adrenalina
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lunedì 3 giugno 2013
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americanata
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Premessa: il film l'ho visto in aereo, durante un lungo volo intercontinentale, su quei piccoli schermi apribili dal bracciolo.
Faccio questa premessa perché, forse, potrebbe aver influenzato l'apprezzamento del film - (semi)capolavoro a leggere recensioni e critica.
Ero appunto molto contento di averlo trovato tra i film disponibili in aereo e non avuto un attimo di incertezza nello sceglierlo, con così tante buone premesse.
Purtroppo invece mi ha deluso. Jessica Chastain è più perfettina di Topolino, arriva lei e capisce sempre tutto.
Posso capire il successo in USA di un film del genere, zeppa di patriottismo, ma non qui da noi.
Sono stufo di film di guerra storici americani che vanno sempre a prendere (guardacaso) quei rarissimi frangenti in cui sono loro ad essere attaccati, ad apparire vittime: Pearl Harbor su tutti, poi il recente film Argo sugli ostaggi americani in Iran.
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Premessa: il film l'ho visto in aereo, durante un lungo volo intercontinentale, su quei piccoli schermi apribili dal bracciolo.
Faccio questa premessa perché, forse, potrebbe aver influenzato l'apprezzamento del film - (semi)capolavoro a leggere recensioni e critica.
Ero appunto molto contento di averlo trovato tra i film disponibili in aereo e non avuto un attimo di incertezza nello sceglierlo, con così tante buone premesse.
Purtroppo invece mi ha deluso. Jessica Chastain è più perfettina di Topolino, arriva lei e capisce sempre tutto.
Posso capire il successo in USA di un film del genere, zeppa di patriottismo, ma non qui da noi.
Sono stufo di film di guerra storici americani che vanno sempre a prendere (guardacaso) quei rarissimi frangenti in cui sono loro ad essere attaccati, ad apparire vittime: Pearl Harbor su tutti, poi il recente film Argo sugli ostaggi americani in Iran. E adesso Bin Laden. Certo, si evidenziano/ammettono le torture, ma sono sempre anticipate da bei servizi sugli attentati di al-Qaeda. Come a dire, il fine giustifica i mezzi, c'avete costretto. E gira e rigira siamo sempre lì, i cattivi barbuti e i buoni americani (costretti a giocare duro per il Bene dell'umanità). Insomma, Americanate.
Adesso seppellitemi di critiche! :)
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cenox
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venerdì 31 maggio 2013
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bel film ma nulla di eccezionale!
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Ovviamente, come nel 90% dei casi, questo film, che è stato votato come uno dei migliori film dell'anno è in realtà un buon film ma nulla di eccezionale! Accade spesso purtroppo che rimanga deluso, rispetto alle critiche più che lusinghiere degli "esperti" del settore. La cattura di Bin Laden, viene affrontata dal punto di vista del'Intelligence, al contrario di quello che era stato fatto dal film Code Name Geronimo, che affrontava la missione dal punto di vista dei militari stessi. Beh devo dire che alla fine, con molto meno budget, non posso dire che quel film sia di gran lunga inferiore rispetto a questo, anzi direi che mi sono piaciuti entrambi allo stesso modo, pur essendo due film diversi che narrano dello stesso fatto.
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Ovviamente, come nel 90% dei casi, questo film, che è stato votato come uno dei migliori film dell'anno è in realtà un buon film ma nulla di eccezionale! Accade spesso purtroppo che rimanga deluso, rispetto alle critiche più che lusinghiere degli "esperti" del settore. La cattura di Bin Laden, viene affrontata dal punto di vista del'Intelligence, al contrario di quello che era stato fatto dal film Code Name Geronimo, che affrontava la missione dal punto di vista dei militari stessi. Beh devo dire che alla fine, con molto meno budget, non posso dire che quel film sia di gran lunga inferiore rispetto a questo, anzi direi che mi sono piaciuti entrambi allo stesso modo, pur essendo due film diversi che narrano dello stesso fatto. Comunque buona interpretazione della Chastain.
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zummone
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mercoledì 29 maggio 2013
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caccia a bin laden
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Trovare Osama Bin Laden, costi quel che costi. Così hanno vissuto gli Usa, per un decennio, dal tragico 11 settembre 2001, giorno dell'abbattimento delle Twin Towers, fino al maggio 2011, quando lo sceicco saudita venne trovato e ucciso. Questa caccia all'uomo, simbolo di Al Qaida e del male (con o senza la m maiuscola), è narrata in "Zero Dark Thirty".
