luigi.blu
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sabato 15 gennaio 2011
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la storia di un ebreo canadese
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Ennesima trasposizione cinematografica di un romanzo di successo. Il film e' divertente ed abbastanza coinvolgente ma non e' certo un capolavoro. La storia narra una vicenda di vita, in cui il protagonista (Barney), un ebreo canadese passa attraverso tre matrimoni: il primo per dovere (presunto), il secondo per interesse ed il terzo finalmente per amore. Ma i vizi ed il cattivo carattere di Barney li fanno naufragare tutti e tre. Si salva solo dall' accusa di omicidio del suo migliore amico e finisce i suoi giorni terreni in stato di amnesia tra l' amore dell' ultima moglie che ritorna al suo fianco, ed il compatimento dei due figli.
Notevole l' interpretazione di Paul Giamatti nel ruolo di Barney ed in evidenza il fascino di Rosamund Pike, bella da far male.
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Ennesima trasposizione cinematografica di un romanzo di successo. Il film e' divertente ed abbastanza coinvolgente ma non e' certo un capolavoro. La storia narra una vicenda di vita, in cui il protagonista (Barney), un ebreo canadese passa attraverso tre matrimoni: il primo per dovere (presunto), il secondo per interesse ed il terzo finalmente per amore. Ma i vizi ed il cattivo carattere di Barney li fanno naufragare tutti e tre. Si salva solo dall' accusa di omicidio del suo migliore amico e finisce i suoi giorni terreni in stato di amnesia tra l' amore dell' ultima moglie che ritorna al suo fianco, ed il compatimento dei due figli.
Notevole l' interpretazione di Paul Giamatti nel ruolo di Barney ed in evidenza il fascino di Rosamund Pike, bella da far male.
Luigi.
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renato volpone
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domenica 16 gennaio 2011
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la vita di barney
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Il film, attraversando la vita di Barney e i suoi matrimoni, ci fa capire come le cose accadano non sempre per il nostro volere e operare. Barney lotta disperatamente contro lo stato delle cose, ma arriva troppo tardi per salvare la prima moglie, troppo tardi per capire che il secondo matrimonio è sbagliato, e troppo tardi per capire che il tradimento uccide un sentimento vero. Il film è girato con maestria, tanto che, lasciando la perplessità nello spettatore, riesce a far crescere dentro una sottile tensione che sfocia in un ridere amaro e nella commozione.
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stefanovogna
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giovedì 20 gennaio 2011
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un amore lungo una vita
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...E chi non vorrebbe una storia d'amore come questa?
Paul Giamatti in una grande interpretazione, Dustin Hoffman poco presente ma molto incisivo.
Una commedia romantica, cinica e divertentissima. Da vedere! Da imparare!
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ale9191
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mercoledì 2 febbraio 2011
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la vita non banale di un uomo non banale
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Non ho idea di come fosse stato il romanzo, ma dopo aver visto questo film penso solo ad una cosa: ottimo. Capisco che la trasposizione cinematografica non sia stata tra le più fedeli, ma non per questo uno spettatore deve partire preventivamente con l'idea che non gli piacerà. Un Paul Giamatti così, infatti, avrebbe meritato la candidatura all'Oscar: paga forse lo scotto di non aver interpretato un film da grandi incassi, da tutto esaurito. Un'altra piacevole sorpresa viene pure da Dustin Hoffman, padre irriverente e senza peli sulla lingua di Barney, che molti a torto lo credevono cinematograficamente finito. Si dovranno ricredere.
Chi ha visto il trailer nei giorni scorsi in tv può pensare che sia un prodotto frivolo, soltanto una delle tante commedie che riempiono le sale.
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Non ho idea di come fosse stato il romanzo, ma dopo aver visto questo film penso solo ad una cosa: ottimo. Capisco che la trasposizione cinematografica non sia stata tra le più fedeli, ma non per questo uno spettatore deve partire preventivamente con l'idea che non gli piacerà. Un Paul Giamatti così, infatti, avrebbe meritato la candidatura all'Oscar: paga forse lo scotto di non aver interpretato un film da grandi incassi, da tutto esaurito. Un'altra piacevole sorpresa viene pure da Dustin Hoffman, padre irriverente e senza peli sulla lingua di Barney, che molti a torto lo credevono cinematograficamente finito. Si dovranno ricredere.
