marcoll17
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mercoledì 25 febbraio 2015
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odio, stima, sconfitta, rivincita
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Whiplash non è solo l'esempio dell'allievo che supera il maestro, ma una sfida continua tra la volontà di raggiungere un obiettivo e gli ostacoli che vi si frappongono! Ti fa capire che odio e stima nei confronti di un insegnante sono strettamente connessi poiché se da un lato è colui che rappresenta un ostacolo, dall'altro è tramite l'odio e la rabbia che ha suscitato nell'allievo che questi riesce a superare i propri limiti, arrivando là dove non sarebbe potuto arrivare senza la voglia di rivincita e il giusto stimolo dopo i continui fallimenti.
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Whiplash non è solo l'esempio dell'allievo che supera il maestro, ma una sfida continua tra la volontà di raggiungere un obiettivo e gli ostacoli che vi si frappongono! Ti fa capire che odio e stima nei confronti di un insegnante sono strettamente connessi poiché se da un lato è colui che rappresenta un ostacolo, dall'altro è tramite l'odio e la rabbia che ha suscitato nell'allievo che questi riesce a superare i propri limiti, arrivando là dove non sarebbe potuto arrivare senza la voglia di rivincita e il giusto stimolo dopo i continui fallimenti.
"Ero lì per spingere le Persone oltre le loro aspettative: era quella la mia assoluta necessità"
Capolavoro!! Tra musica, sfida, sconfitta, rivincita.
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marcoll17
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mercoledì 25 febbraio 2015
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odio, stima, sconfitta, rivincita
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Whiplash non è solo l'esempio dell'allievo che supera il maestro, ma una sfida continua tra la volontà di raggiungere un obiettivo e gli ostacoli che vi si frappongono! Ti fa capire che odio e stima nei confronti di un insegnante sono strettamente connessi poiché se da un lato è colui che rappresenta un ostacolo, dall'altro è tramite l'odio e la rabbia che ha suscitato nell'allievo che questi riesce a superare i propri limiti, arrivando là dove non sarebbe potuto arrivare senza la voglia di rivincita e il giusto stimolo dopo i continui fallimenti.
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Whiplash non è solo l'esempio dell'allievo che supera il maestro, ma una sfida continua tra la volontà di raggiungere un obiettivo e gli ostacoli che vi si frappongono! Ti fa capire che odio e stima nei confronti di un insegnante sono strettamente connessi poiché se da un lato è colui che rappresenta un ostacolo, dall'altro è tramite l'odio e la rabbia che ha suscitato nell'allievo che questi riesce a superare i propri limiti, arrivando là dove non sarebbe potuto arrivare senza la voglia di rivincita e il giusto stimolo dopo i continui fallimenti.
"Ero lì per spingere le Persone oltre le loro aspettative: era quella la mia assoluta necessità"
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stefano bruzzone
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domenica 19 luglio 2015
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strepitoso
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Beh che dire? per noi batteristi (ex per la precisione) direi che è il film dell'anno, la pellicola che mancava, il cult movie imperdibile che non può mancare in una videoteca che si rispetti. Un ragazzo talentuoso accetta i rigidi insegnamenti di un famoso jazzista direttore di orchestra stimato e insegnante nella miglior accademia musicale del paese,pur di realizzare il suo sogno: diventare il miglior batterista jazz in circolazione. Lo scontro sarà duro, durissimo e pur non mancando qualche luogo comune classico del cinema moderno, la storia non è assolutamente scontata. A fronte di una sceneggiatura talmente banale da apparire noiosa si contrappongono la bravura del regista coadiuvato da ambientazioni e fotografia affascinanti, il cast assolutamente strepitoso e una colonna sonora importante.
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Beh che dire? per noi batteristi (ex per la precisione) direi che è il film dell'anno, la pellicola che mancava, il cult movie imperdibile che non può mancare in una videoteca che si rispetti. Un ragazzo talentuoso accetta i rigidi insegnamenti di un famoso jazzista direttore di orchestra stimato e insegnante nella miglior accademia musicale del paese,pur di realizzare il suo sogno: diventare il miglior batterista jazz in circolazione. Lo scontro sarà duro, durissimo e pur non mancando qualche luogo comune classico del cinema moderno, la storia non è assolutamente scontata. A fronte di una sceneggiatura talmente banale da apparire noiosa si contrappongono la bravura del regista coadiuvato da ambientazioni e fotografia affascinanti, il cast assolutamente strepitoso e una colonna sonora importante. Il mix regala allo spettatore un piccolo capolavoro. Il film dell'anno e 3 oscar meritatissimi.
