paul_86
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sabato 2 marzo 2013
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l'uomo ragno torna a far baccano
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A pochi anni di distanza dall'ultimo Spider-Man di Raimi, Marc Webb lo riporta in "vita" e in volo tra i grattacieli di New York per difendere la città dalla criminalità . Inanzitutto, se vogliamo far dei paragoni, Andrew Garfield è molto meglio sotto le vesti dell'eroe Marvel rispetto a Tobey Maguire, nonostante sotto il punto di vista dell'essere impacciato e secchione riusciva meglio a quest'ultimo. Come "villain" secondo me è stata ottima l'dea di Connors/Lizard lasciando al prossimo film il ruolo di nemico a Osborn/Goblin, che saggiamente cè stato suggerito nei titoli di coda. Dal punto di vista sentimentale gradevole la storia tra Peter Parker e Gwen Stacy, con un ottima interpretazione della Stone, e con un ruolo importante anche al padre di lei.
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A pochi anni di distanza dall'ultimo Spider-Man di Raimi, Marc Webb lo riporta in "vita" e in volo tra i grattacieli di New York per difendere la città dalla criminalità . Inanzitutto, se vogliamo far dei paragoni, Andrew Garfield è molto meglio sotto le vesti dell'eroe Marvel rispetto a Tobey Maguire, nonostante sotto il punto di vista dell'essere impacciato e secchione riusciva meglio a quest'ultimo. Come "villain" secondo me è stata ottima l'dea di Connors/Lizard lasciando al prossimo film il ruolo di nemico a Osborn/Goblin, che saggiamente cè stato suggerito nei titoli di coda. Dal punto di vista sentimentale gradevole la storia tra Peter Parker e Gwen Stacy, con un ottima interpretazione della Stone, e con un ruolo importante anche al padre di lei. La non presenza del Daily Bugle e del collerico direttore Jameson è una mancanza rispetto al primo film di Raimi, ma forse l'idea è di lasciarla al prossimo film..mah! Ottima l'idea di girare quasi tutte le scene d'azione di notte, mentre nei precendenti film molte venivano girate di giorno, dando un tono più dark al film. La cosa che mi è piaciuta meno è stata la trasformazione da Peter Parker a Spider-Man, troppo frettolosa, mentre negli altri film era più curata ma questo è un mio giudizio personale. Anche le riprese in primo piano dell'uomo ragno, forse per valorizzare il 3D che io non ho visto, le ho trovate interessanti. Per quanto riguarda la storia ottima l'dea di sfruttare la "misteriosa" scomparsa dei genitori e il cercare la verità su di essa che porta Peter Parker ad andare alla Oscorp, dove nel laboratorio del Dottor Connors, ex collega e amico del padre scomparso, si studia la possibilità di incrociare le specie, e dove lui verrà morso dal ragno che gli darà straordinari poteri. Forse un pò banalotto il piano di Lizard di trasformare la città in un branco di lucertole giganti ma vabbè, in un film di questo genere ci può stare insomma. Concludo dicendo che i paragoni con i precedenti film sono inevitabili, soprattutto per il poco tempo che è passato dall'ultimo a questo, ma comunque sono dei buonissimi film quelli di Raimi come lo è questo di Webb; non si poteva pretendere un capolavoro, anche perchè gira e rigira la storia di Spider-Man è quella, e nel complesso lo ritengo un buon film di genere, con ottimi effetti speciali e spettacolari scene d'azione.
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rositascaccia
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giovedì 2 maggio 2013
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un reboot ben riuscito più fedele al fumetto
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Peter Parker alla tenera età di sette anni viene affidato a sua Zia May e suo zio Ben. Da quella notte, il piccolo non vedrà più i suoi genitori che scompaiono misteriosamente senza fare più ritorno. Trascorsi dieci anni, Peter è un liceale timido e impacciato: tanto da essere nel mirino del bullo Falsh Thompson. Quando un giorno in soffitta trova una valigietta appartenente a suo padre contenente delle strane ricerche, Peter decide di indagare più a fondo sugli studi del genitore. Durante la ricerca delle sue risposte, Peter conosce il dottor Curt Connors, vecchio amico di famiglia, che studia la possibilità di innesti tra cellule umane e animali.
