alexpark
|
giovedì 3 febbraio 2011
|
hooper e firth rendono possibile l'impossibile
|
|
|
|
Colin Firth questa volta interpreta magistralmente il duca di York,famoso esponente della famiglia reale conosciuto e ricordato oltre che per le sue capacità anche per la persistente balbuzie da cui era affetto.Sarà proprio la sua sposa a dimostrarsi pertinace nel cercare a lungo un medico o qualcuno abbastanza qualificato da curare il male del coniuge.Infatti Bertie sopporta già da molto tempo situazioni alquanto imbarazzanti derivate dalla sua balbuzie la quale non gli permette di essere degno del suo rango.Ma quando tutto sembra ormai senza rimedio,sua moglie Lady Lyon(interpretata da una fantastica Helena Bonham Carter)trova un "medico-logopedista"conosciuto per i suoi metodi non proprio convenzionali ma assolutamente efficaci.
[+]
Colin Firth questa volta interpreta magistralmente il duca di York,famoso esponente della famiglia reale conosciuto e ricordato oltre che per le sue capacità anche per la persistente balbuzie da cui era affetto.Sarà proprio la sua sposa a dimostrarsi pertinace nel cercare a lungo un medico o qualcuno abbastanza qualificato da curare il male del coniuge.Infatti Bertie sopporta già da molto tempo situazioni alquanto imbarazzanti derivate dalla sua balbuzie la quale non gli permette di essere degno del suo rango.Ma quando tutto sembra ormai senza rimedio,sua moglie Lady Lyon(interpretata da una fantastica Helena Bonham Carter)trova un "medico-logopedista"conosciuto per i suoi metodi non proprio convenzionali ma assolutamente efficaci.All'inizio Bertie appare molto diffidente e poco fiducioso verso l'ennesimo logopedista a cui fa visita,ma forte della sua causa chiede inevitabilmente aiuto allo strano "dottore" Lionel Logue.Mentre la sua battaglia contro la balbuzie continua al fianco di Logue suo padre oppresso dal peso della vecchiaia muore e lascia sul trono il primogenito David,che poco dopo sarà costretto dal parlamento a lasciare la sua patria per il suo carattere ribelle e indisponente.La situazione che si presenterà davanti agli occhi di Bertie sarà più o meno questa:Hitler minaccia guerra e l'Inghilterra deve rispondere,il trono lo chiama,emergono i primi risultati nel duro lavoro con Lionel e i discorsi da fare si preannunciano numerosi in un futuro non troppo lontano.Sarà qui che Bertie prenderà la corona e si avvierà verso il celebre discorso del re che dovrà articolare proprio mentre tutto il popolo inglese lo ascolterà.Non serve dire che le ben dodici nominations agli Oscar sono strameritate e che molte alla fine saranno vinte da questo film.La pellicola sembra semplice e leggera ma la totale dedizione del cast nel ridipingere con volti e parole una vicenda abbastanza recente e la bravura riconfermata della regia riescono a portare quest'opera sulla soglia del capolavoro.La sceneggiatura risulta appropriata e calibrata e la scenografia viene messa in risalto da molti particolari dell'epoca.In definitiva ottimo prodotto del cinema americano ancora in grado di narrare con naturalezza vicende storiche e di suscitare grandi emozioni.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alexpark »
[ - ] lascia un commento a alexpark »
|
|
d'accordo? |
|
pomata77
|
giovedì 17 febbraio 2011
|
un grande film
|
|
|
|
E' un grande film, recitato alla perfezione dagli attori che si amalgano in maniera veramente ottimale: nessuno di loro si erge sopra gli altri perchè tutti danno la giusta e dosata forza ai personaggi che interpretano.
E' un film molto intimo che mostra il percorso di Giorgio VI nei passaggi della sua vita che lo porteranno ad esser Uomo e Re (volutamente pongo prima il termine Uomo), grazie alla sua volontà, all'aiuto di un "non" logopedista col quale si legherà di una forte e duratura amicizia ed alla sua famiglia, soprattutto alla moglie, che lo segue e lo accompagna in tutte le sue tappe, credendo sempre nelle sue capacità ed incitandolo a credervi maggiormente lui stesso.