Voto: 8.5
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stefano bruzzone
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domenica 19 luglio 2015
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imperdibile!
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Beh che dire? per noi batteristi (ex per la precisione) direi che è il film dell'anno, la pellicola che mancava, il cult movie imperdibile che non può mancare in una videoteca che si rispetti. Un ragazzo talentuoso accetta i rigidi insegnamenti di un famoso jazzista direttore di orchestra stimato e insegnante nella miglior accademia musicale del paese,pur di realizzare il suo sogno: diventare il miglior batterista jazz in circolazione. Lo scontro sarà duro, durissimo e pur non mancando qualche luogo comune classico del cinema moderno, la storia non è assolutamente scontata. A fronte di una sceneggiatura talmente banale da apparire noiosa si contrappongono la bravura del regista coadiuvato da ambientazioni e fotografia affascinanti, il cast assolutamente strepitoso e una colonna sonora importante.
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Beh che dire? per noi batteristi (ex per la precisione) direi che è il film dell'anno, la pellicola che mancava, il cult movie imperdibile che non può mancare in una videoteca che si rispetti. Un ragazzo talentuoso accetta i rigidi insegnamenti di un famoso jazzista direttore di orchestra stimato e insegnante nella miglior accademia musicale del paese,pur di realizzare il suo sogno: diventare il miglior batterista jazz in circolazione. Lo scontro sarà duro, durissimo e pur non mancando qualche luogo comune classico del cinema moderno, la storia non è assolutamente scontata. A fronte di una sceneggiatura talmente banale da apparire noiosa si contrappongono la bravura del regista coadiuvato da ambientazioni e fotografia affascinanti, il cast assolutamente strepitoso e una colonna sonora importante. Il mix regala allo spettatore un piccolo capolavoro. Il film dell'anno e 3 oscar meritatissimi.
Voto: 8.5
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shiningeyes
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domenica 18 gennaio 2015
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un bellissimo outsider!
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Dopo che si vede un film intenso come “Whiplash” è normale sentirsi un po’ frastornati. Sarà forse quell’incessante drumming che ci percuote per quasi tutta la durata del film o per le urla del severissimo insegnante di jazz, Fletcher, co-protagonista del film. Frastorno a parte, “Whiplash” è senza dubbio il più bel film outsider di questo 2014. Un outsider che si eleva ad altri film fin troppo sopravvalutati dalla critica e che con una “semplicità” complessiva è tra i migliori film dell’anno. Damien Chazelle, con la sua esperienza pregressa di musicista in una jazz band, riesce a creare un film musicale di alto vigore ed emotivo al 100%, facendoci girare la estrapolando il meglio che può esprimere una musica così difficile e virtuosa come il jazz; genere fin troppo spesso relegato a cerchie di intellettualoidi e definito noioso.
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Dopo che si vede un film intenso come “Whiplash” è normale sentirsi un po’ frastornati. Sarà forse quell’incessante drumming che ci percuote per quasi tutta la durata del film o per le urla del severissimo insegnante di jazz, Fletcher, co-protagonista del film. Frastorno a parte, “Whiplash” è senza dubbio il più bel film outsider di questo 2014. Un outsider che si eleva ad altri film fin troppo sopravvalutati dalla critica e che con una “semplicità” complessiva è tra i migliori film dell’anno. Damien Chazelle, con la sua esperienza pregressa di musicista in una jazz band, riesce a creare un film musicale di alto vigore ed emotivo al 100%, facendoci girare la estrapolando il meglio che può esprimere una musica così difficile e virtuosa come il jazz; genere fin troppo spesso relegato a cerchie di intellettualoidi e definito noioso. Più che altro, svettano i temi dell’ambizione personale e del “fine che giustifica i mezzi”, questo secondo rivelato dall’inflessibile Fletcher, che vuole a tutti costi far oltrepassare i limiti ai suoi spaventati allievi, facendoci capire quanto ami il suo lavoro e la musica che insegna; il talentuoso batterista Andrew, con l’obbiettivo di rientrare tra i più grandi batteristi jazz, dovrà spingere a tavoletta per cercare di accontentare l’esigentissimo maestro, anche a costo di tagli sulle dita e assenza di una vita sociale. Oltre ad avere una sceneggiatura vibrante e per niente banale, “Whiplash” è il perfetto palcoscenico che mette in mostra la bravura di J.K.Simmons (che dovrebbe vincere tutti i premi possibili), acido come non mai nella sua difficile e grandiosa interpretazione; un plauso va anche al giovane Miles Teller, che sicuramente saprà stupirci in futuro. “Whiplash” è un film scritto e diretto col cuore e che si attesta tranquillamente tra i migliori film musicali mai fatti. Chapeau, Damien!
