ruger357mgm
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sabato 7 settembre 2013
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una battaglia vinta a metà
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Kathrin Bigelow ci ha abituati a risultati sorprendenti, sia per l'originalità dei soggetti trattati, sia per l'angolatura particolare con cui rappresenta le vicende dei suoi protagonisti, da Strange days a The hurt Locker.Qui la attende una prova difficile e scomoda cui la regista va incontro col solito piglio deciso : l'instant movie sulla uccisione di Osama Bin Laden ossia Geronimo.Argomento tabù, anche per la maledizione che sembra essersi abbattuta sui navy seals del commando che portò a termine l'operazione (pare che su 25 ne siano rimasti vivi appena 2).Il film si incentra sulla solitaria ricerca di una agente/analista della CIA che partendo da dati minimali raggiunge il convincimento di aver trovato il nemico pubblico nr.
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Kathrin Bigelow ci ha abituati a risultati sorprendenti, sia per l'originalità dei soggetti trattati, sia per l'angolatura particolare con cui rappresenta le vicende dei suoi protagonisti, da Strange days a The hurt Locker.Qui la attende una prova difficile e scomoda cui la regista va incontro col solito piglio deciso : l'instant movie sulla uccisione di Osama Bin Laden ossia Geronimo.Argomento tabù, anche per la maledizione che sembra essersi abbattuta sui navy seals del commando che portò a termine l'operazione (pare che su 25 ne siano rimasti vivi appena 2).Il film si incentra sulla solitaria ricerca di una agente/analista della CIA che partendo da dati minimali raggiunge il convincimento di aver trovato il nemico pubblico nr.1 nel fortilizio di abbottabad e narra la sua determinazione nel convincere prima gli alti papaveri della company poi i consiglieri militari della casa bianca sulla bontà della sua ipotesi investigativa. Vorrebbe darci suspence, ma manca l'inquietudine che pervadeva ad esempio strange days, vorrebbe trasmetterci pathos ma manca il brivido dei disinneschi di the hurt locker.Inevitabile giunge il successo ma lascia l'amaro in bocca e la voglia di trasgredire immaginando magari che il perfido sceicco del terrore non sia stato accoppato come un volgare narco-latitante ma semplicemente convinto a cambiare aria, magari a Gstaad o a St.Moritz, sotto stretta sorveglianza della CIA,( ciò spiegherebbe le morti misteriose dei militari coinvolti). In sintesi un'opera ben girata, scene all'infrarosso credibili e coinvolgenti,dialoghi essenziali ma non fuori luogo, un po' carente forse nella personalità o nel vero e proprio character della protagonista.Comunque un film che fa discutere e che vale la pena di essere visto.
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no_data
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martedì 13 agosto 2013
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un film robusto sul problema del terrorismo.
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E' stata proprio K. Bigelow a realizzare un film-cronaca sulla cattura di Bin Laden come questo, congegnato come un reportage giornalistico con i principali attentati terroristici di questi anni. In particolare il film si basa sulla ostinazione di Maya, agente CIA femminile, opposta al timore, da parte dei superiori, che le operazioni diventassero pericolose. Molte sequenze buie, all'inizio e nell'operazione finale, ci rimandano all'O.Stone del film sull'11 settembre. Non un autoglorificazione quindi - le sequenze delle torture ci indicano la barbarie della guerra - ma un resoconto onesto sulla guerra USA contro Al Qaida.
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coch_98
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domenica 14 luglio 2013
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un concentrato di dramma e azione
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Ancora una volta Kathryn Bigelow si conferma a suo agio nel genere di guerra, e, come per "The Hurt Locker", è ottima la collaborazione con Mark Boal, sceneggiatore e produttore della pellicola. Insomma, un'operazione veramente riuscita, un grande thriller che ha il suo massimo pregio nella crudezza con cui analizza tutta la storia. Certo, forse sono un po' troppo spinte le scene di tortura dei prigionieri, ma erano necessarie per dare completezza al film. Straordinaria l'interpretazione di Jessica Chastain, per la seconda volta candidata all'Oscar dopo "The Help", e vincitrice del Golden Globe. Un film che non è mai banale e può essere anche visto quasi come un documentario sulla ricerca e uccisione di Osama bin Laden.
