andygarcia
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mercoledì 27 giugno 2012
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fiume di applausi per sexocracy al nosadella
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Il Dato piu' inconfutabile che il Film sia piaciuto "Bipartisan", e' dato dal fatto che Venerdi 22 Giugno ore 21:30,
allo Storico Cinema Nosadella di Bologna, la Sala ha accolto con una Marea di Applausi la Proiezione del Film Sexocracy,
con un Articolo del Resto del Carlino;
Bologna tra l'altro, storicamente citta' "Antiberlusconiana", ha risposto appunto con una valanga di Applausi e Apprezzamenti a fine Proiezione
all'Autore del Film e Produttore Presente in sala Luca Redavid;
Il Film ora, dopo Milano, Roma e Bologna, merita una Distribuzione Nazionale Adeguata al Valore del Film e all'arricchimento Socio-Culturale
che ha lasciato in tutti quello che lo hanno visto;
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carben
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sabato 19 maggio 2012
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sexocracy-la verità: un po' vera e un po' falsa.
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Questo film, girato prima che Lele Mora finisse in carecere per bancarotta fraudolenta, può essere considerato il completamento di Videocracy. Ma non si fonda solo sul punto di vista dell' ex agente dei VIP, ma anche su quello di chi non è interessato ad entrare a far parte dello showbiz: Lanie, la bella ragazza filippina che ha come valori irrinunciabili l'amore per la famiglia ed il lavoro.
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Questo film, girato prima che Lele Mora finisse in carecere per bancarotta fraudolenta, può essere considerato il completamento di Videocracy. Ma non si fonda solo sul punto di vista dell' ex agente dei VIP, ma anche su quello di chi non è interessato ad entrare a far parte dello showbiz: Lanie, la bella ragazza filippina che ha come valori irrinunciabili l'amore per la famiglia ed il lavoro. Il film procede in parallelo tra i ricordi del Mora e le brevi finestre di immagini da cui Lanie dice la sua, commentando questa febbre dell'apparire dei giovani italiani, e criticando la mercificazione del corpo femminile. Ci si può chiedere ora chi sia l'artefice di questa mercificazione; una delle tesi del documentario è semplice: se la donna non mettesse a disposizione il proprio corpo, questo non lo si potrebbe di certo mercificare. Nel film non poteva mancare Silvio Berlusconi che tanto ha influito sulla carriera di Lele Mora parla, e le sue battute di gusto più o meno dubbio, a seconda della propria tendenza politica. Quel Silvio nazionale considerato il maggiore artefice dell'invasione dei luoghi del potere da parte di soubrettes, veline e showgirls. Giovani donne assetate di potere e successo allevate nella 'scuderia' di Lele Mora. Ma è proprio un (de)merito l'abilità di Lele Mora di aver saputo sfruttare la popolarità dei suoi assistiti VIP per trarne guadagno? In fondo essere pagato qualche migliaia di euro per dispensare sorrisi, bere un drink in discoteca, venire fotografato e ammirato non è la stessa cosa che essere ricoperto d'oro (sia da RAI che da Mediaset) per mettere il proprio viso conosciuto e dire due parole in televisione in prima serata? In Sexocracy Lele Mora ribadisce la propia innocenza dalle varie accuse piovutegli da più fronti, ma la regia di Soriquez, non sembra proprio sostenere le sue tesi, con un montaggio che a volte rende il Mora a dir poco contraddittorio. “La verità è sempre un po' vera e un po' falsa” dice Mora alla fine del film. Tesi non proprio qualunquista – piuttosto filosofica se andiamo a rivedere le teorie di matematici-filosofi -. Solo che fa sorridere detta proprio da lui. Sexocracy, la Crazia del Sesso che, non dovrei ricordarlo io, e l'energia più potente dell'essere umano, e come tutte le cose può essere usata nel bene quanto nel male.
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carben
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venerdì 18 maggio 2012
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un film coraggioso e controcorrente
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Sono Carla, di Roma. Volevo fare i complimenti al regista Soriquez per questo coraggioso documentario. Ci vuole coraggio per raccontare i recenti scandali con leggerezza ed ironia quando tutta l'Italia punta il dito e fa la voce grossa. Un'ironia così sottile, difficile da cogliere per le menti grossolane. Ho trovato questo film un ottima opportunità educativa per tanti giovani che si vogliono avvicinare al mondo dello spettacolo. Io ho un figlio di 17 anni che aspira a diventare attore: avrebbe fatto bene a venire con me a vederlo. Non per dissuaderlo dal suo sogno, ma per renderlo cosciente delle realtà a cui va incontro. Ancora complimenti, con stima.