Chi ha visto il trailer nei giorni scorsi in tv può pensare che sia un prodotto frivolo, soltanto una delle tante commedie che riempiono le sale. Se è quello che volete, avete sbagliato film.
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zampi100
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lunedì 14 febbraio 2011
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intenso e intrignate
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Il film mi ha particolarmente appassionato grazie all' ottima interpretazione di Giamatti che è riuscito a entrare nella sua parte in modo sublime (naturalmente questo è il mio parere). Mi ha entusiasmato anche la trama e soprattutto le tematiche affrottante che spaziano dall' alcolismo,l' amore e le difficoltà di coppia, la vecchiaia per arrivare anche agli errori che nella vita gli altri possono fare nel giudicarti. In questo vedo la profondità della Versione di Barney!
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audreyandgeorge
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lunedì 7 febbraio 2011
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piacevole e intenso
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Arrivato alle soglie della vecchiaia con tre divorzi alle spalle, la prima moglie morta di suicidio, un'accusa di omicidio, Barney Panofsky ne ha di cose da raccontare. Ed è proprio per dare la sua 'versione' dei fatti che decide di ripercorrere il suo passato, tra quattro dita di whisky e una boccata di Montecristo.
Presentato in concorso a Venezia, il film di Richard J Lewis propone una visione edulcorata del protagonista del romanzo cult di Richler. Dimenticate il Barney logorroico, anticonformista e totalmente fuori dalle righe che avete conosciuto nel libro.
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Arrivato alle soglie della vecchiaia con tre divorzi alle spalle, la prima moglie morta di suicidio, un'accusa di omicidio, Barney Panofsky ne ha di cose da raccontare. Ed è proprio per dare la sua 'versione' dei fatti che decide di ripercorrere il suo passato, tra quattro dita di whisky e una boccata di Montecristo.
Presentato in concorso a Venezia, il film di Richard J Lewis propone una visione edulcorata del protagonista del romanzo cult di Richler. Dimenticate il Barney logorroico, anticonformista e totalmente fuori dalle righe che avete conosciuto nel libro. Questo film fa leva sul lato più sentimentale del personaggio ed evita i monologhi in prima persona per lasciare raccontare le immagini. Questo almeno, è ciò che avrete già sentito dire da tutti coloro che hanno letto il romanzo. Io non l'ho fatto e ancora devo capire se questo è un bene o un male per poter apprezzare il film. Sono arrivata in sala volutamente a digiuno di tutto: trailer, critiche, ecc e questo mi ha permesso di apprezzare il film ancora di più. Paul Giannetti è perfetto nell'interpretare Barney in tutte le fasi della sua vita (complice un trucco che fa miracoli!) così Dustin Hoffman nel ruolo del padre poliziotto si rivela una scelta veramente azzeccata. Come sempre trovate la vostra ricetta su www.nonsolopizzaecinema.com
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dado1987
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giovedì 19 maggio 2011
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haimè!
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La versione di Barney è la storia della vita di un uomo, segnata da tre matrimoni ed un'accusa di omicidio. Parlando della parte tecnica, non si può non riconoscere un'estrema bravura di Paul Giamatti nell'interpretare la parte del protagonista ed anche gli altri attori sono bravi, in particolare Dustin Hoffman nelle vesti del padre. La fotografia, la sceneggiatura e la regia, pur essendo molto buone, non riescono a colmare il gap che c'è tra il libro ed il film. Infatti il libro da cui la pellicola è stata tratta, a parer mio è intrasportabile nel grande schermo, non tanto per la quantità di fatti presenti, ma piuttosto per la complessità intrinseca del testo. Nel libro non viene data importanza alle situazioni ed alle azioni, i veri protagonisti sono le parole ed i pensieri di Barney, va da sè che nella trasposizione si perde una grandissima fetta di ciò che fu scritto in un libro veramente difficile e pesante, quanto stupendo e profondo.
