eugen
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domenica 7 aprile 2024
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azzebccato film sul tema abusato delle mafia nei f
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Azzeccato film (ennesimo, invero)sulla mafia e sulla sua "riproduzione"(non realistica) filmica, "The familay"/Luc Besson, screenplay del mismo Besson y de Michael Caleo, del libro de Tonino Benacquista, un vero pentito di"cosa nostra", 2013)racconta di un ex mafioso pentio e inserito nel programma di protezione de testigos che vive con la familiga(moglie e 2 figli, lei piu¿'grande, lui appena quattordicenne) che, vivendo ormia in Normadia, dopo un peirodo relativamentr tranquillop(ma in realta' non poi tanto, i figli hanno vari problelmi e idem vale per la moglie, per non dire del protaognista, che si finge scrittore e comincia veramente a scrviere della protapia vita, raccontando storie che potrebbero essere "pericolose"), affronta un assalto degli ex.
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Azzeccato film (ennesimo, invero)sulla mafia e sulla sua "riproduzione"(non realistica) filmica, "The familay"/Luc Besson, screenplay del mismo Besson y de Michael Caleo, del libro de Tonino Benacquista, un vero pentito di"cosa nostra", 2013)racconta di un ex mafioso pentio e inserito nel programma di protezione de testigos che vive con la familiga(moglie e 2 figli, lei piu¿'grande, lui appena quattordicenne) che, vivendo ormia in Normadia, dopo un peirodo relativamentr tranquillop(ma in realta' non poi tanto, i figli hanno vari problelmi e idem vale per la moglie, per non dire del protaognista, che si finge scrittore e comincia veramente a scrviere della protapia vita, raccontando storie che potrebbero essere "pericolose"), affronta un assalto degli ex.compagni di "banda", che si volgiono vendicare e vogliono prevenr rivelazioni ulteriori.... Molto bene Besson, con il suo taglio registico, in particoalre peronel registro comico/grottesco, non tanto e non prioritariamente in quello finale, che vuol essere piu'"serio", dve comunque si manifesta, paradossalmente forse, la compattezza della"family", anche quando i ragazzi sembrano essere fuori casa e i due coniugi messi "lla0angolo"da recirproci problmei non conciliabili... Decisamente da vedere, criticandolo magari, questo film, che ci fa anche rivedere Robert De Niiro, indimenticabile protagonista dei grandi film di Michael Cimino e martion Scorsese, anche protagonista di una serata d'essai sul tema che e'chiamato a commentare, quasi con una stangig ovation. Ma benisssimo anche Michelle Pfeiffe, la molgie, i ragazzi(allora, ai tempi del film rDianna Agon e John D?leo e benissimo ancora Tommy Lee Jones, dialtticamente opposto a De Niro e ai"malos"di fine film, in quanto nella sua classica parte da"sghero". Eugen
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jacopo b98
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venerdì 6 dicembre 2013
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una tragicommedia roccambolesca e divertente
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Giovanni Manzoni (De Niro) è un ex boss della malavita newyorkese, ma quando testimonia ad un processo contro dei suoi ex amici, è costretto a partire per la Normandia con la moglie (Pfeiffer) e i due figli (Agron e D’Leo). Lì protetto dall’FBI cercherà di ricostruirsi una vita, ma i sicari americani non ci metteranno troppo a trovarlo. Scritto, prodotto e diretto da Besson è una parodia a 360 gradi del genere gangsteristico. La storia è di per sé già vista, ma la versione tragicomica che Besson mette in scena è indimenticabile. Un profluvio di citazioni, da Leone a Scorsese (che qui è produttore esecutivo a Coppola a Penn; ultra-violenza ai limiti del tarantiniano; ecc.