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Peter Parker alla tenera età di sette anni viene affidato a sua Zia May e suo zio Ben. Da quella notte, il piccolo non vedrà più i suoi genitori che scompaiono misteriosamente senza fare più ritorno. Trascorsi dieci anni, Peter è un liceale timido e impacciato: tanto da essere nel mirino del bullo Falsh Thompson. Quando un giorno in soffitta trova una valigietta appartenente a suo padre contenente delle strane ricerche, Peter decide di indagare più a fondo sugli studi del genitore. Durante la ricerca delle sue risposte, Peter conosce il dottor Curt Connors, vecchio amico di famiglia, che studia la possibilità di innesti tra cellule umane e animali. Nel suo studio Peter viene morso da un ragno che gli causa degli strani poteri.
Marc Webb , decide di rimanere molto più fedele al fumetto rispetto alla trilogia di Raimi. Egli stesso ha affermato di voler essere tornato agli 'spara-ragnatela' meccanici per non allontarsi troppo dalla vera natura di Spider-man, che appare essere un ottimo ingegnere. In questa prima pellicola, inoltre, viene messa in luce il primo amore di Peter: Gwen Stacy, interpretata dalla bellissima Emma Stone. Questa figura non è stata introdotta nei film precedenti. Un lavoro ben strutturato, con diversi effetti speciali. L'uomo ragno viene dipinto con un aspetto più umano, più sensibile e in diverse circostanze molto ribelle.
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joan holden
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venerdì 27 luglio 2012
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ma ce n'era proprio bisogno?
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Terminato il fortunato ciclo di Sam Raimi, Spider-Man torna alle origini. Il nuovo film sull'Uomo Ragno diretto da Marc Webb è infatti un reboot (un "riavvolgimento di nastro"): una scelta della produzione che, visti gli ottimi risultati di critica e pubblico conquistati dalla saga di Raimi, francamente lascia perplessi.
La sceneggiatura di J. Vanderbilt affronta una tematica tralasciata nei film precedenti: il tormento di Peter per la perdita dei genitori e il coinvolgimento del padre con la Oscorp. Ma, ripercorrendo le origini, i punti di contatto sono inevitabili: la fatidica puntura del ragno, la scoperta dei nuovi poteri, la morte dello zio Ben, la nascita del mito di Spider- Man.
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Terminato il fortunato ciclo di Sam Raimi, Spider-Man torna alle origini. Il nuovo film sull'Uomo Ragno diretto da Marc Webb è infatti un reboot (un "riavvolgimento di nastro"): una scelta della produzione che, visti gli ottimi risultati di critica e pubblico conquistati dalla saga di Raimi, francamente lascia perplessi.
La sceneggiatura di J. Vanderbilt affronta una tematica tralasciata nei film precedenti: il tormento di Peter per la perdita dei genitori e il coinvolgimento del padre con la Oscorp. Ma, ripercorrendo le origini, i punti di contatto sono inevitabili: la fatidica puntura del ragno, la scoperta dei nuovi poteri, la morte dello zio Ben, la nascita del mito di Spider- Man...Insomma, a meno che vi siate persi la trilogia di Raimi, l'effetto déjà-vu è garantito.
Allo stesso tempo il film non potrebbe essere più diverso dai precedenti per scelta degli interpreti, regia, tono e atmosfere.
Il sospetto è che i produttori abbiano voluto virare verso una versione più "dark" delle avventure del supereroe, ispirati forse dal grande successo della trilogia di Batman. Peccato che Spider-Man sia assai diverso dal Cavaliere Oscuro e un'eccesiva dose di toni cupi appesantisce un personaggio che, proprio per la sua aria scanzonata e giovanile, è il supereroe più amato dai ragazzini.
La cupezza, dicevamo, pervade l'intero film: le scene in notturna o in luoghi chiusi superano di gran lunga quelle alla luce del sole: gli scontri tra Spider-Man e Lizard sono tutti in notturna e l'unico che avviene di giorno si svolge al chiuso di un edificio scolastico.
Ad appesantire il tutto, gli episodi e la battute che strappano una risata si contano sulle punta delle dita, quando i film di Sam Raimi erano attraversati da una vena comica che spezzava alla perfezione la tensione delle scene d'azione e quelle drammatiche.
La mancanza del mitico J.J.J., direttore del Daily Bugle, si sente (e, a proposito, che senso ha insistere sulla passione di Peter per la fotografia se non si concretizza nella sua occupazione da "fotografo ufficiale" di Spider-Man?).
