angelo bottiroli - giornalista
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sabato 19 ottobre 2013
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buona trama, ottimi attori, film godibile
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La trama non è così scontata, anzi l’ho trovata molto originale: il mafioso americano pentito con moglie e due figli che seguono le tradizioni italiane (come ad esempio l’importanza di mangiare la pasta e dell’alimentazione mediterranea) costretti a vivere in uno sperduto paesino della Francia del nord ed esattamente in Normandia.
Beh, che Luc Besson non fosse un regista facile lo si sapeva dai film che ha fatto negli ultimi anni (Il quinto elemento, Giovanna d’Arco, Adele e l’enigma del faraone e la saga dei cartoni animati dedicata ad Arthur) ma arrivare ad un cocktail del genere così assortito ma anche verosimile, in fondo, non deve essere stato facile.
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La trama non è così scontata, anzi l’ho trovata molto originale: il mafioso americano pentito con moglie e due figli che seguono le tradizioni italiane (come ad esempio l’importanza di mangiare la pasta e dell’alimentazione mediterranea) costretti a vivere in uno sperduto paesino della Francia del nord ed esattamente in Normandia.
Beh, che Luc Besson non fosse un regista facile lo si sapeva dai film che ha fatto negli ultimi anni (Il quinto elemento, Giovanna d’Arco, Adele e l’enigma del faraone e la saga dei cartoni animati dedicata ad Arthur) ma arrivare ad un cocktail del genere così assortito ma anche verosimile, in fondo, non deve essere stato facile.
Ma quello che mi è piaciuto particolarmente in questo film drammatico ma con risvolti a tratti comici, è stata l’ambientazione. Calare queste persone nella realtà francese, che Besson conosce bene, è stato un colpo geniale. Non crediamo infatti che una trama che pur essendo originale soffre di una certa staticità, avrebbe potuto essere così spumeggiante se ambientata in un altro luogo.
Ovviamente un grande plauso va agli attori: i cinque protagonisti sono impeccabili, ma soprattutto Robert De Niro che riesce a superare una sceneggiatura, povera di contenuti, con la sua espressività, con lo sguardo a volte divertito, a volte profondo o malinconico che solo un grande attore del suo calibro è capace a mettere in atto. Il personaggio, ambiguo, di Giovanni Manzoni, un boss pentito (ma lo è davvero?) che però non dimentica le sue origini
Credo che Robert De Niro sia uno dei più grandi attori viventi in circolazione, un “mostro sacro” che in qualsiasi parte è chiamato ad interpretare, riesce a dare un tocco di personalità che altri non danno.
Altra protagonista di grande spessore è Michelle Pfaiffer che pur non avendo la bellezza giovanile di Ladyhawke mantiene immutato il fascino espressivo di quel film interpretato quando aveva 28 anni. Sempre uguale e perfetto nel suo personaggio di “duro” Tommy Lee Jones (Men in black, Lincoln e molti altri) ma una menzione particolare meritano gli altri due protagonisti: la splendida 27enne Dianna Argon (concerto Movie, Sono il numero 4 e Heroes) e il giovane 18enne John D’Leo (Nudi e felici e Poliziotti fuori) nelle parti dei figli del boss.
Una chicca che mi è piaciuta moltissimo è il nome del cane: Malavita
In conclusione un film piacevole, tratti graffiante in alcune scene soprattutto quando De Niro-Manzoni si immagina cosa vorrebbe fare alle persone che ha davanti, ma deve moderare il suo istinto.
E’ quello che capita ad ognuno di noi ogni giorno quando vorremmo pestare a sangue la persona ottusa di turno che abbiamo di fronte, ma siamo costretti ad essere gentili. De Niro, nel film, qualche volta riesce ad aggirare la regola e lo fa pure la moglie, con grande soddisfazione degli spettatori.
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[+] giornalista - e allora?
