inceptionist2
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giovedì 10 maggio 2012
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sexocracy, un nuovo videocracy
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Salve a tutti, sono un giornalista freelance appassionato tra le altre cose di cinema e politica, per questo vorrei postare una piccola recensione riguardo questo mocumentary che ho avuto la possibilità di visionare in anteprima.
Sexocracy è un documentario di produzione indipendente, InnuendoFilm, diretto da Ruben Maria Soriquez,che ruota attorno ai rapporti tra politica e mondo dello spettacolo. Personaggio principale e cardine dei circa 75 minuti di visione è Lele Mora, in una lunga video intervista realizzata nel periodo precedente la sua incarcerazione . Mora racconta la sua versione del BungaBunga e del mestiere di impresario dei personaggi più famosi del panorama televisivo italiano.
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Salve a tutti, sono un giornalista freelance appassionato tra le altre cose di cinema e politica, per questo vorrei postare una piccola recensione riguardo questo mocumentary che ho avuto la possibilità di visionare in anteprima.
Sexocracy è un documentario di produzione indipendente, InnuendoFilm, diretto da Ruben Maria Soriquez,che ruota attorno ai rapporti tra politica e mondo dello spettacolo. Personaggio principale e cardine dei circa 75 minuti di visione è Lele Mora, in una lunga video intervista realizzata nel periodo precedente la sua incarcerazione . Mora racconta la sua versione del BungaBunga e del mestiere di impresario dei personaggi più famosi del panorama televisivo italiano. Nota sicuramente inaspettata, perlomeno da chi scrive, una carriera legata a molti personagi internzionali,Bill Clinton su tutti, che ben aiuta a delineare quale fosse la sua sfera d’influenza prima della caduta in disgrazia e del carcere.
Dunque siamo di fronte ad una lunga sequela di scusanti per giustificare una condotta di vita sfrenata e fare così da contraltare a tutta la produzione giornalistica che negli ultimi anni si è impegnata a dipingerlo più come un magnaccia che ad un impresario dello spettacolo?
Assolutamente no, o meglio , lo sembrerebbe a prima vista ma ad un’analisi più approfondita, il montaggio del film ci rivela sequenze tratte da backstage di provini, interviste e servizi fotografici che ben alternati alle parole di Mora ci mostrano la crudezza, l’opportunismo di un mondo fatto perlopiù di interessi personali e monzogne, laddove il profitto viene anteposto a tutto annullando i reali rapporti umani, sostanzialmente confutando parola per parola tutto ciò che apprendiamo dal nostro protagonista che appare in contatto con una realtà ben diversa da quella palpabile a tutti gli altri, creando in più di un’occasione un parallelismo con quell’altro grande magnate che fu nostro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Il film richiamando nel titolo quel Videocracy di 3 anni fa si discosta parecchio nelle intenzioni, laddove nel primo film Mora veniva descritto come un uomo circondato da un harem di stalette della tv , l’uomo al comando che muove i fili dei loro destini, il film di Soriquez è un ritratto meno provocatorio ma forse più lucido contraddistinto da quella reciproca confutazione tra parole e immagini di repertorio che danno una visione totale e da più punti di vista. Non vi è una voce narrante che suggerisce ed esplica quello che è davanti ai nostri occhi, lo spattatore guarda, ragione e giunge alle conclusioni, da solo.
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(di lunes)
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(di cris73)
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julie lee lee
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venerdì 18 maggio 2012
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sexocracy- una piacevole scoperta
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Devo ammettere che, inizialmente, l'idea di "sorbirmi" un Documentario su Lele Mora non mi entusiasmava particolarmete poi, attirata dal Trailer, ho deciso di dare a questa Docu-fiction una chance, e ne sono tuttora soddisfatta!
Ho apprezzato molto il "taglio-registico" scelto da Soriquez, uno stile fresco, a tratti ironico, che lascia tuttavia ampio respiro all'occhio dello spettatore.
L'approccio proposto è infatti particolarmente "Umano": sembra mostrare gli intervistati così come sono.
Abbiamo infatti un Lele Mora "al naturale", con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue paure e debolezze.
Non credo che Soriques "giustifichi" Mora ma che, semplicemente, ce lo mostri così come è al giorno d'oggi; in un periodo di declino per sè stesso e per quel mondo dello spettacolo qualitativamente impoverito e sterile.
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Devo ammettere che, inizialmente, l'idea di "sorbirmi" un Documentario su Lele Mora non mi entusiasmava particolarmete poi, attirata dal Trailer, ho deciso di dare a questa Docu-fiction una chance, e ne sono tuttora soddisfatta!