Buona la scelta degli interpreti: Andrew Garfield è uno Spider-Man dal fisico più asciutto e dinoccolato, più efficace quando deve rappresentare il lato scanzonato del supereroe che quello travagliato. Col suo sorrisetto da piacione e l'abbigliamento street-style, il suo Peter Parker risulta meno sfigato di quello di Tobey Maguire che, con la sua faccia da eterno imbambolato e l'aria da perdente, riusciva meglio ad accattivarsi la simpatia degli apettatori.
Mary Jane, oggetto del desiderio sempiterno di Peter nella trilogia, è stata qui rimpiazzata da Gwen Stacy, personaggio che era stato ignobilmente stravolto nel precedente film sull'eroe. Interpretata da Emma Stone, Gwen è ben lungi dal coltivare le velleità artistiche della rossa rivale: è all'opposto una ragazza con la testa ben salda sulle spalle, brillante studentessa di biologia e pupilla del Dottor Connors.
Al contrario di Mary Jane, che ci metteva un pò a comprendere i suoi forti sentimenti verso Peter (e nel frattempo si distraeva con james Franco, mica scema la ragazza), Gwen non ha occhi che per il suo eroe. Nel complesso ne risulta un personaggio monocorde, quasi passivo, eccessivamente serioso per una diciasettenne. Così noiosa che anche Lizard, quando se la ritrova in trappola nella torre, non ci pensa proprio a rapirla o usarla come esca contro il suo rivale, ma la molla nello sgabuzzino lasciandola spiazzata quanto lo spettatore.
Ma volete mettere con la povera Mary Jane, immancabilmente fatta ostaggio dal mostro di turno, sempre presa a venir strattoata per i grattacieli di Manhattan? I suoi strilli erano parte integrante della colonna sonora.
Kirsten Dunst spezzava il cuore di Peter e al contempo dava del lavoro da sbrigare a Spider-man: la ragazza sapeva decisamente come si tiene in piedi un film!
Chiudendo la parentesi personaggi, arriviamo alla nota dolente: il contraltare dell'eroe, Lizard/Connors , interpretato dal pur bravo Rhys Ifans. Si tratta del classico scienziato che prova sulla propria pelle l'esperimento a cui lavora da una vita e, guarda un pò, l'esperimento va storto (ma quando impareranno?!). Purtroppo è un villain totalmente privo di carisma e le sue vicende ricordano troppo quelle di Octopus.
La regia di Webb è apprezzabile, ma manca la maestria di Raimi, abile nel realizzare uno stile "fumettistico" ed epico. Anche Webb riesce però in alcuni momenti a creare pathos, come nella scena in cui Spider-Man fa indossare a un bambino la sua maschera per dargli coraggio e quella in cui il nostro eroe, ferito a una gamba, deve correre una lunga distanza per raggiungere la Oscorp Tower.
Interessante è infine la scelta di riprendere alcuni elementi presenti in "Ultimate Spider-Man", la versione moderna del fumetto uscita negli anni 2000: ne sono un esempio la più giovane età degli zii e la scena sul campo di basket.
Come nella versione cartacea, inoltre, le ragnatele non sono incorporate, ma fuoriescono da dei polisini (ache se Dio solo sa come abbia fatto a procurarsele... )
Segnalo infine un divertente cameo di Stan Lee e una scena nascosta nei titoli di coda, che getta ulteriori ombre sul passato del padre di Peter.
Insomma, in generale "The Amazing Spider-Man è un buon prodotto, godibile, ma uscendo dalla sala un interrogativo non potrà non aleggiare su tutti noi: "Ma era proprio necessario?"
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mr.slapstick
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venerdì 6 luglio 2012
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un altro uomo ragno, di molto superiore al primo
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Ero ancora u n bambino quando uscì il primo film di Sam Raimi, e a distanza di anni, ho continuato a trovarlo un buon film, con dei buoni personaggi, una buona regia e - Alfred Molina e Willem Dafoe a parte - pessimi attori. Tobey Maguire in prima fila. Poi, anche se non avevo letto il fumetto, sapevo che questo spiderman aveva in comune con quello di Stan Lee il nome e poco altro. Questo reboot invece scrive la storia come dovrebbe essere stata scritta la prima volta, con un protagonista più adeguato sia a livello fisico sia recitativo e un cattivo un po' inferiore nel disegno rispetto a quelli di Raimi, ma interpretato ad un livello in linea con i precedenti da Rhys Ifans (truccato per somigliare a Nicholas Cage).