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juanmilanis12
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giovedì 22 gennaio 2015
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il genere musicale jazz nel xxi secolo
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Whiplash, film musicale diretto da Damien Chazelle entra di diritto nella storia del cinema recente grazie una mix di emozione e sentimento che raramente il grande pubblico ha potuto udire e vedere ultimamente. Udito e vista si fondono per formare una alchimia perfetta la quale viene incanalata e diretta da una prestazione eccellente per merito del regista che da uno strepitoso J.K. Simmons(Fletcher)che osserva e funge da mentore per un ottimo Milles Teller(Newman). Film più adatto a non addetti a lavori per celebrare un genere underground spesso caduto a più riprese nel dimenticatoio.Da un punto di vista prettamente scenografico Chazelle utilizza a più riprese la metafora di Charlie Parker e Jo Jones per evidenziare la necessità di focalizzare un obbiettivo e di portarlo a termine non attraverso la rottura dei legami interpersonali,ma attraverso la costante pratica e pazienza.
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Whiplash, film musicale diretto da Damien Chazelle entra di diritto nella storia del cinema recente grazie una mix di emozione e sentimento che raramente il grande pubblico ha potuto udire e vedere ultimamente. Udito e vista si fondono per formare una alchimia perfetta la quale viene incanalata e diretta da una prestazione eccellente per merito del regista che da uno strepitoso J.K. Simmons(Fletcher)che osserva e funge da mentore per un ottimo Milles Teller(Newman). Film più adatto a non addetti a lavori per celebrare un genere underground spesso caduto a più riprese nel dimenticatoio.Da un punto di vista prettamente scenografico Chazelle utilizza a più riprese la metafora di Charlie Parker e Jo Jones per evidenziare la necessità di focalizzare un obbiettivo e di portarlo a termine non attraverso la rottura dei legami interpersonali,ma attraverso la costante pratica e pazienza. Dunque occorre lottare per far valere i sogni in ogni situazione perchè di Flechter in giro ce ne sono tanti..Inoltre l'utilizzo di una efficace sceneggiatura permette allo spettatore di immedesimarsi con il protagonista e di seguire in maniera fluente tutto il corso del film.Da un punto di vista tecnico invece il regista sfrutta i vari piani per accentuare o meno l'importanza patetica di ciascuno dei personaggi attraverso inquadrature precise e concise. Questo film non ha nulla da invidiare ad altri capolavori musicali del passato. Sublime la scelta del finale con un insieme di assolo e tecnica che lascia lo spazio a emozioni liberatorie. Candidato all'Oscar con 5 nominations speriamo che almeno se ne porti a casa una almeno una.
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gianleo67
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sabato 24 gennaio 2015
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what price...jazz!
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Il sogno di diventare un affermato batterista jazz porta Andrew ad iscriversi al famoso Shaffer Conservatory di New York non ostante il tiepido supporto del padre e l'indifferenza dei suoi familiari. La sua incrollabile determinazione però sarà messa a dura prova dai metodi dispotici e dalle sottili torture psicologiche che l'inflessibile direttore d'orchestra Fletcher è solito esercitare sui suoi allievi, richiedendo standard elevatissimi e mettendoli in continua competizione tra loro. Avrà tuttavia la sua rivincita.