Ho apprezzato molto il "taglio-registico" scelto da Soriquez, uno stile fresco, a tratti ironico, che lascia tuttavia ampio respiro all'occhio dello spettatore.
L'approccio proposto è infatti particolarmente "Umano": sembra mostrare gli intervistati così come sono.
Abbiamo infatti un Lele Mora "al naturale", con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue paure e debolezze.
Non credo che Soriques "giustifichi" Mora ma che, semplicemente, ce lo mostri così come è al giorno d'oggi; in un periodo di declino per sè stesso e per quel mondo dello spettacolo qualitativamente impoverito e sterile. Un'industria in crisi (come tutte del resto) alla quale molti si aggrappano alimentando false speranze, svendendo sè stessi, in un'epoca dove svendersi e sapersi vendere sembrano essere condizioni quasi "indispensabili" per poter lavorare o guadagnare.
Sexocracy è la fotografia di un'ambiente, svestito dalla magia del Gossip che monta, ingrandisce, manipola o svilisce, a piacere di pubblico.
Un documentario che apprezzo: non politicizzato nè fazioso. Lo spettatore viene lasciato libero di interpretare e valutare le immagini proposte, così come il regista, a suo modo, ci comunica forse la sua decidendo di frapporre la storia di una famiglia "comune".
Come donna non mi sento affatto offesa da ciò che ho visto e dissento dalla recensione della Dose; soprattutto non credo affatto che l'obbiettivo del regista sia stato "dimostrare l'innocenza di Lele Mora".
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carben
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sabato 19 maggio 2012
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sexocracy-la verità: un po' vera e un po' falsa.
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Questo film, girato prima che Lele Mora finisse in carecere per bancarotta fraudolenta, può essere considerato il completamento di Videocracy. Ma non si fonda solo sul punto di vista dell' ex agente dei VIP, ma anche su quello di chi non è interessato ad entrare a far parte dello showbiz: Lanie, la bella ragazza filippina che ha come valori irrinunciabili l'amore per la famiglia ed il lavoro.
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Questo film, girato prima che Lele Mora finisse in carecere per bancarotta fraudolenta, può essere considerato il completamento di Videocracy. Ma non si fonda solo sul punto di vista dell' ex agente dei VIP, ma anche su quello di chi non è interessato ad entrare a far parte dello showbiz: Lanie, la bella ragazza filippina che ha come valori irrinunciabili l'amore per la famiglia ed il lavoro. Il film procede in parallelo tra i ricordi del Mora e le brevi finestre di immagini da cui Lanie dice la sua, commentando questa febbre dell'apparire dei giovani italiani, e criticando la mercificazione del corpo femminile. Ci si può chiedere ora chi sia l'artefice di questa mercificazione; una delle tesi del documentario è semplice: se la donna non mettesse a disposizione il proprio corpo, questo non lo si potrebbe di certo mercificare. Nel film non poteva mancare Silvio Berlusconi che tanto ha influito sulla carriera di Lele Mora parla, e le sue battute di gusto più o meno dubbio, a seconda della propria tendenza politica. Quel Silvio nazionale considerato il maggiore artefice dell'invasione dei luoghi del potere da parte di soubrettes, veline e showgirls. Giovani donne assetate di potere e successo allevate nella 'scuderia' di Lele Mora. Ma è proprio un (de)merito l'abilità di Lele Mora di aver saputo sfruttare la popolarità dei suoi assistiti VIP per trarne guadagno? In fondo essere pagato qualche migliaia di euro per dispensare sorrisi, bere un drink in discoteca, venire fotografato e ammirato non è la stessa cosa che essere ricoperto d'oro (sia da RAI che da Mediaset) per mettere il proprio viso conosciuto e dire due parole in televisione in prima serata? In Sexocracy Lele Mora ribadisce la propia innocenza dalle varie accuse piovutegli da più fronti, ma la regia di Soriquez, non sembra proprio sostenere le sue tesi, con un montaggio che a volte rende il Mora a dir poco contraddittorio. “La verità è sempre un po' vera e un po' falsa” dice Mora alla fine del film. Tesi non proprio qualunquista – piuttosto filosofica se andiamo a rivedere le teorie di matematici-filosofi -. Solo che fa sorridere detta proprio da lui. Sexocracy, la Crazia del Sesso che, non dovrei ricordarlo io, e l'energia più potente dell'essere umano, e come tutte le cose può essere usata nel bene quanto nel male.
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