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Ero ancora u n bambino quando uscì il primo film di Sam Raimi, e a distanza di anni, ho continuato a trovarlo un buon film, con dei buoni personaggi, una buona regia e - Alfred Molina e Willem Dafoe a parte - pessimi attori. Tobey Maguire in prima fila. Poi, anche se non avevo letto il fumetto, sapevo che questo spiderman aveva in comune con quello di Stan Lee il nome e poco altro. Questo reboot invece scrive la storia come dovrebbe essere stata scritta la prima volta, con un protagonista più adeguato sia a livello fisico sia recitativo e un cattivo un po' inferiore nel disegno rispetto a quelli di Raimi, ma interpretato ad un livello in linea con i precedenti da Rhys Ifans (truccato per somigliare a Nicholas Cage). E poi finalmente si esplora la dimensione familiare di Peter Parker, che nella trilogia precedente era rimasta completamente inesplorata: Peter cerca la verità sui suoi genitori e sulla loro morte, una verità che viene però rimandata, con l'immancabile scena dopo i titoli di coda, al secondo film. Le scene d'azione sono molto ben girate, ma non pensate per il 3D e non mancano riprese in soggettiva dal punto di vista di spiderman, che mi erano sempre mancate. Ovviamente gli effetti speciali in dieci anni sono molto migliorati e rendono al massimo della spettacolarità le scene in cui il ragno salta da un muro all'altro.Peter è un personaggio molto più consistente del precedente e Il rapporto con gli zii di è anch'esso più approfondito; gli zii stessi sono interpretati da attori migliori di quelli precedenti (Martin Sheen è perfetto come zio Ben) anche solo come fisionomia. Il tutto in due ore e venti che non pesano ma riescono a divertire e a emozionare fino all'ultimo.
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caco_gioanina
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giovedì 5 luglio 2012
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non è un sequel, ma uno stupefacente reboot!
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Per una buona parte di The Amazing Spider-Man, vi chiederete di continuo che fine abbia fatto, in effetti, Spider-Man. Marc Webb (500 giorni insieme), dalla verve potentemente indie, sceglie di farci sudare l’arrivo dell’eroe in costume sullo schermo. È una storia di origini, di nuovo, ma narrata questa volta grazie al carisma di un attore sicuramente più magnetico del pallidino Tobey Maguire. Andrew Garfield è lo Spider-Man come dovrebbe essere nel 2012: atletico, imbattibile nel parkour, ma il cui sguardo comunica intelligenza, rendendo piena giustizia a quella che è, del resto, l’alchimia muscoli/cervello alla base del personaggio. E così, ci appassioniamo alle vicende del liceale Peter Parker, un po’ nerd magari, ma anche tanto sveglio. Impacciato ai primi approcci con la bella Gwen Stacy (Emma Stone), ma credibile quando dà anima e corpo per salvarla. E decisamente tormentato: Webb riprende la poetica del “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, dando però una nuova sfaccettatura all’evento che sancisce la nascita di Spider-Man, la morte di zio Ben.
Tramite tanti piccoli tocchi, Webb riesce a ricostruire fedelmente sul grande schermo l’umanità di Peter, in maniera ancora più viscerale rispetto a quanto aveva fatto Sam Raimi. Il nuovo Spider-Man è un supereroe credibile che, ancora prima di affrontare il super villain di turno, deve gestire la zia May, preoccupata dal vederlo tornare nel cuore della notte, tumefatto e lacero. È grazie a questa costruzione che, quando il film cambia di registro, sfoderando il suo taglio più action, ci appassioniamo alle vicende del protagonista. È qui che il film allestisce una sorprendente messinscena, copiando molte delle soluzioni vincenti già ideate da Raimi. Su tutte, le vertiginose inquadrature che ritraggono Spider-Man mentre si dondola sui grattacieli di Manhattan, sospeso dalle ragnatele. Ma Webb inventa anche nuovi e innovativi espedienti, come le visuali in soggettiva che tanto fanno Mirror’s Edge.
È la prestanza atletica del dinoccolato Garfield a rendere questi momenti ancora più verosimili, scacciando la fastidiosa sensazione di vedere un pupazzo che si agita sullo schermo. Un atteggiamento che ben si sposa, peraltro, con l’attitudine ironica di Spider-Man, il cui humour è stato recuperato nella nuova incarnazione del reboot. È sulle spalle di Peter Parker, insomma, che si regge il nuovo Spider-Man, e in quest’ottica si perdonano anche alcune cadute di stile, come il pupazzoso Lizard. Un nemico un po’ trash, che non rende giustizia alla sua controparte umana, il dottor Connors, personaggio mosso da una motivazione potente e tragica come può essere la perdita del suo braccio, che tenta di ricostruire grazie alla scienza. In definitiva, The Amazing Spider-Man sposa la new wave di supereroi iniziata da Batman. Ma, nel farlo non perde minimamente la sua anima di superhero flick. Il risultato, è un piccolo manuale del genere, senza pretese ma dallo spirito possente.