E' un film che mostra come non servano e siano anzi deleteri incantatori di serpenti prestati (o prestatisi) alla politica, ma che siano - ancora oggi - maggiormente necessarie persone che arrivino alla gente con la loro semplicità, con i loro contenuti, con la loro sostanza, con la loro fermezza nel persevare un comune senso di giustizia e lealtà.
[+]
E' un grande film, recitato alla perfezione dagli attori che si amalgano in maniera veramente ottimale: nessuno di loro si erge sopra gli altri perchè tutti danno la giusta e dosata forza ai personaggi che interpretano.
E' un film molto intimo che mostra il percorso di Giorgio VI nei passaggi della sua vita che lo porteranno ad esser Uomo e Re (volutamente pongo prima il termine Uomo), grazie alla sua volontà, all'aiuto di un "non" logopedista col quale si legherà di una forte e duratura amicizia ed alla sua famiglia, soprattutto alla moglie, che lo segue e lo accompagna in tutte le sue tappe, credendo sempre nelle sue capacità ed incitandolo a credervi maggiormente lui stesso.
E' un film che mostra come non servano e siano anzi deleteri incantatori di serpenti prestati (o prestatisi) alla politica, ma che siano - ancora oggi - maggiormente necessarie persone che arrivino alla gente con la loro semplicità, con i loro contenuti, con la loro sostanza, con la loro fermezza nel persevare un comune senso di giustizia e lealtà.
E' un film tecnicamente girato molto bene, con eleganza, precisione e cura nei dettagli, in perfetto british-style, con superbe locations e costumi adeguati.
E' un film la cui visione è assolutamente consigliata nella versione originale, in grado di rendere ancor più vivo e diretto, visto il tema trattato, il suo senso più profondo e recondito.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pomata77 »
[ - ] lascia un commento a pomata77 »
|
|
d'accordo? |
|
hollyver07
|
domenica 27 febbraio 2011
|
ruffiano... forse! ma la storia... è... storia!
|
|
|
|
- maxseven -
Ciao. Ruffiano... forse! Ma la Storia... è STORIA! Mi sono permesso di scrivere così perchè la trama del film segue, abbastanza fedelmente, alcuni avvenimenti a cavallo tra le due guerre mondiali. Non posso opinare quanto tu ipotizzi in merito alla presunta ruffianeria del film in questione; se proprio vuoi armarti di pazienza e curiosità, puoi cercare un mio precedente commento sulla pellicola, così avrai idea di come ho commentato il film. Tornando al tuo commento, la storia, per quanto ti possa apparie esile, è basata su fatti realmente accaduti. Molte delle "informazioni" contenute nella trama sono di pubblico dominio, eventualmente le puoi cercare su veri ed affidabili testi di storia del '900.