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Ancora una volta Kathryn Bigelow si conferma a suo agio nel genere di guerra, e, come per "The Hurt Locker", è ottima la collaborazione con Mark Boal, sceneggiatore e produttore della pellicola. Insomma, un'operazione veramente riuscita, un grande thriller che ha il suo massimo pregio nella crudezza con cui analizza tutta la storia. Certo, forse sono un po' troppo spinte le scene di tortura dei prigionieri, ma erano necessarie per dare completezza al film. Straordinaria l'interpretazione di Jessica Chastain, per la seconda volta candidata all'Oscar dopo "The Help", e vincitrice del Golden Globe. Un film che non è mai banale e può essere anche visto quasi come un documentario sulla ricerca e uccisione di Osama bin Laden. "Zero Dark Thirty", per riassumere, è un concentrato di dramma (prima parte) e azione (ultima parte).
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willyfilmwhatcher
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mercoledì 10 luglio 2013
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la mia opinione è che
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Un film deludente, noioso e si mi sono addormentato guardandolo.
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akyro
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venerdì 28 giugno 2013
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coperta a stelle e proiettili
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mi ha inquietato questo film che ancora una volta ribadisce la necessità della giustizia americana a ogni costo!
mi ha inquietato il solito style of life americano che viene imposto a mezzo mondo.
mi ha inquietato che, ancora una volta, gli usa non vogliano porsi il problema delle torri gemelli: chi ha fatto cosa per meritarsi l'attentato? chi condiziona e avvelena il pianeta con la propria politica autoritaria?
sono costretto a vedere in questo racconto l'ennesima propaganda autoindulgente usa della serie: lo facciamo per il vostro bene, per il bene del pianeta, IL NOSTRO PIANETA A STELLE E STRISCE!
[+] hai scordato i "bassotti"...!
(di hollyver07)
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luivit
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martedì 18 giugno 2013
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dietro la lotta al terrore
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Kathryn Bigelow non lascia le tematiche belliche, e dopo il pluripremiato “The hurt locker” gira, ancora una volta nel Grande Medio Oriente, Zero dark trirty, una pellicola di due ore e mezza che però non annoia neanche per un momento, sia per la bruciante attualità dell’argomento (la cattura e uccisione di Bin Laden) sia per l’abilità, già ampiamente dimostrata nel corso della sua carriera, della regista americana, brava ad alternare scene di azioni militari piene di tensione e momenti a ritmi più bassi ma ricchi di verità per spiegare strategie e modi d’azione dell’agenzia di inteligence americana, il tutto proiettato in maniera piuttosto distaccata, senza esplicite prese di posizione, per un risultato finale che sembra quasi un documentario, se tutto questo non avesse una protagonista, ben interpretata da Jessica Chastain, a collegare i vari capitoli del film, e a mostrarci con le sue intuizioni e i suoi travagli interiori (che la Bigelow rivela con discrezione) i sacrifici e le difficoltà di una donna che ha fatto della lotta al terrorismo e al suo più conclamato simbolo non solo il suo mestiere ma, per vari motivi, la sua ossessione.
