conte di bismantova
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domenica 17 novembre 2013
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meravigliosa e delicata indagine.
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A mio avviso è uno straordinario osservatorio sulla nuova era post-moderna "telematica" che vede gli adolescenti online con il mondo, in cui possono essere vittime ma anche consenzienti protagonisti del loro mondo sociale. Il regista non giudica. I protagonisti principali non sono ne' positivi ne' totalmente negativi, ognuno svolge un ruolo ben definito ma che lascia aperta qualsiasi interpretazione di giudizio. E' forse il cliente anziano un mostro pedofilo? Io non ho avvertito questa ripugnanza, anzi: tutt'altro. Per la nostra legge, che non ammette l'ignoranza dell'età in fatto di prostituzione, la pena va da sei a dodici anni. Il discorso della madre che pensa di donare il guadagno della ragazza alle associazioni che si occupano del reinserimento delle ex prostitute suona completamente fuori luogo anche alle nostre coscienze.
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A mio avviso è uno straordinario osservatorio sulla nuova era post-moderna "telematica" che vede gli adolescenti online con il mondo, in cui possono essere vittime ma anche consenzienti protagonisti del loro mondo sociale. Il regista non giudica. I protagonisti principali non sono ne' positivi ne' totalmente negativi, ognuno svolge un ruolo ben definito ma che lascia aperta qualsiasi interpretazione di giudizio. E' forse il cliente anziano un mostro pedofilo? Io non ho avvertito questa ripugnanza, anzi: tutt'altro. Per la nostra legge, che non ammette l'ignoranza dell'età in fatto di prostituzione, la pena va da sei a dodici anni. Il discorso della madre che pensa di donare il guadagno della ragazza alle associazioni che si occupano del reinserimento delle ex prostitute suona completamente fuori luogo anche alle nostre coscienze. Eppure era un discorso di nobili intenti! Fuori luogo come l'affermazione della poliziotta quando - di fronte alla preoccupazione della madre, le dice che per legge lei è vittima, e l'anziano deceduto il predatore criminale. Sappiamo che non è così. Il cliente, a modo suo, è una brava persona. Ma anche la madre ha ragione, e anche la polizia. Ma ha ragione anche la ragazza, che nulla più della sua libera e consapevole scelta ha conseguito. La ragazzina è pienamente cosciente e padrona delle sue azioni, ella stessa ha creato la sua rete di incontri attraverso un sito che si è premurata di aggiornare e arricchire di fotografie eloquenti. Si fa presto a dire giusto o non giusto, a porre vincoli e confini: il regista scioglie le catene di questi parametri lasciando aperta ogni nostra riflessione in merito, descrivendo soltanto il nuovo rapporto comunicativo degli anni in cui viviamo fra adolescenza, libera scelta, sessualità e mondo internet. E' un film straordinariamente profondo ed attuale che dovrebbe essere visto da tutti: minori, genitori, insegnanti e magistrati, affinchè si rifletta su un sacco di cose che si continua a dare per scontate ma evidentemente non lo sono.
Interessante anche l'aspetto "fine a se' stesso" delle motivazioni che portano la ragazza a prostituirsi e voler continuare a farlo: ella non lo fa per acquistare vestiti o telefonini ma lo fa per il piacere sublime ed emotivamente accattivante di farlo. L'emozione dell'ascensore che sale verso l'appartamento di uno sconosciuto. L'emozione di sentirsi "pagati" e quindi compensati alla fine per questo rischio al buio. Io, che da ragazzino ho salito quell'ascensore, so che questo film nella sua etica narrativa è perfetto.
