whitelion93
|
venerdì 8 gennaio 2016
|
finalmente!!!
|
|
|
|
Finalmente qualcuno l'ha capito! Finalmente qualcuno che ha avuto "l'ardire" di abbandonare i soliti schemi e stupidi temi, immancabilmente e puntualmente riproposti dalla commedia italiana!! Benché ricalchi, indubbiamente, il cinema americano, dai colori piuttosto acidi (forse proprio in tema all'argomento droga) alle scenografie,agli stessi personaggi e alle loro caratterizzazioni, il film non verrà ,di certo,considerato come un'opera innovativa sulla scena del cinema mondiale, ma lo è sicuramente per quello nostrano! Sibilia mette in mostra , con ironia, un panorama, quale quello italiano, in cui sistema sociale e universitario, volutamente derisi, non brillano di meritocrazia, abbandona i suoi ricercatori, che non godono di alcuna considerazione e a cui non sono date le giuste opportunità.
[+]
Finalmente qualcuno l'ha capito! Finalmente qualcuno che ha avuto "l'ardire" di abbandonare i soliti schemi e stupidi temi, immancabilmente e puntualmente riproposti dalla commedia italiana!! Benché ricalchi, indubbiamente, il cinema americano, dai colori piuttosto acidi (forse proprio in tema all'argomento droga) alle scenografie,agli stessi personaggi e alle loro caratterizzazioni, il film non verrà ,di certo,considerato come un'opera innovativa sulla scena del cinema mondiale, ma lo è sicuramente per quello nostrano! Sibilia mette in mostra , con ironia, un panorama, quale quello italiano, in cui sistema sociale e universitario, volutamente derisi, non brillano di meritocrazia, abbandona i suoi ricercatori, che non godono di alcuna considerazione e a cui non sono date le giuste opportunità. Che in mancanza del tanto utopico contratto a tempo indeterminato, dopo gli sforzi e i sacrifici della propria gioventù trascorsa sui libri, un gruppo di ricercatori e professori , decidono di abbandonare ogni scrupolo e si uniscono per formare un'impacciata banda di spacciatori. Soldi facili e vita sregolata che li porta immancabilmente al disatro. Una commedia leggera e diversa,a tratti un pò mediocre, che non lascia il segno ma sicuramente un sorriso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a whitelion93 »
[ - ] lascia un commento a whitelion93 »
|
|
d'accordo? |
|
aristoteles
|
domenica 27 dicembre 2015
|
originale film sul precariato
|
|
|
|
Bravo Sydney ed aggiungo coraggioso.
Non era facile sviluppare un film sul precariato facendoci sorridere.
Il gruppo dei laureati disoccupati ma non arrendevoli fa grande simpatia.
Davvero divertenti alcuni passaggi come lo spaccio in bagno ed il matrimonio zingaro.
Bravi tutti gli attori,nessuno è sottotono o fuori posizione.
Ad un certo punto ho fatto il tifo affinché il loro business li rendesse davvero ricchi.
Grotteschi alcuni momenti come il super attico trasformato in burdello ed eccessivamente "americano" il finale.
Un prodotto finale più che accettabile e divertente.
|
|
[+] lascia un commento a aristoteles »
[ - ] lascia un commento a aristoteles »
|
|
d'accordo? |
|
savross85
|
giovedì 22 ottobre 2015
|
la speranza della commedia italiana
|
|
|
|
Speranza non vuol dire rinascita. Ma possiamo dire che finalmente si è assistito ad un film con una base, con delle idee, che non vuole esagerare, né essere politically correct. Si parte da un'idea che assomiglia, in chiave però nostrana e maggiormente ironica, a quel Braking Bad che tanto ha appassionato i telespettatori di tutto il mondo. E si prosegue in stile commedia all'italiana, ridendo ma anche riflettendo. Il finale poi potrebbe sembrare ironico, ma nasconde un dolce amaro di incredibile attualità. E se fosse meglio la galera?
|
|
[+] lascia un commento a savross85 »
[ - ] lascia un commento a savross85 »
|
|
d'accordo? |
|
dario
|
mercoledì 2 settembre 2015
|
spigliato
|
|
|
|
Congegnato bene, diretto splendidamente, recitato così così. Buone idee, freschezza e piacevole ironia. Divertimento sicuro e intelligente.
|
|
[+] lascia un commento a dario »
[ - ] lascia un commento a dario »
|
|
d'accordo? |
|
sergio dal maso
|
giovedì 18 giugno 2015
|
la grande commedia italiana
|
|
|
|
“ … hai detto diatriba legale ? guarda, sono stato chiaro: non assumo laureati !”
