Mommy

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Un film di Xavier Dolan. Con Anne Dorval, Suzanne Clément, Antoine Olivier Pilonn Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 140 min. - Francia, Canada 2014. - Good Films uscita giovedì 4 dicembre 2014. MYMONETRO Mommy * * * 1/2 - valutazione media: 3,83 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
francesco pierucci mercoledì 3 dicembre 2014
il miglior film del 2014 Valutazione 5 stelle su cinque
89%
No
11%

Ci tengo ad annunciarlo qui e ora: Mommy è il miglior film del 2014. Così, con un mese d’anticipo e senza troppi fronzoli. Perché? Perché raramente un lungometraggio è riuscito a emozionarmi ininterrottamente per tutta la sua durata e a colpirmi così nel profondo da spingermi a desiderarne una seconda visione(forse l’ultimo in ordine di tempo era stato nel 2004 Million Dollar Baby). Premiato ex aequo a Cannes con Audieu au langage di Godard, l’ultima opera di Dolan (25 anni e gia cinque film all’attivo!) ha il grande pregio di raccontare una storia archetipica (il complicato rapporto madre-figlio) in modo del tutto originale. Basti pensare semplicemente alla scelta dell’aspect ratio e alla sua declinazione nel corso della pellicola:se infatti il formato 1:1 ribattezzato polaroid o selfie è estremamente funzionale per accentuare il lavoro d’introspezione (sia da parte del regista che da parte del pubblico) sui protagonisti con lo stesso intento che un tempo spettava al Kammerspiel tedesco, la sua successiva mutazione è più emozionale e facilmente riconoscibile rispetto ad esempio a quella che componeva il Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, che da buon cinefilo aveva scelto coraggiosamente di utilizzare il passaggio dal 16:9 al 4:3 per omaggiare un certo tipo di cinema del passato (Lubitsch in primis). [+]

[+] assolutamente convincente (di mattosc)
[+] struggente e doloroso ma esaltante (di no_data)
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vanessa zarastro martedì 9 dicembre 2014
malattia e desiderio di normalità Valutazione 4 stelle su cinque
88%
No
12%

Mommy è un film impegnativo e inquietante che costituisce una riflessione sulla malattia mentale, sulla sua difficoltà di cura e sulla problematicità del conviverci. In un Canada che non appare particolarmente avanzato nelle ricerche scientifiche di cura della sofferenza psichiatrica, una madre (una fantastica Anne Doral) rimasta sola ancora giovane, un po’ impudica e un pò aggressiva, deve gestire un figlio quindicenne con turbe psichiche (ADHD disturbo di Deficit di Attenzione?) dimesso da una casa di rieducazione. Il film mostra la sofferenza del ragazzo (un bravo Antoine-Olivier Pilon) nei suoi alti e bassi, tra impeti vitali, manifestazioni di affetto e crisi violente, il quale non ha grandi prospettive future  se non un comprensibile grande desiderio di libertà. [+]

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giovanni c venerdì 20 giugno 2014
mommy: la libertà in un ritratto Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

Il puro ritratto dell’amore verso un figlio.
Un figlio “voluto da Dio”, e non “pazzo”, e una madre che disegna una famiglia, colpita si, ma ancora in piedi.
Il tutto raccordato dall’amicizia di un’amica, compagna di vita, segnata ma con la speranza di continuare per sempre ad esser felice.
Il merito di Dolan è colpire con estrema eleganza, gusto e passione, costruendo e tirando fuori il senso di libertà di ogni personaggio.
E’ toccante come le confessioni e i momenti d’ira convergano nel voler dimostrare al mondo “quanto la razza umana” sia delicata e complessa e come una “deficienza” può rendere l’uomo più completo e attento all’anima altrui. [+]

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catcarlo mercoledì 10 dicembre 2014
mommy Valutazione 4 stelle su cinque
74%
No
26%

A venticinque anni, un (bel) po’ di sana incoscienza è inevitabile e allora il canadese francofono Dolan scrive e dirige queste montagne russe di emozioni che mischiano tocchi di commedia, in maggioranza nella prima parte, e scene grondanti melodramma che dominano il tratto conclusivo, utilizzando schemi e situazioni che finiscono per alternare il teatro da camera a tocchi di pura estetica pop in cui una colonna sonora estremamente variegata nel tempo e nello spazio gioca un ruolo fondamentale (oltre a sfoggiare il miglior utilizzo di ‘Wonderwall’ di sempre). Ma se all’incoscienza di cui sopra si unisce una capacità di fare cinema che combina una notevole perizia a una delicata sensibilità, l’accumulo di elementi eterogenei finisce per risultare in un amalgama talmente coinvolgente da far soprassedere sui difetti che pure ci sono: ‘Mommy’ non è un film perfetto (anche perché il regista è assai più interessato allo sviluppo di personaggi e sentimenti che alla coerenza nello svolgimento della storia), ma sa emozionare nel profondo a un livello tale che forse la perfezione non permetterebbe di raggiungere. [+]

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antonietta dambrosio lunedì 15 dicembre 2014
tornado di fuoco e cenere Valutazione 4 stelle su cinque
88%
No
13%