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caco_gioanina
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giovedì 5 luglio 2012
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quello che stavamo aspettando.
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Per una buona parte di The Amazing Spider-Man, vi chiederete di continuo che fine abbia fatto, in effetti, Spider-Man. Marc Webb (500 giorni insieme), dalla verve potentemente indie, sceglie di farci sudare l’arrivo dell’eroe in costume sullo schermo. È una storia di origini, di nuovo, ma narrata questa volta grazie al carisma di un attore sicuramente più magnetico del pallidino Tobey Maguire.
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Per una buona parte di The Amazing Spider-Man, vi chiederete di continuo che fine abbia fatto, in effetti, Spider-Man. Marc Webb (500 giorni insieme), dalla verve potentemente indie, sceglie di farci sudare l’arrivo dell’eroe in costume sullo schermo. È una storia di origini, di nuovo, ma narrata questa volta grazie al carisma di un attore sicuramente più magnetico del pallidino Tobey Maguire. Andrew Garfield è lo Spider-Man come dovrebbe essere nel 2012: atletico, imbattibile nel parkour, ma il cui sguardo comunica intelligenza, rendendo piena giustizia a quella che è, del resto, l’alchimia muscoli/cervello alla base del personaggio. E così, ci appassioniamo alle vicende del liceale Peter Parker, un po’ nerd magari, ma anche tanto sveglio. Impacciato ai primi approcci con la bella Gwen Stacy (Emma Stone), ma credibile quando dà anima e corpo per salvarla. E decisamente tormentato: Webb riprende la poetica del “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, dando però una nuova sfaccettatura all’evento che sancisce la nascita di Spider-Man, la morte di zio Ben.
Tramite tanti piccoli tocchi, Webb riesce a ricostruire fedelmente sul grande schermo l’umanità di Peter, in maniera ancora più viscerale rispetto a quanto aveva fatto Sam Raimi. Il nuovo Spider-Man è un supereroe credibile che, ancora prima di affrontare il super villain di turno, deve gestire la zia May, preoccupata dal vederlo tornare nel cuore della notte, tumefatto e lacero. È grazie a questa costruzione che, quando il film cambia di registro, sfoderando il suo taglio più action, ci appassioniamo alle vicende del protagonista. È qui che il film allestisce una sorprendente messinscena, copiando molte delle soluzioni vincenti già ideate da Raimi. Su tutte, le vertiginose inquadrature che ritraggono Spider-Man mentre si dondola sui grattacieli di Manhattan, sospeso dalle ragnatele. Ma Webb inventa anche nuovi e innovativi espedienti, come le visuali in soggettiva che tanto fanno Mirror’s Edge.
È la prestanza atletica del dinoccolato Garfield a rendere questi momenti ancora più verosimili, scacciando la fastidiosa sensazione di vedere un pupazzo che si agita sullo schermo. Un atteggiamento che ben si sposa, peraltro, con l’attitudine ironica di Spider-Man, il cui humour è stato recuperato nella nuova incarnazione del reboot. È sulle spalle di Peter Parker, insomma, che si regge il nuovo Spider-Man, e in quest’ottica si perdonano anche alcune cadute di stile, come il pupazzoso Lizard. Un nemico un po’ trash, che non rende giustizia alla sua controparte umana, il dottor Connors, personaggio mosso da una motivazione potente e tragica come può essere la perdita del suo braccio, che tenta di ricostruire grazie alla scienza. In definitiva, The Amazing Spider-Man sposa la new wave di supereroi iniziata da Batman. Ma, nel farlo non perde minimamente la sua anima di superhero flick. Il risultato, è un piccolo manuale del genere, senza pretese ma dallo spirito possente.
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knightdark
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martedì 10 luglio 2012
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uno spiderman poco "amazing"
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Sicuramente la prima cosa che chiunque fa dopo aver visto Amazing Spiderman,è paragonare questa nuova versione del nostro Uomo ragno,a quella nemmeno troppo lontana di Raimi...Ora che L'ho visto anch'io, posso affermare con certezza,che non c'è paragone con lo Spiderman di Sam Raimi,quello di Raimi era di tutt'altro livello e spessore,questo reboot invece è un filmetto buono solo per i ragazzetti... Partiamo dalla figura di Peter Parker;Qui troviamo un nuovo Peter Parker, un po’ manghizzato e un po’ ringiovanito, capelli da emo, con la felpa col cappuccio e aria da ribelle.