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siebenzwerg
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mercoledì 13 novembre 2013
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presuntuoso
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Una 17enne fredda, scostante, inabile o indisponibile verso l'innamoramento, senza alcuna qualità tranne che l'essere bella. Il personaggio di Isabelle persevera in se stesso, vivendo tutto il film appunto da personaggio e non da persona, prima, durante e dopo l'esperienza della prostituzione, non per colpa sua ma per colpa del film in cui si ritrova. Alla fine sembra che tutto quello che ha attraversato non l'abbia toccata più di tanto né trasformata. Qualcosa è avvenuto dentro di lei? A noi non è dato di vederlo. L'imbattersi nella morte la colpisce (e vorrei vedere!) ma non sembra influenzarla nel suo modo di andare per la vita. Il suo personaggio sembra ricoperto di una vernice impermeabile in entrata e in uscita.
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Una 17enne fredda, scostante, inabile o indisponibile verso l'innamoramento, senza alcuna qualità tranne che l'essere bella. Il personaggio di Isabelle persevera in se stesso, vivendo tutto il film appunto da personaggio e non da persona, prima, durante e dopo l'esperienza della prostituzione, non per colpa sua ma per colpa del film in cui si ritrova. Alla fine sembra che tutto quello che ha attraversato non l'abbia toccata più di tanto né trasformata. Qualcosa è avvenuto dentro di lei? A noi non è dato di vederlo. L'imbattersi nella morte la colpisce (e vorrei vedere!) ma non sembra influenzarla nel suo modo di andare per la vita. Il suo personaggio sembra ricoperto di una vernice impermeabile in entrata e in uscita. Come si può fare un film con questi elementi? Sembra difficile, eppure è semplice. Si sciorina un po' di sesso, anche questo inutile alla comprensione profonda della protagonista, e lo si contorna di ambientazioni sociali familiari banaloidi e prevedibili, come i dialoghi con cui sono tenute insieme e che mantengono tutti i personaggi in una zona di media statistica. La sceneggiatura crea delle situazioni ad altissimo tasso di prevedibilità e l'unico guizzo alla storia è dato dalla comparsa di Charlotte Rampling, come personaggio e come interprete. Non fosse stato per la sua presenza avrei dato anche una sola stella. Beato chi è riuscito ad apprezzare questo film, io preferisco ricordare Ozon per altre cose.
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m. di napoli
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sabato 21 dicembre 2013
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ozon e il cinema di uno sguardo mobile
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Tutto inizia con uno sguardo attraverso un binocolo, il cinema vuole altri filtri per potersi dare, vuole finzioni non necessarie, come rubare, ma non per soldi, dove non si rubano soldi, lo si era visto bene in Pickpocket,così come prostituirsi dimenticandoli chissà dove, in un armadio, in una mediazione, nello sguardo attraverso un binocolo, uno sguardo mobile.
Una giovane e bella, annoiata e malinconica, che già in vacanza, al culmine della noia nella sua festa di compleanno, dove si festeggia il tempo che passa, fugge lo sguardo. Vendersi al tempo quindi non è meno peggio che vendersi ad uno sconosciuto, vendersi mentre si legge Les liaisons dangereuses, si vende la propria giovinezza al tempo, purtroppo sempre, e così inizia nella 6095 di un albergo questa vendita parallela per giocarsi la giovinezza e il tempo fino alla morte di un vecchio: tempo ormai stanco.
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Tutto inizia con uno sguardo attraverso un binocolo, il cinema vuole altri filtri per potersi dare, vuole finzioni non necessarie, come rubare, ma non per soldi, dove non si rubano soldi, lo si era visto bene in Pickpocket,così come prostituirsi dimenticandoli chissà dove, in un armadio, in una mediazione, nello sguardo attraverso un binocolo, uno sguardo mobile.
Una giovane e bella, annoiata e malinconica, che già in vacanza, al culmine della noia nella sua festa di compleanno, dove si festeggia il tempo che passa, fugge lo sguardo. Vendersi al tempo quindi non è meno peggio che vendersi ad uno sconosciuto, vendersi mentre si legge Les liaisons dangereuses, si vende la propria giovinezza al tempo, purtroppo sempre, e così inizia nella 6095 di un albergo questa vendita parallela per giocarsi la giovinezza e il tempo fino alla morte di un vecchio: tempo ormai stanco. Passando per una psicologia di bressoniana memoria, psicologia che ha tariffari come quelli di una prostituta, che ha un suo tempo, di questa giuovine che ad un certo punto fa paura alla madre così come Tasso faceva paura ad Eleonora d’Este.
