The Lobster

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Un film di Yorgos Lanthimos. Con Colin Farrell, Rachel Weisz, Jessica Barden, Olivia Colman, Ashley Jensen.
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Titolo originale The Lobster. Fantascienza, Ratings: Kids+13, durata 118 min. - Grecia, Gran Bretagna, Irlanda, Paesi Bassi, Francia 2015. - Good Films uscita giovedì 15 ottobre 2015. MYMONETRO The Lobster * * 1/2 - - valutazione media: 2,92 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Aragosta meccanica Valutazione 3 stelle su cinque

di Eugenio


Feedback: 33754 | altri commenti e recensioni di Eugenio
martedì 12 gennaio 2016

Ci sono film in cui permane anche dopo che scorrono i titoli di coda finali un velo di inquietudine dell’aria. Dai grandi registi come Akira Kurosawa,Fritz Lang o Stanley Kubrick, recentemente bravi cineasti come Lars Von Trier (Dogville, Nimphomaniac ) Michael Haneke (Funny Games) o Francois Ozon (Nella casa, Una nuova amica) sono stati capaci di instillare nello spettatore un sentimento di angoscia misto a terrore, un’inquietudine non legata alla violenza fisica in quanto tale e paventata sullo schermo, quanto su quella più sottile, psicologica e non per questo meno letale.
Il genere dell’utopia negativa, denominato come “distopia” ha da sempre affascinato molti sceneggiatori, scrittori e registi. Già il citato Fritz Lang in Metropolis che ispirò poi “Blade Runner” o “Brazil” aveva messo in luce il destino non forse troppo lontano di un’umanità che si sarebbe presto trovata a convivere con robot, potenzialmente distinta per classe sociale e marcatamente discrminatoria.
Gli effetti poco piacevoli e fortemente pessimisti di mondi lontani sono figli del malumore, di una condizione esistenziale umana figlia del progresso e dell’avanzamento capitalistico che rende sempre più evidente il discrimine sociale: i poveri tendono a divenire sempre più poveri a danno dei ricchi che al contrario continuano ad accumulare averi alla faccia del ceto più debole.
E’ sintomatico osservare come l’ultimo film di questo tipo abbia come matrice quella greca. Greco è il cineasta, Yorgos Lanthimos e greche sono anche alcune scenografie. Ma gli attori no, quelli sono internazionali, Colin Farrell e Rachel Weisz tra tutti. Ci chiediamo allora perchè non impiegare interpreti grechi ma si sa che la produzione segue binari ben diversi da quelli dell’attenta cinefilia di genere.
Greco è quindi “The lobster” ma americana è la fattura.
Siamo in un futuro non distante, in cui essere single oltre una certa età rappresenta più una dannazione che una libertà individuale. Coloro che  si ritrovano in questo stato, vengono prelevati e rinchiusi in una cornice di un albergo di lusso tra gli sperduti boschi. Diretto da marito e moglie, algidi quanto letali, gli sprovveduti uomini e donne single sono costretti a trovare una controparte femminile entro quarantacinque giorni pena la trasformazione in un animale, scelto dall’inquilino all’atto della registrazione in albergo (l’aragosta italiana del titolo). Non finisce qui, sarebbe semplice. Anche dopo aver trovato la donna giusta, è necessario provarne il vero amore attraverso una serie di, come dire, situazioni poco piacevoli, che siano in grado di verificare l’efficacia del durevole rapporto.
“In caso di problemi verranno forniti dei figli come strumento di mediazione di coppia” recita la dirigente del carcere-hotel.  Lo scoprirà a sue spese il timido uomo interpretato appunto da Colin Farrell arrivato in albergo con il suo fratello-cane che lasciato precedentemente dalla  moglie e trovandosi nell’età limite, dovrà necessariamente trovare una donna entro il termine stabilito. Piccolo bonus: all’esterno, nel bosco vive una categoria di personaggi, tal solitari, che al contrario dell’armonia del “regno” profetizzano l’assenza di sentimento e ogni forma di legame sia esso carnale o altro con esponenti di sesso opposto. Coloro che riusciranno a sopprimerli in battute di caccia notturne, riceveranno come bonus un giorno in più di permanenza hotel determinato dai solitari abbattuti.  
E’ facile capire lo svolgimento: il nostro protagonista, sperimentando l’assenza dell’amore nell’hotel lo troverà proprio là dove non è consentito, tra i boschi, con una giovane ipovedente, a prezzo di scelte non facili.
The lobsterè un film inquieto che sin dall’inizio ci ricorda con una fotografia nitida e affettata anche nei movimenti le pellicole di Haneke (penso al sequestro della famiglia di Funny games da parte di due giovani e alle terribili sevizie che subiranno- cane compreso) oppure di Alex in Arancia meccanica (per la tortura psicologica). E’ un film angosciante dove l’ironia è sottile  e il regista punta soprattutto al crudele gioco al massacro, quello che imbastisce nei confronti dei malcapitati con punizioni esemplari e cambi frequenti di scena che vogliono emulare grndi cineasti passati.
Ma il rischio c’è. Se inizialmente The lobster appare come un’intelligente metafora della mercificazione dei sentimenti e della caducità del tempo per persone potezialmente sole  e quindi più vulnerabili ai rischi che la società impone (meglio affrontabili con una vita di coppia), dall’altro il cinismo e la punta di grottesco non sono tali da reggere le aspettative iniziali.
Sicuramente efficace l’interpretazione dello stranito Colin Farrel e del’ipovedente Rachel Weilsz, meno l’artificiosità dello stile che vuole a tutti i costi dimostrare al pubblico quasi autocompiacendosene, l’abilità del cineasta (primi piani claustrofobici, atmosfere artificiose e rarefatte).
Scende comunque un brivido lungo la schiena, un brivido di una storia d’amore perchè The lobster, pur con le varie cadenze grottesco-drammatico-violento altro non è dove pare valga lecito il principo che l'eccessiva esternazione di tale sentimento possa essere una limitazione dell'amore stesso in tutti i contesti (sia nell’hotel che nel bosco) e soprattutto nella vita distorta e distopica di tutti i giorni.
Premio della giuria al Festival di Cannes 2015.

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