homer52
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mercoledì 13 novembre 2013
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il linguaggio del cuore
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Isabelle è, come tutti gli adolescenti al cospetto del passaggio all'età adulta, alla scoperta della sessualità e della sua collocazione nella società. Non trovando nella sua famiglia (madre, patrigno e fratello)un sostegno adeguato decide di avventurarsi da sola in questo viaggio verso la maturità. E lo fa cercando di utilizzare la sua arma migliore, il suo corpo, che le permette di entrare in contatto con l'altro sesso senza le interferenze dell'innamoramento. Solo uno dei suoi amanti suscita in lei un minimo turbamento affettivo e, non a caso, sarà quello che contribuirà, con la sua morte durante un amplesso, a creare le basi per una sua possibile maturazione.Bellissima la scena finale con la moglie dell'amante morto che, fissato un appuntamento con Isabelle nella stessa stanza d'albergo ove incontrava suo marito, la paga per condividerne con lei il ricordo dando un colore
affettivo ad un comportamento sicuramente spregevole come la prostituzione o l'infedeltà.
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Isabelle è, come tutti gli adolescenti al cospetto del passaggio all'età adulta, alla scoperta della sessualità e della sua collocazione nella società. Non trovando nella sua famiglia (madre, patrigno e fratello)un sostegno adeguato decide di avventurarsi da sola in questo viaggio verso la maturità. E lo fa cercando di utilizzare la sua arma migliore, il suo corpo, che le permette di entrare in contatto con l'altro sesso senza le interferenze dell'innamoramento. Solo uno dei suoi amanti suscita in lei un minimo turbamento affettivo e, non a caso, sarà quello che contribuirà, con la sua morte durante un amplesso, a creare le basi per una sua possibile maturazione.Bellissima la scena finale con la moglie dell'amante morto che, fissato un appuntamento con Isabelle nella stessa stanza d'albergo ove incontrava suo marito, la paga per condividerne con lei il ricordo dando un colore
affettivo ad un comportamento sicuramente spregevole come la prostituzione o l'infedeltà.E qui sta l'insegnamento di Ozon: l'adolescente, racchiuso nel vortice delle sue problematiche esistenziali,comprende solo il linguaggio del cuore.
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salvatore venuleo
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venerdì 22 novembre 2013
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verso la mercificazione totale
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La diciassettenne Isabelle inizia il suo percorso sessuale con una delusione. Freddo e meccanico il rapporto con il coetaneo che la libera dell'impaccio della verginità. Voglio notare in ciò l'analogia evidente con l'iniziazione di Adele nel film "La vita di Adele". Solo che in Adele la delusione è propedeutica alla piena realizzazione nel piacere omosessuale. Descritto con tale partecipazione da apparire un manifesto dell'amore omo o addirittura di una prospettiva che escluderà la sessualità etero. Per Isabelle la svolta è invece nella scelta di prostituirsi. Una routine prostitutiva ritualizzata con il cambio di abito (dai jeans adolescenziali all'abbigliamento adulto). Isabelle così accumula un tesoretto giacché non è il consumo che sembra interessarla.
