I fan dei film di "Harry Potter" li difendono dalle critiche ripetendo "Ma un film non può essere all'altezza di un libro... un libro così lungo, poi...!". Falso. In primo luogo, libri molto più difficili da affrontare di quelli di "Harry Potter" sono stati portati sullo schermo con successo ("Dune", "Il Signore degli Anelli", "I Miserabili"). In secondo luogo, per quanto sia difficile uscire vivi da uno scontro con autentiche bestie nere degli sceneggiatori come queste, è proprio per questo gli autori di queste riduzioni sono stati considerati dei geni. Se l'impresa è così impossibile, non si può biasimare chi fallisce, ma non si può neanche elogiarlo come sono stati elogiati (ho sentito gente parlare di Oscar!) questi film.
Immaginiamoci che un omino sui cinquanta chili tenti di sollevare un tir di dieci tonnellate; non ci riesce e, tutto intorno, esplode un boato di applausi. Vi sembra verosimile? Vi sembra verosimile che si venga premiati per aver TENTATO un impresa ardua, senza essere RIUSCITI a concludere niente? Non esiste il Nobel per Tentata Chimica, e non mi sembra giusto esista l'Oscar per Tentato Miglior Film.
I primi due film di "Harry Potter" non erano belli ma non erano neanche delle schifezze. Film per bambini, TV-movie che non tentavano chissà quale impresa sensazione ma, quantomeno, fornivano una rappresentazione riduttiva ma oggettiva del contenuto del romanzo. Naturalmente, ai fan della saga non bastò, poiché chiedevano sapori decisi, non pappette.
Qui entrò in gioco Cuaròn. So che molti hanno apprezzato il suo lavoro, ma io non condivido. Per me, le cose sono due: o ha provato a nobilitare un po' la faccenda senza riuscirci, oppure si è approfittato di il di un pubblico che non voleva più sentirsi dire che andava a vedere film per bambini, vendendogli come innovativa una regia pretenziosa, come tragica un'atmosfera giusto un po' scuretta eccetera. Arrivò così, quali che siano stati i motivi, la tanto attesa denominazione di film "drammatico". Peccato che del film impegnato, oltre alla nomina, non arrivò niente. Il film che segue, infatti, è la sagra dello stereotipo. Una frase del vignettista S. Disegni, "Il mago bulgaro! La maga francese! Il mago di Arcore che fa vedere posti di lavoro inesistenti! Il mago mortadella che fa vedere la sinistra che non c'è!", racchiude tutto il legittimo scetticismo di chi magari non comprende certi meccanismi del fantasy, ma che, davanti a un crucco e a una che gira con la baguette, neppure si ritrova con gli strumenti per farlo. Il successo dei film fece capire alla Rowling da quale parte fosse imburrato il suo pane. Si potrebbe parlare di prostituzione intellettuale, ma sarebbe sbagliato (ci sono cose che una prostituta non fa).
Ormai privati di ogni capacità critica, e anestetizzati contro qualsiasi boiata (vedi improbabili sequenze di volo sul Tamigi che durano più della scena madre del film), i fan mandano giù anche "L'Ordine della Fenice", film cupo, con una fotografia cupa, scura, col risultato che, per tutto il film, lo spettatore non vede una mazza. L'occhio non vede, ma il cuore duole lo stesso.
È con cuore meno vulnerabile che guardai il film successivo, perché la saga letteraria, ormai, aveva perso del tutto il proprio valore. Proprio per questo, devo dire (pur sapendo che molti non saranno d'accordo) che lo reputo il migliore. Cioè, fa schifo, è una telenovela, ma è una telenovela TRATTA da una telenovela. Insomma, si può finalmente dire che il film rende giustizia al libro (e continua a non vedersi una mazza).
Per questo motivo, ho visto gli ultimi due film di "Harry Potter" (ben due film tratti da un libro che contiene meno informazioni di una guida TV) con una certa speranza, nel senso che il libro era una tale boiata che il film ci avrebbe messo poco a essere migliore. Forse così è stato, ma la situazione rimane tristissima. Ah, e non si vede una mazza manco stavolta.
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