“ ma guardi che è stato un errore di gioventù del quale sono assolutamente consapevole”
colloquio di lavoro tra uno sfasciacarrozze e un ricercatore in antropologia disoccupato
In un mondo capovolto due giovani latinisti con pubblicazioni internazionali lavorerebbero come benzinai in un distributore gestito da un cingalese. Un riconosciuto chimico computazionale farebbe il lavapiatti in un ristorante cinese. Solo in un Paese grottesco e surreale un valente archeologo, da sempre precario, potrebbe finire ad asfaltare strade, o un macroeconomista, geniaccio ai tempi dell’università, non troverebbe uno straccio d’impiego decente finendo col passare le giornate giocando a poker con gli zingari.
[+]
“ … hai detto diatriba legale ? guarda, sono stato chiaro: non assumo laureati !”
“ ma guardi che è stato un errore di gioventù del quale sono assolutamente consapevole”
colloquio di lavoro tra uno sfasciacarrozze e un ricercatore in antropologia disoccupato
In un mondo capovolto due giovani latinisti con pubblicazioni internazionali lavorerebbero come benzinai in un distributore gestito da un cingalese. Un riconosciuto chimico computazionale farebbe il lavapiatti in un ristorante cinese. Solo in un Paese grottesco e surreale un valente archeologo, da sempre precario, potrebbe finire ad asfaltare strade, o un macroeconomista, geniaccio ai tempi dell’università, non troverebbe uno straccio d’impiego decente finendo col passare le giornate giocando a poker con gli zingari.
Chiaramente tutto questo potrebbe succedere solo in un film o in un Paese capovolto … o forse no?
Tra le tante commedie uscite in questi anni sulla crisi economica e sul mondo del precariato la migliore in assoluto è sicuramente Smetto quando voglio, folgorante esordio del trentaduenne salernitano Sydney Sibilia. Già dai titoli di apertura si preannuncia come una storia esilarante, uno spaccato urticante e ferocemente ironico su quello che è diventato il nostro Paese. Al ricercatore precario in neurobiologia Pietro Zinni (il bravissimo Edoardo Leo), frustrato dalle difficoltà economiche e dalle umiliazioni del mondo accademico, dove baronato e raccomandazioni hanno cancellato ogni residuo di meritocrazia, viene in mente un’idea folle: creare una nuova droga sintetica purissima, quindi non ancora considera illegale, e mettersi a spacciarla nelle discoteche. Ma da solo non può farcela, ci vuole una vera e propria “banda”. Per questo riunisce sei vecchi compagni di studio, tutti valenti e brillanti laureati, ognuno una ex-promessa nella propria facoltà, tutti relegati dalle circostanze della vita a lavori manuali sottopagati o alla disoccupazione. Naturalmente i sette improvvisati spacciatori ne combineranno di tutti i colori. Risate scoppiettanti sono assicurate da un’esplosione di trovate geniali e situazioni adrenaliniche: goffe rapine alle farmacie con archibugi ottocenteschi, minacce e sequestri da parte dei veri malavitosi, stravaganti matrimoni “riparatori” nei campi nomadi dei sinti.
Smetto quando voglio è probabilmente la vera sorpresa di questa stagione. Il giovane cineasta Sydney Sibilia, al suo esordio e da autodidatta, ha realizzato un film praticamente “perfetto”, sotto molti punti di vista
davvero straordinario. Prima di tutto per la sceneggiatura, curata dal regista assieme a Valerio Attanasio e Andrea Garello. La scrittura del film è magnifica, ironica e corrosiva senza mai essere banale né volgare. Il film ha un ritmo incalzante, senza pause, con inquadrature autoriali e trovate registiche sorprendenti.
La fotografia di Vladan Radovic e la colonna sonora di Andrea Farri sono anch’esse “stupefacenti”. Colori marcati e vivaci con cromatismi fluorescenti e riprese in notturna altrettanto fumettistiche si sposano perfettamente con una colonna sonora fresca e vivace, a tratti martellante.
