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redrose
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venerdì 19 marzo 2010
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mine di-vaganti
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La prima cosa che mi sono chiesta guardando questo film, di un regista a mio avviso sempre apprezzabilissimo, è come mai si sia messo a scimmiottare la categoria degli omosessuali (categoria a cui lui stesso appartiene come è ben noto) senza ritagliargli un adeguato spessore. Mi sembra che nei procedenti film sia stato più attento e delicato nel trattare l'argomento senza scadere nella banalità della battuta da cinepanettone. Comunque da lui mi aspetto sempre una toccante profondità e poca retorica sui sentimenti. Una luce garbata sulla diversità insomma.
Non che non mi sia piaciuto ma rimango un po' perplessa su alcuni passaggi: sicuramente ci ha fatto ridere anche più del solito, ma mi sembra di percepire troppe 'contaminazioni' stilistiche (da Verdone a Muccino), non si ha più la certezza della mano dietro la cinepresa: il mal di vivere dei personaggi, le verità nascoste, le scene grottesche, la coralità, il consolante ballo finale di gruppo.
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La prima cosa che mi sono chiesta guardando questo film, di un regista a mio avviso sempre apprezzabilissimo, è come mai si sia messo a scimmiottare la categoria degli omosessuali (categoria a cui lui stesso appartiene come è ben noto) senza ritagliargli un adeguato spessore. Mi sembra che nei procedenti film sia stato più attento e delicato nel trattare l'argomento senza scadere nella banalità della battuta da cinepanettone. Comunque da lui mi aspetto sempre una toccante profondità e poca retorica sui sentimenti. Una luce garbata sulla diversità insomma.
Non che non mi sia piaciuto ma rimango un po' perplessa su alcuni passaggi: sicuramente ci ha fatto ridere anche più del solito, ma mi sembra di percepire troppe 'contaminazioni' stilistiche (da Verdone a Muccino), non si ha più la certezza della mano dietro la cinepresa: il mal di vivere dei personaggi, le verità nascoste, le scene grottesche, la coralità, il consolante ballo finale di gruppo...mi sembra di confondermi con scene già viste. Quale la novità?
E ritengo anche che il messaggio del film si sia perso o disperso strada facendo. La nonna, che sembrava l'unica persona ragionevole da ascoltare, se ne va in maniera così Almodovariana e soffocando l'unico spiraglio di ravvedimento possibile (non era lei la mina vagante??): io invece avrei ascoltato molto volentieri la sua storia e qualche saggio consiglio non 'di repertorio' , (ma poi non si potrebbe evitare di far morire sempre qualcuno??! insomma ormai è un escamotage superato per arrivare subito alla lacrimuccia facile!)...Detto questo anche l'indecisione di Tommaso tra il suo compagno e una ragazza bellissima (e casostrano tormentata), la sua omertà a fin di bene, il suo essere borghese non mi fanno capire in che direzione stiamo andando: ossia ho l'impressione che il regista glissi volontariamente su alcune tematiche, scavalcandole senza approndirle ed evitando lo scontro diretto, sullo sfondo di una suggestiva Lecce che sicuramente incanta lo sguardo dello spettatore e lo distrae dai contenuti. Forse ci voleva restituire una leggerezza non di parte, una coralità non volgare eppure ci lascia un senso di estraneità ai fatti.
Un Alessandro Preziosi sprecato a mio avviso, così come una sfuggente ma preziosissima Elena Sofia Ricci in una parte così fuori dalle sue corde eppure così convincente, Ilaria Occhini (la nonna) perla rara di bravura con i suoi sguardi e silenzi pieni di valore, hanno salvato una sceneggiatura e un soggetto non proprio originalissimi. Il premio va se non altro alla scaltra maestria di un Ozpetek questa volta un po' più 'furbetto' e un po' meno dedito all'autenticità a cui solitamente ci ha abituati. Glitterato con garbo.
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[+] attente riflessioni
(di tifeo)
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carry84
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venerdì 19 marzo 2010
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spumeggiante!
