Titolo originale | Mga kuwentong barbero |
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Filippine |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Jun Robles Lana |
Attori | Eddie Garcia, Iza Calzado, Sue Prado, Daniel Fernando, Nora Aunor, Nicco Manalo Shamaine Buencamino, Gladys Reyes, Eugene Domingo, Nonie Buencamino. |
Tag | Da vedere 2013 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 15 aprile 2014
La storia di una donna coraggiosa che sovverte la mentalità maschilista del suo paese grazie alla sua determinazione.
CONSIGLIATO SÌ
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Marilou è la moglie del barbiere José, che non la ama e la tradisce senza nascondere più di tanto il fatto. Quando José muore, Marilou lentamente prende coscienza di se stessa e delle proprie potenzialità, finendo per rilevare l'attività del marito. Ma la morsa della dittatura di Marcos si fa sempre più stretta, obbligando a schierarsi necessariamente con la fazione o con i ribelli.
Spesso il punto di osservazione privilegiato per studiare gli effetti nefasti di un regime dittatoriale non è la capitale e centro politico governativo, ma la provincia remota, dove il seme dell'odio trova il terreno adatto per mettere radici. È il caso della drammatica storia di Marilou e della sua trasformazione da vittima assoluta - del marito, del conformismo, del maschilismo, della superstizione - a rivoluzionaria, capace di compiere un atto coraggioso quanto pericoloso, forse suicida. Barber's Tale è un film di enorme coraggio: non solo perché in tempi di politicamente corretto imperante ricorda al mondo che la rivoluzione - anche intesa come semplice riconquista dei diritti di una democrazia - non è affatto un pranzo di gala, ma perché costruisce questa storia di riscatto servendosi degli strumenti del cinema popolare. Che nelle Filippine mostra segni sempre più evidenti di crescita, forse finalmente in grado di comunicare con il distantissimo microcosmo autoriale della cinematografia nazionale, quello di Lav Diaz e Brillante Mendoza oggi, di Brocka e O'Hara ieri. Il cinema di Jun Robles Lana non nasconde ingenuità anche disarmanti - un proiettile estratto da un corpo umano ma dalla forma intatta - ma riesce a colpire con un messaggio potente, senza mai abbandonare la sobrietà della messinscena; in questo aiutato da un'interpretazione magistrale e figlia del neorealismo di Eugene Domingo, reinventatasi maschera drammatica di una nazione dopo anni di commedie (The Woman in the Septic Tank, I Do Bidoo Bidoo). E nell'amore per i dettagli emergono le molteplici caratteristiche di un popolo unico, la sua religiosità ai limiti dell'idolatria, il suo maschilismo quasi imbarazzante, senza che i bozzetti finiscano per inficiare il quadro generale. Come si diceva un tempo, consigliato a tutti, nessuno escluso, per non dimenticare.