Partendo dalla sordina di un racconto di formazione cui l'apologetica eroistica del cinema americano ci ha da sempre abituati, il giovanissimo Damien Chazelle orchestra il sorprendente spartito di una dimensione immersiva e coinvolgente del dramma musicale che appare tanto lontano dalle edulcorazioni e dai facili sentimentalismi di classici alla 'Saranno famosi' quanto dalla banalità del riscatto sociale alla 'Flashdance', per farci approdare a qualcosa di diverso e innovativo, laddove lo spazio di conflittualità nel rapporto allievo-maestro si gioca sulla spiazzante dinamica di una tensione psicologica in cui la crescita artistica e individuale dell'uno sembrano in contraddizione (e in competizione) con le ambigue affermazioni del dispotico narcisismo dell'altro.
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Il sogno di diventare un affermato batterista jazz porta Andrew ad iscriversi al famoso Shaffer Conservatory di New York non ostante il tiepido supporto del padre e l'indifferenza dei suoi familiari. La sua incrollabile determinazione però sarà messa a dura prova dai metodi dispotici e dalle sottili torture psicologiche che l'inflessibile direttore d'orchestra Fletcher è solito esercitare sui suoi allievi, richiedendo standard elevatissimi e mettendoli in continua competizione tra loro. Avrà tuttavia la sua rivincita.
Partendo dalla sordina di un racconto di formazione cui l'apologetica eroistica del cinema americano ci ha da sempre abituati, il giovanissimo Damien Chazelle orchestra il sorprendente spartito di una dimensione immersiva e coinvolgente del dramma musicale che appare tanto lontano dalle edulcorazioni e dai facili sentimentalismi di classici alla 'Saranno famosi' quanto dalla banalità del riscatto sociale alla 'Flashdance', per farci approdare a qualcosa di diverso e innovativo, laddove lo spazio di conflittualità nel rapporto allievo-maestro si gioca sulla spiazzante dinamica di una tensione psicologica in cui la crescita artistica e individuale dell'uno sembrano in contraddizione (e in competizione) con le ambigue affermazioni del dispotico narcisismo dell'altro. Nucleo centrale di questo processo drammaturgico, la paradossale dialettica di una pedagogia malata e vessatoria si traduce nei complessi rapporti di forza di una sala prove trasformata nel campo di un'esercitazione marziale dove un sergente calvo e incline al turpiloquio esercita con impietoso sadismo le prerogative concessegli dal rango e dalla funzione e dove il raggiungimento dell'eccellenza sembra l'approdo mai scontato di un'affermazione individuale, di una lotta per la sopravvivenza in cui la prevaricazione e la sopraffazione dell'altro sono lo scotto da pagare per il successo e la gloria. Paradigma di una società competitiva e spietata come quella americana, il conservatorio Shaffer diventa il teatro di uno psicodramma privato in cui si forgia il carattere dei vincenti di domani, dove al costo altissimo di una desvastazione psicologica senza pari si decide chi sopravvive e chi soccombe, si seleziona una classe dirigente (d'orchestra?) capace di perpetuare l'antico mito della frontiera ed una versione riveduta,corretta e aggiornata del sogno americano 'off Broadway'. Tecnicamente compatto e giocato su di una messa in scena che fa presa sugli spiazzanti movimenti di macchina (ma da dove sarà sbucato mai questo Chazelle?!!) e le affascinanti vibrazioni di una impeccabile colonna sonora jazz è un film che scava nelle incertezze dei personaggi per restituirci il loro lato più vero e inaspettato, per condurci al punto di non ritorno di una umiliazione pubblica che nel finale riserva il ribaltamento di una falsa prospettiva, lo spostamento di un equilibrio di forze dove il carattere si afferma sulla tecnica e dove la tecnica diventa lo strumento naturale e imprescindibile per affermare il carattere, in quell'oscuro e mistico dualismo che l'arte porta da sempre con sè. Interpreti d'eccezione tanto il veterano e maturo J. K. Simmons (qui nel suo ruolo della vita) quanto il giovanissimo Miles Teller che rappresenta il vero astro nascente del nuovo cinema indipendente americano. Se ne consiglia la visione rigorosamente in lingua originale. Film d'apertura dell'edizione 2014 del Sundance Film Festival e candidato a ben cinque permi Oscar tra cui, ironia della sorte, non a quello per la migliore colonna Sonora. What price...Jazz!