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Giovanni Manzoni (De Niro) è un ex boss della malavita newyorkese, ma quando testimonia ad un processo contro dei suoi ex amici, è costretto a partire per la Normandia con la moglie (Pfeiffer) e i due figli (Agron e D’Leo). Lì protetto dall’FBI cercherà di ricostruirsi una vita, ma i sicari americani non ci metteranno troppo a trovarlo. Scritto, prodotto e diretto da Besson è una parodia a 360 gradi del genere gangsteristico. La storia è di per sé già vista, ma la versione tragicomica che Besson mette in scena è indimenticabile. Un profluvio di citazioni, da Leone a Scorsese (che qui è produttore esecutivo a Coppola a Penn; ultra-violenza ai limiti del tarantiniano; ecc., insomma ogni film di gangster degli anni ’80-’90 trova il suo posto nel film. Memorabile infatti la scena in cui Manzoni, accompagnato da un reticente Tommy Lee Jones, va al convegno su Quei bravi ragazzi (il cui protagonista è proprio De Niro). Ironia, battute e situazioni roccambolesche trovano tutte il loro spazio in questa gigantesca e divertentissima farsa. Cast perfetto: De Niro, la Pfeiffer e Lee Jones sono eccellenti. Da non perdere!
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francesco df
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martedì 16 giugno 2015
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avrei voluto dargli di più
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Si avrei voluto perché la trama, pur non essendo particolarmente originale, è comunque interessante e vi sono stati film in passato che hanno dimostrato come il genere ibrido fra thriller e commedia abbia sempre funzionato bene. E penso che avrebbe potuto funzionare egregiamente anche in questo caso se non ci fossero stati degli sbilanciamenti decisamente eccessivi nella parte della commedia, che risulta cosparsa di alcune scene esagerate e demenziali che mal si amalgamano con l’altra componente. Il perché, a mio modo di vedere, è presto detto: se si vuol realizzare un thriller in chiave umoristica, si può benissimo lasciar spazio, anche largo, alla commedia, ma perché ciò avvenga in modo efficace la commedia non deve andare a scapito del thriller, il che succede quando la commedia risulta talmente demenziale e farsesca da far perdere credibilità al film e togliere così al thriller ogni possibilità di poter generare suspense.
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Si avrei voluto perché la trama, pur non essendo particolarmente originale, è comunque interessante e vi sono stati film in passato che hanno dimostrato come il genere ibrido fra thriller e commedia abbia sempre funzionato bene. E penso che avrebbe potuto funzionare egregiamente anche in questo caso se non ci fossero stati degli sbilanciamenti decisamente eccessivi nella parte della commedia, che risulta cosparsa di alcune scene esagerate e demenziali che mal si amalgamano con l’altra componente. Il perché, a mio modo di vedere, è presto detto: se si vuol realizzare un thriller in chiave umoristica, si può benissimo lasciar spazio, anche largo, alla commedia, ma perché ciò avvenga in modo efficace la commedia non deve andare a scapito del thriller, il che succede quando la commedia risulta talmente demenziale e farsesca da far perdere credibilità al film e togliere così al thriller ogni possibilità di poter generare suspense. E’ quello che avviene, a mio parere, in questo film, quando vediamo la madre Michelle Pfeiffer far saltare in aria un supermercato, senza alcun riguardo alla regola della discrezione che la sua condizione inevitabilmente implica, oppure il padre stesso, ex boss che dovrebbe essere quindi il più ligio a tali regole, massacrare un idraulico disonesto a colpi di mazza oppure trascinare un uomo per strada con la propria auto dopo avergli legato i piedi. La suspense che poteva generare la storia di una famiglia che vive sotto copertura, a quel punto, va totalmente a farsi benedire, e rende Cose Nostre: Malavita un film sicuramente divertente ma che si riduce a niente altro che un film commedia con elementi demenziali, che a mio parere poteva ambire ad essere un ibrido fra thriller e commedia capace di fondere efficacemente i due generi, per un risultato che personalmente avrei ritenuto migliore.
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filippo catani
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giovedì 5 novembre 2015
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tutto sprecato
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Una famiglia malavitosa si trova in Normandia in quanto sotto il programma di protezione dei testimoni. L'obbiettivo sarebbe quello di condurre una vita tranquilla senza dare nell'occhio ma non sarà così.
Leggendo la trama e sapendo chi è il regista ma soprattutto quali calibri sono annoverati nel cast sarebbe decisamente lecito aspettarsi grandi cose. Invece ci troviamo davanti a un film scialbo ai limiti del ridicolo dove pare che Luc Besson sia un regista di film demenziali con un cast raffazzonato quà e là e una trama a dir poco allucinante. In pratica questa famiglia che dovrebbe fare di tutto per passare inosservata ne combina un po' di tutti i colori e Besson mescola (male) un po' di vari generi in un unico film.