[+]
- maxseven -
Ciao. Ruffiano... forse! Ma la Storia... è STORIA! Mi sono permesso di scrivere così perchè la trama del film segue, abbastanza fedelmente, alcuni avvenimenti a cavallo tra le due guerre mondiali. Non posso opinare quanto tu ipotizzi in merito alla presunta ruffianeria del film in questione; se proprio vuoi armarti di pazienza e curiosità, puoi cercare un mio precedente commento sulla pellicola, così avrai idea di come ho commentato il film. Tornando al tuo commento, la storia, per quanto ti possa apparie esile, è basata su fatti realmente accaduti. Molte delle "informazioni" contenute nella trama sono di pubblico dominio, eventualmente le puoi cercare su veri ed affidabili testi di storia del '900. Inoltre, quella che poi sarebbe diventata la "Regina Madre" (validamente interpretata da Helena Bonhan Carter) a più riprese ebbe modo di descrivere tali accadimenti (anche per questo, buon divertimento se sei abbastanza curioso). Fermo restando che il film non mi pare sia destinato a coloro che delle monarchìe europee vedono solo il lato autoritario, sociale ecc. ecc. dimentichi di chi, cosa, siamo e a quale fine siano esse destinate, il fim si regge sul rapporto intercorso tra i due personaggi principali ed il contesto storico all'interno del quale essi vissero la loro vicenda. Per uno spettatore è quindi il caso di ricorrere alle proprie reminiscenze storiche, tentando quindi d'immedesimarsi nei valori morali e sociali di quell'epoca (apprezabili od opinabili che essi fossero). Si tratta di una operazione mnemonica non semplice da realizzare però, riuscendovi, è forse possibile realizzare l'ampiezza della sollecitazione emotiva che un retorico (ma sentito) discorso radiofonico poteva suscitare. Inoltre, tieni ben presente che l'oratore in questione (il divenuto Sovrano d'Inghilterra e dell'impero) a causa del suo noto disagio emotivo (tra l'altro ben manifesto ai suoi sudditi) era nella quantomai precaria condizione di dover "chiamare" a raccolta il suo popolo, spingendolo a fronteggiare l'abisso di una nuova terrificante guerra. Smetto di dilungarmi ulteriormente, chiedendo scusa per aver difeso la "Storia" e chiudendo con una domanda per te, ti sembra davvero così esile come film... tanto da non stare in piedi?! Sia come sia, saluti a te
[-]
[+] si ma..
(di maxseven)
[ - ] si ma..
|
|
[+] lascia un commento a hollyver07 »
[ - ] lascia un commento a hollyver07 »
|
|
d'accordo? |
|
algernon
|
sabato 29 gennaio 2011
|
film molto buono
|
|
|
|
ottima soprattutto la recitazione, Colin Firth ma anche Geoffrey Rush e Helena bonham Carter, ognuno perfetto nel suo ruolo. buona la presentazione del personaggio di Giorgio VI, e della difficile situazione in cui si è venuto a trovare. ottime fotografia musiche costumi regia. insomma sicuramente un film molto buono. non un capolavoro. ma sono comunque uscito molto soddisfatto.
|
|
[+] lascia un commento a algernon »
[ - ] lascia un commento a algernon »
|
|
d'accordo? |
|
filosanchi
|
domenica 30 gennaio 2011
|
spaccato di storia intenso..e ottimamente recitato
|
|
|
|
Ottimo film che riesce a far luce su uno spaccato di storia non a tutti nota. Eccellenti le prove di Colin Firth ma forse ancora migliore quella di un bravvisimo Geoffrey Rush. Seppur già dall'inizio si delinea la storia, il tutto viene trattato con rara inensità. Indubbiamente da vedere.
|
|
[+] lascia un commento a filosanchi »
[ - ] lascia un commento a filosanchi »
|
|
d'accordo? |
|
paideia
|
lunedì 7 febbraio 2011
|
e' il film di un incontro
|
|
|
|
Candidato 12 volte all’Oscar, non so - non ho parametri in materia - confermare o meno la plausibilità di quella candidatura: alcuni personaggi mi sembrano poco caratterizzati, a tratti lo trovo lento e approssimativo, vere e proprie cadute di ritmo, di certo il film in questione ha il grande merito di dirottare, quasi disarcionare, lo spettatore, da quel contesto storico così pregno di tragicità qual era l’approssimarsi della seconda guerra mondiale, ad un ambito preciso e non meno tragico, nascosto tra le pieghe di una menomazione: la balbuzie.
Il racconto, nella svolgersi di una trama tessuta con maestria dai due protagonisti, Colin Firth e Geoffrey Rush, si snoda intorno un incontro e all’instaurarsi di un rapporto umano.
[+]
Candidato 12 volte all’Oscar, non so - non ho parametri in materia - confermare o meno la plausibilità di quella candidatura: alcuni personaggi mi sembrano poco caratterizzati, a tratti lo trovo lento e approssimativo, vere e proprie cadute di ritmo, di certo il film in questione ha il grande merito di dirottare, quasi disarcionare, lo spettatore, da quel contesto storico così pregno di tragicità qual era l’approssimarsi della seconda guerra mondiale, ad un ambito preciso e non meno tragico, nascosto tra le pieghe di una menomazione: la balbuzie.