(di dodix2013)
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holmes19
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giovedì 10 ottobre 2013
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dalla parte del cattivo buono
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Piacevole e scorrevole, questo film mostra come una famiglia di un padre mafioso (De Niro) cerchi, sotto la protezione dell`FBI, di scampara alla morte voluta da un clan tradito da De Niro dopo aver pattegiato. È una famiglia americana particolare che cerca di inserirsi nella vita di tutti giorni di uno sperduto paesino francese senza mai riuscirci completamente, sfoggiando il lato oscuro di ogni componente della famiglia come il „manuale del mafioso“ ha insegnato loro. E in questo le risate non mancano di certo, specialmente quando entriamo nella mente di De Niro leggendo i suoi pensieri e capendo come vorrebbe davvero reagire a certe situazioni. La definirei una forma di commedia dark mafiosa che alla fine non ci fa peró odiare il protagonista e la sua famiglia, anzi.
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Piacevole e scorrevole, questo film mostra come una famiglia di un padre mafioso (De Niro) cerchi, sotto la protezione dell`FBI, di scampara alla morte voluta da un clan tradito da De Niro dopo aver pattegiato. È una famiglia americana particolare che cerca di inserirsi nella vita di tutti giorni di uno sperduto paesino francese senza mai riuscirci completamente, sfoggiando il lato oscuro di ogni componente della famiglia come il „manuale del mafioso“ ha insegnato loro. E in questo le risate non mancano di certo, specialmente quando entriamo nella mente di De Niro leggendo i suoi pensieri e capendo come vorrebbe davvero reagire a certe situazioni. La definirei una forma di commedia dark mafiosa che alla fine non ci fa peró odiare il protagonista e la sua famiglia, anzi.
Il film si digerisce bene ed é fluente. Il sangue e la violenza non mancano, ma non é intenzione del regista infastidire e spaventare il pubblico. De Niro non delude e la colonna sonora accompagna bene lo sviluppo della trama.
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mickey97
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venerdì 25 ottobre 2013
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un film particolare con dei bravissimi attori
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Cose nostre Malavita lo definirei un film particolare con dei bravissimi attori. Robert De Niro oramai è una garanzia , Michelle Pfeiffer invece è l'attrice pienamente affermata e la sua bravura risulta indiscutibile, Dianna Agron sembra la figlia di Gemma Artenton e la sua performance testimonia le sue incredibili doti in ambito recitativo mentre a John D'Leo spetta la parte del quattrordicenne che si mette nei guai a scuola sino al punto da chiedere la presenza del suo avvocato, bravissimo anche lui. Il cast è a dir poco strepitoso grazie anche alla presenza di Tommy Lee Jones, il quale svolge in maniera più che egregia il suo dovere nonostante risulti privo di un'espressività ben variegata che la Agron di certo possedeva con grande abilità.
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Cose nostre Malavita lo definirei un film particolare con dei bravissimi attori. Robert De Niro oramai è una garanzia , Michelle Pfeiffer invece è l'attrice pienamente affermata e la sua bravura risulta indiscutibile, Dianna Agron sembra la figlia di Gemma Artenton e la sua performance testimonia le sue incredibili doti in ambito recitativo mentre a John D'Leo spetta la parte del quattrordicenne che si mette nei guai a scuola sino al punto da chiedere la presenza del suo avvocato, bravissimo anche lui. Il cast è a dir poco strepitoso grazie anche alla presenza di Tommy Lee Jones, il quale svolge in maniera più che egregia il suo dovere nonostante risulti privo di un'espressività ben variegata che la Agron di certo possedeva con grande abilità. A De Niro, questa volta tocca la parte dell'uomo violento che manda in ospedale un idraulico vivo per miracolo per poi picchiare il sindaco, la violenza prende fin troppo il sopravvento e per fortuna riesce a non rovinare questo particolarissimo film incentrato su delle particolari vacanze francesi destinate a prendere una piega totalmente diversa. Questo film è fatto per deludere inizialmente lo spettatore, il quale in un secondo momento si ritrova ad analizzare la pellicola con più attenzione per poi cambiare il suo giudizio nel complesso positivo. Non è il film che ti aspetti, sa come sorprenderti e possiede realente alcune chicche davvero interessanti, il finale appare determinante con il supporto di bellissime atmosfere, le sorprese di certo non mancano ma la trama è al limite dell'accettabile, sappiamo solo che Fred Blake dopo aver cambiato vita, escludendosi volontariamente da quella mafiosa, rischia di morire per mano di quei boss così tanto traditi. Quindi la trama viene sviluppata superficialmente senza mai andare a fondo, sicuramente un ulteriore approfondimento avrebbe giovato con la rappresentazione di un importantissimo vantaggio per un film decisamente particolare ed artisticamente ineccepibile.