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Sicuramente la prima cosa che chiunque fa dopo aver visto Amazing Spiderman,è paragonare questa nuova versione del nostro Uomo ragno,a quella nemmeno troppo lontana di Raimi...Ora che L'ho visto anch'io, posso affermare con certezza,che non c'è paragone con lo Spiderman di Sam Raimi,quello di Raimi era di tutt'altro livello e spessore,questo reboot invece è un filmetto buono solo per i ragazzetti... Partiamo dalla figura di Peter Parker;Qui troviamo un nuovo Peter Parker, un po’ manghizzato e un po’ ringiovanito, capelli da emo, con la felpa col cappuccio e aria da ribelle... Quindi tanti saluti al PP nerd,impacciato e timido che conosciamo da anni nei fumetti e nei film di Raimi....Già quel Saim Raimi che con il suo primo Spiderman,ha dato inizio al filone cinematografico sui supereroi,e a potato al cinema una trasposizione del nostro "amichevole Spiderman di quartiere",molto vicina alla perfezione...Incarnava perfettamente lo spirito dell'essere eroe,quell' eroe che tutti avevano bisogno,specialmante i newyorkesi, dopo i fatti dell 11 settembre...The Amazing Spider-Man invece, non è altro che il solito filmetto d’amore teen tra un essere “particolare” e una ragazza “normale”,in pratica i classici filmetti della nuova era fatti apposta per gli (esuberanti) adolescenti moderni.... Le sequenze action,non sono nulla di che, le deve aver girate la seconda unità e sono tutte abbastanza mezze mezze.Vederlo in 3D,sarebbe superfluo e inutile visto la pochezza di girati adatti per questo formato...Rimangono in mente per dieci minuti dopo la fine del film le soggettive di Spider-Man che svolazza tra i palazzi e basta. Il resto è fuffetta.Fuffetta fatta apposta per trasformare quello che era Spider-Man in un’altra cosa, in una specie di rom com (pochissimo com e pallosamente rom) dove si può far palpitare i cuori dei ragazzini. Abbiamo discusso per anni del perché fare un reboot di un progetto cinematogrfaico così giovane. E alla fine, ovviamente, la soluzione è quella più semplice: bisogna venire incontro alle nuove generazioni. I nerd non sono più nerd. I nerd sono diventati i nuovi cool. E Peter Parker adesso ha la felpetta col cappuccio e quel fare un po’ da “sono quello strano della scuola. Non hai idea di quanto sono profondo.Ti faccio vedere il mio book fotografico”. E tutto va di conseguenza....La trama poi,sembra un "copia incolla" della sceneggiatura di SPIDERMAN 2...Ma poi ,vogliamo davvero paragonare un regista come RAIMI,con questo WEBB,il quale prima dell'uscita di questo film,nessuno sapeva nemmeno la sua esistenza???non a caso, The Amazing Spider-Man risulta essere uno dei film peggio girati e scritti dell’ultimo periodo.Si tratta soltando di un film che mira ad essere la nuova frontiera del blockbuster, una pellicola che vuole fare da antagonista, con The Dark Knight Rises di Nolan e che invece riesce giusto a mettersi in scia dell’anti Twilight, Hunger Games. Film svogliati che sembrano già vecchi dopo dieci minuti che sono usciti, che s’afflosciano sulle loro intenzioni inanellando una serie di frivolezze una dietro l'altra... E tutto va di conseguenza. Sicuramente non mancheranno i commenti dei SOLITI bimbetti ,che dopo aver visto questo film saranno tutti euforici,e diranno "ecco il vero Spiderman" denigrando la trilogia di Raimi,per i motivi più futilii!!!Ignari però di essere nel torto più totale....
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uomoragno95
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venerdì 6 luglio 2012
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...e dalle ceneri sorge the amazing spiderman
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L'uomo ragno risorge.
Gia, proprio così: è risorto un mito.
Poco da criticare, la situazione iniziale è misteriosa e piuttosto accattivante: il film inizia con Peter Parker,un bambino di sette anni che per ragioni misteriose è costretto a separarsi dai genitori e viene affidato ai suoi zii. Da li consceremo la sua adolescenza attraverso scene divertenti e drammatiche e dopo mille peripezie che non voglio rivelare in questa recensione(dico solo che saranno momenti a volte memorabili) arriverremo al punto in cui il ragazzo indosserà il mitico costume di Spider Man e conosceremo Lizzard,l'antagonista che appassionati dei vecchi fumetti dell'uomo ragno riconosceranno e ameranno.
