howlingfantod
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venerdì 14 ottobre 2016
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un sorriso.. fuori dal garage
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Bertolucci si conferma maestro nello scandagliare le inquietudini giovanili in questo caso in un bellissimo film tratto dal romanzo di Ammanniti. Lui adolescente “problematico” e sorellastra tossica, così simili nelle proprie fragilità anche se con modalità diverse si ritrovano in un garage dove lui si è nascosto per sfuggire alla settimana bianca organizzata dalla scuola, fuggire da una madre oppressiva, fuggire dal mondo che lo intimorisce. A mano a mano, scontrandosi, con le loro debolezze e paure, con la loro rabbia che va ad affondare le sue radici in situazioni familiari disastrose e disastrate (la madre di lui si è risposata con il padre di lei e lei dice “lei me lo ha rubato”), si aprono come due gusci vuoti, ma con coraggio sembrano volerci dire pronti ad affrontare la vita con una reciproca promessa prima di separarsi e uscire dal garage: lui affronterà il mondo, con la possibilità di prendere qualche colpo quando capiterà, lei la finirà con la droga.
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Bertolucci si conferma maestro nello scandagliare le inquietudini giovanili in questo caso in un bellissimo film tratto dal romanzo di Ammanniti. Lui adolescente “problematico” e sorellastra tossica, così simili nelle proprie fragilità anche se con modalità diverse si ritrovano in un garage dove lui si è nascosto per sfuggire alla settimana bianca organizzata dalla scuola, fuggire da una madre oppressiva, fuggire dal mondo che lo intimorisce. A mano a mano, scontrandosi, con le loro debolezze e paure, con la loro rabbia che va ad affondare le sue radici in situazioni familiari disastrose e disastrate (la madre di lui si è risposata con il padre di lei e lei dice “lei me lo ha rubato”), si aprono come due gusci vuoti, ma con coraggio sembrano volerci dire pronti ad affrontare la vita con una reciproca promessa prima di separarsi e uscire dal garage: lui affronterà il mondo, con la possibilità di prendere qualche colpo quando capiterà, lei la finirà con la droga. Il finale è aperto, come in tutti i migliori film, come nella vita, il sorriso di lui sui titoli di coda lui lo abbiamo già visto in altre prove cinematografiche che affrontano tematiche di tale intensità e drammaticità, due esempi: Magnolia di P.T. Anderson e Film Blu di Kieslowski.
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anna v.
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mercoledì 31 ottobre 2012
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due fratellastri si ritrovano e si "salvano"
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Un adolescente (Lorenzo) alle prese con notevoli difficoltà relazionali, tanto da preferire una settimana da solo rinchiuso in una cantina ad una settimana bianca con i compagni di classe; una ragazza (Olivia) cha ha da poco lasciato l'età dell'adolescenza, schiava dell'eroina e portatrice di un pesante rancore nei confronti della donna che, a suo parere, le ha portato via il padre, donna che altri non è se non la madre di Lorenzo.
Si ritroveranno ad essere l'uno il salvatore dell'altra, aprendosi tra loro come mai con nessun altro avevano osato fare, né mai d'altra parte avevano desiderato farlo.
Un film un po' claustrofobico, che proprio per questo rende appieno il dramma e la sofferenza dei due ragazzi.
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Un adolescente (Lorenzo) alle prese con notevoli difficoltà relazionali, tanto da preferire una settimana da solo rinchiuso in una cantina ad una settimana bianca con i compagni di classe; una ragazza (Olivia) cha ha da poco lasciato l'età dell'adolescenza, schiava dell'eroina e portatrice di un pesante rancore nei confronti della donna che, a suo parere, le ha portato via il padre, donna che altri non è se non la madre di Lorenzo.
Si ritroveranno ad essere l'uno il salvatore dell'altra, aprendosi tra loro come mai con nessun altro avevano osato fare, né mai d'altra parte avevano desiderato farlo.