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La versione di Barney è la storia della vita di un uomo, segnata da tre matrimoni ed un'accusa di omicidio. Parlando della parte tecnica, non si può non riconoscere un'estrema bravura di Paul Giamatti nell'interpretare la parte del protagonista ed anche gli altri attori sono bravi, in particolare Dustin Hoffman nelle vesti del padre. La fotografia, la sceneggiatura e la regia, pur essendo molto buone, non riescono a colmare il gap che c'è tra il libro ed il film. Infatti il libro da cui la pellicola è stata tratta, a parer mio è intrasportabile nel grande schermo, non tanto per la quantità di fatti presenti, ma piuttosto per la complessità intrinseca del testo. Nel libro non viene data importanza alle situazioni ed alle azioni, i veri protagonisti sono le parole ed i pensieri di Barney, va da sè che nella trasposizione si perde una grandissima fetta di ciò che fu scritto in un libro veramente difficile e pesante, quanto stupendo e profondo. Da tener presente anche che nel film sono state cambiate alcune parti, come ad esempio il fatto Barney ebbe tre figli e non due, che Barney ebbe una relazione con la figlia di Solange, inoltre nel film non si capisce chiaramente cosa succede alla fine. Personalmente non avrei tralasciato alcuni particolari che risultano essere fondamentali, come il cinismo cronico e diabolicamente corretto di Barney e la cattiveria ed il doppiogiochismo a fini personali dell'amico fraterno Boggie.
Voto al film 7
Voto al libro 9
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rescart
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mercoledì 20 luglio 2011
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obama come davide?
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Che cosa succederebbe oggi se si ripetesse la storia di Davide e Betsabea? Anzitutto non è detto che il nuovo Davide sia un bianco, potrebbe essere un nero, come è il caso dell'incipit di questo film ambientato negli anni '70. Profetico? Non saprei, rinvio la valutazione in merito a chi ha letto il libro perchè evidentemente la scelta del regista ha perso quel tocco di capacità divinatoria che forse era presente nell'opera letteraria di Mordechai Richler. Di sicuro il ruolo di Uria, il generale dell'esercito di Davide da questo reso becco, spetta al povero Braney. Come nell'antico testamento anche nel film il bambino, la cui paternità è resa facilmente riconoscibile dal colore della pelle, è destinato a morire.
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Che cosa succederebbe oggi se si ripetesse la storia di Davide e Betsabea? Anzitutto non è detto che il nuovo Davide sia un bianco, potrebbe essere un nero, come è il caso dell'incipit di questo film ambientato negli anni '70. Profetico? Non saprei, rinvio la valutazione in merito a chi ha letto il libro perchè evidentemente la scelta del regista ha perso quel tocco di capacità divinatoria che forse era presente nell'opera letteraria di Mordechai Richler. Di sicuro il ruolo di Uria, il generale dell'esercito di Davide da questo reso becco, spetta al povero Braney. Come nell'antico testamento anche nel film il bambino, la cui paternità è resa facilmente riconoscibile dal colore della pelle, è destinato a morire. Ma evidentemente i tempi non sono ancora maturi per un re nero e la povera Betsabea (nel film la prima moglie di Barney) è destinata al suicidio e ad un destino glorioso post mortem. Intanto il nostro Barney-Uria viene a sua volta gettato in prima linea anche se la guerra è più finta che reale. Si tratta infatti di gonfiare eprisodi di antisemitismo che più assomigliano a goliardici atti di bullismo per ottenere generosi finanziamenti di ricchi ebrei in favore della causa d'Israele. Così Barney si fa strada nella vita e impara a recitare la sua parte fino in fondo. Come le bottiglie di wisky che si scola regolarmente. E' il prezzo da pagare per una vita vissuta ostinatamente contro corrente, come fu quella dello scrittore alla cui opera il film si ispira. Ma sarà proprio questo spirito dionisiaco che lo salverà da un matrimonio sbagliato in Canada (per l'esattezza in quel Quebekcdove appunto nuota controcorrente come un salmone) per portarlo a New York negli Stati Uniti, dove vive la donna di cui si è innamorato proprio nel giorno del sua matrimonio, essendo stata a sua insaputa invitata alla cena di nozze (accompagnava un amico gay "in incognito"). E qui i destini di Uria e di Barney si separano, almeno temporaneamente, perchè la fortuna aiuta l'audace Barney il cui amico, mettendogli le corna, gli dà il pretesto per chiedere il divorzio. Il tutto, per l'appunto, non è affatto premeditato e sarà l'ultimo gesto dell'amico fatto a Barney forse per sdebitarsi di non avergli trasmesso in tempo l'ultimo messaggio della prima moglie sull'orlo del suicidio. Infatti poco dopo morirà anche l'amico di Barney, anche lui (forse) suicida, non ammazzato da Barney come crede il detective, che perciò scriverà un libro (fallimentare) sul caso riportando le sue convinzioni personali e mai dimostrate. Anche la terza e ultima moglie di Barney giungerà ad una rottura come le altre, pur rimanendo senza dubbio la preferita. Tale è il suo amore per lei che pur di non trasmetterle un'inesistente malattia venerea il nostro eroe lascia che la si insospettisca e le confida l'avvenuto tradimento. La morale era già scritta: chi di spada ferisce...
