fab_y
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martedì 15 novembre 2011
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una riflessione...
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Premetto che fin da ragazzina ho sempre seguito con una passione fuori dal nomale la serie di romanzi di Harry Potter, premetto anche che ho aspettato e visto con impazienza tutti i film della saga e quasi sempre ne sono rimasta delusa e ho sperato ad ogni film che il prossimo fosse migliore. Ma così non è stato per un semplice motivo: i film, per quanto attenti ai dettagli possano essere, non potranno mai riprodurre e seguire i complicati intrecci, personaggi, emozioni di una serie di romanzi così legati tra di loro in cui è presente un continuo e complesso legame tra passato presente e futuro. Quindi, morale della favola, dei film non ci si può che accontentare.
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Premetto che fin da ragazzina ho sempre seguito con una passione fuori dal nomale la serie di romanzi di Harry Potter, premetto anche che ho aspettato e visto con impazienza tutti i film della saga e quasi sempre ne sono rimasta delusa e ho sperato ad ogni film che il prossimo fosse migliore. Ma così non è stato per un semplice motivo: i film, per quanto attenti ai dettagli possano essere, non potranno mai riprodurre e seguire i complicati intrecci, personaggi, emozioni di una serie di romanzi così legati tra di loro in cui è presente un continuo e complesso legame tra passato presente e futuro. Quindi, morale della favola, dei film non ci si può che accontentare. Questo, in particolare, ha cercato di riassumere al meglio un libro che riportato per intero in pellicola ci avrebbe sottoposti a chissà quante ore di film, ed ecco perchè guardandolo non si trova, se non sotto forma di debole accenno, l'intrigante storia e vita del saggio e misterioso Silente, e i forti ed emozionanti ricordi di Piton non sono altro che un flash di immagini che si susseguono lasciando ai lettori la certezza che il vero Harry Potter è solo negli splendidi ed originali libri dell'autrice.
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angel23
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domenica 13 novembre 2011
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cosa c'è dopo?
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E adesso cosa faranno Daniel Radcliffe, Rupert Grint e Emma Watson? beh in molti se lo chiedono, tutti e tre staranno per partecipare ad altri film. Credo Che la Saga di Harry Potter non verrà mai dimenticata e dire alle generazioni future. ai figli dei ragazzi di oggi, di cosa una donna molto fantasiosa abbia creato dalla sua penna.
io do un bel 10 non al film ma a tutti e 8 i film di questi magnifici 10 anni.
LUNGA VITA A HARRY POTTER...
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leo97
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martedì 1 novembre 2011
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non poteva esserci un finale più commuovente
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I due film prima di questo ( il principe mezzosangue e i doni della morte parte 1 ) mi hanno molto deluso.. Ma con questo film, David Yeats mi ha fatto ricredere ed è riusciuto a farmi emozionare alla fine!
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alex41
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domenica 11 settembre 2011
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un degno finale per la miglior saga moderna
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Dopo i deludenti due film precedenti Harry Potter finisce in uno dei suoi film migliori ricco di azione, magie, dramma e momenti emozionanti. Tutti coloro che come me hanno vissuto questa saga fino dal primo all'ultimo sicuramente ameranno questo film. L'unica pecca, come ha anche detto qualcuno di voi, è il fatto che la sconfitta di Voldemort sia troppo sbrigativa, ma tuttavia ad eccezione della prima parte il film non è affatto pesante o noioso, anzi scorre via in un attimo: inoltre è in assoluto il più dark della serie, molto costoso sicuramente come tutti gli altri e finalmente uno dei pochi dei capitoli ad avvicinarsi alla parola kolossal (capolavoro è ovvio anche perchè i primi quattro dimostrano di esserlo).
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Dopo i deludenti due film precedenti Harry Potter finisce in uno dei suoi film migliori ricco di azione, magie, dramma e momenti emozionanti. Tutti coloro che come me hanno vissuto questa saga fino dal primo all'ultimo sicuramente ameranno questo film. L'unica pecca, come ha anche detto qualcuno di voi, è il fatto che la sconfitta di Voldemort sia troppo sbrigativa, ma tuttavia ad eccezione della prima parte il film non è affatto pesante o noioso, anzi scorre via in un attimo: inoltre è in assoluto il più dark della serie, molto costoso sicuramente come tutti gli altri e finalmente uno dei pochi dei capitoli ad avvicinarsi alla parola kolossal (capolavoro è ovvio anche perchè i primi quattro dimostrano di esserlo). Finalmente Yates realizza il suo Harry Potter più maturo e ricco di emozioni: la scena del flashback è una dimostrazione chiara. Tutti i fan del mago resteranno soddisfatti di sicuro. Addio Harry ci mancherai.
