eusts
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domenica 1 dicembre 2013
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poco x troppo man
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Dove sono i mutanti??
i ninja che fanno motocross freeststyle fanno pena....mmmhhhh non ci siamo...
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il peggio
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giovedì 28 novembre 2013
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pessimo
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hugh, vista la sceneggiatura, si doveva rifiutare di sciattare wolverine... se non fosse per lui, decisamente 000000
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il peggio
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giovedì 28 novembre 2013
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pessimo
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mentre lo guardavo non potevo credere allo sciatto fatto dal regista a wolverine ìììì se non fosse per hugh chiederei i soldi del dvd direttamente al regista ììì che sola paurosa
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lindo
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lunedì 18 novembre 2013
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opportunita' sprecata
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A malin'cuore concordo pienamente con le recensioni negative.
James Mangold buttati sulle commedie e lascia stare i nostri eroi preferiti, mi hai ucciso un mito.
film piatto, non da wolverine, 3d inesistente, speriamo nel prossimo sequel, basta che non lo fa James Mangold.
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ultimoboyscout
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giovedì 7 novembre 2013
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un mutante a tokio.
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James Mangold trasforma in perfetto samurai Wolverine, finito in Giappone ormai stanco di vivere, in piena crisi e senza più radici. Da regista assolutamente imprevedibile qual'è, Mangold, per girare il film, ha attinto moltissimo nel suo lato geek e in quello di fanboy, ma ha confezionato un film "serissimo" e impegnativo, sia per lo spettatore che per il suo protagonista. Ne esce un'avventura esotica ed affascinante in cui Wolverine, problematico già di per se, appare ancora più sradicato, uno straniero in terra straniera che ha perso ogni punto di riferimento, dall'amore agli amici che sprofonda nella depressione e maledice la sua immortalità.
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James Mangold trasforma in perfetto samurai Wolverine, finito in Giappone ormai stanco di vivere, in piena crisi e senza più radici. Da regista assolutamente imprevedibile qual'è, Mangold, per girare il film, ha attinto moltissimo nel suo lato geek e in quello di fanboy, ma ha confezionato un film "serissimo" e impegnativo, sia per lo spettatore che per il suo protagonista. Ne esce un'avventura esotica ed affascinante in cui Wolverine, problematico già di per se, appare ancora più sradicato, uno straniero in terra straniera che ha perso ogni punto di riferimento, dall'amore agli amici che sprofonda nella depressione e maledice la sua immortalità. Non più il classico cinefumetto ma qualcosa di più complesso con la battaglia che non è solo fisica ma anche, e soprattutto, psicologica con Wolverine che diventa un ronin e l'ambientazione che influenza fortemente lo stile del film. La graphic novel giapponese scritta da Chris Claremont e disegnata da Frank Miller èun cult di genere assoluto e non poteva non essere trasformata in film, il sesto per Jackman noi (pochi) panni del muscolosissimo mutante di adamantio, che decide di lottare, di rimettersi in gioco rischiando tutto per rirovare ciò che non ha più. L'attore australiano è bravissimo nel cominicare grazie al suo corpo tutte le sue sofferenze, quelle di un eroe riluttante dal passato doloroso e da una moralità quantomeno grigia. Ma Logan/Wolverine rimane il più umano dei mutanti, viene raccontato nelle sue turbe e nelle sue vulnerabilità, nei suoi tormenti che tanto piacciono al pubblico. Azione e introspezione la fanno da padrone, c'è poco se non pochissimo humour nonostante la direttiva Marvel sia quella di smorzare i toni cupi con una scrittura più leggera. Ma Wolverin è davvero troppo grosso e incazzato per essere un umorista tipo Tony Stark.
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mark fire
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venerdì 18 ottobre 2013
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noioso
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Non si è obbligati ad osannare un film solo perchè c'è il vostro attore preferito o il vostro eroe del cuore: la verità è che questo film non è stato per niente bello! E' stato fatto così tanto per tirarla ancora avanti con la storia di Wolverine, ma questa trama non è stata coinvolgente come per i precedenti film!
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pensierocivile
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martedì 10 settembre 2013
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hugh, perdona loro ché non sanno quel che fanno
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Dopo aver massacrato la serie di fumetti Arma X con il primo spin-off, i curatori delle produzioni di Wolverine devono essersi detti: perché non massacrare anche la serie giapponese di Claremont e Frank Miller? Detto fatto, con l' accuratezza che gli appartiene. Addio eleganza sanguinaria, addio “scontro” fra mondo Wolverine e Giappone, soprattutto addio Silver Samurai. I “devoti” McQuarrie e Bomback pensano bene ad un prologo “avvincente” da rendere colonna portante della sceneggiatura, ignorando che al primo incontro tra Logan e l'ormai morente compagno tutto il mistero si è già sputtanato (e mi scuso per il mistero). Non contenti “maledicono” il sangue e aggiungono ninja e Yakuza a casaccio, tanto per fare polvere, anche perché Wolverine è più impegnato a svenire e dormire piuttosto che combattere.