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bomber89
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venerdì 16 ottobre 2015
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spingere al massimo per far uscire il meglio
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Whiplash non è il classico film sul rapporto tra insegnante e allievo ma è molto di più. La passione per la musica e soprattutto per il "fare musica" è il filo conduttore del film, per essere più precisi si tratta di musica jazz e il tutto è ambientato nella più prestigiosa scuola di questo genere musicale di New York. Il fare musica perlappunto è ciò che brucia l'anima dell'allievo batterista Andrew che viene scelto dall'insegnante Fletcher per far parte della sua band. Ma il giovane neanche immagina a cosa sta andando incontro, difatti i metodi di Fletcher sono un misto tra massima esigenza, durezza e continua umiliazione,il tutto per raggiungere quello che lui vuole fortemente: la perfezione! L'espe
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Whiplash non è il classico film sul rapporto tra insegnante e allievo ma è molto di più. La passione per la musica e soprattutto per il "fare musica" è il filo conduttore del film, per essere più precisi si tratta di musica jazz e il tutto è ambientato nella più prestigiosa scuola di questo genere musicale di New York. Il fare musica perlappunto è ciò che brucia l'anima dell'allievo batterista Andrew che viene scelto dall'insegnante Fletcher per far parte della sua band. Ma il giovane neanche immagina a cosa sta andando incontro, difatti i metodi di Fletcher sono un misto tra massima esigenza, durezza e continua umiliazione,il tutto per raggiungere quello che lui vuole fortemente: la perfezione! L'esperienza di apprendimento ed esercizio si trasforma così in una continua battaglia psicologica, il metodo di Fletcher graffia l'anima e l'orgoglio di Andrew; ma questo nota dopo nota, goccia dopo goccia di sudore, dopo infiniti scontri, sembra essere il giusto "iter" per diventare i migliori!
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[+] riproducono, non fanno musica!
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il passatore
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mercoledì 4 febbraio 2015
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appassionarsi a un film sul jazz? si può!
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Di film ambientati nel mondo della musica, col giovane tutto talento e volontà di sfondare, ne abbiamo visti forse troppi. Ma questo regista americano trentenne, Damien Chazelle, che ha scritto anche il soggetto, ha voluto rischiare e pare ce l’abbia fatta a realizzare un’opera di una certa originalità, e, soprattutto, la tensione degna di un thriller.
Vincente l’idea di puntare sul ruolo del batterista, figura trascurata nel cinema musicale, ma il vero colpo di genio è stato nel traslare la vicenda dalle scontate scene di prove interminabili e fallimenti allo scontro di caratteriale (e non solo) fra due personalità forti: il giovane talentuoso e il “maestro” perfezionista, esigente, aggressivo fino al sadismo.
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Di film ambientati nel mondo della musica, col giovane tutto talento e volontà di sfondare, ne abbiamo visti forse troppi. Ma questo regista americano trentenne, Damien Chazelle, che ha scritto anche il soggetto, ha voluto rischiare e pare ce l’abbia fatta a realizzare un’opera di una certa originalità, e, soprattutto, la tensione degna di un thriller.
Vincente l’idea di puntare sul ruolo del batterista, figura trascurata nel cinema musicale, ma il vero colpo di genio è stato nel traslare la vicenda dalle scontate scene di prove interminabili e fallimenti allo scontro di caratteriale (e non solo) fra due personalità forti: il giovane talentuoso e il “maestro” perfezionista, esigente, aggressivo fino al sadismo.
Ottime le interpretazioni. Credibile e non banale il giovane Andrew (Miles Teller), con le ingenuità e la vulnerabilità del 19enne, ma la fibra del lottatore.
Fantastico Fletcher, il perverso maestro, interpretato da J. K. Simmons, un caratterista visto mille volte che qui tocca l’apice della sua carriera: deve essere stato compagno di banco del sergente istruttore Foley di "Ufficiale e Gentiluomo", che per quel ruolo ricevette l’Oscar. Potrebbe seguirne le tracce, avendo già la nomination per l’Oscar e già vinto il Golden Globe 2015.
Il titolo Whiplash deriva da uno di brani jazz che Fletcher fa eseguire alla sua band.