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ultimoboyscout
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mercoledì 29 agosto 2012
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(gia)matti da legare!
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E' il viaggio a ritroso di Barney Panofsky, che superati i sessant'anni ripercorre la sua vita fra amori, entusiasmi e illusioni ormai perse per chiarire definitivamente le cause della morte dell'amico Boogie che molti credono sia stato ucciso da lui. Deve essere stato un lavoro durissimo e complicatissimo riadattare il romanzo cult (ben 500 pagine!) di Mordecai Richler: il risultato è più che soddisfacente nonostante qualche inevitabile pecca. La regia non ha particolari guizzi o meriti ma assieme ad una sceneggiatura onesta e lineare smussa gli angoli della perfidio indirizzando la storia sui binari della commedia, fino a farla sbandare (per fortuna solo) nel finale, decisamente patetico.
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E' il viaggio a ritroso di Barney Panofsky, che superati i sessant'anni ripercorre la sua vita fra amori, entusiasmi e illusioni ormai perse per chiarire definitivamente le cause della morte dell'amico Boogie che molti credono sia stato ucciso da lui. Deve essere stato un lavoro durissimo e complicatissimo riadattare il romanzo cult (ben 500 pagine!) di Mordecai Richler: il risultato è più che soddisfacente nonostante qualche inevitabile pecca. La regia non ha particolari guizzi o meriti ma assieme ad una sceneggiatura onesta e lineare smussa gli angoli della perfidio indirizzando la storia sui binari della commedia, fino a farla sbandare (per fortuna solo) nel finale, decisamente patetico. La qualità generale è mantenuta altissima da Dustin Hoffman, inarrestabile e vitale come non mai e da un grandioso Giamatti che raggiunge i suoi migliori livelli come ai tempi di "Sideways". Per entrambi prove da Oscar! Nonostante si vada oltre le due ore, la pellicola non è mai noiosa, ci si diverte a ripercorrere la vita, spesso fuori misura e fuori registro di Barney, affollata di mogli e figli in cui la versione cinematografica è soft rispetto a quella scritta ma ha un equilibrio pazzesco che rende il film godibile e scorrevole, fluido nei suoi dialoghi. Un film anche commovente che stupisce e diverte, infonde la giusta dose di malinconia e risulta molto ben interpretato. Nonostante venga messa la museruola al buon Barney per renderlo meno eversivo, eccentrico e sfacciato rispetto all'originale.
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giorpost
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martedì 4 agosto 2015
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un dramma letterario con il miglior giamatti
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Nel 2010 il regista di telefilm R.J. Lewis porta in scena un romanzo dello scrittore canadese Richler senza cambiarne il titolo: La versione di Barney.
Ad interpretare Barney Panofsky, un produttore televisivo ebreo di second' ordine, viene chiamato Paul Giamatti, coadiuvato da Dustin Hoffman nei panni del padre pensionato malato di sesso, ma sempre pronto a dispensare buoni consigli. La storia narra delle vicissitudini in campo sentimentale del protagonista, diviso tra 3 mogli, un "migliore" amico, alcool, hochey, sigari ed un filo conduttore che permea l' opera: l' eterna indecisione. Barney è il classico seduttore incallito non molto affascinante (anzi, per la verità un poco bruttino) ma che riesce con i suoi modi buffi a conquistare donne molto più belle rispetto al suo potenziale.
