Mateo

Film 2014 | Drammatico, +13 86 min.

Anno2014
GenereDrammatico,
ProduzioneColombia, Francia
Durata86 minuti
Regia diMaria Gamboa
AttoriCarlos Hernández, Felipe Botero, Miriam Gutiérrez, Samuel Lazcano, Leidy Nino Pablo Pedraza, Alexis Guerrero.
Uscitagiovedì 22 gennaio 2015
DistribuzioneCineclub Internazionale
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Maria Gamboa. Un film con Carlos Hernández, Felipe Botero, Miriam Gutiérrez, Samuel Lazcano, Leidy Nino. Cast completo Genere Drammatico, - Colombia, Francia, 2014, durata 86 minuti. Uscita cinema giovedì 22 gennaio 2015 distribuito da Cineclub Internazionale. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 15 giugno 2015

Tratto da una storia vera, l'opera prima di Maria Gamboa racconta la malavita colombiana dal punto di vista di un adolescente. In Italia al Box Office Mateo ha incassato 9,3 mila euro .

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un piccolo racconto di dignità e speranza, perché cambiare sguardo è possibile.
Recensione di Marianna Cappi
lunedì 19 gennaio 2015
Recensione di Marianna Cappi
lunedì 19 gennaio 2015

Colombia, regione centrale del fiume Magdalena. Mateo è un adolescente che vive solo con la madre e subisce il fascino dello zio Walter, arricchitosi come strozzino, un essere umano violento e senza pietà. Per evitare di venire espulso da scuola, Mateo accetta di frequentare un corso di teatro, condotto da un prete che sta cercando di aiutare la comunità ad uscire dalla paura e dalla connivenza con la criminalità. Il corso apre gli occhi al ragazzo sulla pericolosità dello zio, ma potrebbe essere troppo tardi.
La sorpresa maggiore che riserva questo film, firmato da Maria Gamboa e da lei stessa sceneggiato con la collega Adriana Arjona, è la distanza tra il racconto e la messa in scena. Tanto è consueto e semplicistico il primo, tanto è vitale, credibile e appassionante la sua trasposizione in immagini. Eppure i limiti non spariscono certo lungo la strada: restano i passaggi obbligati del genere, che troppo obbligati non dovrebbero mai essere, e resta una rapidità sospetta nel cambiamento del protagonista, che aveva scelto la strada della corruzione non per capriccio ma perché esasperato dalla miseria a cui erano costretti lui e la madre, e che nell'ambiente del teatro trova dei giovani "ridicoli" e delle pratiche umilianti per il suo punto di vista nutrito a machismo e prevaricazione del prossimo. Sappiamo tutti che non c'è esercizio più difficile, nella vita, che abbandonare una mentalità per adottare una nuova prospettiva, specie se radicalmente opposta. Ma le ingenuità del film e di questo passaggio sbrigativo si accompagnano, in fondo, alle ingenuità di Mateo stesso, un sedicenne che fino ad ora si è lasciato trascinare dalla corrente e che finalmente comincia (letteralmente) a guardare altrove.
La regista, qui alla sua notevole opera prima, si muove alla stessa altezza delle persone che racconta, teatrante tra i teatranti, donna tra le donne che preparano il cibo da vendere per dimostrare a se stesse e al reuccio con la pistola che possono ancora scegliere la dignità e la libertà. Ed è questa posizione dello sguardo, mai sermoneggiante, sempre calata nel ritmo urgente della storia, che garantisce la riuscita del film e l'arrivo a destinazione della denuncia che è in esso. Anche l'aspetto dell'arte, intesa come palestra per l'allenamento del nuovo modo di guardare il mondo e se stessi, è trattato con cura e circoscrizione, senza enfatizzazioni inutili, senza che la sua funzione nel film venga valicata in nome dello sfoggio registico.
Felipe Botero, che interpreta Padre David, è uno dei pochi attori professionisti, mentre la maggioranza dei ragazzi proviene dal gruppo teatrale di Guido Ripamonti, attore e regista italiano, fondatore, in Colombia, del centro culturale Horizonte da cui trae ispirazione l'ambientazione del film.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Nepoti
La Repubblica

In un villaggio colombiano della zona del fiume Magdalena vive il sedicenne Mateo. Sua madre si arrabatta per guadagnare qualche soldo confezionando tamal; il ragazzo intasca più di lei facendo servizi di riscossione per lo zio materno Walter, uno strozzino violento che lui ammira. Costretto a frequentare un corso di teatro per non essere espulso da scuola, Mateo incontra una realtà diversa dall'unica [...] Vai alla recensione »

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Ci mancava anche la Colombia con un filmino dignitoso, ma che pare preso dal mercatino dell'usato. Il Mateo del titolo è un sedicenne senza padre che mantiene la mam ma in un quartiere degradato, facendo da esattore per lo zio estorsore. In cuor suo sogna di diventare attore, grazie anche alla spinta di un coraggioso prete che ha messo in piedi un gruppo teatrale.

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