
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Jonathan Singer-Vine |
Attori | Stanley Doe Hunt, Koran Streets, Dj Upgrade, Devon Libran, Tatiana Monet Thomas Dalby, Dominique Jackson, Skipper elekwachi, Les Aderibigbe, Bennie Bell, Sabrina J Corbett, Theresa Anderson Downs, Dominique Jackson (II), Kizzmett Pringle, William Pulliam, Jon Jerrell Stallings, Jonathon Jerrell-Yasir Stallings, Tywain Willis. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 27 agosto 2013
L'esordio nel lungometraggio del giovane scrittore e regista Jonathan Singer-Vine.
CONSIGLIATO SÌ
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D. ha diciannove anni ed è appena tornato a Oakland, in California, dopo due anni di prigione. Ha partecipato a una rapina andata male ed è stato l'unico a pagarne le conseguenze. Al ritorno a casa, in libertà vigilata, trova gli amici di sempre ad accoglierlo, gli stessi con cui ha infranto la legge e che gli sono grati del suo silenzio in carcere. La gang è pronta a riammetterlo nel giro illecito, fatto di droga e prostituzione. L'unico che manca all'appello è Ty, caduto in disgrazia per aver consumato la droga che avrebbe dovuto vendere per conto di un amico spacciatore, adesso deciso a riprendersi i soldi che il giovane tossico gli deve.
Quello mostrato dal regista Jonathan Singer-Vine è un mondo al quale sembra impossibile sottrarsi, se ci si è nati e cresciuti. È la classica periferia americana ghettizzata, dove di rado si scorge un bianco e giovani inquadrati in gang impongono agli altri abitanti la legge della strada e del più forte. Una legge inculcata a suon di risse, sparatorie e rapine, in cui spesso ci scappa il morto. La macchina da presa scruta questo universo con sguardo obiettivo, né assolutorio né di condanna, seguendo il protagonista nel suo girovagare in un regno dominato da giovani spacciatori e papponi, miserabili re di tossici, prostitute e senzatetto. L'ineluttabilità di un'esistenza in cui i deboli soccombono, e la giustizia non è contemplata, sfuma progressivamente nello sguardo del protagonista. Dopo il carcere, D. vede la sua città con occhi nuovi, combattuto tra il bisogno di redenzione e la passiva complicità di sempre. Per la prima volta, il ragazzo contempla la possibilità di sviluppare un'identità propria, al di fuori del gruppo di amici criminali che gli offrono uno scudo protettivo esponendolo al pericolo.
Il percorso di affrancamento dell'io, che converte D. in Daniel, passa per una lunga serie di violenze che a Oakland sono considerate ordinaria amministrazione. Non allo stesso modo le vede il regista, che proietta sullo spettatore tutto il carico di brutalità e tragicità insito in un contesto sociale in cui ogni azione è estremizzata e una scelta sbagliata può marchiare un'intera esistenza. Un ambiente duro, quello della degradata East Bay, che gli attori del film, tutti esordienti, ben conoscono, perché è lì che il regista li ha scovati, favorendo un approccio alla recitazione spontaneo e realista. Questa naturalezza attribuisce forza alla storia narrata, valorizzata da uno stile di regia deciso e personale, condensato nella spettacolare e tragica sequenza iniziale della rapina. Singer-Vine, appena venticinquenne, esordisce con Licks in maniera brillante, facendo buon uso sia della macchina da presa che della colonna sonora, rigorosamente rap. Una musica da duri, che può inaspettatamente cedere il posto alla tenerezza di una lieve ballata. Due facce della stessa medaglia, proprio come il cinema di un giovane regista promettente.