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julie lee lee
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venerdì 18 maggio 2012
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sexocracy- una piacevole scoperta
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Devo ammettere che, inizialmente, l'idea di "sorbirmi" un Documentario su Lele Mora non mi entusiasmava particolarmete poi, attirata dal Trailer, ho deciso di dare a questa Docu-fiction una chance, e ne sono tuttora soddisfatta!
Ho apprezzato molto il "taglio-registico" scelto da Soriquez, uno stile fresco, a tratti ironico, che lascia tuttavia ampio respiro all'occhio dello spettatore.
L'approccio proposto è infatti particolarmente "Umano": sembra mostrare gli intervistati così come sono.
Abbiamo infatti un Lele Mora "al naturale", con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue paure e debolezze.
Non credo che Soriques "giustifichi" Mora ma che, semplicemente, ce lo mostri così come è al giorno d'oggi; in un periodo di declino per sè stesso e per quel mondo dello spettacolo qualitativamente impoverito e sterile.
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Devo ammettere che, inizialmente, l'idea di "sorbirmi" un Documentario su Lele Mora non mi entusiasmava particolarmete poi, attirata dal Trailer, ho deciso di dare a questa Docu-fiction una chance, e ne sono tuttora soddisfatta!
Ho apprezzato molto il "taglio-registico" scelto da Soriquez, uno stile fresco, a tratti ironico, che lascia tuttavia ampio respiro all'occhio dello spettatore.
L'approccio proposto è infatti particolarmente "Umano": sembra mostrare gli intervistati così come sono.
Abbiamo infatti un Lele Mora "al naturale", con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue paure e debolezze.
Non credo che Soriques "giustifichi" Mora ma che, semplicemente, ce lo mostri così come è al giorno d'oggi; in un periodo di declino per sè stesso e per quel mondo dello spettacolo qualitativamente impoverito e sterile. Un'industria in crisi (come tutte del resto) alla quale molti si aggrappano alimentando false speranze, svendendo sè stessi, in un'epoca dove svendersi e sapersi vendere sembrano essere condizioni quasi "indispensabili" per poter lavorare o guadagnare.
Sexocracy è la fotografia di un'ambiente, svestito dalla magia del Gossip che monta, ingrandisce, manipola o svilisce, a piacere di pubblico.
Un documentario che apprezzo: non politicizzato nè fazioso. Lo spettatore viene lasciato libero di interpretare e valutare le immagini proposte, così come il regista, a suo modo, ci comunica forse la sua decidendo di frapporre la storia di una famiglia "comune".
Come donna non mi sento affatto offesa da ciò che ho visto e dissento dalla recensione della Dose; soprattutto non credo affatto che l'obbiettivo del regista sia stato "dimostrare l'innocenza di Lele Mora".
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ugoperd
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giovedì 17 maggio 2012
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sexocracy, una fotografia del mondo effimero
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Probabilmente sono troppi i temi del documentario per essere trattati in soli 76 minuti, per cui alcune argomentazioni sono solo abbozzate e non pienamente dimostrate (o documentate). Purtroppo molte cose dette e mostrate corrispondono a verità. Dico purtroppo perchè piacerrebbe anche a me che ci fosse più meritocrazia in Italia e meno sessocrazia. Ma la carne è debole, e quando si è in situazione di potere, oppure si vuole ottenere qualcosa da un uomo di potere, il sesso è la prima arma che si usa. E noi italiani in questo siamo peggio di chiunque altro. "Chi è privo di ogni colpa scagli la prima pietra": altra morale del film. E' inutile che gli uomini della sinistra si accaniscano se poi fanno le stesse cose.
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Probabilmente sono troppi i temi del documentario per essere trattati in soli 76 minuti, per cui alcune argomentazioni sono solo abbozzate e non pienamente dimostrate (o documentate). Purtroppo molte cose dette e mostrate corrispondono a verità. Dico purtroppo perchè piacerrebbe anche a me che ci fosse più meritocrazia in Italia e meno sessocrazia. Ma la carne è debole, e quando si è in situazione di potere, oppure si vuole ottenere qualcosa da un uomo di potere, il sesso è la prima arma che si usa. E noi italiani in questo siamo peggio di chiunque altro. "Chi è privo di ogni colpa scagli la prima pietra": altra morale del film. E' inutile che gli uomini della sinistra si accaniscano se poi fanno le stesse cose. Anche Marrazzo pagava per soddisfare i suoi desideri sessuali e probabilmente anche Sircana. Da destra a sinistra gli appetiti non cambiano. Ma neanche l'accortezza di agire con discrezione, che non è proprio il punto forte dei nostri politici. Spero che venga distribuito anche al di fuori di Roma e Milano perché merita.