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Una famiglia malavitosa si trova in Normandia in quanto sotto il programma di protezione dei testimoni. L'obbiettivo sarebbe quello di condurre una vita tranquilla senza dare nell'occhio ma non sarà così.
Leggendo la trama e sapendo chi è il regista ma soprattutto quali calibri sono annoverati nel cast sarebbe decisamente lecito aspettarsi grandi cose. Invece ci troviamo davanti a un film scialbo ai limiti del ridicolo dove pare che Luc Besson sia un regista di film demenziali con un cast raffazzonato quà e là e una trama a dir poco allucinante. In pratica questa famiglia che dovrebbe fare di tutto per passare inosservata ne combina un po' di tutti i colori e Besson mescola (male) un po' di vari generi in un unico film. Un film da dimenticare velocemente.
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halle_13
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lunedì 21 ottobre 2013
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risate, sparatorie, colpi di scena per luc besson
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La Malavita ha un nuovo volto, quello di Besson, il quale aiutato da Scorsese, De Niro, Michelle Pfeiffer e Tommy Lee Jones riesce a regalare un piccolo cult del cinema e una nuova visione del mondo della mafia. Tratto dall'originalissimo romanzo di Tonino Benacquista, mixando sapientemente le risate e l'azione quello che stupisce è l'originalità, la duplicità e la profondità della pellicola, che apparentemente può sembrare banale e stereotipata. Nulla della sceneggiatura è scopiazzato da altri film, la pellicola vuole si omaggiare ma anche parodiare i film malavitosi, e da una storiella atipica riesce a far rifletter sulla diversità di America e Francia e criticando la società e gli stereotipi che essa impone, il tutto aggiunto ad una buona dose di risate intelligenti, un'azione motivatissima e colpi di scena che si vedono fino al finale.
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La Malavita ha un nuovo volto, quello di Besson, il quale aiutato da Scorsese, De Niro, Michelle Pfeiffer e Tommy Lee Jones riesce a regalare un piccolo cult del cinema e una nuova visione del mondo della mafia. Tratto dall'originalissimo romanzo di Tonino Benacquista, mixando sapientemente le risate e l'azione quello che stupisce è l'originalità, la duplicità e la profondità della pellicola, che apparentemente può sembrare banale e stereotipata. Nulla della sceneggiatura è scopiazzato da altri film, la pellicola vuole si omaggiare ma anche parodiare i film malavitosi, e da una storiella atipica riesce a far rifletter sulla diversità di America e Francia e criticando la società e gli stereotipi che essa impone, il tutto aggiunto ad una buona dose di risate intelligenti, un'azione motivatissima e colpi di scena che si vedono fino al finale. Ottima la scelta delle musiche e del cast, De Niro che grazie a questo e ad altri due film (Il lato positivo - Silver lings playboock e Stanno tutti bene) si è rilanciato dopo un sonno profondo dal grande cinema, Michelle Pfeiffer scatenata, inedita e esilarante più che mai, e impeccabile come sempre Tommy Lee Jones, anche bravissimi i figli che riescono a rubare la scena anche ai colleghi più avviati. Davvero consigliato.
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gl coretti
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sabato 19 ottobre 2013
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the fabolous three.
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Un "gangster movie" veramente intrigante. La trama poco importa, anche perché il finale è scontato. E allora perché è un ottimo film? Intanto per l'ambientazione: quella Francia di provincia che è la "vera" Francia e non la solita Parigi con la sua banlieu. Qui siamo in Normandia dove si è rifugiato un Bob De Niro strepitoso, protetto da un altrettanto strepitoso Tommy Lee Jones e accompagnato da una bellissima Michelle Pfeiffer che i (pochi) segni dell'età rendono ancora più affascinante. La storia si snoda tranquillamente per i tre quarti dei film, incentrata più sulle vicende adolescenziali ddei due figli della coppia De Niro/Pfeiffer, quando alla fine si scatena l'inferno, in puro stile "pulp fiction".