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Nel 2010 il regista di telefilm R.J. Lewis porta in scena un romanzo dello scrittore canadese Richler senza cambiarne il titolo: La versione di Barney.
Ad interpretare Barney Panofsky, un produttore televisivo ebreo di second' ordine, viene chiamato Paul Giamatti, coadiuvato da Dustin Hoffman nei panni del padre pensionato malato di sesso, ma sempre pronto a dispensare buoni consigli. La storia narra delle vicissitudini in campo sentimentale del protagonista, diviso tra 3 mogli, un "migliore" amico, alcool, hochey, sigari ed un filo conduttore che permea l' opera: l' eterna indecisione. Barney è il classico seduttore incallito non molto affascinante (anzi, per la verità un poco bruttino) ma che riesce con i suoi modi buffi a conquistare donne molto più belle rispetto al suo potenziale. La vita viziosa di Panofsky è incentrata tra Roma e Montreal, lasciando sul suo cammino una prima moglie fedifraga, morta suicida ed una seconda, ricca e bella ereditiera ebrea, che non riesce a farlo ballare. Proprio al suo ricevimento nuziale con quest' ultima conosce la futura e defintiva terza moglie, Miriam (Rosamund Pike), attraente neworkese dai modi delicati che diverrà madre dei suoi figli dopo un lunhissimo corteggiamento a dir poco insistente. La tenera storia tra i due è piena di momenti particolari, fatti di bigliettini, routine, cipolle surgelate e quella casa sul lago, vero traino a tutta la burrascosa vicenda.
Burrascosa, appunto, perché nel calderone Barney, prima di conquistare la bella e dolce Miriam, perde per strada quel suo migliore amico, Boogie, dopo averlo trovato a letto con la seconda moglie. Dopo pochi minuti da quest' avvenimento (per lui in realtà liberatorio perchè preludio ad un facile divorzio) si verifica uno strano incidente sul pontile del lago che verrà chiarito solo 30 anni più tardi e per il quale il nostro viene indagato da un feroce detective che non gli darà tregua per tutto il tempo; burrascosa, perchè nel frattempo Barney viene accecato dalla gelosia nei confronti di Blair, gentile ed affascinante uomo di mezza età che entra all' improvviso nella vita dei Panofsky a causa di un guasto alla barca di Barney che lo lascia in mezzo al lago. Blair, in sordina, nutre un' evidente attrazione per Miriam ma questa sembra non ricambiare. Ciononostante, a seguito di numerosi litigi scatenati dall' atteggiamento del produttore che invidia il bell' antonio di turno, Miriam parte per una settimana di riflessione in quel di New York, e Barney non trova di meglio che cedere alla prima tentazione, tradendo sua moglie con un' attrice fallita, interrompendo quel legame di fiducia che era alla base della scelta di lei di cedere al corteggiamento.
Immediatamente pentitosi, le confessa tutto con l' inevatibile conseguenza che Miriam lo lascia senza pensarci su due volte. Inizia così il lento ma inesorabile declino del personaggio, che via via cade vittima di se stesso ma, soprattutto, di quella terribile malattia che è l' Alzheimer (o comunque una forma grave di demenza) fino ad un finale che non può non commuovere, allorquando Barney crede di essere nei primi anni di matrimonio con i figli ancora piccoli e rivolgendosi alla sua amata come nulla fosse accaduto.
Miriam si risposa proprio con Blair e, una volta saputo della morte di Barney, si reca al cimitero per lasciare un ricordo su quella tomba che porta anche il suo nome.
Un film certamente non perfetto, ma piacevole nello stile e convincente per la doppia performance di Giamatti e Hoffman (irresistibile anche quando muore sul letto di un bordello); un' opera che conferma una volta di più la bravura dell' attore di origini campane che ci offre la sua migliore prova, premiata, infatti, con un Golden Globe. Poco definibile dal punto di vista del genere, un po' commedia un po' dramma, non posso confrontarlo col libro perché non l' ho letto; avrei rivisto il titolo, avrei aggiunto una voce fuori campo, avrei evitato di iniziare la pellicola con Barney vecchio. Ma sono punti di vista, come lo sono tutte le cose che ci circondano. In realtà è un bel film.
Voto: 7
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