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[+] se posso... un piccolo appunto...
(di hollyver07)
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jean remi
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domenica 3 novembre 2013
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luc besson, una garanzia
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La prima reazione che suscita il bel film di Luc Besson, a mio avviso, è che la propensione a delinquere sia nel DNA della famiglia di Giovanni Manzoni ex boss, ora nascosto in un paese della Normandia protetto dalla FBI con la quale ha collaborato a combattere una banda di mafiosi che ora lo cercano per vendicarsi.
L’immagine che ne deriva dai comportamenti dell’intera famiglia non è certo rassicurante per chi dovesse trovarsi, all’estero, come vicino di casa una famiglia di italo-americani con tipiche impronte mafiose.
Ne sanno qualcosa i compagni di scuola di Warren o gli spasimanti di Belle così come il proprietario del supermercato che Maggie mette a fuoco.
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La prima reazione che suscita il bel film di Luc Besson, a mio avviso, è che la propensione a delinquere sia nel DNA della famiglia di Giovanni Manzoni ex boss, ora nascosto in un paese della Normandia protetto dalla FBI con la quale ha collaborato a combattere una banda di mafiosi che ora lo cercano per vendicarsi.
L’immagine che ne deriva dai comportamenti dell’intera famiglia non è certo rassicurante per chi dovesse trovarsi, all’estero, come vicino di casa una famiglia di italo-americani con tipiche impronte mafiose.
Ne sanno qualcosa i compagni di scuola di Warren o gli spasimanti di Belle così come il proprietario del supermercato che Maggie mette a fuoco. Non parliamo poi dell’idraulico o del funzionario della società dell’acqua che incontrano sulla loro strada la ferocia di Giovanni.
Tutte le azioni della famiglia sono eseguite con una facilità e contemporaneamente con una risolutezza e aggressività che lasciano colpiti.
Il ritmo del film è assolutamente veloce e pieno di colpi di scena, come tipico dei film di Besson, e pur non essendo un capolavoro merita di essere visto forse più di una volta per coglierne la reale potenzialità espressiva. Besson si è affidato ad un cast eccezionale e De Niro, Michelle Pfeiffer e Tommy Lee Jones ci offrono una tra le loro migliori interpretazioni. Tratto da un romanzo di Tonino Benacquista che mi riprometto senz’altro di leggere.
Commentando al cineforum locale del paesino della Normandia il film di Martin Scorsese “Quei bravi ragazzi” de Niro ci offre un saggio di recitazione quando dice: “c’è una scena in apertura, c’è un tizio sulla sinistra con una camicia gialla addosso, seduto su una sedia girata al contrario, lui era un vero gangster, uccideva a sangue freddo”.
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[+] ma forse la garanzia è scaduta
(di acciaio73)
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tim_darkshadows
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mercoledì 30 ottobre 2013
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una spumeggiante black comedy
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Probabilmente uno dei generi più comuni al quale siamo abituati è l’azione, praticamente ogni settimana esce un film d’azione, ma sono tutte delle brutte copie dell’altro, fatta una eccezione all’anno che merita davvero la visione. Quest’anno l’eccezione è “Cose nostre – Malavita”, che non merita solo una visione, ma ben più di una per poter essere compreso a sufficienza perché non è affatto un film facile da capire, ma che anche alla prima visione entra nel cuore dello spettatore. Tratto dal geniale romanzo “Malavita” di Tonino Benacquista, il film ci presenta un quintetto tra attori, registi e produttori davvero favolosi: diretto dal grande Luc Besson, co-prodotto da Martin Scorsese in veste di co-produttore, che hanno chiamato un trio di attori formidabile: Robert de Niro, che ritorna dopo vari filmetti il grande Bob di una volta, un grande talento come Tommy Lee Jones, e la migliore attrice di tutti i tempi: Michelle Pfeiffer, bellissima e bravissima come sempre, la cui performance la definirei un esercizio di stile e classe al quale la diva ci ha sempre abituati.