Un film un po' claustrofobico, che proprio per questo rende appieno il dramma e la sofferenza dei due ragazzi. Una storia che rimane un po' "appesa" fino a circa metà del secondo tempo, per poi esplodere in una apoteosi di emozioni e sentimenti che toccano il cuore dello spettatore, il quale, se sino a quel momento aveva istintivamente provato quasi una sorta di antipatia per quei due ragazzi problematici, scostanti e apparentemente egoisti, arriva alla fine ad amarli di un amore quasi materno, a desiderare di abbracciarli e di condividere con loro il ritrovato entusiasmo per la vita.
Il pennello che ha disegnato questi due personaggi è un pennello sensibile, acuto e a tratti impietoso, un pennello che non tratteggia i tratti dei personaggi, ma li scalfisce nel cuore dello spettatore.
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ciccio capozzi
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mercoledì 31 ottobre 2012
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il ritorno di un maestro
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“IO E TE”. Il 14enne Lorenzo è in crisi con la famiglia. Approfitta di una gita scolastica per rintanarsi nella cantinola di casa, dove spera di stare solo. Ma sopraggiunge inaspettata la sorellastra Olivia, più grande e scafata…Il regista Bernardo Bertolucci, uno dei Maestri riconosciuti del cinema, è tornato al cinema, dopo la lunga assenza a seguito di una sciagurata operazione che l’ha bloccato sulla sedia a rotelle; assenza che data da “The Dreamers. I sognatori”(05), se si eccettuano diversi interventi come attori o qualche documentario. Non ha perso lo smalto. La sua visione claustrofobica,anche questa volta puntata su degli adolescenti, si anima, in modi misteriosi ma forti, con una cura minuziosa degli spostamenti psicologici.
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“IO E TE”. Il 14enne Lorenzo è in crisi con la famiglia. Approfitta di una gita scolastica per rintanarsi nella cantinola di casa, dove spera di stare solo. Ma sopraggiunge inaspettata la sorellastra Olivia, più grande e scafata…Il regista Bernardo Bertolucci, uno dei Maestri riconosciuti del cinema, è tornato al cinema, dopo la lunga assenza a seguito di una sciagurata operazione che l’ha bloccato sulla sedia a rotelle; assenza che data da “The Dreamers. I sognatori”(05), se si eccettuano diversi interventi come attori o qualche documentario. Non ha perso lo smalto. La sua visione claustrofobica,anche questa volta puntata su degli adolescenti, si anima, in modi misteriosi ma forti, con una cura minuziosa degli spostamenti psicologici. Essi diventano l’elemento dinamico che “riempie”quegli spazi chiusi, li dinamizza, li riorganizza in maniera narrativa,dando un filo al muoversi dei personaggi. Tal che quella limitatezza, addirittura catacombale, si trasforma, si allarga come in un labirinto in cui i ragazzi si perdono,per poi ritrovarsi , in un finale, che lo scrittore Ammaniti, autore del romanzo da cui è tratto il film, ha voluto cambiare in accordo col regista; finale che apre ad una speranza ancorché interlocutoria. Come al solito, Bertolucci, autore tra i più raffinati e colti del cinema mondiale, è genialmente spiazzante: riesce a concludere una sofisticata analisi comportamentale, in cui gli attori mischiano vita e finzione (Tea Falco, che interpreta Olivia, è davvero una fotografa catanese) , con il mèlò più vivo, utilizzando la colonna sonora, una splendida canzone di Mogol reinterpretata da David Bowie. Come il colore desaturato, usato dal grande fotografo Fabio Cianchetti, la musica che irrompe è come se trasferisse potentemente nella visione di collettiva di tutti noi quella storia esemplare, ma così unica e ricca di sfumature. ,
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marco zuccaccia
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giovedì 8 novembre 2012
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un piccolo capolavoro incompiuto
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E’ una pellicola tratta dal romanzo omonimo di Nicolò Ammaniti, in cui lo stesso ha una significativa parte nella sceneggiatura. Il film diretto con maestria da Bernardo Bertolucci, è stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes, dove ha riscosso numerosi consensi ed elogi.