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La diciassettenne Isabelle inizia il suo percorso sessuale con una delusione. Freddo e meccanico il rapporto con il coetaneo che la libera dell'impaccio della verginità. Voglio notare in ciò l'analogia evidente con l'iniziazione di Adele nel film "La vita di Adele". Solo che in Adele la delusione è propedeutica alla piena realizzazione nel piacere omosessuale. Descritto con tale partecipazione da apparire un manifesto dell'amore omo o addirittura di una prospettiva che escluderà la sessualità etero. Per Isabelle la svolta è invece nella scelta di prostituirsi. Una routine prostitutiva ritualizzata con il cambio di abito (dai jeans adolescenziali all'abbigliamento adulto). Isabelle così accumula un tesoretto giacché non è il consumo che sembra interessarla. Cosa la interessa allora? Il regista, Ozon, non lo dice o appena lo suggerisce. Il solito complesso edipico forse. O semplicemente il desiderio di sapere di valere (300 euro ). Se Ozon non lo spiega però una ragione c'è. L'autore sembra suggerire che quella di Isabelle non è una storia eccezionale. Non è la storia di Isabelle, a parte i dettagli. E' la storia che stiamo vivendo. Il sesso si avvia a diventare compiutamente merce. In vendita come qualsiasi prodotto o servizio. Nel web l'offerta di prestazioni sessuali assume la struttura articolata dei prezzi del parrucchiere: taglio x euro, taglio + piega y euro, taglio, piega e colore z euro. Con la globalizzazione e l'offerta dell'est che contiene i prezzi. Con nuova e positiva attenzione (senza ironia) ai bisogni di una popolazione "di nicchia" (mi pare gli economisti chiamino così i bisogni di pochi che l'imprenditoria più brillante scopre e soddisfa): come i disabili per secoli ignorati, come il disabile di "The sessions" che nell'utile e bel film di Lewin riceve finalmente gioia dalla terapista sessuale. Talvolta il prostituirsi è episodico: per far fronte ad una emergenza o per comprare una borsa costosa. C'è nel film un piccolo spunto che propone con forza tale interpretazione. Il fratellino di Isabelle che racconta alla sorella senza troppo scandalizzarsi di una ragazzina (12, 13 anni, verosimilmente)che a scuola offre con successo "baci con la lingua" per il prezzo di 5 euro. Come ne "La vita di Adele", la coppia uomo/donna sparisce. L'uomo non può dare piacere. Per lui il futuro è l'onanismo o il consumo al mercato del sesso, magari con la donna a mo' di stimolo onanistico (una scena di Giovane e bella). Può apparire un incubo. Ma abbiamo già mercificato tante cose. Affidiamo a parrucchieri la cura dei nostri capelli, a badanti le cura dei nostri vecchi, a necrofori la cura dei morti. Avanti tutta allora verso la riduzione a merce di ciò che sembrava resistere. Già alcune madri - lo abbiamo visto anche in Italia - hanno mostrato di accettare e gradire le risorse inaspettate provenienti dall'avvenenza delle figlie. Ci abitueremo quindi. Ci sembrerà normale.
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angelo umana
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venerdì 22 novembre 2013
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i terribili 17 anni (contiene solo spoiler)
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“On n’est pas sérioux quando on a 17 ans” è il brano di Rimbaud che si discute nella classe di Isabelle (Marine Vacth), diciassettenne con tanta voglia di darsi finalmente e scoprire il piacere. “E’ fatta” dirà al fratello piccolo, Victor (un Fantin Ravat fedele al ruolo), quando si sarà concessa sulla spiaggia al bel ragazzo tedesco che la corteggia, l’estate dopo la quale tornerà in città dimenticandolo. Sembra diventata già grande in quella scena, volta la testa mentre fa l’amore, come se la cosa non la riguardasse poi tanto, una pratica che doveva sbrigare, e volgendo lo sguardo immagina di vedere sé stessa ormai ragazzina del passato.
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“On n’est pas sérioux quando on a 17 ans” è il brano di Rimbaud che si discute nella classe di Isabelle (Marine Vacth), diciassettenne con tanta voglia di darsi finalmente e scoprire il piacere. “E’ fatta” dirà al fratello piccolo, Victor (un Fantin Ravat fedele al ruolo), quando si sarà concessa sulla spiaggia al bel ragazzo tedesco che la corteggia, l’estate dopo la quale tornerà in città dimenticandolo. Sembra diventata già grande in quella scena, volta la testa mentre fa l’amore, come se la cosa non la riguardasse poi tanto, una pratica che doveva sbrigare, e volgendo lo sguardo immagina di vedere sé stessa ormai ragazzina del passato.
