ofelai
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sabato 14 febbraio 2015
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breaking bad troppo saturo o qualcosa di meglio?
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A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare.
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A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare. Ignorando dunque la trama già ben nota, e senza contare la saturazione che è un pugno nell'occhio e che dopo dieci minuti già ti dà noia, questa commedia è qualitativamente superiore a tanti film dalle trame obsolete prodotti e impacchettati dai "grandi nomi della comicità italiana" che si dimostrano alla fine drammatici tentativi per strappare una risata pietosa.
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ofelai
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sabato 14 febbraio 2015
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breaking bad troppo saturo o qualcosa di meglio?
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A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare.
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A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare. Ignorando dunque la trama già ben nota, e senza contare la saturazione che è un pugno nell'occhio e che dopo dieci minuti già ti dà noia, questa commedia è qualitativamente superiore a tanti film dalle trame obsolete prodotti e impacchettati dai "grandi nomi della comicità italiana" che si dimostrano alla fine drammatici tentativi per strappare una risata pietosa.
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xantoflores
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sabato 7 febbraio 2015
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molto simpatico
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Un esempio di come si possa ancora far sorridere e ridere senza ricorrere a volgarità e sceneggiando stupide barzellette.
Un film godibilissimo dall'inizio alla fine. Si riesce a fare buon cinema senza scomodare i soliti noti che ormai sono utilizzati come specchiette per le allodole.
Non so a chi dare la colpa, ma quando si sprecano buoni talenti con sceneggiature che sinceramente fanno cadere le braccia è segno che la commedia italiana è alla canna del gas, anche se purtoppo molti si ostinano ad andare a vederli nelle sale.
Gli spettatori sono sempre più giovani e più acritici. Nei trailer promozionali vengono proposte le battute più "divertenti", per cui ci si potrebbe risparmiare la proiezione in sala.
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Un esempio di come si possa ancora far sorridere e ridere senza ricorrere a volgarità e sceneggiando stupide barzellette.
Un film godibilissimo dall'inizio alla fine. Si riesce a fare buon cinema senza scomodare i soliti noti che ormai sono utilizzati come specchiette per le allodole.
Non so a chi dare la colpa, ma quando si sprecano buoni talenti con sceneggiature che sinceramente fanno cadere le braccia è segno che la commedia italiana è alla canna del gas, anche se purtoppo molti si ostinano ad andare a vederli nelle sale.
Gli spettatori sono sempre più giovani e più acritici. Nei trailer promozionali vengono proposte le battute più "divertenti", per cui ci si potrebbe risparmiare la proiezione in sala. Tolte quelle 4 o 5 gag tutto il resto è fuffa.
Dico questo proprio per sottolineare la bravura dello sceneggiatore e del regista di "Smetto quando voglio" che si sono impegnati a creare una pellicola che finalmente si stacca dai clichè triti e ritriti degli untimi 10 - 15 anni.
Personalmente sono davvero stanco della cinespazzatura.
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romeo27
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martedì 20 gennaio 2015
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stupendo, consigliato.
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Davvero un bel film, riuscito bene. Un film italiano di cui esser contenti.
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signirr
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martedì 23 dicembre 2014
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copiata dalla serie tv breaking bad
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Inspirata o meglio scopiazzata dalla serie TV Breaking Bad del 2008. Ho un dubbio...Ma è girato con la GoPro, vista la qualità video non eccellente.
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(di peliotmedioli)
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iuriv
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domenica 21 dicembre 2014
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fresco
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In un panorama come quello nostrano, inflazionato di commedie spesso simili tra loro, Smetto Quando Voglio ha il pregio di volersi distaccare dalla massa e di voler provare una strada diversa. Sospeso tra i Soliti Ignoti e lo stile americano, il lavoro dell'esordiente Sibilia ha il sapore fresco delle cose nuove.
La trama narra di un ricercatore universitario che, cacciato dalla sua facoltà non per demeriti suoi, decide di reinventarsi sfruttando le sue capacità per produrre sostanze psicotrope. Grazie all'aiuto di altri sventurati come lui, il nostro entrerà in un mondo che non gli appartiene, assaporandone gioie e dolori.
Potrebbe essere la storia di Breaking Bad, a ben vedere, ma il regista la butta sul ridere, condendo le avventure dei personaggi di eventi grotteschi e situazioni molto cariche.
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In un panorama come quello nostrano, inflazionato di commedie spesso simili tra loro, Smetto Quando Voglio ha il pregio di volersi distaccare dalla massa e di voler provare una strada diversa. Sospeso tra i Soliti Ignoti e lo stile americano, il lavoro dell'esordiente Sibilia ha il sapore fresco delle cose nuove.
La trama narra di un ricercatore universitario che, cacciato dalla sua facoltà non per demeriti suoi, decide di reinventarsi sfruttando le sue capacità per produrre sostanze psicotrope. Grazie all'aiuto di altri sventurati come lui, il nostro entrerà in un mondo che non gli appartiene, assaporandone gioie e dolori.