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Probabilmente uno dei generi più comuni al quale siamo abituati è l’azione, praticamente ogni settimana esce un film d’azione, ma sono tutte delle brutte copie dell’altro, fatta una eccezione all’anno che merita davvero la visione. Quest’anno l’eccezione è “Cose nostre – Malavita”, che non merita solo una visione, ma ben più di una per poter essere compreso a sufficienza perché non è affatto un film facile da capire, ma che anche alla prima visione entra nel cuore dello spettatore. Tratto dal geniale romanzo “Malavita” di Tonino Benacquista, il film ci presenta un quintetto tra attori, registi e produttori davvero favolosi: diretto dal grande Luc Besson, co-prodotto da Martin Scorsese in veste di co-produttore, che hanno chiamato un trio di attori formidabile: Robert de Niro, che ritorna dopo vari filmetti il grande Bob di una volta, un grande talento come Tommy Lee Jones, e la migliore attrice di tutti i tempi: Michelle Pfeiffer, bellissima e bravissima come sempre, la cui performance la definirei un esercizio di stile e classe al quale la diva ci ha sempre abituati. Di contorno abbiamo la star di Glee Dianna Agron e John D’Leo. Una famiglia mafiosa, i Manzoni, sono costretti a trasferirsi continuamente dopo essersi pentiti della vita malavitosa testimoniano contro i loro capi e da quel momento sono sotto il programma di protezione dei testimoni. Una delle numerose tappe è la Normandia, dove i Manzoni, qui Blake, cercano di ambientarsi nuovamente, ma l’impresa non sarà molto facile, anzi la famiglia, sotto l’occhio vigile dell’agente Stansfield e dei suoi scagnozzi. La madre Maggie cerca di impegnarsi nel sociale, di adattarsi nella cittadella, di fare amicizia con i francesi, con i quali avrà qualche problemino a partire dai commessi di un supermercato. e soprattutto di tenere sott’occhio i componenti della sua famiglia. Il figlio Warren inizia a prendere in mano la malavita della scuola trasformandosi in un vero e proprio boss del liceo, mentre la figlia Belle è alle prese con una cotta per un supplente. Infine il capofamiglia) si finge uno scrittore e con una macchina da scrivere inizia a stilare le sue memorie e pentimenti. Ma i loro ex-colleghi sono sulle loro tracce e presto piomberanno anche loro in Normandia dando vita ad una spietata caccia alla famiglia. Lo script, scritto dalle mani di Luc Besson è una pura genialata, calibra e mixa in maniera sublime l’azione, il dramma e tanta comicità, non stancando lo spettatore nemmeno per un fotogramma, e tenendolo con il fiato sospeso nello scontro finale, la sceneggiatura non ha pecche o dilungamento, il ritmo lo mantiene benissimo. L’azione è motivata e le scene di violenza, seppur molto crude non sono affatto scontate. Il cast poi è davvero eccezionale, De Niro è riuscito a recuperare terreno perduto negli ultimi anni creando un irresistibile duetto con la grandissima Pfeiffer, che qui ha dato davvero il massimo, essendo una irresistibile moglie del boss di carattere. I figli, come tutto il cast riesce a coinvolgere lo spettatore facendoli vivere tutte le emozioni del film dalla più banale alla più straziante. Peccato che Tommy Lee Jones ha avuto una parte davvero limitata e in alcune scene si è lasciato un po’ oscurare da gli altri attori, specialmente quel duetto sublime De Niro-Pfeiffer, perfetto, di cui alcune pellicole dei rispettivi attori sono citate nelle atmosfere del film.
