dannys
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domenica 2 novembre 2014
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la forza delle parole
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David Dobkin ha fatto un ottimo lavoro,regista più che altro di commedie, si trova a dirigere ora un film dove l'aspetto primario non sono le gag o scene d'azione ma sono le parole.Penso siano i discorsi che conferiscono al film quel tocco di classe e che scandiscono anche il ritmo.Alla fine del primo tempo pensavo che il top fosse già passato e invece mi sono felicemente ricreduto,il rapporto tra il padre e il figlio (aspetto più importante del film)non è banalizzato del tipo "ho ricevuto poco affetto e quindi non ti parlo più",ma è analizzato nei minimi dettagli e quando vieni a sapere alla fine del film il motivo per cui il padre tende ad allontanarsi dal figlio(non faccio spoiler) è spiazzante.
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David Dobkin ha fatto un ottimo lavoro,regista più che altro di commedie, si trova a dirigere ora un film dove l'aspetto primario non sono le gag o scene d'azione ma sono le parole.Penso siano i discorsi che conferiscono al film quel tocco di classe e che scandiscono anche il ritmo.Alla fine del primo tempo pensavo che il top fosse già passato e invece mi sono felicemente ricreduto,il rapporto tra il padre e il figlio (aspetto più importante del film)non è banalizzato del tipo "ho ricevuto poco affetto e quindi non ti parlo più",ma è analizzato nei minimi dettagli e quando vieni a sapere alla fine del film il motivo per cui il padre tende ad allontanarsi dal figlio(non faccio spoiler) è spiazzante. Attori con la A maiuscola,film che fa riflettere.Da guardare.
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gianpaolo43
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domenica 2 novembre 2014
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ottimo film, da consigliare
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film di notevole caratura. Ottimi gli attori anche se la trama non giganteggia. Buona la sceneggiatura e ottima la fotografia. Ottima l'interpretazioni degli attori principali e anche quella degli attori di contorno. Direi un buon film , godibile e da consigliare.
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kleber
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sabato 1 novembre 2014
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le domande senza risposta
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Quando la critica dice. "Una prova di attori assai convincenti, con molte scene davvero riuscite e alcuni dialoghi particolarmente intensi"... cerco nella scheda del film i nomi dei DOPPIATORI... e invece niente. Perchè il pubblico deve ignorare gli attori dei quali apprezza la recitazione quando vede un film straniero? ...Le grandi domande dell'umanità che rimangono senza risposte...
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gianr
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sabato 1 novembre 2014
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film molto intenso con grandi attori
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Uno dei pochi film che ultimamente mi ha davvero convinto. All'inizio ero un po'intimorito dalla durata così lunga, ma non c'è un momento di noia o di stanchezza. Anche i dialoghi sono sempre ricercati e ben costruiti, così come i dettagli, apparentemente insignificanti, sparsi qua e là nel film ma che vogliono dire molto.
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siebenzwerg
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venerdì 31 ottobre 2014
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tennessee williams in indiana
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Capolavoloro nel suo genere, cioè classico dramma americano della provincia. Dal quale noi italiani siamo abbastanza distanti, in quanto a moralismo e rigidità di costumi se non fosse per il cinema che ci ha dato delle opere memorabili, di Altman, Elia Kazan e andando indietro le tragedie di Tennessee Williams (La gatta sul tetto che scotta, Un tram che si chiama Desiderio ecc.) che questo film mi ha ricordato per i sentimenti forti, soffocati o esplosi, e la tensione estrema anche provocatoria tra i personaggi. Il film ha una decisa impronta teatrale, per cui certo il maggior merito della riuscita del film sta negli interpreti, soprattutto Robert Downey e Robert Duvall, sempre più che convincenti in tutte le situazioni, da quelle più delicate a quelle più crude.