Potrebbe essere la storia di Breaking Bad, a ben vedere, ma il regista la butta sul ridere, condendo le avventure dei personaggi di eventi grotteschi e situazioni molto cariche. Il film diverte, e questa è la cosa più importante di tutte. Forse non riesce a mantenere sempre lo stesso livello di coinvolgimento, specialmente a causa di un ritmo ondulatorio che solo nel finale trova sfogo, ma diverte. Non risparmia una certa critica sociale, specialmente dell'ambiente universitario e si affida alla recitazione di attori credibili, alcuni dei quali già visti nella sit Boris.
Quello che colpisce è la voglia di distinguersi che ha questa pellicola. Nel bene, ma anche nel male. Perché SQV è un film lontano dall'essere perfetto. Anzi, spesso il desiderio di rompere le regole è talmente forte da rischiare di soffocare il lavoro di Sibilia. L'uso dei filtri verdi, che tende a nuclearizzare lo schermo, sembra eccessivo e ingiustificato. Così come mi è parso esagerato l'utilizzo del rallentatore, in alcune sequenze davvero invadente.
Sono scelte stilistiche precise, che vogliono rafforzare il concetto di innovazione presente qui. Però il confronto va fatto anche con i prodotti che arrivano da oltre oceano, a questo punto, e l'impressione è che a volte manchi un po' il senso della misura. Il reparto dialoghi a volte sbanda un pochino nel tentativo di accentuare l'aspetto grottesco del film, quasi si volesse cercare qualcosa di tarantiniano nei personaggi e il ricercatore corpulento ricorda fin troppo il Zach Galifianakis di The Hangover per non essere una citazione.
Il complesso, però, riesce a funzionare bene e a donare anche alcuni momenti esilaranti, con scene che sanno di già visto, ma che comunque sono ben costruite. L'unica vera pecca è lo spiegone finale, inserito un po' a forza e che tronca il ritmo in modo piuttosto netto.
Ho sentito in giro che ci sarebbe l'intenzione di fare un sequel. Sarebbe un vero peccato, perché la cosa migliore di questo lavoro è proprio la sua anima ribelle, che rischierebbe di venire annegata da una serie di seguiti di cui la storia non sente nessun bisogno.
Ciò che lascia è comunque l'idea di aver visto un film piacevole, ma anche un segnale che, se la strada è questa, ci sono buone possibilità per dare una sterzata a un cinema come il nostro, che sta attraversando una preoccupante fase narcolettica.
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enzo70
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sabato 20 dicembre 2014
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un grandissimo esordio
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Finalmente un regista che riesce ad affrontare il tema della disoccupazione giovanile intellettuale in maniera intelligente e sagace. La storia è sempre la stessa, un giovane chimico molto brillante insegue il contratto per trovare un rimedio alla precarietà della ricerca in Italia. Il professore è un mezzo cialtrone, lui ha una compagna pragmatica e pure un figlio. A seguito dei tagli e dell’incapacità del professore perde l’ultima opportunità e decide, allora, di produrre una droga chimica utilizzando le sue conoscenze della materia. Straordinaria la banda, due latinisti costretti a lavorare in una pompa di benzina gestita da un cingalese, un sociologo che segue gli scavi a Roma, un economista senza prospettiva che introdurre la statistica nel poker, un antropologo che quando cerca lavoro fa di tutto per nascondere il suo status di laureato.
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Finalmente un regista che riesce ad affrontare il tema della disoccupazione giovanile intellettuale in maniera intelligente e sagace. La storia è sempre la stessa, un giovane chimico molto brillante insegue il contratto per trovare un rimedio alla precarietà della ricerca in Italia. Il professore è un mezzo cialtrone, lui ha una compagna pragmatica e pure un figlio. A seguito dei tagli e dell’incapacità del professore perde l’ultima opportunità e decide, allora, di produrre una droga chimica utilizzando le sue conoscenze della materia. Straordinaria la banda, due latinisti costretti a lavorare in una pompa di benzina gestita da un cingalese, un sociologo che segue gli scavi a Roma, un economista senza prospettiva che introdurre la statistica nel poker, un antropologo che quando cerca lavoro fa di tutto per nascondere il suo status di laureato. Film semplice ma dal messaggio chiaro, fa ridere e ragionare, ottimo esordio per questo giovane regista che con i fatti dimostra che un po’ di spazio per chi ha talento ancora c’è.
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gotand
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sabato 29 novembre 2014
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la realtà rovina un pò il film
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Idea simpatica e non banale nello svolgimento. Alcuni momenti esilaranti. Unico neo, che è quello che non mi ha fatto apprezzare fino in fondo il film è l'amaro di fondo della situazione dei laureati precari... l'ironia c'è ma la realtà purtroppo la rovina un pò!
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no_data
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venerdì 24 ottobre 2014
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finalmente
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saro breve e conciso.
bellissima commedia magari non prorpio originale se pensiamo a breaking bad ,ma proprio ben fatta e attori bravissimi e colonna sonora all'americana ,bravi.
ci vorrebbero piu commedie cosi in italia
edoardo leo ,non lo conoscevo e devo dire che mi e piaciuto
un plauso per libero de rienzo .
uno di quei film che ti fa piacere rivedere.
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kyotrix
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domenica 5 ottobre 2014
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voti esagerati
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Per i film italiani, come sempre voti non realistici...
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