Questa ragazza indefinibile, in un rapporto di attrazione\derivazione anche verso il fratello, il patrigno stesso, un corpo-macchina adattabile ai molteplici gradienti di realtà, una condizione puramente meccanica, mobile, deformabile e trasformabile. In questo evento di una donna-caso che si perde nelle scale come Igitur, scale mobili però in una complessa variazione moderna che lei riflette come una brillante macchina erotica. Non raffigura e rappresenta niente, c’è solo un tema fuga in tutto il film e la prima cosa a fuggire è proprio lo sguardo di questa giuovine. Nessun passato, nessun riconoscimento, non riguarda nessun oggetto perduto (cosa che tenta di improvvisare lo psicologo con il nauseabondo tema del padre), la ragazza rappresenta solo un funzionamento. Autodistruttiva si oppone per questo alle pulsioni di morte – ragazza macchina con un grado zero di pensamento, dove proprio in questo senso: un corpo senza organi ignora e ripudia l’organismo, cioè l’organizzazione degli organi in estensione, ma forma una matrice intensiva che si appropria di tutti gli organi in intensità.
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eleonora panzeri
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sabato 24 ottobre 2015
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senza amore
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Una giovane e bellissima ragazza con un’innaturale apatia per la vita, per i sentimenti e per le emozioni. Una pellicola che tratta in maniera cruda e profonda la tematica delle baby squillo, senza trascurare gli aspetti psicologici dei vari attori partecipi alla vicenda. La vita di Leà viene presentata così com’è, senza fronzoli, nella sua amara ed annoiata crudezza. Il film è molto ben realizzato e trovo di forte impatto le splendide inquadrature al volto angelico dell’attrice protagonista, che stridono con il suo vuoto interiore e le situazioni squallide di cui è protagonista.
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Una giovane e bellissima ragazza con un’innaturale apatia per la vita, per i sentimenti e per le emozioni. Una pellicola che tratta in maniera cruda e profonda la tematica delle baby squillo, senza trascurare gli aspetti psicologici dei vari attori partecipi alla vicenda. La vita di Leà viene presentata così com’è, senza fronzoli, nella sua amara ed annoiata crudezza. Il film è molto ben realizzato e trovo di forte impatto le splendide inquadrature al volto angelico dell’attrice protagonista, che stridono con il suo vuoto interiore e le situazioni squallide di cui è protagonista. Un’apatia talmente profonda da essere spaventosa e difficile da comprendere. Non vi è nulla di apparentemente sbagliato e disfunzionale nella famiglia della protagonista, che tuttavia è portata a fuggire l’amore romantico ed appassionato tipico della sua età, per relazioni vuote e sterili. Non mi sento di dare un giudizio morale, se non che la psiche umana è spesso più contratta e perversa di quello che vorremmo.
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totybottalla
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giovedì 27 luglio 2017
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tutto il vuoto che c'è...!
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Buon affresco di Ozon che inquadra il vuoto dell'adolescenza senza quasi speranza, un bivio nel quale se sei bella come Isabelle ti prostituisci se non lo sei ti rifugi nel cibo peggiorando le cose che possono diventare letali in caso di droghe o altre illusioni, tutto questo delirio in un contesto invisibile e apparentemente normale raccontato in un film che diventa assordante nelle scene con pochi dialoghi, ma il lavoro di fattura francese evidenzia di riflesso la perversione imbarazzante di uomini di mezza e fine età, complici e protagonisti di tutto il vuoto che c'è! Saluti.
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lorenzodv
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mercoledì 21 agosto 2019
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l'hanno imbrogliata ed ora lei lo sa
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Qualcuno ha visto un film sulla prostituzione, io ho visto una disobbedienza civile degna di Martin Luther King.