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Capolavoloro nel suo genere, cioè classico dramma americano della provincia. Dal quale noi italiani siamo abbastanza distanti, in quanto a moralismo e rigidità di costumi se non fosse per il cinema che ci ha dato delle opere memorabili, di Altman, Elia Kazan e andando indietro le tragedie di Tennessee Williams (La gatta sul tetto che scotta, Un tram che si chiama Desiderio ecc.) che questo film mi ha ricordato per i sentimenti forti, soffocati o esplosi, e la tensione estrema anche provocatoria tra i personaggi. Il film ha una decisa impronta teatrale, per cui certo il maggior merito della riuscita del film sta negli interpreti, soprattutto Robert Downey e Robert Duvall, sempre più che convincenti in tutte le situazioni, da quelle più delicate a quelle più crude. Gli aspetti giudiziari della vicenda che inizialmente sembrano centrali poi aprono le porte e si intrecciano a questioni affettive profonde, laceranti e contraddittorie. Ricchissimo di spunti, anche non sviluppati, che forse qualcuno può aver sentito come un difetto. Invece credo che sia una scelta originale e coraggiosa quella di lasciare delle conclusioni non tanto incompiute ma aperte. In tutta la sua pienezza, e con grande sensibilità, invece è stato trattato il tema potente del rapporto padre-figlio. Grande film.
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vervain
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venerdì 31 ottobre 2014
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lento, noioso e ... disgustoso
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Mi aspettavo molto, sono uscita decisamente delusa. Il film è molto lento e noioso, non sviluppa in modo soddisfacente nessuna delle sue storie e presenta chiari eventi inverosimili, che qui non scrivo per non influenzare la visione a chi deciderà comunque di andare a vederlo. Non basta una buona sceneggiatura e un nome famoso per fare un buon film, occorre anima e sentimento. Io qui non li ho trovati. Inoltre, mi è sembrato veramente disgustoso l'eccesso di crudele e compiacente esposizione del povero padre vecchio e malato in una scena che viola la più elementare delle intimità e che qui viene messa invece come scena madre del film. Trama scontata, finale scontato, recitazione inutilmente buona perché non tocca il sentimento.
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Mi aspettavo molto, sono uscita decisamente delusa. Il film è molto lento e noioso, non sviluppa in modo soddisfacente nessuna delle sue storie e presenta chiari eventi inverosimili, che qui non scrivo per non influenzare la visione a chi deciderà comunque di andare a vederlo. Non basta una buona sceneggiatura e un nome famoso per fare un buon film, occorre anima e sentimento. Io qui non li ho trovati. Inoltre, mi è sembrato veramente disgustoso l'eccesso di crudele e compiacente esposizione del povero padre vecchio e malato in una scena che viola la più elementare delle intimità e che qui viene messa invece come scena madre del film. Trama scontata, finale scontato, recitazione inutilmente buona perché non tocca il sentimento. Alla fine, due ore e mezza praticamente sprecate.
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[+] il commento di una digiuna di cinema e sentimento
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flyanto
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venerdì 31 ottobre 2014
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un ritorno a casa con molte sorprese
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Film in cui si racconta di un avvocato che ritorna nella sua città natale per presenziare al funerale della madre. Qui, suo malgrado,egli è costretto a riallacciare i propri rapporti interrotti ormai da anni con tutti gli esponenti della famiglia, soprattutto col padre giudice severo, e nel corso dei pochi giorni in cui egli soggiorna nella casa paterna succede che il padre stesso viene accusato in tribunale di avere in vestito con la macchina ed in stato di ebrezza un suo ex condannato, ormai uscito di prigione. Dopo numerose controversie con lo stesso padre il protagonista decide di prendere le sue difese in tribunale sino alla sentenza finale....
Questo film sotto tutti gli aspetti risulta un legal thriller perfetto in quanto ha una trama avvincente, è ben diretto e ben interpretato e, a parte qualche lungaggine di troppo (una ventina di minuti potevano essere tagliati sicuramente) risponde perfettamente a tutto quanto il pubblico può richiedere da questo genere di opere.
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Film in cui si racconta di un avvocato che ritorna nella sua città natale per presenziare al funerale della madre. Qui, suo malgrado,egli è costretto a riallacciare i propri rapporti interrotti ormai da anni con tutti gli esponenti della famiglia, soprattutto col padre giudice severo, e nel corso dei pochi giorni in cui egli soggiorna nella casa paterna succede che il padre stesso viene accusato in tribunale di avere in vestito con la macchina ed in stato di ebrezza un suo ex condannato, ormai uscito di prigione. Dopo numerose controversie con lo stesso padre il protagonista decide di prendere le sue difese in tribunale sino alla sentenza finale....