Il racconto, nella svolgersi di una trama tessuta con maestria dai due protagonisti, Colin Firth e Geoffrey Rush, si snoda intorno un incontro e all’instaurarsi di un rapporto umano. Umano perché reale, umano perché frutto di un incontro, umano perché dialogico e relazionale: se è vero che un rapporto nasce sempre da un incontro, è anche vero che ‘incontro’ ingloba la parola ‘contro’: ogni confronto ha, e deve avere, i suoi momenti di scontro per crescere e raggiungere una sua solidità. E’ quello che succede nel film.
L’incontro è tra re Giorgio VI il balbuziente e il suo logopedista, falso dottore ma esperto psicanalista, laureatosi all’università del dolore, quello che ha attraversato la sua terra con la Grande guerra; lui sa dove e quali corde toccare per spingere fino al suo fondo un’anima, e poi farla risalire, ma consapevole, dall’abisso in cui era rimasta impigliata.
L’incontro è tra la nobiltà, quella blasonata (e l’alterigia che le fa da alone) e la ‘nobiltà altra’, tutta squisitamente interiore, rigorosamente umile e disinteressata e, perciò, impertinente, di fondo illetterata eppure così erudita nei rapporti umani perché li ha vissuti sulla propria pelle, capace di conoscere e proiettarsi verso un orizzonte lontano, lontano da mondanità, apparenze, pregiudizi, opportunismi, lì dove si trova l’essenza dell’uomo.
L’incontro è tra la ricchezza e la povertà, frizione ineludibile da cui sgorga sempre un insegnamento, oggi più che mai, inutile moralismo, di quelli che, se pagano, pagano molto tardi secondo i “furbi di ogni tempo e stagione”. Per costoro l’uomo, non solo ha una sua valutazione economica, ma può ben essere ricondotto, nella sua essenza, esclusivamente ad essa.
Un insegnamento di oggi e di sempre, la cui sintesi amara affido alla mano esperta del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen “Il denaro può comperare la buccia di molte cose. Può darvi il cibo ma non l’appetito, la medicina ma non la salute, i conoscenti ma non gli amici, i servitori ma non la fedeltà, giorni di gioia ma non la felicità e la pace”
Il discorso del re, insomma, è un film su un preciso incontro, uno di quelli fortunati, capaci non tanto di farti cambiare vita, ma di fartela finalmente incontrare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paideia »
[ - ] lascia un commento a paideia »
|
|
d'accordo? |
|
reney
|
venerdì 18 febbraio 2011
|
decisamente un capolavoro!
|
|
|
|
I personaggi, la trama, le ambientazioni e la regia rendono questo film davvero eccellente! La ricerca del particolare da raccontare ha sortito il suo effetto. L'amicizia di due uomini così diversi, non solo per estrazione sociale, ma soprattutto dal punto di vista caratteriale, dimostra l'umanità di una figura che, nella credenza popolare, di umano ha ben poco. Ma il film non è solo questo.
[+]
I personaggi, la trama, le ambientazioni e la regia rendono questo film davvero eccellente! La ricerca del particolare da raccontare ha sortito il suo effetto. L'amicizia di due uomini così diversi, non solo per estrazione sociale, ma soprattutto dal punto di vista caratteriale, dimostra l'umanità di una figura che, nella credenza popolare, di umano ha ben poco. Ma il film non è solo questo. Permette una sbirciatina all'etichetta regale e una riflessione sulla vera pressione a cui le Maestà sono sottoposte. Basti pensare alla proclamazione del nuovo Re con ancora il corpo del precedente sul letto di morte, all'impossibilità di scelta dell'amore ma, soprattutto, alla negazione di un vero e presente affetto genitoriale. Nonché il sottoporsi a influenze tanto religiose quanto popolane. Tutto questo raccontato e rappresentato con maestria dagli attori e dall'impeccabile regia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a reney »
[ - ] lascia un commento a reney »
|
|
d'accordo? |
|
antonio madonna
|
domenica 30 gennaio 2011
|
un film coraggioso sull'amore.
