Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 78 minuti |
Regia di | Alberto De Venezia |
Attori | Marina Suma . |
Uscita | giovedì 31 agosto 2017 |
Distribuzione | Ipnotica Distribuzioni |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,26 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 4 settembre 2017
Vita, amore e morte, questi i cardini su cui ruotano le storie e le decisioni che dovranno affrontare i protagonisti in un turbinio di emozioni.
CONSIGLIATO NÌ
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Maria e Giuseppe sono attori, come la di lei madre Maddalena, star di Broadway. Tra le due donne non corre buon sangue: dal momento in cui Maddalena rientra nella vita di Maria, questa dà segni di squilibrio e si convince che la madre stia cercando di sedurre Giuseppe. L'unico elemento che porta a sospendere a lungo il giudizio su Io è morto è il dubbio sulla presenza, o meno, di una componente autoironica. Il titolo del film di debutto di De Venezia sembrerebbe un indizio, così come sequenze ai limiti del trash - su tutte la scena di sesso softcore nella doccia, su sottofondo techno - ma latitano le prove certe. Quando infine appare chiaro che l'ironia non appartiene al mondo di Io è morto, a partire dalla triade di nomi biblici dei protagonisti, ecco crescere lo sconforto.
L'esordio di De Venezia è un film dal budget risicatissimo (il lato tecnico in generale e la qualità dell'immagine digitale ne risentono) e dalle ambizioni totalmente sproporzionate rispetto alle potenzialità effettive, che resta bloccato quattro anni prima di uscire in sala. Le ragioni sono più che evidenti.
Il cast si attesta su standard da fiction televisiva (Cocco non a caso proviene dal Grande Fratello), mentre i rintocchi di piano, che sottolineano le fasi salienti del racconto, introducono un portato di enfasi del tutto fuori luogo. Il senso della misura, l'autocontrollo della messa in scena e la consapevolezza dei propri limiti sembrano del tutto assenti, restituendo un senso perenne di artefatto. Come da tradizione dell'horror italico post Dylan Dog, le citazioni sono molteplici ed evidenti. Il gotico padano di Pupi Avati o la paranoia da topo in trappola di Polanski su tutti (mentre i riferimenti letterari sono a Tolstoj e Shakespeare, come nelle migliori letture delle vacanze scolastiche estive): modelli che in ogni caso restano remoti, irraggiungibili, a distanze siderali rispetto all'esito di De Venezia. E spiace immensamente vedere Marina Suma, un tempo musa di Piscicelli e icona di bellezza mediterranea, sprecata nel ruolo della madre maliarda.
Io è morto è un film fuori dagli schemi inconsueto e spiazzante. Il film ha il grande merito di creare un'atmosfera misteriosa ed esoterica in grado di superare i limiti tecnici del film indipendente a basso costo. Spero che riesca a ritagliarsi il suo spazio circondato com'è da prodotti con budget e promozione ben diversi.