Questo film sotto tutti gli aspetti risulta un legal thriller perfetto in quanto ha una trama avvincente, è ben diretto e ben interpretato e, a parte qualche lungaggine di troppo (una ventina di minuti potevano essere tagliati sicuramente) risponde perfettamente a tutto quanto il pubblico può richiedere da questo genere di opere.
A voler essere più precisi "The Judge" poggia il proprio valore principalmente sugli attori sapientemente scelti dal regista e che trovano soprattutto in Robert Downey Jr. e Robert Duvall due fuori classe del cinema, molto credibili nei loro ruoli di padre e figlio.
Sicuramente da vedere.
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giulor
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giovedì 30 ottobre 2014
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toccante al punto giusto.
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Il regista David Dobkin è riuscito, partendo da una storia per così dire "già vista " ,a renderla spettacolare ed interessante con i dettagli. Ci sono diverse scene in cui lo spettatore si sente coinvolto sia da un punto di vista mentale che emotivo, questo grazie ai particolari che vengono sottolineati dalle battute degli attori . A rendere ancora più interessante la storia c'è Robert Downey Jr. che come in tutti i suoi film riesce a immedesimarsi nel personaggio non rendendolo affatto banale come può invece sembrare ad una prima occhiata. La storia è classica ma la sceneggiatura è tagliente e ricca di significati che riescono a lasciarti sia un sorriso che una lacrima. I personaggi sono ben studiati in diversi aspetti e compiono un'evoluzione particolare e dinamica nel corso del film.
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Il regista David Dobkin è riuscito, partendo da una storia per così dire "già vista " ,a renderla spettacolare ed interessante con i dettagli. Ci sono diverse scene in cui lo spettatore si sente coinvolto sia da un punto di vista mentale che emotivo, questo grazie ai particolari che vengono sottolineati dalle battute degli attori . A rendere ancora più interessante la storia c'è Robert Downey Jr. che come in tutti i suoi film riesce a immedesimarsi nel personaggio non rendendolo affatto banale come può invece sembrare ad una prima occhiata. La storia è classica ma la sceneggiatura è tagliente e ricca di significati che riescono a lasciarti sia un sorriso che una lacrima. I personaggi sono ben studiati in diversi aspetti e compiono un'evoluzione particolare e dinamica nel corso del film. Consiglio a tutti di andare a vederlo per imparare l'importanza delle piccole cose a cui molte volte non facciamo attenzione nella frenetica quotidianità.
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lindasuperlinda
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martedì 28 ottobre 2014
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il dolore sana i rapporti
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The Judge, il Giudice, rappresenta come, paradossalmente, il dolore sani i rapporti. Giustizia, Legge, Giurati, Giudici, tutto ciò che è ius, si nutre di parole, come i rapporti umani. Come una famiglia.
Le parole scompongono, sconvolgono sempre gli equilibri, con la forza delle loro confessioni: confessioni di fallimenti, di risentimenti, di abbandono.
Come poter rimangiare, riavvolgere il nastro, dopo aver pronunciato alcune parole, e quindi, aver ammesso verità sulle proprie mancanze, fragilità e debolezze?
E nel dramma, il legame di sangue, logorato, soffocato da un ostinato e marmoreo, voluto silenzio, torna a scorrere, a fluire, come le immagini di una cinepresa che ridanno vita ad un giovane padre, ad una giovane madre, a fratelli che si rincorrono, giocano.
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The Judge, il Giudice, rappresenta come, paradossalmente, il dolore sani i rapporti. Giustizia, Legge, Giurati, Giudici, tutto ciò che è ius, si nutre di parole, come i rapporti umani. Come una famiglia.
Le parole scompongono, sconvolgono sempre gli equilibri, con la forza delle loro confessioni: confessioni di fallimenti, di risentimenti, di abbandono.
Come poter rimangiare, riavvolgere il nastro, dopo aver pronunciato alcune parole, e quindi, aver ammesso verità sulle proprie mancanze, fragilità e debolezze?
E nel dramma, il legame di sangue, logorato, soffocato da un ostinato e marmoreo, voluto silenzio, torna a scorrere, a fluire, come le immagini di una cinepresa che ridanno vita ad un giovane padre, ad una giovane madre, a fratelli che si rincorrono, giocano...