|
|
|
|
Il piccolo Bertie non ha ricevuto tutto l'amore che ogni bambino ardentemente desidera e la sua balbuzie è il dolore della sua anima che si esprime attraverso il corpo. eppure in qualche modo sente che l'amore incondizionato, l'amore che accoglie senza chiedere deve pur esserci. così, pur nel deserto affettivo, sviluppa un potente sentimento morale, che è la forma d'amore sempre possibile, in quanto ne è il fondamento : ancor prima del calore umano, del trasporto e del piacere di condividere (che possiamo non provare quando il nostro cuore è ancora congelato) sentiamo in modo aprioristico di non poter fare male agli altri, poichè è come se lo facessimo a noi stessi. Col tempo l'Amore premierà la sua tenacia e rettitudine e gli farà dono della fiducia irremovibile di Sir Churchill che sa guardare nella sua anima retta e buona, della devozione della consorte Lyon che non manca mai di abbracciarlo teneramente con gli occhi, dell'amicizia di Lionel, con cui combatte si scontra si difende fino ad arrendersi.
[+]
Il piccolo Bertie non ha ricevuto tutto l'amore che ogni bambino ardentemente desidera e la sua balbuzie è il dolore della sua anima che si esprime attraverso il corpo. eppure in qualche modo sente che l'amore incondizionato, l'amore che accoglie senza chiedere deve pur esserci. così, pur nel deserto affettivo, sviluppa un potente sentimento morale, che è la forma d'amore sempre possibile, in quanto ne è il fondamento : ancor prima del calore umano, del trasporto e del piacere di condividere (che possiamo non provare quando il nostro cuore è ancora congelato) sentiamo in modo aprioristico di non poter fare male agli altri, poichè è come se lo facessimo a noi stessi. Col tempo l'Amore premierà la sua tenacia e rettitudine e gli farà dono della fiducia irremovibile di Sir Churchill che sa guardare nella sua anima retta e buona, della devozione della consorte Lyon che non manca mai di abbracciarlo teneramente con gli occhi, dell'amicizia di Lionel, con cui combatte si scontra si difende fino ad arrendersi.
Bertie, Duca di York diventerà Giorgio VI , Re d'Inghilterra, ma questa è un'altra storia. Ad un certo punto c'è un passaggio di un filmato storico che vuole sottolineare le eccelse capacità oratorie di Hitler. anche lui ebbe un'infanzia infelice, ma si convinse che il mondo era cattivo e senza speranza. CHE BELLA ALLORA LA BALBUZIE DEL PICCOLO BERTIE! :)).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonio madonna »
[ - ] lascia un commento a antonio madonna »
|
|
d'accordo? |
|
davil27
|
domenica 30 gennaio 2011
|
capolavoro del cinema odierno
|
|
|
|
Le 12 nominations agli Oscar 2011 ne sono la prova: questo film è un capolavoro!
Il discorso del re, è una pellicola che va oltre lo scopo di intrattenere lo spettatore, si rende capace di dimostrare al pubblico diverse cose; innanzitutto, dopo aver visto questo film, ci rendiamo conto che gli inglesi il cinema lo sanno fare. Assodato questo, diventiamo consapevoli del fatto che per fare un gran film, non sono necessari fior di milioni di dollari, effetti speciali in stile "Avatar", e gli attori più pagati di hollywood.
Il discorso del re è la prova che per fare un gran film, è necessaria la bravura e sentimento. E di bravura ne abbiamo vista fin troppa, in ogni aspetto della pellicola, a partire dagli attori (inutile citare Colin Firth e Geoffrey Rush), alla fotografia (strabilianti le riprese di Danny Cohen) per finire con l'impeccabile sceneggiatura resa ancor più perfetta da ottimi costumi e ottimo trucco.