Lorenzo è un quattordicenne schivo, che nasconde i suoi problemi nei rapporti verso il prossimo isolandosi dal mondo circostante. Ascolta musica sparata in cuffia e pone domande provocatorie ed irritanti a chi viene a contatto con lui. Attaccare è comunque un modo per difendersi. Quasi come un piccolo genio folle, modello A Beutiful Mind, acquista in maniera che ha del maniacale sette prodotti di tutto ciò che a lui piace ma che di salutistico ha ben poco: merendine, lattine di Coca Cola, crema di nocciole, ecc. Poi, si reca da un commerciante di animali ed acquista ciò che di più somigliante a lui riesce a scovare; una scatola di vetro con al suo interno un formicaio. Si chiude nello scantinato della propria palazzina, fingendo alla madre di essere in settimana bianca con la scuola. Contempla la bellezza del suo formicaio, mangia le sue schifezze, ascolta musica ed inizia a leggere un libro horror sui vampiri. Tutto scorre per il meglio, fino a quando a sconvolgere i suoi piani arriva Olivia (Tea Falco), la sorellastra venticinquenne nata da una precedente relazione del padre. Olivia è una ragazza che ha smarrito la sua strada per imboccare quella sbagliata dell’eroina. Ben presto, Lorenzo vivrà con i suoi occhi il male che provoca la droga vedendo la sorellastra cercare di disintossicarsi. Il film è accompagnato da una ottima fotografia. La scena di Lorenzo in autobus, che si reca in clinica dalla anziana nonna a prendere i sonniferi per attenuare i dolori di Olivia, è un chiaro omaggio agli scatti realizzati dal famoso fotografo Steve McCurry alla ragazza afgana dagli occhi verdi Sharbat Gula, che Lorenzo (Jacopo Olmo Antinori) ricorda in maniera quasi spudorata con il colore dei suoi occhi ed il cappuccio della giacca da sci a coprirgli la testa. Le musiche sono altrettanto belle, si tratta di successi internazionali epici. Quello che non è chiaro è il perché un quattordicenne che viene contestualizzato negli anni in cui viviamo da vari marchi: abbigliamento, snowboard, il nuovo formato sleek della Coca Cola uscito nel 2007, ecc. dovrebbe ascoltare musica che ha più del doppio dei suoi anni. Esistono musicisti, anche italiani, vedi Le luci della centrale elettrica (n.d.r.), che fanno del disagio giovanile e della solitudine il proprio marchio di fabbrica. Ottima l’idea di includere Ragazzo Solo, Ragazza Sola versione italiana di Space Oddity di David Bowie, testo di Mogol, che suona come un pezzo nuovo, ma che in realtà è una rarità incisa nel 1969 e cantata dal duo chiamato Computers. Non da Bowie stesso come molti credono (n.d.r.). Il finale è aperto, seppure pienamente concluso nel fermo immagine che chiude la scena. Nella storia esiste, a mio avviso, uno scambio non equo fra i personaggi di Lorenzo ed Olivia. I due si sono scambiati la promessa di cambiare: Lorenzo ha promesso di essere più socievole e solare, Olivia ha promesso una vita senza droga. Da un lato il formicaio di Lorenzo viene in qualche modo rotto da una colluttazione avvenuta con Olivia. Lorenzo vede la bellezza delle formiche vivere fuori da quel mondo di cristallo che era quel contenitore, lì decide di separarsi dai suoi insetti, accompagnandoli fuori dalla finestra verso la vera libertà. Si intuisce che in lui qualcosa è cambiato e che una volta uscito sarà più aperto verso la vita. Lorenzo ha ora una strada diritta da percorrere, non può fare più alcuna scelta. Olivia, viceversa, non ha la stessa condizione. Il viaggio di andata e ritorno che Lorenzo compie dallo scantinato alla clinica ha una durata superiore rispetto alla pazienza di Olivia. La ragazza inizia ad essere inquieta, ed inizia a truccarsi come per andare ad un appuntamento importante. Olivia prende il telefono in mano, il suo appuntamento è con uno spacciatore. La ragazza vedendo tornare Lorenzo, si pente del suo gesto e nasconde lo stupefacente in un pacchetto di sigarette. Nel momento in cui il tempo dei due ragazzi nel buio dello scantinato è concluso, Lorenzo suo malgrado mette Olivia di fronte ad un bivio. E’ lo stesso Lorenzo che darà ad Olivia il pacchetto di sigarette con la droga prima che i due si salutino. Tutto questo potrebbe far pensare allo spettatore che la storia non sia conclusa in realtà, e che dietro l’angolo ci sia in arrivo un sequel.