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giomama1464
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domenica 27 ottobre 2013
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una bellissima metafora evangelica
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Nella parabola del Vangelo di Luca in cui il fariseo si gloria di sé e del pubblicano, personaggio che ai tempi nostri potrebbe essere qualcosa come un mafioso o quantomeno un corrotto o un usuraio, la lode va al pubblicano che non si gloria, e semplicemente dice: "sono qui davanti a te, Dio" e basta. Non fa null'altro e, soprattutto, non si pente dei suoi peccati.
Paragoniamo il passo al film. Bella, e quasi somigliante al pubblicano, è la figura della moglie non praticante ma credente, delinquente pure lei ma con la consapevolezza della china a cui porta l'azione malavitosa non sopita del marito già criminale, e forse da lei convinto a pentirsi.
Schifosa la figura del prete, somigliante al fariseo, che caccia la moglie in cerca di aiuto e conforto, solo perché scomoda, per fatti saputi in segreto e non pubblici.
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Nella parabola del Vangelo di Luca in cui il fariseo si gloria di sé e del pubblicano, personaggio che ai tempi nostri potrebbe essere qualcosa come un mafioso o quantomeno un corrotto o un usuraio, la lode va al pubblicano che non si gloria, e semplicemente dice: "sono qui davanti a te, Dio" e basta. Non fa null'altro e, soprattutto, non si pente dei suoi peccati.
Paragoniamo il passo al film. Bella, e quasi somigliante al pubblicano, è la figura della moglie non praticante ma credente, delinquente pure lei ma con la consapevolezza della china a cui porta l'azione malavitosa non sopita del marito già criminale, e forse da lei convinto a pentirsi.
Schifosa la figura del prete, somigliante al fariseo, che caccia la moglie in cerca di aiuto e conforto, solo perché scomoda, per fatti saputi in segreto e non pubblici. Egli era solo in cerca di adepti normali, per lo più beghini e baciabanchi. E' in tutto l' "obbedienza alla legge" e quindi al conformismo. Come il fariseo, si permette giudizi quasi pubblici e perentori.
Robert De Niro è senz'altro il protagonista primo attore, ma nella morale qui descritta è figura terza, di complemento necessario a descrivere gli altri due. E' un grande delinquente, continua a farsi giustizia da sé: la famiglia distrutta, l'idraulico disonesto e vanitoso, l'acqua marrone, ma noi stessi siamo indotti a fare un autodafé alla fine, quasi una beffa dell'autore che ci dice "vedi, che alla fine è diverso da come credevi?"
Non è capolavoro, ma è molto profondo e scava sui sentimenti
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[+] ogni tanto cambiare fa bene
(di moghi)
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flyanto
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giovedì 31 ottobre 2013
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come le vecchie abitudini non vengano mai perse
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Film in cui si racconta di una famiglia italo-americana di mafiosi, composta da due coniugi e da due figli, che viene inserita dalla polizia in un programma di protezione e conseguentemente viene trasferita di continente e con un' identità completamente nuova. Così, da New York dove la famigerata famiglia gestiva tutti i propri affari nonchè possedeva un consistente potere, essa si stanzia in un paesino sperduto, sebbene pittoresco, della Normandia, assai diverso ovviamente dall'ambiente in cui sinora era abituata a vivere. L'inserimento nella nuova comunità non viene gradito da nessuno dei componenti, in quanto troppo provinciale e calmo per il loro stile di vita ed, inoltre, devono soprattutto cambiare anche stile di vita adottandone uno per loro del tutto nuovo all'insegna dell'onestà della cordialità con la popolazione locale.