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gabrykeegan
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mercoledì 11 febbraio 2015
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lacrime, sangue e jazz
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Dopo un inizio che pare non fare di questo film una grande opera, la sceneggiatura comincia a carburare e inizia a delineare la vera intenzione del regista, cioè il rapporto che lega il temibile professore e il suo studente, in un mix di odio e rispetto che si mescola attraverso la musica, dapprima leggiadra e ritmica e poi incessante e psicologica.
Proprio i due attori protagonisti sono gli elementi che unendosi "chimicamente" fanno esplodere questa storia.
La precisione, l'accuratezza e la puntualità richieste da un maestro autoritario - e che utilizza violenza verbale e fisica per ottenerle - vengono contrastate da uno studente che in testa ha solo la voglia di diventare un grande del jazz e soprattutto di suonare la batteria a livelli impensabili.
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Dopo un inizio che pare non fare di questo film una grande opera, la sceneggiatura comincia a carburare e inizia a delineare la vera intenzione del regista, cioè il rapporto che lega il temibile professore e il suo studente, in un mix di odio e rispetto che si mescola attraverso la musica, dapprima leggiadra e ritmica e poi incessante e psicologica.
Proprio i due attori protagonisti sono gli elementi che unendosi "chimicamente" fanno esplodere questa storia.
La precisione, l'accuratezza e la puntualità richieste da un maestro autoritario - e che utilizza violenza verbale e fisica per ottenerle - vengono contrastate da uno studente che in testa ha solo la voglia di diventare un grande del jazz e soprattutto di suonare la batteria a livelli impensabili.
J.K Simmons straordinario nel ruolo del severissimo professore che pretende più del massimo dai propri allievi. Muscoli messi in mostra, quasi a voler rimarcare fisicamente la propria posizione di supremazia, e urla che dovrebbero spronare i suoi musicisti ad allenarsi per diventare il fiore all'occhiello del suo metodo istruttivo.
Fa tutto parte di uno schema in cui entra in gioco la competizione, utile a stimolare il talento e a far emergere i più forti.
Dal canto suo, Andrew ci mette sangue, sudore, muscoli e ossa in ogni tocco di bacchetta, in ogni pezzo suonato. Il suo non è solo un percorso formativo, ma un vero e proprio percorso psico-fisico che lo piega, ma non lo distrugge.
La sfida con la vita e il maestro è ciò che lo fa andare avanti, sperando di diventare il migliore, perché sa di potercela fare se si spacca le mani e va a un passo dall'attacco cardiaco.
Miles Teller è semplicemente spettacolare nelle smorfie di fatica, nella bravura con cui rende lo spettatore partecipe della sofferenza del suo personaggio, rinchiuso tra una vita avara di soddisfazioni e la consapevolezza di poter raggiungere un obiettivo più che ambizioso.
Un film che porta al limite estremo il sacrificio per il successo, per la coltivazione della propria passione. Un'accademia di talenti che sembra un Masterchef della musica, un Full Metal Jacket delle note, in cui chi comanda sprona gli altri con metodi duri e chi deve imparare deve sfidare se stesso e superare i confini della propria sopportazione.
La semplice fotografia di Sharone Meir che rende i colori caldi, su un giallognolo che ricorda il colore degli strumenti usati dall'orchestra. Dai piatti della batteria (protagonisti assoluti nelle scene clou) alle trombe che accompagnano l'incessante rullo delle percussioni nell'asfissiante, quanto bella, sinfonia Whiplash.
Le inquadrature di Damien Chazelle sono istantanee di vita, di un mondo fatto di sacrificio e voglia di avere successo grazie alle proprie capacità da portare ai limiti.
I dettagli di bocche, mani e piedi freneticamente mossi per l'allenamento quotidiano, i mezzi busti ripresi fino allo stremo, in situazioni di fatica disumana che tiene lo spettatore incollato allo schermo con una musica assordante - ma piacevole - nelle orecchie e la visione dello strumento che si fonde con i liquidi corporei.
Un tutt'uno di musica ed emozioni che non possono che esaltare il jazz e il ritmo, l'animo umano e l'abilità fisica. Per i metodi usati, ognuno si faccia la propria opinione.
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