Un vero e proprio elogio va a una scena (ovviamente sta a voi vederla) durante la prima battaglia contro Lizzard in cui Spider Man salva un bambino dal lucertolone, mentre una nota di merito va al finale del film, che puo sembrare scontato ma nasconde una malinconia di fondo che si addice alla situazione proposta.
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L'uomo ragno risorge.
Gia, proprio così: è risorto un mito.
Poco da criticare, la situazione iniziale è misteriosa e piuttosto accattivante: il film inizia con Peter Parker,un bambino di sette anni che per ragioni misteriose è costretto a separarsi dai genitori e viene affidato ai suoi zii. Da li consceremo la sua adolescenza attraverso scene divertenti e drammatiche e dopo mille peripezie che non voglio rivelare in questa recensione(dico solo che saranno momenti a volte memorabili) arriverremo al punto in cui il ragazzo indosserà il mitico costume di Spider Man e conosceremo Lizzard,l'antagonista che appassionati dei vecchi fumetti dell'uomo ragno riconosceranno e ameranno.
Un vero e proprio elogio va a una scena (ovviamente sta a voi vederla) durante la prima battaglia contro Lizzard in cui Spider Man salva un bambino dal lucertolone, mentre una nota di merito va al finale del film, che puo sembrare scontato ma nasconde una malinconia di fondo che si addice alla situazione proposta.
La recensione finisce qui: se siete fan dell'uomo ragno non potete perdere The amazing Spider Man, se non lo siete è una buona occasione per diventarlo. Grazie per aver letto la recensione.
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dragonia
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giovedì 5 luglio 2012
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nella tela di marc webb
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Caro Sam Raimi, fa' un po' di spazio al nuovo astro nascente di Hollywood, che ha compiuto la trasposizione sul grande schermo di uno dei personaggi più amati dei fumetti meglio di te. In questa nuova versione dei tragici fatti che portano alla nascita di Spider Man tutto convince, a cominciare dal protagonista Garfield, incredibilmente in parte, incredibilmente spaccone, immaturo, arrogante e, soprattutto, umano. Il suo Peter Parker non è timido, innocente e un po' tontolone come Maguire, ma più oscuro, segnato da eventi che trovano finalmente un loro spazio nello spettacolo, su tutti la sparizione dei genitori. Così, la storia si presenta più intrigante, più cosparsa di elementi misteriosi e più coinvolgente a dispetto della sostanziale banalità del film del 2002, ed è ben supportata da grandiose interpretazioni, in cui non si può distinguere chi sia il più bravo; ciò giova innegabilmente ai personaggi, cui viene dato il giusto spazio rendendoli tutti empatizzanti.
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Caro Sam Raimi, fa' un po' di spazio al nuovo astro nascente di Hollywood, che ha compiuto la trasposizione sul grande schermo di uno dei personaggi più amati dei fumetti meglio di te. In questa nuova versione dei tragici fatti che portano alla nascita di Spider Man tutto convince, a cominciare dal protagonista Garfield, incredibilmente in parte, incredibilmente spaccone, immaturo, arrogante e, soprattutto, umano. Il suo Peter Parker non è timido, innocente e un po' tontolone come Maguire, ma più oscuro, segnato da eventi che trovano finalmente un loro spazio nello spettacolo, su tutti la sparizione dei genitori. Così, la storia si presenta più intrigante, più cosparsa di elementi misteriosi e più coinvolgente a dispetto della sostanziale banalità del film del 2002, ed è ben supportata da grandiose interpretazioni, in cui non si può distinguere chi sia il più bravo; ciò giova innegabilmente ai personaggi, cui viene dato il giusto spazio rendendoli tutti empatizzanti. Un esempio è rappresentato da Lizard, un cattivo mosso da una disperata voglia di fare del bene (!). Altro punto a favore è la regia, forse non troppo carica visivamente, forse non così "in grande", ma senza dubbio capace, sorprendentemente a suo agio sia nelle sequenze d'azione (grandiose) che in quelle comiche, spaziando in un romanticismo ben piazzato e in punte di drammaticità sorprendenti (la morte di zio Ben mi ha fatto scorrere una lacrima, cosa che non mi capita quasi mai). Un applauso anche a come si è riusciti ad evitare eccessivi parallelismi con il film di Raimi, e il senso di deja vu è davvero ridotto al minimo, in particolare con la morale "da un grande potere deriva una grande responsabilità"; in effetti, molti dei cambiamenti nel modo di fare dei personaggi (la prima apparizione di Spider Man su tutte) potrebbero lasciare spiazzati a una prima occhiata, e anche le musiche sono insolitamente "diverse", anche se non sgradevoli. Anzi, tutt'altro. Ovviamente, che nessuno si aspetti botti ed esplosioni e chissà quale gran fracasso: in fondo, questo è un film sulle origini del personaggio, e anche se non lo fosse, i personaggi e la storia hanno sempre la precedenza. Mai come in questo caso tale regola è stata così fruttuosa (nel mondo della Marvel, forse solo in The Avengers).