Isabelle ha 17 anni e finalmente ha il suo primo rapporto sessuale e scopre che è una cosa normale, come tante. Sarebbe sbagliato affermare che non le è piaciuto, è delusa dalle aspettative, non è stato proprio un momento importante della vita, però l'ha atteso 17 anni. Per capire se sono tanti o pochi non bisogna pensare a quando si avevano 17 anni, bisogna pensare a 17 anni di reclusione, di ammortamento del mutuo, di attesa per cambiare la macchina; 17 anni!
Per chi ha 17 anni, sono tutta la vita.
Isabelle non ama il lusso, non vuole nulla di speciale, vuole decidere, scegliere.
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Qualcuno ha visto un film sulla prostituzione, io ho visto una disobbedienza civile degna di Martin Luther King.
Isabelle ha 17 anni e finalmente ha il suo primo rapporto sessuale e scopre che è una cosa normale, come tante. Sarebbe sbagliato affermare che non le è piaciuto, è delusa dalle aspettative, non è stato proprio un momento importante della vita, però l'ha atteso 17 anni. Per capire se sono tanti o pochi non bisogna pensare a quando si avevano 17 anni, bisogna pensare a 17 anni di reclusione, di ammortamento del mutuo, di attesa per cambiare la macchina; 17 anni!
Per chi ha 17 anni, sono tutta la vita.
Isabelle non ama il lusso, non vuole nulla di speciale, vuole decidere, scegliere. Mette annunci su internet e si prostituisce.
Isabelle è serena. Freud ha spiegato come curare le nevrosi ma non si sa come farle venire. Nessuno attorno a lei le spiega perché non avrebbe dovuto farlo ma lei lo capisce da sè. Le regole servono per dare sicurezza, Isabelle è fuori controllo, è pericolosa.Il controllo diventa l'elemento dominante ed Isabelle è in fondo abile ad assecondarlo ed evitare conseguenze estreme, sa di essere minorenne e come tale assoggettata, resta un mistero che il nome "prostituzione" sia riservato all'altra condizione.
E' un film bello, bellezza ed eleganza ne riempiono le scene e rendono accettabile il dramma. Si può vivere senza vederlo ma è un sacrificio inutile.
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sabato 8 gennaio 2022
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isabelle, léa e george...
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Ozon con questo lavoro tocca un argomento davvero scottante ma quanto mai attuale, la prostituzione minorile.
Lo fa con l'incisività e la leggerezza tipici dei due suoi film.
Isabelle è una diciassettenne bellissima e introversa, con lo sguardo spesso malinconico e inquieto. Durante l'estate ha un flirt con un suo amico tedesco, simpatico a tutti in famiglia, ma la storia non ha seguito perché il suo primo rapporto è stato non piacevole. Questo la irrita, lei si aspettava di toccare il cielo con un dito e invece... Decide allora di muoversi su binari diversi. Si compra un secondo cellulare e inizia a prostituirsi con il nickname di Léa.
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Ozon con questo lavoro tocca un argomento davvero scottante ma quanto mai attuale, la prostituzione minorile.
Lo fa con l'incisività e la leggerezza tipici dei due suoi film.