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Film in cui si racconta di una famiglia italo-americana di mafiosi, composta da due coniugi e da due figli, che viene inserita dalla polizia in un programma di protezione e conseguentemente viene trasferita di continente e con un' identità completamente nuova. Così, da New York dove la famigerata famiglia gestiva tutti i propri affari nonchè possedeva un consistente potere, essa si stanzia in un paesino sperduto, sebbene pittoresco, della Normandia, assai diverso ovviamente dall'ambiente in cui sinora era abituata a vivere. L'inserimento nella nuova comunità non viene gradito da nessuno dei componenti, in quanto troppo provinciale e calmo per il loro stile di vita ed, inoltre, devono soprattutto cambiare anche stile di vita adottandone uno per loro del tutto nuovo all'insegna dell'onestà della cordialità con la popolazione locale. Nel corso della loro permanenza in Francia essi non vi riusciranno ed, anzi, continueranno a condurre giornalmente, sebbene un pò più moderatamente, la stessa esistenza di prima fatta di personali "regole" di convivenza. Dopo molteplici e svariati eventi essi verranno trasferiti nuovamente in un altro paesino della Costa Azzura dove si capisce che essi continueranno imperterriti il proprio stile di vita. Luc Besson filma una pellicola che, sebbene tratti di un argomento quanto mai già ampiamente discusso e presentato in altri films, sia in chiave seria che ironica, risulta molto divertente e ben costruita. E' proprio la struttura in generale che alza il valore del film: le situazioni, a volte paradossali o, per lo meno, estreme, in cui i personaggi si trovano, i loro dialoghi infarciti di battute sagaci e mordenti ma mai volgari e la scelta di attori di qualità, quali Robert De Niro nella parte del capo famiglia mafioso, di Michelle Pfeiffer in quella della moglie e di Tommy Lee Jones in quello del poliziotto, denotano esplicitamente l'alta qualità del regista Besson. C'è solo un appunto da fare e cioè che purtroppo Robert De Niro ultimamente non riesce a distaccarsi mai dal ruolo di appartenente al mondo della mafia e pertanto, a volte, la sua performance di attore nonchè la sua gestualità e mimica risultano un pò ripetitive. A parte ciò, comunque, il film è altamente consigliabile per trascorrere circa due ore di svago intelligente.
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enzo70
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venerdì 18 ottobre 2013
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besson fa il buono con un cast stellare
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Fuori dai canoni per il tono insolitamente anonimo di Besson, Cose Nostre – Malavita è un film di intrattenimento puro. Bessono dietro la macchina da presa e De Niro, la Pfeiffer, tra gli altri. E che altri. La famiglia Manzoni fruisce del trattamento di protezione riservato dall’FBI ai pentiti. E continuamente in fuga dal tentativo di vendetta delle cosche si trova in un paese catapultata in un piccolo paese della Normandia. All’inizio i componenti sono pure costretti a subire le piccole angherie della provincia, ma non ci vorrà molto per far capire che per chi viene da Brooklyn farsi mettere sotto non è la regola. E il film va su toni spesso esilaranti verso un epilogo scontato.
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Fuori dai canoni per il tono insolitamente anonimo di Besson, Cose Nostre – Malavita è un film di intrattenimento puro. Bessono dietro la macchina da presa e De Niro, la Pfeiffer, tra gli altri. E che altri. La famiglia Manzoni fruisce del trattamento di protezione riservato dall’FBI ai pentiti. E continuamente in fuga dal tentativo di vendetta delle cosche si trova in un paese catapultata in un piccolo paese della Normandia. All’inizio i componenti sono pure costretti a subire le piccole angherie della provincia, ma non ci vorrà molto per far capire che per chi viene da Brooklyn farsi mettere sotto non è la regola. E il film va su toni spesso esilaranti verso un epilogo scontato. Il tema di fondo è quello del duro che torna nei panni di un uomo normale e che deve mediare tra le esigenze di oggi e gli istinti di ieri: e nonostante le buone intenzioni, spesso, prevalgono i secondi. L’interpretazione è degna dei protagonisti, veri e propri mostri sacri del cinema, ed anche Besson fa la sua parte. Non usa i suoi toni, spesso surreali, ma dà vitalità al film che risponde alla logica di un film del genere: svagare lo spettatore. Una chicca la scena nel cineforum. Insomma una buona occasione per andare al cinema.