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niared
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giovedì 1 settembre 2011
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un ricordo, per sempre.
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E così, è finita. La storia del maghetto più famoso, alias Harry Potter, ora è giunta al suo termine. Voldemort, il signore oscuro, è stato sconfitto, definitivamente, dinanzi alla visione di milioni e milioni di spettatori. Voglio dire, non è stato fico osservare la sua morte con gli occhialini 3d? Sicuramente, moltissimi approveranno.
Ma quanto tempo è passato? quanto? insomma, in un batter di ciglia i nostri beniamini si sono ritrovati alla disperata ricerca degli horcrux, affrontando pericoli e avversità, mettendo a repentaglio la loro vita e quella altrui. Non un attimo di tregua. Ma, davvero ve li ricordate, quando ancora Harry, Ron ed Hermione erano soltanto dei ragazzini? Quando le mura di Hogwarts potevano assicurare l'incolumità di ogni studente? Quando Albus Silente, vegliava e credeva in quel trio, il quale noi tutti conosciamo, che amava cacciarsi nei guai; quando Sirius, il padrino di Harry, morì davanti ai suoi occhi, colmi di dolore e rabbia, e quando, si venne a conoscenza che Severus Piton, insegnante della difesa contro le arti oscure, dal cuore algido e cupo, desiderava a tutti i costi proteggere la vita, del figlio di colei che ha sempre amato.
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E così, è finita. La storia del maghetto più famoso, alias Harry Potter, ora è giunta al suo termine. Voldemort, il signore oscuro, è stato sconfitto, definitivamente, dinanzi alla visione di milioni e milioni di spettatori. Voglio dire, non è stato fico osservare la sua morte con gli occhialini 3d? Sicuramente, moltissimi approveranno.
Ma quanto tempo è passato? quanto? insomma, in un batter di ciglia i nostri beniamini si sono ritrovati alla disperata ricerca degli horcrux, affrontando pericoli e avversità, mettendo a repentaglio la loro vita e quella altrui. Non un attimo di tregua. Ma, davvero ve li ricordate, quando ancora Harry, Ron ed Hermione erano soltanto dei ragazzini? Quando le mura di Hogwarts potevano assicurare l'incolumità di ogni studente? Quando Albus Silente, vegliava e credeva in quel trio, il quale noi tutti conosciamo, che amava cacciarsi nei guai; quando Sirius, il padrino di Harry, morì davanti ai suoi occhi, colmi di dolore e rabbia, e quando, si venne a conoscenza che Severus Piton, insegnante della difesa contro le arti oscure, dal cuore algido e cupo, desiderava a tutti i costi proteggere la vita, del figlio di colei che ha sempre amato. Un desiderio, che purtroppo gli sarebbe costato in cambio, un' amara e triste promessa, sigillata per molti anni. Riguardo la mia considerazione personale, la seconda parte dei doni della morte, è stata avvincente ed emozionate. L'azione, parola chiave inconfutabile del film, ha prevalso nettamente rispetto alla prima parte. Le lacrime, del resto non sono potute mancare. Ho amato moltissimo i ricordi dell'infanzia di Piton e Lily, il coraggio e l'audacia di Neville, e poi ancora, la grinta eccezionale della professoressa Mcgranitt. Fred, Remus, Tonks, Piton. Lo ametto, mi sono venuti i brividi, quando ho visto i loro corpi distesi a terra, esanimi, è stato un duro colpo. Ma son convinta che non siano morti invano, essi infatti, proteggevano ciò per cui valeva la pena lottare e si sarebbero sacrificati, se fosse stato necessario. E cosa potrei scrivere, in merito al più grande rivale di Harry? Malfoy. Draco Malfoy, sicuramente un nome di fatto. Il “Bulletto” della scuola, il teppista lo chiamerei. Orgoglioso della sua dinastia e fiero di essere un purosangue, costretto a diventare un mangiamorte, esattamente come il padre Lucius. Ma cosa si nascondeva dietro a quella sua indole così scontrosa e arrogante nei confronti di chi riteneva inferiore a sè? In realtà un ragazzo normale, spaventato e insicuro delle sue scelte, condizionate il più delle volte dal padre. Confesso di avere un debole, per il suo personaggio all’apparenza duro, ma in sostanza fragile e poco amato. E poi, come dimenticare i migliori amici che ognuno vorrebbe avere? La mente e il braccio, coloro che bisticciavano, esattamente come cane e gatto, ma che infine , grazie a quel solido legame, consolidatosi con l'amicizia, si sono innamorati l’uno con l’altra. Ron ed Hermione. Lui a tratti imbranato ma determinato, e lei, intelligente e brillante; entrambi disposti ad aiutare Harry in ogni momento. Certo, chi come me, non ha mai sognato di varcare la soglia di Hogwarts? Quel castello incantato, il quale celava remoti segreti e misteri da scoprire, verità e bugie, sepolte nel tempo. Mai dimenticherò quei lunghi corridoi, quelle immense aule, la mappa del malandrino, Dobby, un elfo altruista, morto con onore, non dimenticherò nemmeno le cioccorane, il Ballo del Ceppo, la pozione polisucco, le partite del Quidditch, la mia preferita Tonks, che odiava essere chiamata Ninfadora, e poi Malocchio, scorbutico ma simpatico, mai dimenticherò la suggestiva ma drammatica storia del Principe, e nemmeno il mio prediletto Draco Malfoy con il suo completo repertorio di battute, non dimenticherò infine il fantastico trio, che con le sue avventure, mi ha appassionato in questi 10 anni.
2D o 3D? cosa caspita centra? Quel che conta sono le EMOZIONI che ho provato, e mai le dimenticherò. La saga di Harry Potter è finita, ma i ricordi non svaniscono! Rimangono dentro di noi, come un’ardente fiamma, che mai si dissolverà. Ringrazio con il cuore J.K. Rowling, per avermi coinvolto in quel suo magico mondo.
Con amorevole affetto, Nia.
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xxlorenzo cinema98xx
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mercoledì 31 agosto 2011
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harry potter finisce con un capolavoro
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Harry Potter finisce la sua avventura con un capolavoro,il piu'bel capitolo della saga,belissssssssssssssssssssssiiiiiiiiiiiiiiimmmmmmmmmmmmmoooooooooooooooooooooooooo non settero piu'di vederlo
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(di fab_y)
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[+] È un pessimo film.
(di le arti visive � official)
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benedetta bergagnini
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mercoledì 31 agosto 2011
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"tutto finisce": dopo il libro, prima del film
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Mi apro alla chiusura". Definizione enigmatica, attraente, provocatoria, difficile, sincera. Come la sua struttura descrittiva, labirintica, stratificata eppure, a modo suo, di straordinaria coerenza e sottigliezza. La Rowling è un'incantatrice elegante, raffinata. Matematica, tanto da divenire personficazione di fuoco e ghiaccio al tempo stesso. D'altronde, la vera magia è la sua professionalità e familiarità narrativa, la stessa che le ha permesso di sognare un mondo che vorremmo essere stato il nostro, costruito sull'eterno e costante predominio del bene sul male, evitando ogni forma di onirismo tradizionalmente inteso.