PS: Speriamo che il film incassi bene, così faranno i seguiti e ci daranno modo di stupirci ulteriormente.
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noillusions
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martedì 17 luglio 2012
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una serie perfetta gettata nel nulla!
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Ma daiiiii! Ho letto che c’è chi trova positivo in questo film!! Ma come si fa! È stato semplicemente un errore farlo e la colpa non è di chi ha dovuto farlo, ma di chi ha deciso di far ripartire ancora una volta e senza alcun motivo la trama dall’inizio!! vogliamo dire qual è il vero problema? Il vero problema è che siamo nell’epoca del rifacimento continuo a tutti i costi come presunta panacea per garantire il mantenimento degli spettatori!
La trama lascia interdetti e questo film non ha nulla a che fare col fumetto se non la usuale comparsata di Stan Lee!! della serie: per cambiare a tutti i costi, non potendo ripetere le stesse cose, si è stai costretti a dire sciocchezze! la verità &egr
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Ma daiiiii! Ho letto che c’è chi trova positivo in questo film!! Ma come si fa! È stato semplicemente un errore farlo e la colpa non è di chi ha dovuto farlo, ma di chi ha deciso di far ripartire ancora una volta e senza alcun motivo la trama dall’inizio!! vogliamo dire qual è il vero problema? Il vero problema è che siamo nell’epoca del rifacimento continuo a tutti i costi come presunta panacea per garantire il mantenimento degli spettatori!
La trama lascia interdetti e questo film non ha nulla a che fare col fumetto se non la usuale comparsata di Stan Lee!! della serie: per cambiare a tutti i costi, non potendo ripetere le stesse cose, si è stai costretti a dire sciocchezze! la verità è che non si doveva rifare la serie già ora! l'attore che impersonava Spiderman nei precedenti tre film era perfetto ed era molto più adatto di questo tizio, e infinitamente più aderente al fumetto, come del resto la trama del film! si doveva ripartire da zero? Sì, tra dieci anni, forse! Ma ormai si deve rifare tutto ogni pochi anni, i film seguono la logica dei modelli d'automobile, è questo il guaio! E così invece di fare tranquillamente altri episodi della serie precedente, riuscitissima, si è ripartiti già ora, ancora una volta, da zero, finendo - questo è stato il risultato inevitabile - per dover fare una trama che lascia interdetti per non annoiare ripetendo le stesse cose, e cioè la storia vera del fumetto! Non parliamo del confronto tra questa Gwen e la Mary Jean dell'altro film, neanche il paragone tra la romanticissima storia della serie precedente - che a trovato il massimo in Spiderman 2, un film semplicemente perfetto in tutto! - e lo scialbo, semplicistico, sbiadito e superficialmente infantile rapporto tra i protagonisti di questo film! Non parliamo di altre "chicche" della trama, come la totale mancanza di plausibilità di scene chiave che cadono nel ridicolo, come quella in cui Peter, uno studentelllo di liceo, non solo entra al posto di un altro a una visita guidata senza che nessuno gli chieda un documento e prendendo addirittura in giro l'addetta ai controlli con un comico spagnolo improvvisato, ma riesce - come se fosse normale e ovvio! - a penetrare in quattro e quattr'otto in un laboratorio segreto e ultraprotetto e a farci dentro i suoi comodi per poi uscire tranquillamente!! Ma per favoreeeee, avevano in mano una serie perfetta con attori perfetti e l’hanno gettata al vento per l’ossessione attuale del rinnovamento obbligatorio continuo, che rende edotti di come chi produce questi film se ne freghi dell’arte e li consideri, semplicemente, merce!
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[+] grande!!!
(di regi1991)
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