Cos'è cambiato nel corso degli anni? Cos'è successo a quei sorrisi, carezze, a quella tenerezza, a quelle radiose speranze?
È successa la vita.
La vita, che con le sue prove inaspettate , cambia le persone, le impaurisce , le allontana, inasprendole, separandole.
La paura crea il vuoto, voragini in cui rimanere intrappolati: paura di essere respinti, di deludere, di sbagliare, di essere deboli, vulnerabili, di esser traditi, di soffrire.
Ma è la stessa vita, o meglio, la sua assenza, a riavvicinar chi si era smarrito, ad allentare le tensioni, a ridare fiducia all'altro.
La violenza di un dolore libera dal peso di maschere, bugie necessarie a se stessi, per mantenere una quieta quotidianità, l'abitudine delle apparenze.
La violenza di un dolore, l'antitesi dell'amore, ebbene, proprio la sofferenza da libero sfogo al suo opposto ed estremo sentimento: l'amore, e così un padre ed un figlio si ritrovano. Uniti. Uniti in modo indelebile, nell'ultimo ricordo di una casa al lago, di una barchetta, di caramelle mou.
La vita da, la vita toglie, a noi, saper mantenere un cuore.
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lindasuperlinda
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martedì 28 ottobre 2014
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the judge, rappresenta come, paradossalmente, il
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The Judge, il Giudice, rappresenta come, paradossalmente, il dolore sani i rapporti. Giustizia, Legge, Giurati, Giudici, tutto ciò che è ius, si nutre di parole, come i rapporti umani. Come una famiglia.
Le parole scompongono, sconvolgono sempre gli equilibri, con la forza delle loro confessioni: confessioni di fallimenti, di risentimenti, di abbandono.
Come poter rimangiare, riavvolgere il nastro, dopo aver pronunciato alcune parole, e quindi, aver ammesso verità sulle proprie mancanze, fragilità e debolezze?
E nel dramma, il legame di sangue, logorato, soffocato da un ostinato e marmoreo, voluto silenzio, torna a scorrere, a fluire, come le immagini di una cinepresa che ridanno vita ad un giovane padre, ad una giovane madre, a fratelli che si rincorrono, giocano.
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The Judge, il Giudice, rappresenta come, paradossalmente, il dolore sani i rapporti. Giustizia, Legge, Giurati, Giudici, tutto ciò che è ius, si nutre di parole, come i rapporti umani. Come una famiglia.
Le parole scompongono, sconvolgono sempre gli equilibri, con la forza delle loro confessioni: confessioni di fallimenti, di risentimenti, di abbandono.
Come poter rimangiare, riavvolgere il nastro, dopo aver pronunciato alcune parole, e quindi, aver ammesso verità sulle proprie mancanze, fragilità e debolezze?
E nel dramma, il legame di sangue, logorato, soffocato da un ostinato e marmoreo, voluto silenzio, torna a scorrere, a fluire, come le immagini di una cinepresa che ridanno vita ad un giovane padre, ad una giovane madre, a fratelli che si rincorrono, giocano...
Cos'è cambiato nel corso degli anni? Cos'è successo a quei sorrisi, carezze, a quella tenerezza, a quelle radiose speranze?
È successa la vita.
La vita, che con le sue prove inaspettate , cambia le persone, le impaurisce , le allontana, inasprendole, separandole.
La paura crea il vuoto, voragini in cui rimanere intrappolati: paura di essere respinti, di deludere, di sbagliare, di essere deboli, vulnerabili, di esser traditi, di soffrire.
Ma è la stessa vita, o meglio, la sua assenza, a riavvicinar chi si era smarrito, ad allentare le tensioni, a ridare fiducia all'altro.
La violenza di un dolore libera dal peso di maschere, bugie necessarie a se stessi, per mantenere una quieta quotidianità, l'abitudine delle apparenze.
La violenza di un dolore, l'antitesi dell'amore, ebbene, proprio la sofferenza da libero sfogo al suo opposto ed estremo sentimento: l'amore, e così un padre ed un figlio si ritrovano. Uniti. Uniti in modo indelebile, nell'ultimo ricordo di una casa al lago, di una barchetta, di caramelle mou.
La vita da, la vita toglie, a noi, saper mantenere un cuore.
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