 Inquietudine e senso di soffocamento dato dal restringimento dello spazio entro cui Xavier Dolan ci racchiude, sono sensazioni immediate da cui si avverte l’urgenza di sottrarsi, di scappare. Ma Dolan non ci lascia tempo per proteggerci, ci inchioda alla poltrona  trascinandoci fino allo strazio in uno spazio angusto dove si respira aria di amore malato con un’energia esplosiva, incontenibile, rumorosa. In un formato 1:1 fa muovere Diane (Anne Dorval), vedova da tre anni che fa già fatica a gestire la sua vita, eccessiva nei gesti e nel look, che tra una sigaretta ed una parola volgare, si vede costretta ad occuparsi di suo figlio Steve (Antonine-Olivier Pilon) dopo l’espulsione da un istituto di recupero per ragazzi borderline, a causa di un incendio provocato dal ragazzo. [+]

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fabiofeli domenica 14 dicembre 2014
la speranza non vuole morire Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
17%

Mommy di Xavier Nolan Diane Després (Anne Dorval), una bella signora 40enne, è vedova da alcuni anni; gran fumatrice e bevitrice, affronta un grave problema in aggiunta alla recente perdita del lavoro: suo figlio Steve (Antoine-Olivier Pilon), recluso in un istituto di correzione canadese per minori, ha procurato gravi ustioni ad un altro ragazzo internato, avendo appiccato il fuoco all’aula scolastica. Viene convocata nell’istituto per riprendere il giovane con sé. Tra la donna e l’adolescente violento e incontrollabile, ma anche capace di slanci e tenerezze verso la madre, si dipana il racconto di un rapporto complicato sempre sull’orlo di una crisi irreversibile. Diane potrebbe ricorrere anche all’estremo rimedio offerto da una legge canadese del 2015 (la storia è quindi immaginata in un futuro molto vicino), che permette ai genitori dei figli difficili di farli sottoporre a un trattamento sanitario obbligatorio; ma lei rimanda la dolorosa scelta cercando un compagno per sé, che potrebbe funzionare come surrogato di figura paterna per il ragazzo, legatissimo alla memoria del padre scomparso. [+]

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flyanto martedì 9 dicembre 2014
quando l'affeto e le cure di una madre non bastano Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

 Film in cui si racconta di una mamma che deve prendersi cura del proprio figlio affetto dal deficit di attenzione, e pertanto abbastanza disturbato psicologicamente, il quale, dopo numerose azioni vandaliche, è stato cacciato dall'istituto presso cui era in cura. Non volendo rinchiuderlo nuovamente in un altro istituto o, peggio, nel riformatorio, ella decide di tenerlo in casa con sè e cercare di aiutarlo con tutto l'affetto possibile. Ma la convivenza col ragazzo si dimostrerà assai difficile ed ovviamente più problematica del previsto e a nulla serviranno pure le attenzioni rivolte al ragazzo per ciò che concerne lo studio da parte di una vicina timida e balbuziente. [+]

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kimkiduk lunedì 25 maggio 2015
stupefacente Valutazione 5 stelle su cinque
71%
No
29%

E' stupefacente come un ragazzo/regista di 25 anni sappia fare un film così. Tutti lo dicono ma questa volta ..... è la verità. Prova difficile, una mattonata allo stomaco dall'inizio alla fine, senza bisogno di nomi altisonanti come attori;  forse meglio così  ----- se penso a qualche italiano nei panni di Steve o Diane ..... devo pensarci parecchio e per parecchi rido. Senza sicuramente mezzi tecnici da Cloony o Pitt o Sorrentino. Ma non ne ha tanto bisogno. Complimenti a Dolan nel raffigurare un rapporto madre/figlio di questa intensità. Io non ho esperienza personale, ma credo che raffigurare una situazione del genere così si possa fare quasi soltanto per vissuto. [+]

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nerone bianchi domenica 7 dicembre 2014
quell'ultima stella Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Il primo elemento che colpisce in questo film è il formato con cui ci viene presentato, un rettangolo stretto, dove c'è posto per poche persone alla volta, si capisce così, dopo pochi minuti, che siamo su un piano molto introspettivo del racconto, il seguito dimostra che il lettino dello psicoanalista è per soli tre posti. Il secondo aspetto è la capacità del regista di intrecciare nel racconto quegli elementi che permettono allo stesso di srotolarsi per quasi due ore e mezza senza che la tensione e l'attenzione possano permettersi di scendere. [+]

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enrico danelli lunedì 22 dicembre 2014
così vero da stare male Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Questo flm è come le medicine: si dice che più siano cattive, più siano efficaci. Regia coinvolgente con la trovata geniale di restringere il formato a un quadrato perfetto, ma claustrofobico per quasi tutto il film, alllargandolo solo in due occasioni : un raro periodo di felicità e spensieratezza (bruscamente interrotto da una citazione in giudizio) e il sogno ad occhi aperti di un futuro felice che non si realizzerà mai. Mamma inadeguata (come ce ne sono tante) a gestire una situazione difficile, anzi forse lei stessa causa del tutto. Ragazzo disadattato (come ce ne sono tanti) seguito male dalla mamma e compreso solo dall'angelo balbuziente che irrompe nella sua vita. [+]

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