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FRESCO COME UNA BREZZA PRIMAVERILE!
SPUMEGGIANTE!COME UN'ONDA CHE SI INFRANGE NEL MARE CRISTALLINO DELLA PUGLIA!
IL SUD!UN SUD POPOLATO(ANCORA!)PER LA MAGGIOR PARTE DA BIGOTTI!
STRETTI NELL'ILLUSIONE DELLA"NORMALITA'"!CHE NON ACCETTA CHI E' "DIVERSO",CHI AMA A PRESCINDERE DAGLI STEREOTIPI E DALLE CONVENZIONI!
OZPETEK RACCONTA UNA STORIA DIVERTENTE,PROFONDA E INTELLIGENTE;CON OCCHIO CRITICO A CHI,COME I GENITORI DEL NOSTRO PROTAGONISTA VIVE NELLA FARSA DELLA VITA PERFETTA!
L'UNICA NOTA DOLENTE?SCAMARCIO!RIDE O E'FELICE,HA SEMPRE LA STESSA FACCIA!AHAHAHAH!
CORRETE A VEDERLO!ALL'USCITA DAL CINEMA VI SENTIRETE PIU'LEGGERI!
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preziosa
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venerdì 19 marzo 2010
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mine vaganti? o va meglio "petardi scoppiettanti"?
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Lo considero un buon film, molto intenso e delicato al tempo stesso, Ozpetek riesce a parlare di questioni delicate e private, che in certi ambienti e famiglie sono considerati ancora un tabù, si vedono i pregiudizi sopratutto del padre(E.Fantastichini), che non accetta assolutamente la tendenza del figlio, e anche la madre(L.Savino), ma almeno lei si sforza di capire e nell’ignoranza crede che si tratti di una malattia, anziché di una caratteristica della personalità. La nonna(I.Occhini),detta mina vagante, che è la più anziana, si dimostra in realtà la più saggia rispetto al figlio e alla nuora, ed ha meno pregiudizi di loro, proprio perchè anche lei stessa ha vissuto un amore inconfessabile.
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Lo considero un buon film, molto intenso e delicato al tempo stesso, Ozpetek riesce a parlare di questioni delicate e private, che in certi ambienti e famiglie sono considerati ancora un tabù, si vedono i pregiudizi sopratutto del padre(E.Fantastichini), che non accetta assolutamente la tendenza del figlio, e anche la madre(L.Savino), ma almeno lei si sforza di capire e nell’ignoranza crede che si tratti di una malattia, anziché di una caratteristica della personalità. La nonna(I.Occhini),detta mina vagante, che è la più anziana, si dimostra in realtà la più saggia rispetto al figlio e alla nuora, ed ha meno pregiudizi di loro, proprio perchè anche lei stessa ha vissuto un amore inconfessabile. Anche Luciana(E.S. Ricci) di dimostra aperta e comprensiva in quanto pure lei nasconde segreti.
Il tutto è ambientato nel Salento, ma potrebbe benissimo riferirsi ad una qualunque parte d'Italia, un paese o una cittadina di provincia. Purtroppo certi perbenismi e pregiudizi sono causati per lo più dalla non conoscenza dei fatti, sono presenti ovunque e faticano a morire. Ozpetek, che stimo moltissimo e conosco tutti i suoi film, riesce a presentare la vicenda in modo molto delicato, simpatico e non offensivo. All'inizio del film, c'è un colpo di scena imprevedibile circa i segreti da svelare fra Tommaso e Antonio e quelli effettivamente pronunciati. Praticamente è come se i due fratelli, senza volerlo, si fossero scambiate le parti, rispetto al discorso inziale previsto.