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gl coretti
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sabato 19 ottobre 2013
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i favolosi tre.
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Un film molto bello, impreziosito da tre attori fantastici, De Niro, Tommy Lee Jones e una Michelle Pfeiffer che l'età rende ancora più affascinante. La trama ha poca importanza perchè una vicenda che vede i protagonisti "sotto protezione" è già stata molte volte sfruttata. Ma qui c'è lo spaesamento di una apparente normale famiglia americana catapultata in un paesino della vera Francia, senza, quindi, il solito paesaggio di Parigi o di una sua banlieu. Così il film è per tre quarti abbondantemente basato su vicende di un tranquillo e, per certi versi, scontato tran-tran domestico e sentimentale per quanto riguarda soprattutto la figlia della coppia.
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Un film molto bello, impreziosito da tre attori fantastici, De Niro, Tommy Lee Jones e una Michelle Pfeiffer che l'età rende ancora più affascinante. La trama ha poca importanza perchè una vicenda che vede i protagonisti "sotto protezione" è già stata molte volte sfruttata. Ma qui c'è lo spaesamento di una apparente normale famiglia americana catapultata in un paesino della vera Francia, senza, quindi, il solito paesaggio di Parigi o di una sua banlieu. Così il film è per tre quarti abbondantemente basato su vicende di un tranquillo e, per certi versi, scontato tran-tran domestico e sentimentale per quanto riguarda soprattutto la figlia della coppia.
Ma nel finale, certo atteso ma pur sempre adrenalitico, ecco spuntare il genio di Besson che, come in "Nikita" e in "Leon" (entrambi con Jean Reno), stravolge una tranquilla vita nella noiosa provincia francese, in un apocalittico assalto al fortino dei cattivi gangster italo-americani contro il cattivo ex-ganster anch'egli "brookliniano".
Chi vincerà? Gli indiani o i cowboys nella più pura tradizione western? Vi consiglio vivamente di andare a vedere questo film per scoprirlo.
BUONA VISIONE
J.L. CREMONESE 46
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dandy
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martedì 17 aprile 2018
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simpatique,mais solement simpatique.
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Dall'omonimo romanzo di Tonino Benacquista,una commedia che gioca con gli sterotipi mafiosi e il proverbiale astio tra americani e francesi.Lo humor nero e le impennate violente guardano a "Quei bravi ragazzi"(puntualmente citato),con un pizzico di "In Bruges",ma è evidente anche il debito di modelli più recenti come "I Soprano",con i mafiosi stressati e oppressi dal proprio lavoro criminale.Le idee non mancano,si sorride abbastanza(azzeccato il tormentone dell'acqua marrone),e il cast fa il suo dovere:De Niro,sebbene in un ruolo a pilota automatico,sa ancora recitare a dispetto delle porcherie alimentari e commediacce varie a cui si è autocondannato da qui a un decennio buono;la Pfeiffer,che sembra riprendere il suo ruolo in "Scarface",gli tiene testa.
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Dall'omonimo romanzo di Tonino Benacquista,una commedia che gioca con gli sterotipi mafiosi e il proverbiale astio tra americani e francesi.Lo humor nero e le impennate violente guardano a "Quei bravi ragazzi"(puntualmente citato),con un pizzico di "In Bruges",ma è evidente anche il debito di modelli più recenti come "I Soprano",con i mafiosi stressati e oppressi dal proprio lavoro criminale.Le idee non mancano,si sorride abbastanza(azzeccato il tormentone dell'acqua marrone),e il cast fa il suo dovere:De Niro,sebbene in un ruolo a pilota automatico,sa ancora recitare a dispetto delle porcherie alimentari e commediacce varie a cui si è autocondannato da qui a un decennio buono;la Pfeiffer,che sembra riprendere il suo ruolo in "Scarface",gli tiene testa.Ma il tutto resta nei limiti del prevedibile e del carino.E Jones è sacrificato in un ruolo secondario poco incisivo.Adatto per una seratina tra amici.
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