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Trovare Osama Bin Laden, costi quel che costi. Così hanno vissuto gli Usa, per un decennio, dal tragico 11 settembre 2001, giorno dell'abbattimento delle Twin Towers, fino al maggio 2011, quando lo sceicco saudita venne trovato e ucciso. Questa caccia all'uomo, simbolo di Al Qaida e del male (con o senza la m maiuscola), è narrata in "Zero Dark Thirty". La pellicola di Kathryn Bigelow, unica regista premio Oscar ("The Hurt Locker", sulla guerra in Iraq) e con una grande capacità narrativa e dal grande dinamismo delle immagini (pensate a "Point Break" o "Strange Days") è stata scritta da Mark Boal. La vicenda, che si snoda su 8 anni, è raccontata con il punto di vista di Maya (Jessica Chastain), agente della CIA che dedica anima e corpo alla caccia all'uomo. Per 120 minuti si ricostruisce il puzzle, che portò alla localizzazione del nascondiglio di Bin Laden: con ostinata pazienza e una certa dose di azzardo, come si identificò la sua tana. Gli ultimi 30 minuti del film si incentrano sul blitz delle forze speciali, per uccidere lo sceicco saudita, nel cuore della notte.
Film complesso, lungo anche se non prolisso, difficile da comprendere fino in fondo per il pubblico (non solo americano): racconta la prospettiva americana nella ricerca del nemico pubblico numero 1, degli anni zero. Lascia allo spettatore il giudizio, scegliendo di non prendere una posizione "contro", ma mostrando l'abisso vorticoso del Sistema che vuole tutelarsi ed è capace di ogni cosa: le scene degli interrogatori, vere e proprie torture, sono prive di compiacimento, ma certamente efficaci a spiegare gli avvenimenti. Bella l'idea iniziale dello schermo nero, con le telefonate originali e i messaggi dell'11 settembre, catartica e simbolica la scena finale: Maya è mossa da un'ossessione che non le dà tregua, personale e al tempo stesso collettiva. Con perizia registica notevole (il finale girato al buio, con uso di infrarossi), dosando poche scene d'azione e approfondendo il difficile meccanismo della ricerca di indizi, la Bigelow firma un altro film importante (didattico nella sua divisione in capitoli), che probabilmente dirà molto in futuro, come ricostruzione di docu-fiction. Ma racconta anche la metafora dell'occidente sotto scacco, degli ultimi dieci anni, senza molti punti di riferimento.
Come issare la bandiera a stelle e strisce al contrario.
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hollyver07
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sabato 18 maggio 2013
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la necessaria morte del... golem
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Ciao. Rinfranchiamoci gente...! I buoni hanno ucciso il Golem ed ora ci hanno mostrato come - anche se resta il mistero di chi sia il suo creatore. Che sia vero, o una completa menzogna, non cambia nulla... L'ennesima gratuita (in tutti i sensi) lezione del monopolio sul divino mandato di vita e morte è stata "postata" nei cinema ad imperitura memoria e monito per... chi...??? Il film in se non è così brutto, è ben realizzato ed adeguatamente interpretato. Inoltre, bestialità estetiche di ben altro calibro appaiono in continuazione sugli schermi. Semmai... resta davvero da comprendere quale possa davvero essere la sua funzione; a dirla tutta..
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Ciao. Rinfranchiamoci gente...! I buoni hanno ucciso il Golem ed ora ci hanno mostrato come - anche se resta il mistero di chi sia il suo creatore. Che sia vero, o una completa menzogna, non cambia nulla... L'ennesima gratuita (in tutti i sensi) lezione del monopolio sul divino mandato di vita e morte è stata "postata" nei cinema ad imperitura memoria e monito per... chi...??? Il film in se non è così brutto, è ben realizzato ed adeguatamente interpretato. Inoltre, bestialità estetiche di ben altro calibro appaiono in continuazione sugli schermi. Semmai... resta davvero da comprendere quale possa davvero essere la sua funzione; a dirla tutta... non saprei... potrei essermi confuso... forse avrà anche uno scopo taumaturgico, chissà...! Personalmente... mi ha disgustato e non poco.
Saluti
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shiningeyes
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mercoledì 27 marzo 2013
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bellissimo film-report
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L'operazione decennale che ha portato alla cattura di Bin Laden viene raccontata attraverso la determinata e coraggiosa Maya, giovane agente della CIA, che darà tutta sé stessa nella ricerca di un uomo creduto morto dalla maggior parte delle persone con cui lavora a stretto contatto; verrà ritenuta una folle ossessionata, ma Maya non arretrerà di un centimetro dal suo obiettivo.