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Dopo aver massacrato la serie di fumetti Arma X con il primo spin-off, i curatori delle produzioni di Wolverine devono essersi detti: perché non massacrare anche la serie giapponese di Claremont e Frank Miller? Detto fatto, con l' accuratezza che gli appartiene. Addio eleganza sanguinaria, addio “scontro” fra mondo Wolverine e Giappone, soprattutto addio Silver Samurai. I “devoti” McQuarrie e Bomback pensano bene ad un prologo “avvincente” da rendere colonna portante della sceneggiatura, ignorando che al primo incontro tra Logan e l'ormai morente compagno tutto il mistero si è già sputtanato (e mi scuso per il mistero). Non contenti “maledicono” il sangue e aggiungono ninja e Yakuza a casaccio, tanto per fare polvere, anche perché Wolverine è più impegnato a svenire e dormire piuttosto che combattere. Jean Grey compare tanto per ricollegare la vicenda con X-MEN e per ammorbare le estenuanti dormite del protagonista. Infine, il colpo al cuore per chiunque abbia amato il fumetto e ami il fumetto “in genere”, il Silver Samurai supertecnologico: una delle più grandi superstronzate Marvel, talmente fuori luogo da anticipare quasi il nuovo ROBOCOP, e all'interno “la sorpresa”. Non resta che aggrapparsi ancora una volta a Hugh Jackman, in simbiosi assoluta col personaggio, ma nuovamente succube di una produzione senza passione. E quale credibilità può avere una storia di supereroi senza passione?
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giorgpazzo123
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sabato 31 agosto 2013
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epico!
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Un film grandioso,il migliore tra gli x films anche se non proprio coerente con il Marvel fumetto resta comunque un gran capolavoro,jackman é fantastico film ed emozionante,con un grande spirito di umanità
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daf_ma
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lunedì 26 agosto 2013
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poco coraggioso, wolverine non conquista
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James Mangold ('Quando l’amore brucia l’anima' e 'Ragazze interrotte') si occupa di riportare sullo schermo Wolverine, sicuramente il più riuscito dei personaggi targati ‘X-Men’. ‘Wolverine: L’immortale’ esce nelle sale 4 anni dopo il primo capitolo, dedicato interamente alle origini del mutante con gli artigli, ed ha il compito di gettare le basi per il nuovo ‘X-men: Giorni di un futuro passato’ (ovviamente attendete la fine dei titoli di coda prima di abbandonare la sala, come per ogni film targato Marvel).
Ispirato alla miniserie a fumetti di Chris Claremont del 1982, il film è ambientato in Giappone dove il nostro eroe viene condotto per esaudire l’ultimo desiderio di Yoshida, soldato che ha salvato dall’esplosione atomica di Nagasaki del’45 e che, adesso, è il leader di una corporazione tecnologica.
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James Mangold ('Quando l’amore brucia l’anima' e 'Ragazze interrotte') si occupa di riportare sullo schermo Wolverine, sicuramente il più riuscito dei personaggi targati ‘X-Men’. ‘Wolverine: L’immortale’ esce nelle sale 4 anni dopo il primo capitolo, dedicato interamente alle origini del mutante con gli artigli, ed ha il compito di gettare le basi per il nuovo ‘X-men: Giorni di un futuro passato’ (ovviamente attendete la fine dei titoli di coda prima di abbandonare la sala, come per ogni film targato Marvel).
Ispirato alla miniserie a fumetti di Chris Claremont del 1982, il film è ambientato in Giappone dove il nostro eroe viene condotto per esaudire l’ultimo desiderio di Yoshida, soldato che ha salvato dall’esplosione atomica di Nagasaki del’45 e che, adesso, è il leader di una corporazione tecnologica. Yoshida, in fin di vita, propone a Logan uno scambio: una vita normale in cambio della sua immortalità.
L’intento di Mangold è quello di dare alla ‘bestia’ Wolverine una dimensione più umana e introspettiva, che possa lenire le sue pene. Wolverine è un soldato stanco di combattere e, pieno di rimorsi per aver ucciso l’unico amore della sua vita, Jean Grey, vuole trovare un po’ di pace. A riaccendere lo spirito del mutante, reso ormai mortale, sarà la giovane nipote di Yoshida, ereditiera dell’impero. Nell’intento di salvarla il soldato ritroverà motivazioni e poteri e perdonerà se stesso.
Dopo i primi 30 minuti di film, il tentativo di introspezione sul personaggio si arresta di colpo, per lasciare spazio a folli combattimenti su treni ad alta velocità e a battaglie con agguerriti ninja ma nemmeno questi sono particolarmente affascinanti e finiscono col rendere il prodotto finale poco coraggioso e pertanto poco trainante. A sorreggere il film fino ai titoli di coda resta la buona interpretazione di Hugh Jackman, il fedelissimo attore/coproduttore australiano che, per la sesta volta, veste bene i panni del personaggio.
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