che la società funzioni, tutti noi dobbiamo essere corrisposti a qualcuno, pena la trasformazione in animale per avere in altra opportunità di trovare la nostra metà. Non importa essere felici, l importante è non rimanere da soli. Farrel, attore che riesce ad immedesimarsi nel ruolo di protagonista, apatico, ignavo della vita che scorre e persino meschino nella ricerca della compagna della sua vita, ci porta ad esplorare un mondo piatto e monotono fatto di stereotipi. Rinchiuso in una sorta di istituto per trovare l anima gemella, Farrel scenderà a compromessi pur di non trasformarsi in animale per poi sfuggire dalle imposizioni di una società malata e bigotta che percepisce la solitudine sentimentale come un pericolo a discapito del cosiddetto vero amore. Da un estremismo all altro passiamo all altra faccia della medaglia ovvero coloro che, inaffettivi e privi di qualsivoglia sentimento di affetto verso le persone, raffigurato dal gelido volto di Lea Seidoux. Farrel trovera l amore, un amore vero, ma lo troverà dalla parte sbagliata del mondo di Lanthimos, costretto così a portaerei segni della sua scelta sbagliata secondo gli altri. The lobster è un gioiellino di critica, viscerale, audace e di denuncia conte gli stereotipi della società.
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