Il film è diretto benissimo, con ottima ricercatezza e precisione, illustrandoci in modo chiaro le tattiche dell'intelligence americano, ed il fatto che viene girato come se fosse un documentario gli dà una sensazione realistica che ci fa stare col fiato sospeso; come se stessimo vedendo un documento ufficiale della CIA.
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L'operazione decennale che ha portato alla cattura di Bin Laden viene raccontata attraverso la determinata e coraggiosa Maya, giovane agente della CIA, che darà tutta sé stessa nella ricerca di un uomo creduto morto dalla maggior parte delle persone con cui lavora a stretto contatto; verrà ritenuta una folle ossessionata, ma Maya non arretrerà di un centimetro dal suo obiettivo.
Il film è diretto benissimo, con ottima ricercatezza e precisione, illustrandoci in modo chiaro le tattiche dell'intelligence americano, ed il fatto che viene girato come se fosse un documentario gli dà una sensazione realistica che ci fa stare col fiato sospeso; come se stessimo vedendo un documento ufficiale della CIA. Notevoli sono le scene delle varie operazioni di spionaggio, fino all'incredibile ed emozionante scena della uccisione del capo di Al-Quaeda, dove l'aleggiante oscurità dà il tocco funebre di una esecuzione di massa (ciò che è avvenuto).
La Bigelow ci regala il suo sguardo di una nazione ferita ed imbevuta di vendetta, la quale se ne frega dei miliardi di spesa investiti in questa lunghissima caccia all'uomo; ci fa vedere i politici che coprono episodi di torture che avvengono sistematicamente, e, persone che assaggiano il gusto della violenza e ne diventano dipendenti.
Jessica Chastain è artefice di una grandissima prova recitativa, mettendo in mostra la freddezza e sensibilità del personaggio da lei interpretato, meritando ampiamente il Golden Globe, ed anche l'Oscar non ci sarebbe stato male.
Unica pecca del film è che due ore e mezza di visione sono un po' troppe, ed a volte i linguaggi codice e le estenuanti indagini presenti nel film, possono farci tirare fuori qualche sbadiglio di troppo.
In ogni caso, si tratta di un film-report veramente valido, capace di descrivere dettagliatamente una storia ancora enigmatica su cui si gettano ancora numerose illazioni.
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graziano.nanetti
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mercoledì 13 marzo 2013
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kamikaze contro kamikaze
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Maya, giovane donna agente della CIA con ancora in testa le voci delle vittime dell'11 Settembre, viene inviata in Pakistan per indagare sulla rete terroristica di Al Qaeda. Subito la tenacia della protagonista viene messa alla prova: Maya si ritrova sola a combattere contro l'intricata rete delle cellule di Al Qaeda, visionando tonnellate di cruenti interrogatori, discricandosi tra volti di terroristi simili l'uno all'altro, all'interno di una selva di nomi di battaglia, nomi di famiglia arabi e soprannomi che spesso identificano la stessa persona.
La sua dedizione assoluta alla causa e la sua perseveranza assomigliano molto a quella dei terroristi stessi che sta cacciando: il simile buono (Maya) cerca il suo simile cattivo (Bin Laden), in una lotta infinita dove soltanto la motivazione, la fiducia nei propri valori, e non i soldi, possono portare alla vittoria.
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Maya, giovane donna agente della CIA con ancora in testa le voci delle vittime dell'11 Settembre, viene inviata in Pakistan per indagare sulla rete terroristica di Al Qaeda. Subito la tenacia della protagonista viene messa alla prova: Maya si ritrova sola a combattere contro l'intricata rete delle cellule di Al Qaeda, visionando tonnellate di cruenti interrogatori, discricandosi tra volti di terroristi simili l'uno all'altro, all'interno di una selva di nomi di battaglia, nomi di famiglia arabi e soprannomi che spesso identificano la stessa persona.
La sua dedizione assoluta alla causa e la sua perseveranza assomigliano molto a quella dei terroristi stessi che sta cacciando: il simile buono (Maya) cerca il suo simile cattivo (Bin Laden), in una lotta infinita dove soltanto la motivazione, la fiducia nei propri valori, e non i soldi, possono portare alla vittoria.