Nel complesso è un film godibilissimo e ben riuscito, che lascia lo spettatore soddisfatto. I due ottimi attori riescono con la loro interpretazione a legare situazioni che nel libro di Ammaniti, riprodotte dal film in maniera fedele, risultavano mancare di collante. Sono assenti, purtroppo, quei dettagli che ne avrebbero fatto un piccolo capolavoro
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pensierocivile
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giovedì 21 marzo 2013
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anche solo per una canzone
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Due ragazzi e Bertolucci, non vi è altro in IO E TE, ma nonostante tutto non è poco. Sembrerebbe una storia esile, debole, troppo semplice e minimale, invece ti resta dentro. Bertolucci lascia poco campo alle scelte che portano il protagonista e sua "sorella" a confinarsi nello spazio angusto della cantina, ci sono motivazioni, forse banali per un adolescente, forse più gravi per una donna ormai adulta, ma sono in secondo piano, perché il senso per consegnarsi alla vita è riuscire a crescere. E magicamente i due riescono a crescere nell'arco di una settimana, fondamentale per lui che "segando" la settimana bianca della scuola, finalmente riesce a relazionarsi con qualcuno, a dialogare e anche ad aprirsi con un essere alieno, distante e all'apparenza anche più dannoso della fuga; essenziale per lei che inizia a disintossicarsi fra crisi di pianto, crolli nervosi e lunghe dormite.
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Due ragazzi e Bertolucci, non vi è altro in IO E TE, ma nonostante tutto non è poco. Sembrerebbe una storia esile, debole, troppo semplice e minimale, invece ti resta dentro. Bertolucci lascia poco campo alle scelte che portano il protagonista e sua "sorella" a confinarsi nello spazio angusto della cantina, ci sono motivazioni, forse banali per un adolescente, forse più gravi per una donna ormai adulta, ma sono in secondo piano, perché il senso per consegnarsi alla vita è riuscire a crescere. E magicamente i due riescono a crescere nell'arco di una settimana, fondamentale per lui che "segando" la settimana bianca della scuola, finalmente riesce a relazionarsi con qualcuno, a dialogare e anche ad aprirsi con un essere alieno, distante e all'apparenza anche più dannoso della fuga; essenziale per lei che inizia a disintossicarsi fra crisi di pianto, crolli nervosi e lunghe dormite. Le due realtà si ricostruiscono, forse non cambierà nulla, perché si dovrà tornare a fare i conti con la quotidianità e con la droga, ma quella settimana ha generato qualcosa, foss'anche una semplice canzone per ricordarla.
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vedonero
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venerdì 2 novembre 2012
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io e te, perchè?
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Inutile dire che Bertolucci "ha fatto" dei grandissimi film. Ininfluente sottolineare il suo (nostro) gradito ritorno a fare cinema. Se si deve recensire, che recensione sia.
Con dispiacere, dato dal fatto che dispiace vedere un brutto film fatto da un bravo regista, bisogna ammettere che la storia non respira mai. I due protagonisti si rubano la scena a vicenda in quel palco teatrale che è la (chic)cantina-nobile. Formicaio di turbe giovanili, che non appaiono mai gravi, in questo modo non ci si affezziona mai a Lorenzo (Antinori): semplice adolescente che attraversa come tutti il suo periodo "introverso", poi un bel giorno si cresce e tutto passa. La sorellasta (Falco) cresciuta troppo in fretta, figlia di genitori separati da balzelli sociali, che sfoga il suo bisogno di affetto e la sua sensibilità artistica nell'eroina non diventerà il nostro eroe.
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Inutile dire che Bertolucci "ha fatto" dei grandissimi film. Ininfluente sottolineare il suo (nostro) gradito ritorno a fare cinema. Se si deve recensire, che recensione sia.