Isabelle è una diciassettenne bellissima e introversa, con lo sguardo spesso malinconico e inquieto. Durante l'estate ha un flirt con un suo amico tedesco, simpatico a tutti in famiglia, ma la storia non ha seguito perché il suo primo rapporto è stato non piacevole. Questo la irrita, lei si aspettava di toccare il cielo con un dito e invece... Decide allora di muoversi su binari diversi. Si compra un secondo cellulare e inizia a prostituirsi con il nickname di Léa. Le cose vanno subito benissimo, di giorno studia e di sera (eccetto i weekend, dedicati alla famiglia), si reca agli appuntamenti nelle stanze degli alberghi di Parigi. I suoi clienti sono spesso uomini maturi, alcuni si accontentano di vederla nuda e in pose saffiche. Lei è contenta, anche perché può disporre di denaro tutto suo, senza dover chiedere niente a nessuno. Inoltre, grazie alla sua avvenenza, può chiedere sempre cifre considerevoli, dai 100 € in su. Non tutti i suoi amanti le lasciano un buon ricordo ma lei non ne fa un dramma. Deve sempre mentire sulla sua età e dice di avere vent'anni. Lega in modo particolare con George, attempato uomo d'affari con moglie e figlia, dai modi discreti ed eleganti. Con lui Isabelle si trova benissimo, la ama e la comprende al tempo stesso, è sempre gentile e non le chiede mai di "andare oltre". Un evento tragico e inaspettato però turba e pone fine alla loro storia. Una sera George, sofferente di cuore, ha un infarto e muore sotto i suoi occhi. Isabelle è terrorizzata e scappa dall'hotel chiudendo anche il menage con gli altri amanti. La Polizia la rintraccia e del fatto viene informata tutta la famiglia. Lei è minorenne e non le viene addebitato nulla ma Isabelle dovrà seguire un corso da uno psicologo, la legge dice così. Da notare che Isabelle era sempre stata aiutata, nel non farsi scoprire sulla sua doppia vita, dal fratello più giovane, con cui ha un ottimo rapporto. La più sconvolta è la madre, che non si dà pace per non essersi accorta di nulla: è un po' falsa in tutto ciò, visto che incoraggia al flirt Peter, un amico di famiglia. Isabelle se ne accorge e ne rimane molto amareggiata. Lei e il marito poi vogliono dare in beneficenza i soldi guadagnati da Isabelle ma lei senza mezze misure si altera giustamente e dice loro: "Siete due imbecilli!". Riesce a salvare i suoi soldi con cui pagherà, 70 euro a visita, lo psicologo. Proprio in occasione della prima seduta, lo psicologo stesso, molto risoluto, dice spiazzando completamente la madre: "Sono soldi suoi, se li è guadagnata lei...". Isabelle continua negli studi e si fidanza con un suo coetaneo ma non è soddisfatta e lo lascia, ammettendo di non amarlo. Poi riattiva il suo cellulare segreto e riceve una chiamata dal numero del suo amato George... È la vedova, che la vuole incontrare nella stessa stanza dove Isabelle era solita vedersi con George. Le due donne fanno conoscenza e la vedova si lascia andare a qualche confidenza, poi si addormentano. Quando Isabelle si sveglia, la moglie di George non c'è più, ma le ha lasciato ugualmente i "soliti" cento euro che guadagnava con il suo George. Francois Ozon fa un centro perfetto con questo difficile film, aiutato da una straordinaria Marine Vatch e dallo scandire la storia con il ritmo delle quattro stagioni. Il finale poi è un tocco di genialità, aiutato da una splendida Charlotte Rampling nei panni della vedova. Un film freddo ma entusiasmante, per l'argomento proposto ma soprattutto per l'incisività dei protagonisti. - di "Joss" -
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pascale marie
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giovedì 12 dicembre 2013
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una adolescente in cerca di emozioni
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Isabelle è una adolescente che cerca emozioni fuori dal suo mondo giovane e insicuro come la sua età. Non può trovare quel qualcosa di speciale, emozionante e altro nei suoi coetanei. E si avventura consapevolmente e inconsapevolmente in un gioco più grande di lei, che lei stessa non sa dove la può portare. Forse ha paura, ma nello stesso tempo si lancia sicura e decisa senza rimpianti o remore. In casa il clima sembra sereno, in effetti non è proprio così...Scopre la madre che ha una ...relazione? con il marito della sua migliore amica... Non sembra tanto turbata per questo. Dunque la madre non può permettersi di dirle di più... Certo non capisce perché la figlia abbia scelto questa strada.