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Kathryn Bigelow non lascia le tematiche belliche, e dopo il pluripremiato “The hurt locker” gira, ancora una volta nel Grande Medio Oriente, Zero dark trirty, una pellicola di due ore e mezza che però non annoia neanche per un momento, sia per la bruciante attualità dell’argomento (la cattura e uccisione di Bin Laden) sia per l’abilità, già ampiamente dimostrata nel corso della sua carriera, della regista americana, brava ad alternare scene di azioni militari piene di tensione e momenti a ritmi più bassi ma ricchi di verità per spiegare strategie e modi d’azione dell’agenzia di inteligence americana, il tutto proiettato in maniera piuttosto distaccata, senza esplicite prese di posizione, per un risultato finale che sembra quasi un documentario, se tutto questo non avesse una protagonista, ben interpretata da Jessica Chastain, a collegare i vari capitoli del film, e a mostrarci con le sue intuizioni e i suoi travagli interiori (che la Bigelow rivela con discrezione) i sacrifici e le difficoltà di una donna che ha fatto della lotta al terrorismo e al suo più conclamato simbolo non solo il suo mestiere ma, per vari motivi, la sua ossessione.
Nè lungo il corso del film, nè nel finale, con l’uccisione dello Sceicco del terrore, si verificano scadimenti patriottici, ma neanche critiche alla lunga e dispendiosa “guerra nascosta” condotta dalla Cia, con tanto di torture nel periodo del governo Bush Jr. La morte del nemico numero uno dell’America non fa tornare in vita le vittime innocenti dei vari attentati che scandiscono il film, non restituisce a Maya i tanti anni di totale dedizione al suo lavoro. La fine di bin laden è la fine di un simbolo, di un incubo, se vogliamo, ma non certo del terrorismo.
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danylt
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lunedì 17 giugno 2013
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diretto duro e pieno di tensione...
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La cattura di Bin Laden è stato un momento storico importante e decisivo par la vita degli americani e non. Ma non è stato un punto di arrivo, ma bensì un momento di transazione e di emozioni personali più o meno condivisi o condivisibili e che hanno lasciato un segno tangibile e inevitabile. Ma che alla fine lascia un dubbio: è davvero questo tipo di vendetta quello di cui si aveva bisogno?
Tutto questo Kathyn Bigelow ce lo fa vivere attraverso il personaggio di Maya, interpretato da una Jessica Chastain convincente, ammirabile e solenne, che ci accompagna per ben 2 ore e mezza di film, in un mondo duro, violento, pieno di ideali per i quali si crede e si combatte.
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La cattura di Bin Laden è stato un momento storico importante e decisivo par la vita degli americani e non. Ma non è stato un punto di arrivo, ma bensì un momento di transazione e di emozioni personali più o meno condivisi o condivisibili e che hanno lasciato un segno tangibile e inevitabile. Ma che alla fine lascia un dubbio: è davvero questo tipo di vendetta quello di cui si aveva bisogno?
Tutto questo Kathyn Bigelow ce lo fa vivere attraverso il personaggio di Maya, interpretato da una Jessica Chastain convincente, ammirabile e solenne, che ci accompagna per ben 2 ore e mezza di film, in un mondo duro, violento, pieno di ideali per i quali si crede e si combatte. Una caccia all'uomo avvincente e irrefrenabile e visto come obiettivo comune. Ma questa pellicola ci lascia soprattutto liberi di interpretare il nostro finale e quello di Maya, che nella scena (e domanda) finale, racchiude un emozione che ti trascina e ti lascia con un vuoto straziante,il tutto racchiuso nell'emozione del momento privato di Maya, che fa male e che fa riflettere.
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jacopo b98
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domenica 16 giugno 2013
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un film straordinario, appassionante e terribile
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Un agente della CIA, Maya (Chastain), si mette sulle tracce di Osama Bin-Laden e riesce ad individuarlo ad Abbottabad (Pakistan). Nella notte tra l’1 e il 2 maggio 2011 un gruppo di marines si infiltra nel piccolo fortino e lo uccide. Era davvero “l’uomo più ricercato del mondo”? Zero Dark Thirty è un termine militare per indicare la mezzanotte ed è questo il titolo che la Bigelow e il suo sceneggiatore (e compagno nella vita) Mark Boal (ex giornalista), di nuovo insieme dopo il trionfo (anche agli Oscar) di The Hurt Locker, hanno scelto per il loro film più controverso: la critica lo ha accolto in modo entusiastico, la politica un po’ meno per una scena in cui Obama dice che l’America non usa la tortura, proprio dopo che il film per una mezz’ora (o più) ha mostrato torture e violenze insostenibili allo scopo di ottenere informazioni.
