The Company Men |
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Un film di John Wells.
Con Ben Affleck, Kevin Costner, Maria Bello, Tommy Lee Jones.
continua»
Drammatico,
durata 109 min.
- USA 2010.
MYMONETRO
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c'è no e no
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sabato 19 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quante cose ci sono nella vita che pensavamo non avremmo mai fatto e invece poi ci ritroviamo a fare? La risposta ovviamente non è assoluta ma dipende da chi risponde. Ad esempio nel caso del fondatore della GTX la risposta potrebbe essere: nessuna. Anche perché una persona estremamente ambiziosa parte sin dall’inizio con l’idea di essere disposta a fare praticamente qualunque cosa pur di arricchirsi e rimanere ben stabile nella posizione di potere raggiunta. D’altronde è proprio per questo che ha raggiunto quella posizione di potere, perché non ha mai avuto esitazioni o dubbi, ha fatto subito quello che doveva essere fatto. Senza rimpianti né ripensamenti. Per questo Phil si suicida, perché sa che il no ricevuto ad essere riassunto come manager in giro per il mondo, no sarebbe restato. Invece il no di Bobby ad andare a lavorare con il cognato carpentiere e quello di vendere la casa per trasferirsi dal padre con tutta la famiglia, sono no provvisori, no che diventeranno sì. Forse fu inizialmente un no anche quello di Gene a reinvestire i suoi compensi ultramilionari nelle infrastrutture abbandonate dei vecchi cantieri navali. Gene commette un errore fondamentale rispetto al suo partner vincente: non capisce che a comandare non possono essere i sentimenti e le relazioni di amicizia professionali. Questo genere di amicizie sono in realtà un ossimoro. Gene d’altronde si arricchisce proprio perché viene licenziato, ultimo di una lunga catena di licenziamenti che si giustifica con la necessità di dare priorità al principio di massimizzazione del valore di borsa della società dato dalla quotazione delle sue azioni. Tale valore a volte è inversamente proporzionale al numero di dipendenti raggiunto, se i mercati ritengono, a torto o a ragione, che sia eccessivo. Per natura l’homo economicus è predisposto all’assunzione di rischi. I primi ad accollarsi i rischi sono stati gli investitori, che hanno acquistato azioni basandosi solo sulle inesatte informazioni fornite da bilanci pubblici certificati da società di revisione non sempre adamantine. Ma se è gli andata bene è perché hanno avuto “fiuto”. Lo stesso che adesso li porta a imporre drastici tagli all’inflessibile fondatore della GTX.
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