cinebura
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sabato 20 dicembre 2014
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il miglior giudice sei tu!
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Un ottimo film, davvero un opera che lascia il segno dentro ognuno di noi. Attorri davvero competenti e bravi che interpretano una storia che unisce amore, lavoro e principi di vita. Un film che dietro al processo cela un grande significato. Ecco la dimostrazione che nei momenti più difficili emergono le persone che davvero ti vogliono bene. Penso sia bellissima la relazione che si ricrea alla fine della vicenda tra padre e figlio. Una delle poche caratteristiche negative di questa opera è il ripetersi quasi monotono delle discussioni tra i due protagonisti principali. Davvero bella la colonna sonora e la fotografia. Un finale coinvolgente e anche commovente che cattura pienamente il pubblico.
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Un ottimo film, davvero un opera che lascia il segno dentro ognuno di noi. Attorri davvero competenti e bravi che interpretano una storia che unisce amore, lavoro e principi di vita. Un film che dietro al processo cela un grande significato. Ecco la dimostrazione che nei momenti più difficili emergono le persone che davvero ti vogliono bene. Penso sia bellissima la relazione che si ricrea alla fine della vicenda tra padre e figlio. Una delle poche caratteristiche negative di questa opera è il ripetersi quasi monotono delle discussioni tra i due protagonisti principali. Davvero bella la colonna sonora e la fotografia. Un finale coinvolgente e anche commovente che cattura pienamente il pubblico. Grazie a un fatto così macabro successo al povero capofamiglia, nasce una nuova famiglia che prima non esisteva.
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jaylee
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domenica 23 novembre 2014
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robert contro robert
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È sempre un bel rischio il cambio di genere, in un mondo come Hollywood, e stavolta se lo prende David Dobkin, regista di commedie abbastanza mestieranti (2 Single a Nozze, Cambio Vita, ecc) e di serie televisive. L’idea è buona: ibridare il legal thriller, uno dei grandi classici americani, con il dramma familiare.
Protagonisti sono due grandi Robert del cinema, entrambi premi oscar, ovvero Robert Downey Jr e Robert Duvall, laddove il primo (Hank Palmer), Avvocato di pochi scrupoli della grande città, dovrà aiutare il secondo, Giudice rispettato e temuto nella città di provincia, a sfuggire ad una condanna per aver investito un ex detenuto. Nel durante, tante altre tematiche affiorano, come il ritorno alla città dell’infanzia, la morte della madre (che è peraltro l’occasione del ritorno a casa di Hank), i rapporti coi fratelli, il ritrovarsi con la vecchia fiamma, la malattia dei tuoi cari, il tempo che passa e che non torna più.
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È sempre un bel rischio il cambio di genere, in un mondo come Hollywood, e stavolta se lo prende David Dobkin, regista di commedie abbastanza mestieranti (2 Single a Nozze, Cambio Vita, ecc) e di serie televisive. L’idea è buona: ibridare il legal thriller, uno dei grandi classici americani, con il dramma familiare.
Protagonisti sono due grandi Robert del cinema, entrambi premi oscar, ovvero Robert Downey Jr e Robert Duvall, laddove il primo (Hank Palmer), Avvocato di pochi scrupoli della grande città, dovrà aiutare il secondo, Giudice rispettato e temuto nella città di provincia, a sfuggire ad una condanna per aver investito un ex detenuto. Nel durante, tante altre tematiche affiorano, come il ritorno alla città dell’infanzia, la morte della madre (che è peraltro l’occasione del ritorno a casa di Hank), i rapporti coi fratelli, il ritrovarsi con la vecchia fiamma, la malattia dei tuoi cari, il tempo che passa e che non torna più.
Come dicevamo, è sempre un problema passare da un genere ad un altro, quando il mestiere è l’unica cosa che ti sorregge, ed in effetti, è proprio cosi anche stavolta. In pratica The Judge sono due film in uno, nel senso sia di ibridazione dei due generi suddetti, sia purtroppo di durata (2h20) e dico purtroppo perché sfortunatamente The Judge manca completamente di sintesi tra i generi, che spesso traboccano di dettagli che sembrano (e lo sono) irrilevanti ai fini della storia complessiva e si limitano ad appesantirla senza un reale corrispettivo: la morte della madre all’inizio, il fratello disabile (che gira tutto quello che vede in una 8mm… inutile chiedersi perché non passa al digitale nel 2014), il flirt quasi “edipico” con la figlia della vecchia fiamma (Vera Farmiga, sempre stupenda, ma qui completamente sperduta), tutte sottotrame che non vengono minimamente sviluppate.
In effetti, The Judge, da questo punto di vista, più che due film in uno, sembrano 2 o 3 episodi di un telefilm montati assieme, anche e soprattutto in virtù di una narrazione molto costruita “a regola d’arte” (vedi anche le battute che smorzano la tensione, molte immagini stereotipate – la fine sul lago su tutte- e le musiche tristi che “chiudono” alcune scene) e che ricorda molto serie come LA Law o, in tempi più recenti, Ally Mc Beal, dove fu protagonista chi? Ma il buon Robert Downey Jr, ovvio.