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Un agente della CIA, Maya (Chastain), si mette sulle tracce di Osama Bin-Laden e riesce ad individuarlo ad Abbottabad (Pakistan). Nella notte tra l’1 e il 2 maggio 2011 un gruppo di marines si infiltra nel piccolo fortino e lo uccide. Era davvero “l’uomo più ricercato del mondo”? Zero Dark Thirty è un termine militare per indicare la mezzanotte ed è questo il titolo che la Bigelow e il suo sceneggiatore (e compagno nella vita) Mark Boal (ex giornalista), di nuovo insieme dopo il trionfo (anche agli Oscar) di The Hurt Locker, hanno scelto per il loro film più controverso: la critica lo ha accolto in modo entusiastico, la politica un po’ meno per una scena in cui Obama dice che l’America non usa la tortura, proprio dopo che il film per una mezz’ora (o più) ha mostrato torture e violenze insostenibili allo scopo di ottenere informazioni. È uno di quei film che fa orrore eppure appassiona, ed è questo il punto: Zero Dark Thirty è appassionante, un reportage quasi documentaristico estremamente coinvolgente, un film che affascina. Lo spettatore durante la visione arriva a “tifare” per Maya (peraltro personaggio tra i più “positivi”) e per l’America, pur sapendo che quello che hanno fatto per arrivare ad un fine, peraltro anche giusto, come la lotta al terrorismo, è sbagliato. Questa è la vera forza del film, oltre ad una straordinaria descrizione del lavoro della CIA e dei marines, che genera una tensione davvero straordinaria (vedi la scena dell’attacco al fortino). Interessantissima è la parte riguardante il “privato” della protagonista, una Chastain mai così brava e determinata a cui è stato vergognosamente negato un Oscar (andato alla pur bravissima Lawrence de Il lato positivo), apparentemente mai descritto ma in realtà ben approfondito: al ristorante, prima dello scoppio della bomba, Jessica (Ehle) chiede a Maya della sua vita e la donna non risponde, stessa cosa avviene nel finale con il pilota dell’aereo che domanda alla protagonista dove desideri andare e lei che piange; Maya non ha una vita, la sua vita è la caccia a Bin-Laden, non c’è altro, né uomini, né famiglia, nulla. Cinque nomination agli Oscar: miglior film, attrice, sceneggiatura, montaggio e montaggio sonoro (l’unico poi vinto ex-aequo con Skyfall). Golden Globe alla miglior attrice in un film drammatico.
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bericopredieri
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mercoledì 12 giugno 2013
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delusione.
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Direi più che una tensione che non dà tregua, una noia che non dà tregua...film troppo lungo, ricostruzione confusa per niente lineare, zero azione, tutti quei nomi in arabo che già dopo dieci minuti di film non capisci più di chi si parla e per cosa...si prova a tener desta l'attenzione ma alla fine si cede al sonno o alla voglia di cambiare dvd...
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maxmusic
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sabato 8 giugno 2013
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noioso e banale
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Prendi una storia nota, ricrea le atmosfere di NCIS, aggiungi gli scarti delle riprese di vari film tipo "Spy Game", inserisci i personaggi-tipo dell'americanismo cinematografico (la donna, il nero, l'arabo, il capo cattivo, il collega belloccio e carismatico, ecc), gira tutto nella penombra più assoluta e fastidiosa ed otterrai il movie elettorale dell'anno.
Unica nota positiva: la scena finale ottimamente interpretata dalla protagonista.
[+] bravo
(di dragoneme)
[ - ] bravo
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