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Mi apro alla chiusura". Definizione enigmatica, attraente, provocatoria, difficile, sincera. Come la sua struttura descrittiva, labirintica, stratificata eppure, a modo suo, di straordinaria coerenza e sottigliezza. La Rowling è un'incantatrice elegante, raffinata. Matematica, tanto da divenire personficazione di fuoco e ghiaccio al tempo stesso. D'altronde, la vera magia è la sua professionalità e familiarità narrativa, la stessa che le ha permesso di sognare un mondo che vorremmo essere stato il nostro, costruito sull'eterno e costante predominio del bene sul male, evitando ogni forma di onirismo tradizionalmente inteso. La trama che lei racconta è forse la prima utopia cinematografica a vivere secondo le leggi scandite dal dolore morale dove, a parte qualche concessione di ordine inevitabilmente scenografico, “si è Harry”, percepiamo i suoi silenziosi e taciuti pensieri diventare nostri, e d’un tratto, come per incanto, i pensieri combaciano. Abbiamo indosso un paio di occhiali a luna piena, la nostra fronte è segnata da una cicatrice a forma di saetta, i nostri migliori amici sono uno spensierato ma sincero Ron ed una diligente e fantastica Hermione, i nostri genitori sono morti sedici anni fa, dando la vita per noi, uccisi dalla bacchetta che stringiamo ora in mano con ardente ferocia si prepara ad affrontare per un’ ultima, struggente, fatale volta. Ma il nostro Potter è il prescelto, il ragazzo che è sopravvissuto. Perciò a Joanne gli importa ben poco dei ritratti complessi, articolati, dotati di un’aria tersa di tensione che dipinge con tratto continuo, fluido, disinvolto e sicuro nei Doni della Morte. Mentre cerca disperatamente di confessare e confessarsi che Harry è l’Amore, è il terrore e le conseguenze dell’insostenibilità della Perdita, è l’esigenza di possibilità e scelte inesistenti. Ma il maghetto che supplicò il cappello parlante di non collocarlo nella “casa dei cattivi” è cresciuto, come il pericolo a cui deve far fronte. Ora non basta più schivare la morte, bisogna impossessarsene, innanzitutto allineando le carte con il nemico, eliminandone l’immortalità e successivamente impadronendosi degli oggetti che sono sinonimo di imminente predominio, quali Bacchetta di Sambuco, Pietra della Resurrezione e Mantello dell’Invisibilità. I Doni Della Morte, appunto. Leggevo il libro, vedevo Harry, sentivo il suo respiro. Percepivo l’odore di sangue, la paura e l’irrefrenabilità dell’intensità emotiva adolescenziale. Ed esperivo pressione. Morale, fisica. C’era. L’ultimo capitolo, letterario e cinematografico, è e sarà la personificazione del termine “concentrato”. Di fatti, avvenimenti, oscuri e assillanti segreti rivelati, comparsa di rompicapo non (in apparenza) risolvibili e sentimenti, emozioni che vogliono (ma non lo fanno) condurre sulla strada sbagliata. E la Rowling sa benissimo cosa vuole dire, sa anche come dirlo. Mette a segno due o tre colpi efficaci e dolorosi, per lei come per noi, ma non affonda. Mai. Non per incapacità, ma per impossibilità. Quella che permette la trascrizione e l’esperienza del narrare puro e senza regole, dettata da un imperativo interiore di mediazione con la realtà delle cose, della morte e della vita. Joanne, come Harry, abbandona la ragione e si aggrappa alla magia. Sempre. Perché abbandono è imprevedibilità, è anarchia, è follia, è sentimento. È magia. È il maghetto che mi ha accompagnata per anni. È Harry
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smashman
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martedì 30 agosto 2011
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yates ti odio..
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Dall'epilogo di una saga del calibro di Harry Potter ci potevamo aspettare grandi cose.. e invece alla fine del film, oltre che dispiaciuti per la fine definitiva della saga di Harry Potter, non si rimane totalmente soddisfatti della pellicola. Ora spiegherò i motivi: Prima di tutto il film è per così dire "tirato via", molte scene sono state allungate inutilmente, come l'inseguimento fra Harry e Voldemort. Inoltre ci sono molte cose che non tornano: Ron, nel libro, apre la camera dei segreti parlando in serpentese perché aveva sentito Harry aprire il medaglione. Nel film invece abbiamo questo dialogo:
Hermione: -Come hai fatto ad aprirla?
Ron: -Harry parla nel sonno.
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Dall'epilogo di una saga del calibro di Harry Potter ci potevamo aspettare grandi cose.. e invece alla fine del film, oltre che dispiaciuti per la fine definitiva della saga di Harry Potter, non si rimane totalmente soddisfatti della pellicola. Ora spiegherò i motivi: Prima di tutto il film è per così dire "tirato via", molte scene sono state allungate inutilmente, come l'inseguimento fra Harry e Voldemort. Inoltre ci sono molte cose che non tornano: Ron, nel libro, apre la camera dei segreti parlando in serpentese perché aveva sentito Harry aprire il medaglione. Nel film invece abbiamo questo dialogo:
Hermione: -Come hai fatto ad aprirla?