Il buon Robert che qui gigioneggia in un ruolo costruito su misura per lui, uscendo solo per un momento dalla sua zona di comfort nella scena migliore e più emozionante del film, quando aiuta il padre nel bagno e lo fa esitando solo un secondo, prima di “sporcarsi” le mani (e non solo); per il resto, effettivamente, è proprio il confronto tra di lui e il padre Robert Duvall, l’uno alla perenne ricerca dell’approvazione e dell’amore dell’altro, il perno di tutta la vicenda e, seppur non al suo meglio, il vecchio leone cerca di non far affondare tutto il film, e quasi ci riesce. Quasi.
Menzione speciale per Billy Bob Thornton, che caratterizza il suo Pubblico Ministero, persecutore sistematico ma non crudele, con pochi ma efficaci tocchi in un processo senza particolari guizzi (eccezion fatta per la bella scena della scelta dei giurati; e per Vince D’Onofrio, sempre bravo anche in piccoli ruoli.
Per il resto? Televisivo, e non di prima fascia. Troppo e troppo poco. (www.versionekowalski.it)
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donato prencipe
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venerdì 21 novembre 2014
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"un grande cast l'unica garanzia..."
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Nelle sale italiane è uscito lo scorso 23 ottobre, si tratta di “The judge”, la pellicola firmata da David Dobkin (Due single a nozze), al ritorno dopo tre anni circa dietro la macchina da presa. Il suo lavoro in questi anni si è concentrato molto di più ad imbastire sceneggiature per commedie “spensierate”, ma non certo così originali da lasciare il segno nella storia del cinema. Si avvale di un grande cast ed in particolar modo di due attori da urlo, infatti il regista di “Due cavalieri a Londra” ingaggia due cavalieri del cinema hollywoodiano, ovvero Robert Downey Jr.
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Nelle sale italiane è uscito lo scorso 23 ottobre, si tratta di “The judge”, la pellicola firmata da David Dobkin (Due single a nozze), al ritorno dopo tre anni circa dietro la macchina da presa. Il suo lavoro in questi anni si è concentrato molto di più ad imbastire sceneggiature per commedie “spensierate”, ma non certo così originali da lasciare il segno nella storia del cinema. Si avvale di un grande cast ed in particolar modo di due attori da urlo, infatti il regista di “Due cavalieri a Londra” ingaggia due cavalieri del cinema hollywoodiano, ovvero Robert Downey Jr.(Iron man) e il premio oscar Robert Duvall (Il padrino). La storia li vede uno di fronte all'altro nel ruolo di padre e figlio, giudice e avvocato, in urto da quasi una vita, senza più vedersi, fino a quando un tragico evento segna il rinnovato incontro tra i due. Robert Downey Jr. dunque lascia i panni del supereroe per entrare in quelli di un famoso avvocato di città, Hank Palmer, costretto a tornare nel piccolo paese dell'Indiana dov'è cresciuto a causa della scomparsa prematura della madre. Qui dovrà fare i conti con il passato e non solo, quel passato dal quale era fuggito via per non finire inghiottito dalla vita molto semplice e abitudinaria di un piccolo paese e soprattutto dal rapporto controverso con il padre. Quest'ultimo che ha il volto e la bravura di Robert Duvall, viene accusato di aver ucciso un uomo e quindi sarà compito del figlio in tribunale ricacciare queste accuse al mittente. L'avvocato accusatore, un osso duro tutt'altro che sprovveduto è interpretato da Billy Bob Thornton (Monster's ball) che cercherà in tutti i modi di mettere Palmer padre e Palmer figlio di spalle al muro. Il cast è compleatato da Vincent D'Onofrio (Law and Order serie tv) che recita la parte di uno dei due fratelli di Hank e da Vera Farmiga (Tra le nuvole) che interpreta il ruolo di una sua ex fiamma che si riaccenderà di colpo dopo anni di lontananza. I presupposti per assistere ad un bel film ci sono tutti peccato però che vengano spazzati via dai soliti clichè del cinema americano intriso di aule di tribunale e sentimenti melensi che nascono e muoiono ad ogni battito di ciglia. Il tutto si riduce a rendere il film un drammatico spot dei buoni sentimenti e del proprio paese nativo, troppo spesso abbandonato per città più redditizie.
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luciacinefila
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mercoledì 19 novembre 2014
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da vedere anche se.......
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Supportato da una ottima interpretazione dei due protagonisti, con un Duval che eccelle nella rappresentazione della età che avanza e purtroppo della malattia e di come questa cambi gli animi oltre che il corpo...il film è sicuramente da vedere anche se putroppo la sceneggiatura rivela pesanti cadute di tono ad esempio nell scena della morte del padre ( che si poteva benissimo intuire) o nella descrizione dei devastanti effetti della chemio.....,così anche nella relazione che il figlio rivive con la ex compagna di liceo....