Comincia a prendere appuntamenti online dalla sua stanza e si fa pagare dai clienti tariffe di diverse centinaia di €, soldi che nasconde tra la sua biancheria. A una ragazza così si vorrebbe dire quanto poco valgono quei soldi, quanto poco possono comprare rispetto alla giovinezza che possiede e a tutte le cose belle che si possono mettere in una vita. Comincia ad assumere una certa professionalità nel ruolo, d’altra parte un volgare cliente le ha detto “Puttana una volta puttana per sempre”: va agli appuntamenti con un bel tailleur e scarpe col tacco, ancheggiante negli alberghi o domicili dove entra, ne esce in jeans e scarpe basse, di nuovo 17enne qualsiasi, che va a scuola e consola l’amica del cuore, dicendo di sé stessa di non aver nessuno e di non essere innamorata. Parla a sua madre Sylvie coi canoni di quell’età, spesso sgarbati (Géraldine Pailhas, veritiera nel rapportarsi a lei come i genitori meglio possono coi loro impenetrabili ragazzi).
Perché è successo? Il regista Ozon a mio parere non motiva abbastanza la voglia di questa svolta sorprendente, non ne fa digerire il percorso emozionale. Lo esprimerà attraverso il patrigno Patri-ck (Frédéric Pierrot, volto familiare e tranquillizzante, anch’egli capace di stare nei panni assegnatigli) che a ragione dirà, quando la famiglia ha scoperto la vita segreta di Isabelle, che alla sua età si vogliono conoscere i propri limiti, si ha voglia di cose nuove, la curiosità, la provocazione, un gioco tutto suo, “fatti miei, la mia vita”. Motivazioni simili del resto erano quelle, emozionalmente più comprensibili, della protagonista de “La variabile umana”, omicida quasi per caso alla stessa età ma figlia del “poliziotto” Silvio Orlando.
I soldi di Isabelle li troverà la polizia tra i suoi vestiti, in una perquisizione improvvisa davanti agli occhi della madre, quando sono arrivati a lei indagando sulla morte di un suo cliente abituale, Georges (magnifico Johan Leysen), un anziano che pare darle la pace e l’affetto di un nonno, ma anche del buon sesso, l’unico con cui un po’ si è confidata. E’ morto “nel modo migliore”, a dirla con le parole di una canzone di Mina, nella stanza 6095 dell’albergo di lusso dove si vedevano.
Andrà regolarmente e di malavoglia da uno psicologo e si meraviglierà di quanto poco siano i 70€ della visita o i 60 che le dà una coppia amica dei suoi per fare la baby-sitter, abituata ad altri compensi. Ad una festa privata coi compagni di scuola, dove tutti provano sbaciucchiamenti e avances in libertà, lei si guarda intorno e sa di avere fatto già tutto, è oltre, ha uno sguardo disilluso ma si fa conquistare da un compagno: sembra ridiventata la ragazza che è.
Qui il film parrebbe concludersi, tutto bene, ogni cosa a suo posto e … vissero felici e contenti. Ma la strana curiosità ha il sopravvento: Isabelle ricerca un nuovo appuntamento, un cliente glielo dà stranamente nella stanza 6095 dove incontrava Georges. La sorpresa – che è anche una lieta sorpresa per lo spettatore in un film che sembrava appiattirsi - è di trovarvi la moglie di costui, che sapeva degli svaghi del marito, che la vuol conoscere e vedere la stanza dove il marito è morto. Si tratta della grande e bellissima Charlotte Rampling. Pure lei sembra una dolce nonna per Isabelle, che la ringrazierà commossa. Solo da un occhio però le sgorgherà la lacrima e la cosa è perdonabile: meno perdonabile è un po’ di piattezza o di artificio che si ravvede nel film di Ozon – migliore comunque del suo “Nella casa“- oltreché l’inespressività di Marine Vacth, vagamente somigliante a Julia Roberts, ma solo nella punta del naso. Ozon pare voler ricercare dei guizzi nelle sue narrazioni, ma sono artefatti, poco maturati negli occhi o nelle viscere dello spettatore: l’ultimo guizzo, i cinque minuti di Charlotte Rampling, valgono però tutto il film.
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giovanni_b_southern
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sabato 30 novembre 2013
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forte critica della modernità
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Ozon stavolta si supera. La sua è una critica alla società moderna, borghese, finto-intellettuale degna del miglior Alain Touraine. I protagonisti e la fallacia dei loro comportamenti sono lievemente 'giudicati' in una chiave ironica che però è intelligibile. La mamma, completamente atomizzata dal suo lavoro, devastantemente distante dal dare valori e norme ai suoi figli attraverso una finta libertà che si traduce in sostanziale menefreghismo, surrettiziamente dedicata a tuffarsi unicamente nel letto del marito colored della sua migliore amica. Il padrino, distante da tutto, presente soltanto al livello del vitto e dell'alloggio e sottolmente solleticato dall'idea di portarsi a letto la figlia della sua compagna.