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Isabelle è una adolescente che cerca emozioni fuori dal suo mondo giovane e insicuro come la sua età. Non può trovare quel qualcosa di speciale, emozionante e altro nei suoi coetanei. E si avventura consapevolmente e inconsapevolmente in un gioco più grande di lei, che lei stessa non sa dove la può portare. Forse ha paura, ma nello stesso tempo si lancia sicura e decisa senza rimpianti o remore. In casa il clima sembra sereno, in effetti non è proprio così...Scopre la madre che ha una ...relazione? con il marito della sua migliore amica... Non sembra tanto turbata per questo. Dunque la madre non può permettersi di dirle di più... Certo non capisce perché la figlia abbia scelto questa strada... e Isabelle nello scontro con la madre " piange ". Questa età è un'età difficile: si sa quello che si vuole adesso, dopo non più... Si è felici apparentemente ma nello stesso tempo non si sa che cosa si vuole, e a mio parere Isabelle è si decisa a proseguire, e si vede nel finale, ma nello stesso tempo mostra tutte le incertezze dei suoi 17 anni. Ma François Ozon ancora una volta è stato bravo nel non giudicare... e lasciare anche a noi del pubblico la nostra versione. Ho trovato il film molto bello, delicato ed anche elegante. Non è imbarazzante per niente anche se il tema è forte, proprio per la giovane età della ragazza.
Ma c'è un'altra cosa importante per me. Qualcuno ha criticato il comportamento delle 17enne... Ma che dire degli uomini che frequentava? Anche loro per diversi motivi erano in cerca di emozioni, molto diverse da Isabelle però, anzi e soprattuto l'uomo che al termine l'ha pagata meno della tariffa stabilita, cercava solo soddisfazione per se stesso, emozioni zero. Ma il padre di famiglia, l'uomo elegante e galante, che è poi morto così, quasi tra le braccia di Isabelle, questo uomo non era così materialista, si è mostrato quasi sensibile e tenero. Ecco lui si cercava emozioni diverse da quelle che una moglie calcolatrice, fredda come la sua, non gli dava più...
Isabelle cercava cose diverse che i suoi coetanei non conoscevano ancora e questo era importante per lei. Gli uomini che frequentava credo fossero anche lusingati che una giovane e bella li frequentasse facendoli rivivere una nuova stagione che pensavano fosse perduta...le mogli li trascuravano ? Bravo inoltre F. Ozon nell'analisi dei giovani compagni di scuola di Isabelle... L'amica che la accusa, che la condanna implacabile... Un'altra faccia dell'adolescenza..., attaccata ad una vita senza emozioni e forse che finirà come la moglie dell'uomo spirato fra le braccia incerte e fragili di Isabelle. Si potrebbe andare avanti all'infinito analizzando ogni personaggio... Mi scuso per la prolissità ma è un film che fa riflettere. Non condivido Isabelle che si prostituisce ma capisco la sua tenera, insicura-sicura età e tutti i pensieri che l'avranno assalita e portata a provare una vita molto diversa e pericolosa. Bravissimo comunque François Ozon ancora una volta grande.
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gianleo67
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domenica 26 gennaio 2014
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una lolita...secondo ozon
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Dopo l'Estate del suo diciassettesimo compleanno e la sua deludente iniziazione sessuale, la giovane e tormentata Isabelle ritorna al suo consueto menage domestico ed alla sua vita di studentessa con una mutata consapevolezza del suo corpo e dei rapporti con l'altro sesso. Iniziando a prostituirsi, un pò per noia e un pò per soldi, nell'appartata freddezza di anonime stanze d'albergo, provoca involontariamente la morte di un anziano cliente cardiopatico, venendo così scoperta dalla polizia e dalla sua famiglia che cerca con difficoltà di comprenderne disagi e motivazioni. Finale sospeso.
