Anno | 2013 |
Genere | Commedia nera |
Produzione | Svezia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Antonio Tublen |
Attori | Patrik Karlson, Johanna Tschig, Per Löfberg, Ahnna Rasch, Lukas Loughran Erik Börén, Björn Löfberg Egner, Agneta Nordin, Daniel Engman, Kjetil Mørk, Izabella Jo Tschig, Fabian Maugeais, Thomas Chaanhing, Adam Elk, Josh Record, Pierre Malmqvist, Sara Chaanhing Kennedy, Cecilia Nordlund, Peter Wirén, Thomas Lunderquist, Thomas Romlöv, Tua Broderick, Torben Stampe, Caroline Drab, Emelie Ekdahl, Hilla Karlsson, Tola Lorentzson, Fredric Ollerstam, Liza Stroganova, Kenneth Wahlberg. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 28 novembre 2013
Dopo aver scoperto una frequenza capace di ipnotizzare e controllare le menti delle persone, un tecnico del suono si prodiga in molteplici esperimenti, prima su se stesso, poi sugli altri: con conseguenze tanto drammatiche quanto bizzarre.
CONSIGLIATO SÌ
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Uomo di mezz'età, solitario e genialoide, Robert Nord ha fatto una scoperta straordinaria. Dopo anni di studio, è riuscito a trovare la frequenza esatta attraverso cui controllare la mente umana, che sembra bloccarsi, in uno stato di profonda ipnosi, pronta ad attendere nuovi ordini. È sufficiente spingere il pulsante di un telecomando. Robert condurrà le prime sperimentazioni sui nuovi vicini di casa, Simon e Linn, presto assoggettati ai suoi voleri con esiti sbalorditivi, ma il desiderio di potere non si fermerà certamente tra le mura di una grigia abitazione.
LFO sta per Low Frequency Oscillator, cioè il fantascientifico strumento in grado di generare quel particolare suono attraverso cui è possibile ipnotizzare, per poi manipolare, chiunque lo ascolti: un'idea di partenza semplice, ma funzionale, che Antonio Tublén sembra aver mutato da un certo mood fantascientifico anni Cinquanta per poi espandere di molto il proprio campo d'interesse, ponendo domande più profonde di quanto si pensi ad una visione sbrigativa. Oltre al discorso sull'utilizzo, giusto o sbagliato, di un qualsiasi strumento di potere, infatti, lo script del giovane regista finisce addirittura con il voler misurare la temperatura morale dello spettatore. Senza strafare, con tocchi divertiti, e una buona scioltezza narrativa, LFO spinge a chiedersi quanto il nostro comportamento sarebbe differente da quello del protagonista, in sintesi: Robert Nord, ometto meschino e evidentemente disturbato, agisce in maniera tanto diversa da come farebbe la maggior parte degli uomini? È davvero il solito mad doctor (ha anche una frezza bionda come la moglie di Frankenstein in versione James Whale) con la smania della conquista del mondo oppure il semplice campione di un genere umano cui interessa soltanto il potere e il controllo?
Sottilmente inquietante, asfissiante, anche per la scelta di non mostrare mai ciò che sta fuori dalla casa del protagonista, è un racconto in cui il ghigno si mescola al sorriso, e il tono tipicamente nordico lascia poi il dato concreto per aprire ad uno sconcertante e paradossale finale. Difficile da definire, fantascientifico distopico camuffato da spaccato su una mente disturbata o viceversa, l'opus n° 2 di Tublén si avvale di una scrittura affilata e di buone interpretazioni, elementi centrali nel sostanziare la doppia realtà di Robert, si pensi al rapporto con la moglie, come a rendere tangibile un continuo clima di minaccia. Ha le carte in regola per diventare un piccolo cult.