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Ozon stavolta si supera. La sua è una critica alla società moderna, borghese, finto-intellettuale degna del miglior Alain Touraine. I protagonisti e la fallacia dei loro comportamenti sono lievemente 'giudicati' in una chiave ironica che però è intelligibile. La mamma, completamente atomizzata dal suo lavoro, devastantemente distante dal dare valori e norme ai suoi figli attraverso una finta libertà che si traduce in sostanziale menefreghismo, surrettiziamente dedicata a tuffarsi unicamente nel letto del marito colored della sua migliore amica. Il padrino, distante da tutto, presente soltanto al livello del vitto e dell'alloggio e sottolmente solleticato dall'idea di portarsi a letto la figlia della sua compagna. Il fratello, forse già gay e nascostamente tentato dalla possibilià psicologica di un ingenuo incesto, paradossale nel proporre alla sorella di prostituirsi per spratichire sessualmente un suo giovane amico. I clienti dai capelli totalmente imbiancati che, all'inutile rincorsa di una proustiana ricerca del tempo perduto, invece di passare i pomeriggi nei parchi con i propri nipoti si imbottiscono di viagra per rischiare costantemente il coccolone che puntualmente arriva. I pari d'età della protagonista, sempre tentati dal confondere l'amore con il ménage à trois nel mentre di feste puerilmente psicotrope. Alla fine la più 'pura' sembra essere proprio la protagonista, chiaramente devastata da compulsioni deviate ma sostanzialmente vittima di tutto questo ritratto familiare ed amicale. Alla fine, ella aveva bisogno semplicemente di una madre e (probabilmente) di un padre o quanto meno di un padrino che non avesse come unica finalità quella di guardarla nel mentre si fa la doccia o tentare di metterle le mani addosso. Un film gioiosamente tradizionalista, da vedere.
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filippo catani
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venerdì 27 dicembre 2013
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i tormenti dell'adolescenza
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Una giovane ragazza francese di 17 anni vive al mare d'estate la sua prima ed insoddisfacente avventura sessuale. La ragazza allora decide di iscriversi ad un sito online di incontri a pagamento e comincia a presentarsi a vari appuntamenti fino a quando non riamne sconvolta da un avvenimento improvviso.
Visti anche i recenti fatti di cronaca che in Italia hanno colpito l'opinione pubblica, un film come questo non può che fare discutere in quanto il tema è sicuramente spinoso e complesso. Ormai tutti noi siamo circondati dalla possibilità di avere sesso a buon mercato ora attraverso i portali hard ora attraverso siti per veri e propri incontri a pagamento. Ovviamente queste situazioni permettono di fare grossi guadagni in brevissimo tempo a fronte però di tantissimi problemi.
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Una giovane ragazza francese di 17 anni vive al mare d'estate la sua prima ed insoddisfacente avventura sessuale. La ragazza allora decide di iscriversi ad un sito online di incontri a pagamento e comincia a presentarsi a vari appuntamenti fino a quando non riamne sconvolta da un avvenimento improvviso.