Nella consueta dialettica di un'ambiguità psicologica sempre incerta tra volontà e fatalismo, tra pulsioni istintive e rigidità delle convenzioni (e dei ruoli) sociali, tra la complessità della natura umana e l'ipocrisia della cultura borghese, Ozon indaga lo smarrimento di una generazione incapace di elaborare il senso etico delle relazioni sociali, afflitta da una drammatica scissione tra emotività e sessualità, votata con spregiudicata indolenza a sperimentare un personale percorso di conoscenza e formazione (sentimentale, sessuale, umana).
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Dopo l'Estate del suo diciassettesimo compleanno e la sua deludente iniziazione sessuale, la giovane e tormentata Isabelle ritorna al suo consueto menage domestico ed alla sua vita di studentessa con una mutata consapevolezza del suo corpo e dei rapporti con l'altro sesso. Iniziando a prostituirsi, un pò per noia e un pò per soldi, nell'appartata freddezza di anonime stanze d'albergo, provoca involontariamente la morte di un anziano cliente cardiopatico, venendo così scoperta dalla polizia e dalla sua famiglia che cerca con difficoltà di comprenderne disagi e motivazioni. Finale sospeso.
Nella consueta dialettica di un'ambiguità psicologica sempre incerta tra volontà e fatalismo, tra pulsioni istintive e rigidità delle convenzioni (e dei ruoli) sociali, tra la complessità della natura umana e l'ipocrisia della cultura borghese, Ozon indaga lo smarrimento di una generazione incapace di elaborare il senso etico delle relazioni sociali, afflitta da una drammatica scissione tra emotività e sessualità, votata con spregiudicata indolenza a sperimentare un personale percorso di conoscenza e formazione (sentimentale, sessuale, umana). Aderendo in modo programmatico ad una tesi sociale che frequenta da vicino recenti fatti di cronaca e scandendo la rigida cronologia di una formazione sentimentale 'degenere' (l'Estate della verginità perduta, l'Autunno di una difficile elaborazione emotiva, L'Inverno di una progressiva discesa agli inferi, La Primavera di una apparente rinascita adolescenziale), l'autore sembra tuttavia smarrire i codici personali di un cinema da sempre ondivago e subliminale per approdare invece alle banali cronache di una Lolita dei nostri giorni e recuperando, di quando in quando, il senso di una progressione drammatica tra curiosità e autodistruzione, tra le lusinghe di una volontà di dominio e l'affiorare del senso di colpa, seguendo quasi gli scarti di una sceneggiatura e di un montaggio incoerenti e disomogenei, incapaci di far dialogare personaggi e situazioni al di fuori della consueta matrice onirico-simbolica di altre opere più riuscite. Resta tuttavia un senso di profondo straniamento di fronte al corpo sinuoso ed elegante della splendida e giovanissima Marine Vacth che si agita e si dimena con generosa voluttà alla disperata ricerca di una propria identità nello squallore di una prezzolata ginnastica del desiderio maschile, tra corpi decadenti e inveterate umiliazioni, sempre consapevole del proprio ruolo di consumata attrice dei sensi. Fuori tema ed oltre tempo massimo la comparsata finale della Rampling peraltro,nonostante l'età, attrice feticcio del regista francese. Fosse altro cinema avremmo titolato 'Le calde voglie di un'adolescente inquieta' e non ci avremmo pensato più. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2013, semina poco e raccoglie ancora meno.
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dario
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venerdì 7 agosto 2015
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superbo
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Molto lodevole la decisione di rispettare i personaggi. Il regista, qui ottimo, non fa morali se non indirettamente, con raffinatezza e sottile tenerezza per le vicende umane. Assiste e commenta fra sè e sè con notevole sensibilità. Tutto avviene sul corpo di vittime quasi ignare. La realtà è una gigantesca confusione, un intrecciarsi di ruoli che l'umanità sopporta con un misurato e innocuo stupore. Vale la materia, lo spirito è muto, ma non del tutto. L'indulgenza, dunque, è dovuta. Ottimi gli attori, su tutti un'inquietanteVacht, specchio delle nostre deficienze.
[+] superb?
(di luanaa)
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