Con dispiacere, dato dal fatto che dispiace vedere un brutto film fatto da un bravo regista, bisogna ammettere che la storia non respira mai. I due protagonisti si rubano la scena a vicenda in quel palco teatrale che è la (chic)cantina-nobile. Formicaio di turbe giovanili, che non appaiono mai gravi, in questo modo non ci si affezziona mai a Lorenzo (Antinori): semplice adolescente che attraversa come tutti il suo periodo "introverso", poi un bel giorno si cresce e tutto passa. La sorellasta (Falco) cresciuta troppo in fretta, figlia di genitori separati da balzelli sociali, che sfoga il suo bisogno di affetto e la sua sensibilità artistica nell'eroina non diventerà il nostro eroe. Pellicce troppo vintage e maculati retrò, non sono abbastanza crudi per non farci rimpiangere Cristiana F. I fratellastri rimangono in superficie coperti dai loro clichè. Manca il coraggio di calare l'asso, rendendo esplicita l'attrazzione incestuosa tra i due. Il conflitto è spuntato, perfino Muccino con una storia così forse avrebbe fatto meglio. Imbarazzante l'inserto onirico, lasciato a penzolare in mezzo al film come un didascalia manieristica. Ricomicia a pensare in grande Bertolucci, quando l'hai fatto i risultati sono stati eccellenti.
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[+] ahi, la zeta
(di pepito1948)
[ - ] ahi, la zeta
[+] esaltazione delle banalità
(di leo grimaldi)
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gaara
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venerdì 2 novembre 2012
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"io e te"?
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Facile impersonare i panni di un adolescente quando lo si è. Eppure per Jacopo Olmo Antinori, protagonista della pellicola in oggetto, diventa difficile immedesimarsi nella vita e nella personalità di un quattordicenne, che preferisce una settimana d’isolamento in una cantina-tugurio alla compagnia dei suoi pseudo coetanei. Espressioni forzate, finte e una evidente difficoltà a recitare in modo credibile accompagnano la sua interpretazione.
Non basta certo qualche brufolo e una peluria adolescenziale a fare di Jacopo Lorenzo e di Jacopo un attore.
Le critiche sono purtroppo inevitabile quando il film non ha l’intenzione di apparire frivolo, ma trasuda la presunzione di voler far conoscere delle realtà più o meno lontane, lasciare morali e dispensare taciti giudizi, fatti di fotogrammi, sguardi e battute strappate ad una sceneggiatura molto poco incidente.
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Facile impersonare i panni di un adolescente quando lo si è. Eppure per Jacopo Olmo Antinori, protagonista della pellicola in oggetto, diventa difficile immedesimarsi nella vita e nella personalità di un quattordicenne, che preferisce una settimana d’isolamento in una cantina-tugurio alla compagnia dei suoi pseudo coetanei. Espressioni forzate, finte e una evidente difficoltà a recitare in modo credibile accompagnano la sua interpretazione.
Non basta certo qualche brufolo e una peluria adolescenziale a fare di Jacopo Lorenzo e di Jacopo un attore.
Le critiche sono purtroppo inevitabile quando il film non ha l’intenzione di apparire frivolo, ma trasuda la presunzione di voler far conoscere delle realtà più o meno lontane, lasciare morali e dispensare taciti giudizi, fatti di fotogrammi, sguardi e battute strappate ad una sceneggiatura molto poco incidente.
Non è da meno la regia bertolucciana che dirige un film destinato a rimanere incompiuto già a metà dell’opera, quando lo spettatore è cosciente che i risvolti della storia saranno pochi o inesistenti, e pervaso da sensazioni di poche pretese che lo accompagneranno verso la fine della settimana di isolamento - verso la fine del film - in maniera “ossimoricamente” appagata.
Al di qua dello schermo ci si convince che nulla è dovuto.
Il Lorenzo pensiero non è assolutamente sviluppato e viene lasciato appeso nei suoi dilemmi psichici che mai trovano spiegazioni, facendo risultare il personaggio forzato più di quanto lo forzi Antinori. Lorenzo risulta così un anomalia, che probabilmente non trova riscontri nella attuale infelicità adolescenziale e nonostante la diversità sia un bene, in tale contesto sembra demarcare un solco invalicabile all’immedesimazione dei propri disagi. Tutto questo risulta ancora più strano se si pensa che l’involuzione e il nostro modus vivendi ci sta conducendo verso un freddo “isolamento binario”, dove ognuno potrebbe trovare il tempo e la necessità di rinchiudersi nella propria “cantina”.