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marschiav
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mercoledì 16 maggio 2012
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vero o falso che sia è da vedere
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E' un documentario che ha forti tratti di Mocumentary. Le forti immagini di ragazze che adorano il cesso, che vengono bistrattate da uno strano fotografo che gli fa scatti mettendole in posa dentro un bidone della spazzatura sembrano state create ad hoc per il film. Ma se sono reali servizi fotografici, allora c'è davvero da preoccuparsi.
Non c'è limite a come un essere umano possa umiliarsi (donna o uomo che sia) pur di ottenere un briciolo di effimera visibilità: questo è il vero tema del documentario, dalle aspiranti soubrette e showgirl fino all'arrivista Ruby. Altro tema: il sesso come valore di scambio. E' sempre stato così fino alla notte dei tempi, e sempre lo sarà.
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E' un documentario che ha forti tratti di Mocumentary. Le forti immagini di ragazze che adorano il cesso, che vengono bistrattate da uno strano fotografo che gli fa scatti mettendole in posa dentro un bidone della spazzatura sembrano state create ad hoc per il film. Ma se sono reali servizi fotografici, allora c'è davvero da preoccuparsi.
Non c'è limite a come un essere umano possa umiliarsi (donna o uomo che sia) pur di ottenere un briciolo di effimera visibilità: questo è il vero tema del documentario, dalle aspiranti soubrette e showgirl fino all'arrivista Ruby. Altro tema: il sesso come valore di scambio. E' sempre stato così fino alla notte dei tempi, e sempre lo sarà. Non c'è da scandalizzarsi. Fa parte della natura umana. "E la propia natura" dice Lele Mora, "non si può soffocare, di qualsiasi natura si tratti", quindi gay, lebo, trans etero bisex etc....tutto va bene se ti fa stare bene e non nuoce agli altri. Ammetto che in certi passaggi Lele Mora appare quasi saggio (oddio cosa ho detto!)...ma se lo fosse veramente stato ora non si troverebbe in carcere!
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germe
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mercoledì 16 maggio 2012
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la recensione di mymovies non rispecchia il film
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E' proprio vero che ognuno ha la sua verità da esternare ad alta voce o da mettere nero su bianco. E' anche vero che è impossibile essere imparziali nelle proprie opinioni. Il vissuto di ognuno di noi influisce sui nostri punti di vista. E' così per Lele Mora, per Nicoletta Dose (la giornalista di MyMovies), per chi ha scritto e diretto il film etc.....ognuno vede e sente quel che vuole vedere e sentire spesso distorcendo la natura di ciò che vede e sente. Nello spezzone del documentario circa il quale la Dose ha scritto" il montaggio si ferma su Veronica Lario proprio quando la voce fuori campo inveisce sulle donne capaci di influenzare negativamente i propri mariti", ebbene la voce fuori campo non inveisce affatto ma dice che "le donne sono capaci di influenzare i successi e gli insuccessi dei propri uomini", ma la giornalista di MyMovies chissà per quale motivo ha sentito solo una parte della frase.
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E' proprio vero che ognuno ha la sua verità da esternare ad alta voce o da mettere nero su bianco. E' anche vero che è impossibile essere imparziali nelle proprie opinioni. Il vissuto di ognuno di noi influisce sui nostri punti di vista. E' così per Lele Mora, per Nicoletta Dose (la giornalista di MyMovies), per chi ha scritto e diretto il film etc.....ognuno vede e sente quel che vuole vedere e sentire spesso distorcendo la natura di ciò che vede e sente. Nello spezzone del documentario circa il quale la Dose ha scritto" il montaggio si ferma su Veronica Lario proprio quando la voce fuori campo inveisce sulle donne capaci di influenzare negativamente i propri mariti", ebbene la voce fuori campo non inveisce affatto ma dice che "le donne sono capaci di influenzare i successi e gli insuccessi dei propri uomini", ma la giornalista di MyMovies chissà per quale motivo ha sentito solo una parte della frase. Non ho trovato nulla di maschilista nel documentario. E poi la natura omosessuale di Lele Mora stride con il maschilismo rilevato dalla Dose. E' vero che nel documentario la tesi di Lele Mora è più volte contraddetta; mettere in evidenza ciò penso che sia stata una precisa volontà di chi ha scritto e di chia ha diretto il film. Se si guarda il film con attenzione lo si può facilmente evincere.