Più che "Mine vaganti" io l'avrei intitolato "Petardi scoppiettanti", in quanto è vero che c'è l'esplois iniziale, al quale fanno seguito una serie di segreti risaputi e mai o in parte svelati o scoperti. Si potrebbe pensare che Tommaso sia poco coraggioso, in realtà cerca di far riavvicinare il padre al fratello Antonio, e dopo l'infarto seppure leggero del padre, non può certo procuragli altri dolori rivelandosi pure lui, col rischio di mandare il padre al Creatore. Quindi si trattiene non per codardia, ma proprio per salvaguardare la poca armonia e la tranquillità che è rimasta nella sua famiglia. Pertanto Tommaso, si limita, almeno col padre, a svelarsi e a raccontare solo una parte di sè stesso, tenendo per sè il segreto principale, dicendo apertamente quanto non è disposto a fare nella sua vita e che si trova costretto dalla circostanze temporanee, esprimendo i suoi desideri e le sue aspirazioni in ambito lavorativo. Trova in Alba, un'amica con la quale confidarsi e condividere momenti importanti della propria vita.
Mi sono piaciute molto le musiche retrò e nelle scene finali compare l'elemento onirico, ricorrendo spesso anche nel corso del film, alle figure del passato e durante il ballo si mescolano le figure dei trapassati con quelle dei viventi, si mescola il ricordo del passato col presente. Le frasi che mi sono rimaste più impresse sono quelle della nonna: "gli amori impossibili non finiscono mai"; "non farti mai dire dagli altri chi devi amare e chi devi odiare. Sbaglia per conto tuo, sempre."
la battuta di Tommaso riferendosi al fratello: "è sempre lui è la stessa persona di prima"(o qualcosa di simile)
e infine quella di Marco parlando dell'omossessualità: "è una caratteristica non è un malattia da curare"
Bravi A. Preziosi, N.Grimaudo, R.Scamarcio, E.Fantastichini, L.Savino e I.Occhini. Giudizio molto buono. Da vedere!!!
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ralphscott
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giovedì 18 marzo 2010
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mal di testa e partecipazione commossa
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Forse nel suo film più riuscito,Ferzan ci tocca profondamente affidandosi all'intensità della Occhini e all'ottima prova dei tre giovani protagonisti. La storia non affascina come "La finestra di fronte" o "Cuore Sacro",non avendone la forza narrativa,ma raggiunge più volte apici di poeticità. Il sacrificio di Tommaso,nella matura prova di Scamarcio,attualizza quello ben più grande della sua magnifica nonna. Eccessivo il ricorso alle panoramiche ellittiche (non é che Ozpetek si crede Max Ophuls?)
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stellalucente72
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giovedì 18 marzo 2010
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si può vedere
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Inizio promettente, appassionante: una sposa tormentata, che cerca di uccidersi, in una terra che è tormentata e passionale essa stessa. Un amore ostacolato che rimane come un ombra densa per tutta la vita, a oscurarne il movimento.
Decine di anni dopo, nella stessa famiglia, altri ostacoli all'amore, alla realizzazione personale. Ognuno si sforza di vivere la propria vita, ma senza rompere drasticamente col legame familiare.Omosessualità in un contesto profondamente tradizionalista. Scontro fra generazioni.Incontri, incomprensioni, ricerche, gioia e sofferenza.Famiglia.
La storia è interessante, ma gli attori rendono poco. La drammaticità è ben resa solo in un paio di storie fra le tante che si incrociano.
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Inizio promettente, appassionante: una sposa tormentata, che cerca di uccidersi, in una terra che è tormentata e passionale essa stessa. Un amore ostacolato che rimane come un ombra densa per tutta la vita, a oscurarne il movimento.
Decine di anni dopo, nella stessa famiglia, altri ostacoli all'amore, alla realizzazione personale. Ognuno si sforza di vivere la propria vita, ma senza rompere drasticamente col legame familiare.Omosessualità in un contesto profondamente tradizionalista. Scontro fra generazioni.Incontri, incomprensioni, ricerche, gioia e sofferenza.Famiglia.
La storia è interessante, ma gli attori rendono poco. La drammaticità è ben resa solo in un paio di storie fra le tante che si incrociano.