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Un "gangster movie" veramente intrigante. La trama poco importa, anche perché il finale è scontato. E allora perché è un ottimo film? Intanto per l'ambientazione: quella Francia di provincia che è la "vera" Francia e non la solita Parigi con la sua banlieu. Qui siamo in Normandia dove si è rifugiato un Bob De Niro strepitoso, protetto da un altrettanto strepitoso Tommy Lee Jones e accompagnato da una bellissima Michelle Pfeiffer che i (pochi) segni dell'età rendono ancora più affascinante. La storia si snoda tranquillamente per i tre quarti dei film, incentrata più sulle vicende adolescenziali ddei due figli della coppia De Niro/Pfeiffer, quando alla fine si scatena l'inferno, in puro stile "pulp fiction".
Ed è questo il pregio maggiore di questo film di Besson che ha saputo creare una sorta di "melting pot" tra una "tranquilla commedia americana" e un "noir" francese.
Bravissimi gli attori, compresi i due "figli" di De Niro", azzeccata l'ambientazione, adrenalitico il finale.
A tutti consiglio di andarlo a vedere e, dunque, buona visione.
Gigi CORETTI
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eugenio
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martedì 5 novembre 2013
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una satira del gangster movie non pienamente riusc
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Cose Nostre- Malavita", un film che i nostalgici di De Niro "versione" gangster possono vedere e apprezzare.
Considerate due grandi del cinema: un regista francese, Luc Besson, e un premio Oscar italo-americano: De Niro.
Cosa hanno in comune? A primo acchito, Francia con America sembra non essere un binomio vincente: i primi sentimentali fino allo sfinimento, gli altri "action" pumping con le loro gag di sparatorie in strade caratterizzate da violenza urbana over-limit.
Besson contamina i due generi creando quella che vorrebbe essere una parodia di un gangster movie non riuscendo pero' chiaramente a percorrere i binari che il promettente inizio aveva lasciato intuire.
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Cose Nostre- Malavita", un film che i nostalgici di De Niro "versione" gangster possono vedere e apprezzare.
Considerate due grandi del cinema: un regista francese, Luc Besson, e un premio Oscar italo-americano: De Niro.
Cosa hanno in comune? A primo acchito, Francia con America sembra non essere un binomio vincente: i primi sentimentali fino allo sfinimento, gli altri "action" pumping con le loro gag di sparatorie in strade caratterizzate da violenza urbana over-limit.
Besson contamina i due generi creando quella che vorrebbe essere una parodia di un gangster movie non riuscendo pero' chiaramente a percorrere i binari che il promettente inizio aveva lasciato intuire. Inizio che prevede un'esecuzione, un regolamento di conti ad opera di sicari di un capo mafioso di cui il protagonista, De Niro, che interpreta Giovanni Manzoni, ne è partecipe attivo. Entriamo quindi in un'atmosfera da "Quei bravi ragazzi" per smentirla quasi subito: Manzoni è infatti un rinnegato, un traditore che ha venduto l'anima agli sbirri incarcerando quindi i superstiti della sua banda (boss incluso), per preservare l'incolumità della sua famiglia.
Per tale ragione è costretto a cambiare spesso la sua "residenza" sotto l'occhio attento e vigile del capitano dell'FBI interpretato da un Tommy Lee Jones sottotono incapace di mantenere spesso la sua fisionomia da duro per piu' di cinque minuti. L'ultimo suo "approdo" è una ridente cittadina francese dove la scombinata combriccola familiare (con una pepata moglie - Michelle Pfeiffer, un mini boss e una "attenti al lupo" bionda figlia diciassettenne tosta ma sotto sotto fragile come un vetro di cristallo...vedi la scena della rottura del flirt con l'insegnate di matematica) faticherà ad ambientarsi in particolare nei rapporti sociali (il doppiaggio italiano enfatizza troppo la "r" moscia creando un che di burlesque non gradito), nelle loro immagginarie esplosioni mentali di violenza (carino il doppio pensiero dei protagonisti che meditano omicidi mentre si mostrano assolutamente cortesi con gli interlocutori) entrando, come è noto, in conflitto con i modi di fare del popolo francois.