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germe
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mercoledì 16 maggio 2012
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tutto sommato un ottimo film
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Ciao a tutti,
ieri ho visto il film a Milano Bicocca. Avrei preferito vederlo a Bologna, ma non si sa perché qui non è uscito. Strano, perché la produzione ed il regista sono bolognesi. Ma per fortuna ero su da amici...ma veniamo a bomba. Film godevole, buon ritmo, argomenti interessanti e chicche sconosciute ai più. Peccato per i testi della voce narrante che secondo me erano da evitare. Bastava lasciare parlare le immagini. Ho letto la recensione della Dose. Un pò troppo cattiva a mio parere. Alcune cose le condivido, ma altre proprio no. Il film non è per niente una difesa di Lele Mora. Anzi, viene fuori il personaggio problematico, contraddittorio e infantile.
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Ciao a tutti,
ieri ho visto il film a Milano Bicocca. Avrei preferito vederlo a Bologna, ma non si sa perché qui non è uscito. Strano, perché la produzione ed il regista sono bolognesi. Ma per fortuna ero su da amici...ma veniamo a bomba. Film godevole, buon ritmo, argomenti interessanti e chicche sconosciute ai più. Peccato per i testi della voce narrante che secondo me erano da evitare. Bastava lasciare parlare le immagini. Ho letto la recensione della Dose. Un pò troppo cattiva a mio parere. Alcune cose le condivido, ma altre proprio no. Il film non è per niente una difesa di Lele Mora. Anzi, viene fuori il personaggio problematico, contraddittorio e infantile. Non mi capacito come sia arrivato ad organizzare convention per Clinton. Forse per la sua capacità di ammaliare. Lo si segue volentieri nel racconto, la sua voce è suadente. Ho trovato geniale il finale. Ricordo alla Dose (io non sono bolognese di nascita ma di adozione), che il Gianbologna, quando ha scolpito il nettuno, l'ha fatto di proposito con il pollice della mano sinistra che da retro sembra un fallo. E questo per sbeffeggiare il papa dal quale aveva subito un torto. Nello spirito di Sexocracy, che secondo me è una grande presa in giro dell'italia e di personaggio come Lele Mora. Quindi c'era ben poco di aulico nelle intenzioni del Gianbologna, anzi. Secondo me non si rivolta affatto nella tomba, anzi, se la ride....con una grossa e grassa risata, nello spirito dei goliardi bolognesi.
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nebur
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martedì 15 maggio 2012
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risposta a lunes
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Io ho visto il film in anteprima, e per me è un ottimo docufilm. Forse quest' Italia che il film tratteggia non interessa a lei, ma mi creda a molti interessa eccome. Il montaggio ha un buon ritmo e tecnicamente nulla da rimproverare all'editor. Forse lei si aspettava una condanna spietata alla "Report" di Mora e Berlusconi, ma sarebbe stato fin troppo facile e scontato.
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cris73
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lunedì 14 maggio 2012
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film che non depone a favore del mora.
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Mi permetto di dissentire dalla recensione della Dose. Ho visto il film attentamente. Solo uno sguardo distratto potrebbe portare a pensare che lo scopo del film sia quello di difendere Lele Mora.
E' il Mora che si difende dalle accuse di favoreggiamento della prostituzione per poi affermare " eh io ero la maitresse " quando parla del Bar Gay che gestiva da giovane, dove avvenivano accoppiamenti
tra militari che facevano il Car con gay e travestiti. Un regista fazioso avrebbe sicuramente CENSURATO quella parte. Per non parlare del commento celato del regista attraverso le risate degli inviati inglesi montate dopo le affermazioni di Mora secondo il quale il Bunga Bunga sarebbe solo una barzelletta.
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Mi permetto di dissentire dalla recensione della Dose. Ho visto il film attentamente. Solo uno sguardo distratto potrebbe portare a pensare che lo scopo del film sia quello di difendere Lele Mora.
E' il Mora che si difende dalle accuse di favoreggiamento della prostituzione per poi affermare " eh io ero la maitresse " quando parla del Bar Gay che gestiva da giovane, dove avvenivano accoppiamenti
tra militari che facevano il Car con gay e travestiti. Un regista fazioso avrebbe sicuramente CENSURATO quella parte. Per non parlare del commento celato del regista attraverso le risate degli inviati inglesi montate dopo le affermazioni di Mora secondo il quale il Bunga Bunga sarebbe solo una barzelletta. Il regista e lo sceneggiatore ridono con gli inviati inglesi a Roma. Secondo me il montaggio è fine ed eccellente.
Chi si ferma solo ad una lettura superficiale e pregiudiziale per le antipatie verso il Mora si perde molto di questo film, che non è assolutamente maschilista a mio modo di vedere. Descrive in modo crudo la "gara" tra aspiranti
soubrette (ma anche tronisti, come si evince dalle riprese dei casting del Mora) per ritagliarsi un briciolo di popolarità.
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