Tea Falco, nei panni di Olivia prende la scena. Irrompe nella vita del fratello Lorenzo così come nel film, dando la parvenza di un personaggio quanto meno più ricercato, riuscendo così ad avvilupparsi di maggiore credibilità. La stranezza è che la scena non dovrebbe essere la sua, ma di Lorenzo o quantomeno di quel “Io e Te” che invece non trova un seguito al di là del titolo.
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stefano capasso
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domenica 8 febbraio 2015
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il potenziale trasformativo della relazione
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Lorenzo è un adolescente inquieto, vive il suo mondo di fantasie e i conflitti con la madre e parte del mondo che lo circonda. Quando la scuola organizza una settimana bianca coglie l’occasione per ritagliarsi il suo spazio e viversi le sue fantasie: dice alla famiglia che parte e si organizza con viveri e libri per passare i 7 giorni da solo nella cantina del palazzo. Ma il suo progetto viene stravolto dall’arrivo di Olivia, sorellastra (hanno lo stesso padre) di dieci anni più grande. Olivia è tossicodipendente e ha deciso di affrontare la crisi di astinenza proprio chiedendo aiuto a Lorenzo. Se al principio il rapporto tra i due è caratterizzato da aggressività e rabbia col passare dei giorni le difficoltà affrontate insieme avvicinano i due giovani che ritrovando l’affetto si separano portando con loro nuove possibilità per il futuro.
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Lorenzo è un adolescente inquieto, vive il suo mondo di fantasie e i conflitti con la madre e parte del mondo che lo circonda. Quando la scuola organizza una settimana bianca coglie l’occasione per ritagliarsi il suo spazio e viversi le sue fantasie: dice alla famiglia che parte e si organizza con viveri e libri per passare i 7 giorni da solo nella cantina del palazzo. Ma il suo progetto viene stravolto dall’arrivo di Olivia, sorellastra (hanno lo stesso padre) di dieci anni più grande. Olivia è tossicodipendente e ha deciso di affrontare la crisi di astinenza proprio chiedendo aiuto a Lorenzo. Se al principio il rapporto tra i due è caratterizzato da aggressività e rabbia col passare dei giorni le difficoltà affrontate insieme avvicinano i due giovani che ritrovando l’affetto si separano portando con loro nuove possibilità per il futuro.
Bernardo Bertolucci lavora molto con la macchina da presa, sempre in movimento per offrire nuovi punti di vista nel racconto dell’evoluzione di un incontro. La narrazione della fuga in una cantina di due giovani che cercano di sfuggire al disagio e all’oppressione che il mondo intorno impone loro, è minuziosa, ed entra con grande efficacia nell’evoluzione continua delle emozioni dei due ragazzi.
Accade poco e allo stesso tempo lo scorrere delle dinamiche relazionali è avvincente. E racconta bene il potenziale trasformativo della relazione con l’altro.
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foffola40
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mercoledì 31 ottobre 2012
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adolescenza benedetta ?
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film molto generoso nel finale che salva forse il ragazzo dalla solitudine dei sentimenti mentre per la sorella , Tea Falco (brava e bella, un po' maudit) non c'è salvezza dalla droga. Belle le immagini dei cappelli della ex padrona di casa conservati nella cantina che è l'unico luogo dove si svolge tutto il film. Bello e anche commovente il ballo finale fra i due fratelli che scioglie il grumo psichico di Lorenza, bella la cantina molto affascinante nella sua bruttezza. Non è un un capolavoro ma si ricorderàFoffola40
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spike
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lunedì 5 novembre 2012
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bertolucci minore
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'Io e te' riprende le atmosfere del capolavoro di Bertolucci 'L'assedio', lo spazio limitato diviene il luogo ideale per parlare all'animo dello spettatore. Un film ottimamente girato e scritto, il cast non mi ha convinto del tutto ma non essendo attori professionisti i due protagonisti se la cavano bene. Una pellicola che verrà rivalutata col tempo.
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