"La quiete prima della tempesta" verrà interrotta dal capo mafioso che dalla prigione medita vendetta e un certosino piano per uccidere per sempre il suo oramai "ex goodfellas". L'ovattata tranquillità della famiglia Manzoni sarà messa duramente alla prova con un finale ovviamente non originale e tanto per cambiare ovviamente non sorprendente copia di altri celebri come il recente (e bello) "In Bruges"
Insomma,chi ricorda il Luc Besson di Nikita e del mitico Leon con Jean Reno fa meglio a dimenticarselo. Il tentativo di girare una commedia post-soprano (requiescat in pace Galdolfini) è qui avvilente e fuori luogo con un De Niro con barba e incanutito da uno sguardo arcigno che nulla a che ricordare con l'ex "Quei bravi ragazzi". Un film quest'ultimo che Cose Nostre- Malavita autocita e ridicolizza in sala con una scena in cui è lo stesso Manzoni-De Niro che ironizza sul capolavoro di Scorsese. Anche i coprimari sono appena accennati e semplici macchiette di un universo- quello della parodia da gangster movie- che Besson non sembra avere presente. Le idee ci sono ma le scene che alternano sparatorie a crisi sentimentali-rosa sono talmente confuse e sovrapposte che lo spettatore uscendo dalla sala, non riesce a ricordare bene che film ha visto.
Gansgter? Comico? Grottesco? Satira?
Purtroppo, dinanzi a lavori del genere, non resta che sorridere forzatamente rimembrando aulici passati mai dimenticati. Ripescare il vhs con Goodfellas è il primo passo per la redenzione.
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gabardine
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venerdì 18 ottobre 2013
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alla pausa del primo tempo, volevo scappar via
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Se come me avete scelto questo solo film perchè la settimana al cinema non offre molto altro.. vi consiglio di andare altrove!
Che non so.. feste patronali, sagra della polpetta, harakiri.. tutto pur di non assistere all'ennesima sconfitta del grande De Niro e compagnia bella.
Si ok.. avete ispezionato per bene il cast e tutti gli elementi di produzione, trovando nomi noti come Scorsese, Tommy Lee Jones, l'intramontabile Pfeiffer ed il succitato De Niro.. ma credetemi, non basta.
Non basta soprattutto per coloro che hanno scoperto Luc Besson come autore di due film, semplici semplici, ma che hanno segnato una generazione.. spodestando gli americani e inorgogliendo tutto il popolo europeo con milioni e milioni di pallottole, scagliate nel firmamento del cinema mondiale.
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Se come me avete scelto questo solo film perchè la settimana al cinema non offre molto altro.. vi consiglio di andare altrove!
Che non so.. feste patronali, sagra della polpetta, harakiri.. tutto pur di non assistere all'ennesima sconfitta del grande De Niro e compagnia bella.
Si ok.. avete ispezionato per bene il cast e tutti gli elementi di produzione, trovando nomi noti come Scorsese, Tommy Lee Jones, l'intramontabile Pfeiffer ed il succitato De Niro.. ma credetemi, non basta.
Non basta soprattutto per coloro che hanno scoperto Luc Besson come autore di due film, semplici semplici, ma che hanno segnato una generazione.. spodestando gli americani e inorgogliendo tutto il popolo europeo con milioni e milioni di pallottole, scagliate nel firmamento del cinema mondiale.
In questo film l'unica "scaglia" che ho visto è quella di un boss che insaporisce la pasta col, presunto, parmigiano.
Gabardine
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[+] alla pausa del primo tempo.
(di gl coretti)
[ - ] alla pausa del primo tempo.
[+] pausa del primo tempo?
(di angelo bottiroli - giornalista)
[ - ] pausa del primo tempo?
[+] la pausa del primo tempo esiste ancora
(di davide molinari)
[ - ] la pausa del primo tempo esiste ancora
[+] hai fatto bene a restare anche se...
(di hollyver07)
[ - ] hai fatto bene a restare anche se...
[+] gabardine ha ragione
(di luciano46)
[ - ] gabardine ha ragione
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(di ruger357mgm)
[ - ] noia "a la francaise"
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(di salvatore scaglia)
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(di acciaio73)
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[+] forse avresti voluto vederlo...
(di antonpaco)
[ - ] forse avresti voluto vederlo...
[+] un film che merita
(di mauritius64)
[ - ] un film che merita
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