Si può vedere, ma è meglio non andare con grosse aspettative.
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gabry
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giovedì 18 marzo 2010
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errore scusate
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scusatemi tanto ma ho scritto forsa anziché forza !!!
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gabry
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giovedì 18 marzo 2010
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non ho capito
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forse perchè ieri sera durante la visione del film ero stanca ma sinceramente non ho mica capito tanto bene la morale del film. Che ha voluto dire il regista di nuovo ? Mi è sembrato tutto molto scontato, un pò esagerato e "rivisto", lasciatemi il termine.
Ma visto che non penso assolutamente che il mio giudizio sia per forsa esatto, voglio credere (sperare),che sia stata la stanchezza a non farmi comprendere il film. Non mi ha lasciato niente, neanche un pensiero, una riflessione, un'immagine..ah! una si: la nonna suicida di dolciumi sul letto è stata una scena degna di un film horror!
Quindi peccato, sono partita da casa per andarlo a vedere con tante buone speranze, di divertimento, di riflessione (tutto quello che lasciava intravedere il trailer) e ne sono rimasta un pò delusa sinceramente.
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forse perchè ieri sera durante la visione del film ero stanca ma sinceramente non ho mica capito tanto bene la morale del film. Che ha voluto dire il regista di nuovo ? Mi è sembrato tutto molto scontato, un pò esagerato e "rivisto", lasciatemi il termine.
Ma visto che non penso assolutamente che il mio giudizio sia per forsa esatto, voglio credere (sperare),che sia stata la stanchezza a non farmi comprendere il film. Non mi ha lasciato niente, neanche un pensiero, una riflessione, un'immagine..ah! una si: la nonna suicida di dolciumi sul letto è stata una scena degna di un film horror!
Quindi peccato, sono partita da casa per andarlo a vedere con tante buone speranze, di divertimento, di riflessione (tutto quello che lasciava intravedere il trailer) e ne sono rimasta un pò delusa sinceramente.
Pazienza sarà per la prox volta.
saluti a tutti!
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exult
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giovedì 18 marzo 2010
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un vaudeville all'italiana in salsa turca
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AMMETTO DI NON ESSERE UN GRANDE AMMIRATORE DI OZPETEK.DI NON GRADIRE MOLTO IL SUPPORTO MEDIATICO - PROMOZIONALE DI CUI GODE IL FILM.....MA SINCERAMENTE NON TROVO IN QUESTA "FATICA" NESSUN FLATO,NE' ACME CHE DIR SI VOGLIA.
UNA INTERPRETAZIONE ECCEZIONALE DI ILARIA OCCHINI CHE DOSA LA SUA RECITAZIONE SEMPRE CON TEMPI E TONI GIUSTI.MA VENIAMO AL TEMA.UN TEMA QUELLO DELL'OMOSESSUALITA'CHE PER LA SUA ATTUALITA' PUO' OFFRIRE UN CALEIDOSCOPIO DI SPUNTI ,DI VISIONI,DI APPROFONDIMENTI.......
EBBENE IL NOSTRO HA TROPPO COMPRESO IL PUBBLICO NOSTRANO.E LA COMMEDIA ALL'ITALIANA ,NELLA VERSIONE TURCA, E' CERTAMENTE MENO TRUCULENTA,ADDOLCITA DA UN CONTESTO PICCOLO BORGHESE E DA UN' INTERPRETAZIONE TRA SOGNO ,O SON SVEGLIO DI UNO SCAMARCIO CHE PER QUANTO IDOLO DELLE ADOLESCENTI SEMBRA ALEGGIARE SENZA MAI ATTERRARE.
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AMMETTO DI NON ESSERE UN GRANDE AMMIRATORE DI OZPETEK.DI NON GRADIRE MOLTO IL SUPPORTO MEDIATICO - PROMOZIONALE DI CUI GODE IL FILM.....MA SINCERAMENTE NON TROVO IN QUESTA "FATICA" NESSUN FLATO,NE' ACME CHE DIR SI VOGLIA.