Visti anche i recenti fatti di cronaca che in Italia hanno colpito l'opinione pubblica, un film come questo non può che fare discutere in quanto il tema è sicuramente spinoso e complesso. Ormai tutti noi siamo circondati dalla possibilità di avere sesso a buon mercato ora attraverso i portali hard ora attraverso siti per veri e propri incontri a pagamento. Ovviamente queste situazioni permettono di fare grossi guadagni in brevissimo tempo a fronte però di tantissimi problemi. Non solo per quanto riguarda la salute del proprio corpo ma anche per l'integrità della propria persona messa alla prova da clienti sconosciuti che potrebbero essere tranquillamente dei balordi o violenti (il film comunque esplora un po' in breve il campionario dei possibili clienti). Con il passare delle stagioni che scandiscono il passare del tempo e danno il ritmo al film, la giovane ragazza cercherà di fare i conti con se stessa e il mondo che la circonda specialmente con la madre non appena scopre come trascorre il tempo libero la figlia. Insomma in un mondo pieno di interconnessioni dove basta crearsi un profilo per diventare chi si vuole è difficile tenere d'occhio una ragazza che già passa un periodo difficile come l'adolescenza e che vede il padre solo due volte l'anno, vive un rapporto conflittuale con la madre, ha un patrigno remissivo e perdipiù è rimasta scottata dalla sua prima volta. Insomma un quadro complicato e complesso quello che ci offre Ozon su un aspetto che tocca da vicino i nostri adolescenti alle prse con le loro prime esperienze di vita. Fa un po' impressione notare come, interrogata dalla polizia, la ragazza si giustifichi dicendo che le andava di provare e voleva un po' vedere come erano gli hotel e come era guadagnare dei soldi. Ozon lascia sospeso il giudizio morale su di lei e sui suoi clienti in modo tale che sia lo spettatore a farsene un'idea; il regista si limita semplicemente a sottolineare che esiste un problema. Molto brava la Vacht che nonostante la giovane età interpreta un ruolo non facile.
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kimkiduk
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domenica 10 novembre 2013
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raltà allo stato puro
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Omaggio a Rohmer? Mi fa piacere pensarlo. Inizio con amore adolescenziale caro a Rohmer e poi prosegue con lo scandire delle stagioni, altro forse riferimento ad uno dei maggiori esponenti della Nouvelle Vague. Ma il film si dipana attraverso la lettura di una realtà familiare meravigliosa, senza una parola di troppo e senza dover spiegare i perchè di una insofferenza di una 17enne alla ricerca della sua personalità e della sua libertà (E' la mia vita). Il rapporto stridente con la madre, il rapporto asettico con il compagno della madre, l'assenza di un padre che manca ma non manca, il bel rapporto complice e non con il fratello. Una famiglia senza problemi, medio borghese che vive un dramma dei nostri giorni, spiegato analizzato ma raccontato con le parole di ognuno di noi, senza enfatismo da commedia italiana, senza fronzoli inutili e descrivendo personaggi perfetti.
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Omaggio a Rohmer? Mi fa piacere pensarlo. Inizio con amore adolescenziale caro a Rohmer e poi prosegue con lo scandire delle stagioni, altro forse riferimento ad uno dei maggiori esponenti della Nouvelle Vague. Ma il film si dipana attraverso la lettura di una realtà familiare meravigliosa, senza una parola di troppo e senza dover spiegare i perchè di una insofferenza di una 17enne alla ricerca della sua personalità e della sua libertà (E' la mia vita). Il rapporto stridente con la madre, il rapporto asettico con il compagno della madre, l'assenza di un padre che manca ma non manca, il bel rapporto complice e non con il fratello. Una famiglia senza problemi, medio borghese che vive un dramma dei nostri giorni, spiegato analizzato ma raccontato con le parole di ognuno di noi, senza enfatismo da commedia italiana, senza fronzoli inutili e descrivendo personaggi perfetti. La protagonista "con occhi malinconici" che vive una sua adolescenza curiosa e perversa alla ricerca di curiosità morbosa e che nemmeno lei forse ne conosce la causa. Una madre che tenta di essere madre ma reagisce come forse tutte le madri farebbero, con rabbia, angoscia ricerca della parola gusta che non arriverà mai. La parola che alla fine sarà data attraverso un gesto che non rivelo da una slendida immensa Rampling che con 15 minuti esalta un film quasi perfetto. Meraviglioso finale con 20 minuti da poesia pura. Mi ero chiesto come potesse finire questo film per non cadere nel banale. Mi scordavo che era un film francese. Chapeau ancora una volta ad Ozon chapeau a chi sa fare cinema. Uscito dalla sala pieno. Dopo la Vie d'Adele, con cui può avere delle analogie per l'età dei protagonisti, metto questo film tra i migliori visti negli ultimi anni.
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