Ron: -Harry parla nel sonno...
-.-'' Mio Dio che orrore!
Infine Piton, che doveva essere la colonna portante di tutto il film, si vede solo 10 minuti e i suoi ricordi sono buttati lì a casaccio tirati via in una maniera abnorme...
Potrei aggiungere tantissime cose, Voldemort che più che paura fa ridere i polli, il fatto che Harry rompe la bacchetta e la butta via (nel libro se la tiene), il padre di Harry che"consola" il figlio prossimo alla morte con un "Non ti preoccupare, è quasi finita"............................... In conclusione, caro mio Yates, ti odio a dei livelli disumani e credo che tu hai praticamente rovinato tutto ciò che aspettavo da anni e anni.
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max ferrarini
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lunedì 29 agosto 2011
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harry potter: un'imprevedibile, fantastica, epopea
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Con quest'ultima fatica cinematografica di Yates e i tre inseparabili amici di Hogwarts: Radcliffe, ormai icona forse indivisibile dal proprio personaggio, Grint, genuino e simpatico, e la Watson, attrice decisamente perfetta per il ruolo affidatole, giunge così a termine l'epopea fantasy del nostro decennio che, io stesso fra loro, ha accompagnato l'attuale generazione di ventenni dalla fanciullezza verso l'adolescenza lasciandoci infine alla maturità dell'età adulta.
La saga cinematografica pecca però di poca originalità nel suo continuo puntare su tecnica ed effetti speciali appoggiandosi, a mio parere, troppo passivamente sullo sforzo lungo e meritevole della Rowling, sapendo di essere già attesi da un interesse internazionale secondo davvero a nessun'altro che, a tratti, ha saputo raggiungere manifestazioni al limite della paranoia da parte dei fans.
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Con quest'ultima fatica cinematografica di Yates e i tre inseparabili amici di Hogwarts: Radcliffe, ormai icona forse indivisibile dal proprio personaggio, Grint, genuino e simpatico, e la Watson, attrice decisamente perfetta per il ruolo affidatole, giunge così a termine l'epopea fantasy del nostro decennio che, io stesso fra loro, ha accompagnato l'attuale generazione di ventenni dalla fanciullezza verso l'adolescenza lasciandoci infine alla maturità dell'età adulta.
La saga cinematografica pecca però di poca originalità nel suo continuo puntare su tecnica ed effetti speciali appoggiandosi, a mio parere, troppo passivamente sullo sforzo lungo e meritevole della Rowling, sapendo di essere già attesi da un interesse internazionale secondo davvero a nessun'altro che, a tratti, ha saputo raggiungere manifestazioni al limite della paranoia da parte dei fans. La fedeltà al libro non manca certo, però un poco di originalità creativa in più non avrebbe certo fatto male alla trasposizione cinematografica. Onore e gloria allora al lavoro invidiabile della creatrice di Harry, che ha saputo forse rendere la propria saga l'opera fantasy più significativa del XXI secolo, seconda solo all'opera tolkeniana de "Il Signore degli Anelli", apripista di tutto il genere.
Epopea appunto, perché se nei primi anni si poteva affidargli il titolo di semplice romanzo di formazione per ragazzi, errore causato da una poca lungimiranza generale che ha portato molto bambini nelle sale cinematografiche davanti a opere a loro inaccessibili, ha poi acquisito la stoffa e lo spessore della sua stessa autrice, non solo capace letterariamente ma anche abile nel preparare e disporre con pazienza e accuratezza l'intera saga: sotto quell'accattivante involucro fatto di magie e incantesimi calati dentro un mondo fantastico, vi risiede un magnifico tesoro che grazie all'ultima opera si rivela in tutto il suo splendore.