Action movie dal ritmo serrato, che non cede mai nulla alla auto-celebrazione morale e nazionalistica tipica dei film americani. Memorabile la scena dell'attacco alla residenza di Bin Laden, dove la casa è fedelmente ricostruita e le azioni del commando sono riprese in soggettiva notturna. Emblematica e molto toccante la scena finale dove emergono i risvolti psicologici e personali della protagonista.
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johnny123
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giovedì 7 marzo 2013
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da vedere
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Gran bel film della Bigelow. Brava anche la protagonista. Da vedere
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johncipollina
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mercoledì 6 marzo 2013
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non ci siamo
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E questo sarebbe il filmone che tutti decantano?
-------------------------CONTIENE SPOILER------------------------------------
Buona la prima parte , poi diventa quasi comico fra imprendibili terroristi col cellulare rintracciabile che chiamano a casa dei genitori e l' attacco finale davvero troppo assurdo.
L' assalto iper tecnologico dei navy seals con gli elicotteri stealth è troppo cinematografico , visto che in fase di atterraggio uno di questi precipita a pochi metri dall' obiettivo vanificando l' effetto sorpresa.
Ad esempio come mai dopo che un elicottero è precipitato , i militari continuano a muoversi cercando di fare silenzio?
E perchè non ci sono difese nella fortezza di Bin Laden ma solo uno scagnozzo col mitra?
E perchè non c'è una via di fuga (magari sotterranea) o nascondiglio segreto per Bin Laden?
I nostri boss della camorra sono più imprendibili del re del terrorismo internazionale?
Sarebbe bene che certe balle la Cia le raccontasse un pochino meglio.
[+] metodi da cinema ed altri... metodi
(di hollyver07)
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enabram tain
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mercoledì 6 marzo 2013
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ne carne ne pesce, ma perfetto per gli americani
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Quasi fredda cronaca, poco spiegato per essere un documentario, poco sceneggiato per essere fiction; una retorica furba che non sembra tale.
Adatto agli americani che sono fieri della loro politica estera (niente da criticare ovviamente) per confortarsi, non adatto a noi europei con un minimo di conosceza della storia degli ultimi 120 anni per i quali il patriottismo è un valore solo quando gioca la nazionale.
Dalla regista mi aspettavo molto di+ (apprezzo molto POINT BREAK e amo THE HURT LOCKER).
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pensierocivile
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martedì 5 marzo 2013
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azione e sopportazione
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Non ho mai amato quei film che per raggiungere uno scopo devono forzare la mano con arzigogoli strumentali, così per inorridire si esagera in ferocia e insensibilità o per far ridere ci si rivolge alla volgarità lastricata di trivialità. Sotto questo punto di vista il film della Bigelow è un manifesto del "tecnicismo". Mai prendere una posizione netta, personaggi inseriti in una cronaca come burattini che rispondono soltanto ad ordini supremi ed elementari. Non so se sia stata la scelta migliore, certo, è in virtù di un comandamento supremo (il box office); non si disturba nessuno, i cattivi non esistono, non ci sono organizzazioni, non ci sono politiche, non ci sono teorie, c'è lui, Bin Laden e bisogna ucciderlo (e non prenderlo!).
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Non ho mai amato quei film che per raggiungere uno scopo devono forzare la mano con arzigogoli strumentali, così per inorridire si esagera in ferocia e insensibilità o per far ridere ci si rivolge alla volgarità lastricata di trivialità. Sotto questo punto di vista il film della Bigelow è un manifesto del "tecnicismo". Mai prendere una posizione netta, personaggi inseriti in una cronaca come burattini che rispondono soltanto ad ordini supremi ed elementari. Non so se sia stata la scelta migliore, certo, è in virtù di un comandamento supremo (il box office); non si disturba nessuno, i cattivi non esistono, non ci sono organizzazioni, non ci sono politiche, non ci sono teorie, c'è lui, Bin Laden e bisogna ucciderlo (e non prenderlo!). Il film sceglie la strada di una cronaca attenta ma incolore e procede fino al finale (anche le torture usate dagli americani, non sono chissà quale crudeltà), che in fondo è il motivo per cui uno guarda un film costruito su nulla, su dialoghi pallidi, senza vette, riunioni inutili e parole su parole. Il finale mantiene in assoluto la linea. Si resta un po' perplessi, si riconosce alla Bigelow una capacità di creare tensione nelle scene d'azione unica, un talento senza fine quando il film deve correre e i momenti migliori sono proprio le azioni; il resto è sopportazione.
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