UNA INTERPRETAZIONE ECCEZIONALE DI ILARIA OCCHINI CHE DOSA LA SUA RECITAZIONE SEMPRE CON TEMPI E TONI GIUSTI.MA VENIAMO AL TEMA.UN TEMA QUELLO DELL'OMOSESSUALITA'CHE PER LA SUA ATTUALITA' PUO' OFFRIRE UN CALEIDOSCOPIO DI SPUNTI ,DI VISIONI,DI APPROFONDIMENTI.......
EBBENE IL NOSTRO HA TROPPO COMPRESO IL PUBBLICO NOSTRANO.E LA COMMEDIA ALL'ITALIANA ,NELLA VERSIONE TURCA, E' CERTAMENTE MENO TRUCULENTA,ADDOLCITA DA UN CONTESTO PICCOLO BORGHESE E DA UN' INTERPRETAZIONE TRA SOGNO ,O SON SVEGLIO DI UNO SCAMARCIO CHE PER QUANTO IDOLO DELLE ADOLESCENTI SEMBRA ALEGGIARE SENZA MAI ATTERRARE..
PERCHE' VAUDEVILLE?PERCHE' COME IN UN ROMANZO DI HONORE' (BALZAC) IL PUBBLICO E' SEDUTO SULLA POLTRONCINA ED IL FILM GLI SCORRE SOTTO GLI OCCHI,MA SENZA APPROFONDIMENTI,IN UN SUCCEDERE DI EVENTI SCONTATI E RIDONDANTI.DI CARATTERIZZAZIONI PROVINCIAL- POPOLARI E CON ALCUNE GAGS MACCHIETTISTICHE CHE "SENZA ARTE" SON SPARSE QUA E LA' IN UN CRESCENDO DI QUALUNQUISMO E FINTO MACISMO MANICHEO-MERIDIONALISTICO .
IL "POVERO" (BALZAC)SEDUTO SULLE POLTRONCINE DEI BOULEVARDS DELLA PARIGI DELLA BELLE EPOQUE ALMENO SI SFORZAVA DI APPROFONDIRE,DI COMPRENDERE ,FUSTIGARE,PORRE ALLA BERLINA ,COMMISERARE QUELLA "COMEDIE HUMAINE" CHE COME UN FIUME PASSAVA E SCORREVA LUNGO QUEI MARCIAPIEDI. E RIUSCIVA ANCHE A COSTRUIRE MODELLI E INTERPRETAZIONI DI QUEI PERSONAGGI. A FORNIRE UN QUADRO D'INSIEME DEGLI IMPULSI CHE ALBERGANO NELLA MENTE E COMPORTAMENTO UMANO.NO QUI NON CI RESTA CHE PIANGERE COME IL FANTASTICHINI ,PRESTAZIONE DELUDENTE, CHE VERGOGNANDOSI DI SE E DEL MONDO DEL QUALE E' PRIGIONIERO, E AL TEMPO STESSO RAPPRESENTANTE, PIANGE E SI DISPERA..NON SUSCITA MEDITAZIONE ,O RIFLESSIONE.SOLO VOYEURISMO.RESTARE A GUARDARE DAL BUCO DELLA SERRATURA NON RICHIEDE UNA GRANN DOTE.
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calagogo
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giovedì 18 marzo 2010
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esilarante e riflessivo
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Colori vivi, storia di paese, personaggi ben descritti, scene divertenti.
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giulio sperelli tosi
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giovedì 18 marzo 2010
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mine comuni poco vaganti
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Bella commedia ben fatta. Meritevole l'attenzione ai particolari, ai caratteri distinti e sfumati dei personaggi secondari e alle espressioni del volto (anche degli attori meno inquadrati). Vale il prezzo del biglietto. Un po' parossistico, qualche luogo comune di troppo e certi movimenti di macchina non congrui, a mio avviso, rovinano la grande armonia complessiva.
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