Ma la punta di diamante di Smetto quando voglio è l’interpretazione corale della “banda”. I sette attori protagonisti, tutti volti poco conosciuti, sono un corpo unico, affiatati ed equamente ben caratterizzati. Per la bravura dimostrata da tutti è difficile sceglierne qualcuno, per motivi di spazio cito Edoardo Leo (il neurobiologo capobanda), Valerio Aprea e Lorenzo Lavia (i benzinai latinisti che litigano insultandosi con imprecazioni dotte in latino). Due ruoli secondari ma ben inseriti nell’equilibro della storia sono quelli della fidanzata di Pietro (la sempre brava Valeria Solarino) e del temibile narcotrafficante Er Murena (un inedito Neri Marcorè).
Molti critici hanno paragonato l’esordio del regista salernitano a capolavori della commedia italiana come I soliti ignoti o La banda degli onesti, accostandolo addirittura ai maestri Monicelli, Germi e Risi. Le potenzialità ci sono tutte. Certamente dopo questo clamoroso successo Sydney Sibilia non avrà nessuna voglia di smetterla con i film, avendo dimostrato che con il talento e le idee giuste si può fare un cinema autoriale, innovativo e di successo anche senza i soliti attori campioni d’incassi e senza inseguire i modelli decotti della commedia commerciale e la melassa della comicità televisiva.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sergio dal maso »
[ - ] lascia un commento a sergio dal maso »
|
|
d'accordo? |
|
davidino.k.b.
|
domenica 3 maggio 2015
|
grottesco
|
|
|
|
parodia dei tempiche corrono, simpatico e cattivo al punto giusto
|
|
[+] lascia un commento a davidino.k.b. »
[ - ] lascia un commento a davidino.k.b. »
|
|
d'accordo? |
|
stefano bruzzone
|
mercoledì 11 marzo 2015
|
finalmente un film degno di nota!
|
|
|
|
Anche in Italia basta avere una sceneggiatura degna di nota, un buon regista e un cast che, grazie a Dio, per una volta ci risparmia i soliti Littizzetti, de Luigi e Claudii Bisii, ed ecco che il risultato è una commedia originale e strepitosamente interpretata da un cast perfettamente sul pezzo. Ritmo e battute a raffica fan si che finalmente, film di Zalone a parte, si rida veramente guardando una commedia italiana. Bravi!! Da vedere e rivedere assolutamente.
Voto: 7,5
|
|
[+] lascia un commento a stefano bruzzone »
[ - ] lascia un commento a stefano bruzzone »
|
|
d'accordo? |
|
dirtychef
|
sabato 28 febbraio 2015
|
divertente
|
|
|
|
Breakin bad all'italiana. Fatto bene, strappa anche qualche risata. commedia italiana intelligente e non volgare.
|
|
[+] lascia un commento a dirtychef »
[ - ] lascia un commento a dirtychef »
|
|
d'accordo? |
|
ofelai
|
sabato 14 febbraio 2015
|
breaking bad troppo saturo o qualcosa di meglio?
|
|
|
|
A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare.
[+]
A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare. Ignorando dunque la trama già ben nota, e senza contare la saturazione che è un pugno nell'occhio e che dopo dieci minuti già ti dà noia, questa commedia è qualitativamente superiore a tanti film dalle trame obsolete prodotti e impacchettati dai "grandi nomi della comicità italiana" che si dimostrano alla fine drammatici tentativi per strappare una risata pietosa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ofelai »
[ - ] lascia un commento a ofelai »
|
|
d'accordo? |
|
ofelai
|
sabato 14 febbraio 2015
|
breaking bad troppo saturo o qualcosa di meglio?
|
|
|
|
A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare.
[+]
A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare. Ignorando dunque la trama già ben nota, e senza contare la saturazione che è un pugno nell'occhio e che dopo dieci minuti già ti dà noia, questa commedia è qualitativamente superiore a tanti film dalle trame obsolete prodotti e impacchettati dai "grandi nomi della comicità italiana" che si dimostrano alla fine drammatici tentativi per strappare una risata pietosa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ofelai »
[ - ] lascia un commento a ofelai »
|
|
d'accordo? |
|
|