Accadimenti che nulla aggiungono alla incisività della trama ma che invece trascinano inesorabilmente la sceneggiatura nel melodramma più scontato.
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Supportato da una ottima interpretazione dei due protagonisti, con un Duval che eccelle nella rappresentazione della età che avanza e purtroppo della malattia e di come questa cambi gli animi oltre che il corpo...il film è sicuramente da vedere anche se putroppo la sceneggiatura rivela pesanti cadute di tono ad esempio nell scena della morte del padre ( che si poteva benissimo intuire) o nella descrizione dei devastanti effetti della chemio.....,così anche nella relazione che il figlio rivive con la ex compagna di liceo....
Accadimenti che nulla aggiungono alla incisività della trama ma che invece trascinano inesorabilmente la sceneggiatura nel melodramma più scontato.
Ciònonostante il film risulta essere uno dei migliori di questi ultimi tempi e quindi sicuramente da vedere.
Buona visione
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maratoneta68
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lunedì 17 novembre 2014
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bello bello!
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Film molto bello, bella la storia e belle le interpretazioni di Downey e Duvall. Lo consiglio sicuramente
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raffaele.92
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lunedì 17 novembre 2014
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film da vedere... ma non eccellente!
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Film con una trama coinvolgente, con attori molto bravi. Si perde in un linguaggio molto prolisso, con delle ripetute scene molto noiose, che nella importante durata del film portano lo spettatore ad annoiarsi ed a perdere quelle emozioni che la vicenda trasmette...
tuttavia un film sicuramente da vedere, tenendo conto anche del fatto che la storia é molto lenta, a volte a tal punto da essere logorroica !
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beatricebraghin
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sabato 15 novembre 2014
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gran film!
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Del film ho apprezzato praticamente ogni particolare, dalla sceneggiatura alla regia, passando attraverso l'incredibile bravura dei due Robert. La durata era calibrata, a mio parere, con il ritmo della trama e i dialoghi erano realistici, avvincenti quando dovevano esserlo e di forte impatto emotivo.
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weach
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sabato 15 novembre 2014
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l'approdo è il perdono
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Soddisfacente,
Eccellente regia ,
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Soddisfacente,
Eccellente regia ,
2 grandi attori nella parte di un giudice e padre ed un avvocato figlio ;
una storia di rancori fra padre e figlio mai sopiti che hanno impedito la comunicazione :
Dopo lunghe assenze , dopo la morte della mamma e la condanna del padre giudice per un presunto omicido esplode un dialogo intenso forte serrato fra padre e figlio che rende possibile finalmente il reciproco perdono.
Grande regia, un grande Robert Downey J, che rinuncia a ruoli eclatanti di super eroe , un intenso Robert Duvall ricostruiscono mirabilmente il tormentato rapporto fra padre e figlio con un epilogo pacificatorio: su di una barca il papà, pescando col figlio, può trapassare in pace avendo finalmente ritrovato il figlio che aveva perso per troppo tempo.
Eccellente film che consiglio a tutti di vedere . Per me vale 4,2 stelle su 5 Complimenti
14 novembre 2014
weachilluminati
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weach
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venerdì 14 novembre 2014
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nel dolore finalmente ci siguarda allo specchio
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Soddisfacente,
Eccellente regia ,
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Soddisfacente,
Eccellente regia ,
2 grandi attori nella parte di un giudice e padre ed un avvocato figlio ;
una storia di rancori fra padre e figlio mai sopiti che hanno impedito la comunicazione ,
dopo lunghe assenze , dopo la marte della mamma e la condanna del padre giudice per un presunto umicido esplode un dialogo intenso forte serrato fra padre e figlio che rende possibile finalmente il reciprovco perdono.
Grande regia, un grande Robert Downey J, che rinuncia a ruoli eclatanti di super eroe , un intenso Robert Duvall ricostruiscono mirabilmente il tormentato rapporto fra padre e figlio con un epilogo pacificatorio: su di una barca il papà, pescando col figlio, può trapassare in pace avendo finalmente ritrovato il figlio che aveva perso per troppo tempo.
Eccellente film che consiglio a tutti di vedere . Per me vale 4,2/5 stelle.
Complimenti.
14 novembre 2014
weachilluminati
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buttercup
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lunedì 10 novembre 2014
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preterintenzionale
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è sicuramente l'omicidio dello spettatore per noia. Non credo che il regista volesse davvero annoiarci così tanto, eppure ci riesce, fino alla morte cerebrale. Dialoghi scarsi e soprattutto tradotti male (doppiaggio pessimo). Nessuna scintilla, nessuna commozione, nessuna emozione. Non sono credibili i litigi tra padre e figlio, non è credibile l'avvocato Hank, non è credibile che in sede di deposizione di un testimone si scivoli nello psicodramma familiare senza che nessuno faccia una piega. Bah.
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