Fortunatamente in questo caso il grande schermo non ha significativamente minato il messaggio contenuto in tutta la vicenda del maghetto che diventa uomo coraggioso e capace di scegliere la via dell'amore che sa essere tale fino alla fine, fino alla morte, pur di sconfiggere un male che, in maniera indiscutibilmente e autenticamente cristiana, si rivela come mancanza di bene e incapacità di risposta all'amore altrui. Un male rappresentato da quel "tu sai chi" che per essere sconfitto va conosciuto nel suo vero nome, nella sua essenza che lo rimanda alla sua origine e natura e che, solo così, passando da Voldemort a Tom Riddle, lo si può davvero affrontare e sconfiggere.
Romanzo di formazione che diventa epopea letteraria quindi e, con le ultime filosofiche parole di Silente, si mostra consapevole dell'immenso potere della parola, per poter infine lasciare aperta la porta verso quel qualcosa a cui non sempre sappiamo dare un nome, a ciò che è innafferrabilmente ultimo e, questo sì che lo sappiamo bene, non si può chiamare semplicemente destino. Ma non solo, diventa anche occasione di conversione del cuore umano alla ricerca dell'invisibile e di quella certezza che, sola, può sostenere il cammino della vita di ogni uomo e donna alla ricerca del senso della propria esistenza sulla terra. Perché, come Harry, il suo generoso amico Paciock e tutti gli altri ci insegnano, in qualunque modo lo si voglia chiamare e riconoscere, ciò che il cuore di ogni uomo cerca si trova unicamente nell'amore che trascende qualsiasi sacrificio personale e risorge sempre a vita nuova.
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catia p.
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giovedì 25 agosto 2011
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harry potter – ultimo atto
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Ha abbandonato le sale da poco più di una settimana l'ultimo capitolo cinematografico dedicato alla saga del maghetto più famoso del mondo e i fan si chiedono, indecisi, se sentirne la mancanza o meno.
L'exploit letterario quasi senza precedenti nato dalla penna della Rowling ha ridato linfa vitale al genere fantasy in toto e, in questi ultimi 15 anni circa, se ne sono rinverditi i fasti in tutte le sue sfaccettature, con la rinascita di draghi, vampiri, licantropi, demoni... e chi più ne ha più ne metta.
Il cinema ne ha approfittato a mani basse con produzioni più o meno fedeli al testo, di varia qualità e alterno gradimento.
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Ha abbandonato le sale da poco più di una settimana l'ultimo capitolo cinematografico dedicato alla saga del maghetto più famoso del mondo e i fan si chiedono, indecisi, se sentirne la mancanza o meno.
L'exploit letterario quasi senza precedenti nato dalla penna della Rowling ha ridato linfa vitale al genere fantasy in toto e, in questi ultimi 15 anni circa, se ne sono rinverditi i fasti in tutte le sue sfaccettature, con la rinascita di draghi, vampiri, licantropi, demoni... e chi più ne ha più ne metta.
Il cinema ne ha approfittato a mani basse con produzioni più o meno fedeli al testo, di varia qualità e alterno gradimento.
In merito alla saga di Harry Potter si può dire che lo sceneggiatore del quinto episodio (L'ordine della Fenice) Michael Goldenberg firma forse uno dei migliori adattamenti, mentre allo sceneggiatore ufficiale Steve Kloves riconosciamo un ottimo lavoro di media (eccellente nel caso de Il Prigioniero di Azkaban), ma non perdoniamo lo scivolone del deludente Il Principe Mezzosangue.
Con i Doni della Morte - Parte II chiude degnamente e con fascino abbastanza agguerrito e tormentato l'intero ciclo, grazie anche alla buona regia del veterano della serie David Yates.
Tutto sommato, dunque, un ultimo capitolo più che dignitoso, di buon impatto sia visivo che emotivo e con una più che discreta aderenza al testo.
Forse si sarebbe preferito qualche azzardo ancora più toccante o mirabolante, ma a volte l'eccesso stona e il profilo mantenuto per questo ottavo film di Harry Potter risulta più che apprezzabile.
Anche per gli appassionatissimi era forse tempo che si arrivasse a degna conclusione e così è stato.
Molto materiale scritto e filmato ci resta in memoria, il prologo della colonna sonora scritto da John Williams ci ronza in testa e un piccolo solco a forma di HP ci riga il cuore. Un pochino, solo un pochino, ne sentiremo la mancanza, nonostante tutto.
Goodbye, baby, goodbye.
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