[+]
Le 12 nominations agli Oscar 2011 ne sono la prova: questo film è un capolavoro!
Il discorso del re, è una pellicola che va oltre lo scopo di intrattenere lo spettatore, si rende capace di dimostrare al pubblico diverse cose; innanzitutto, dopo aver visto questo film, ci rendiamo conto che gli inglesi il cinema lo sanno fare. Assodato questo, diventiamo consapevoli del fatto che per fare un gran film, non sono necessari fior di milioni di dollari, effetti speciali in stile "Avatar", e gli attori più pagati di hollywood.
Il discorso del re è la prova che per fare un gran film, è necessaria la bravura e sentimento. E di bravura ne abbiamo vista fin troppa, in ogni aspetto della pellicola, a partire dagli attori (inutile citare Colin Firth e Geoffrey Rush), alla fotografia (strabilianti le riprese di Danny Cohen) per finire con l'impeccabile sceneggiatura resa ancor più perfetta da ottimi costumi e ottimo trucco.
Il sentimento? E' la cornice che meglio di tutte enfatizza questo capolavoro cinematografico, e ne percepiamo in gran dose in tutto l'arco del film, accompagnato da una grande dose di realismo.
Gli attori sono riusciti nell'impresa di trasmettere le situazioni nella maniera più realistica possibile, Colin Firth non è mai stato più credibile quando si trova a tartagliare, e Geoffrey Rush ci dà l'ulteriore prova della sua grande espressività e competenza.
Il tutto, è condito con del classico umorismo inglese, che renderà piacevole le situazioni più curiose.
Non voglio descrivere le scene del film, ne tantomeno darvi delle anticipazioni, perchè spero che andiate a vedere questo film a mente vuota, cogliendo le emozioni espresse nel modo più puro possibile.
Posso solo dirvi che guardando questo film, non sentirete affatto la mancanza degli effetti speciali, le uniche cose che vi verranno a mancare sono un biglietto di sola andata per l'Inghilterra, e la lacrimuccia che cadendo si è schiantata sui pantaloni. :)
Buona visione!!!
P.S.
Se possibile, guardatelo pure in Inglese.. è tutta un 'altra cosa :)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a davil27 »
[ - ] lascia un commento a davil27 »
|
|
d'accordo? |
|
salvatore venuleo
|
martedì 8 febbraio 2011
|
il fascino delle istituzioni
|
|
|
|
Mi ha emozionato e commosso. Diverse le suggestioni. La prima il mito di Pigmalione, il mito della plasticità dell'uomo che può farsi, ed essere aiutato a farsi, diverso da sé stesso. Un'appendice è nella figura del "riabilitatore" di Giorgio VI e nel problema della competenza priva di titoli che egli incarna. Un'altra suggestione è nel peso e nel dolore connesso all'esercizio del potere, con la fuga dalle responsabilità di Edoardo VII per amore della divorziata Wallis Simpson e l'assunzione del peso del trono da parte del re balbuziente. Infine la sacralità dell'istituzione che molto può insegnare oggi agli italiani educati alla Costituzione "materiale" ovvero allo scempio delle regole. Così appare straordinariamente vero il mutare istantaneo della comunicazione fra le figlie bambine, la futura regina Elisabetta e Margaret, ed il papà diventato sovrano.
[+]
Mi ha emozionato e commosso. Diverse le suggestioni. La prima il mito di Pigmalione, il mito della plasticità dell'uomo che può farsi, ed essere aiutato a farsi, diverso da sé stesso. Un'appendice è nella figura del "riabilitatore" di Giorgio VI e nel problema della competenza priva di titoli che egli incarna. Un'altra suggestione è nel peso e nel dolore connesso all'esercizio del potere, con la fuga dalle responsabilità di Edoardo VII per amore della divorziata Wallis Simpson e l'assunzione del peso del trono da parte del re balbuziente. Infine la sacralità dell'istituzione che molto può insegnare oggi agli italiani educati alla Costituzione "materiale" ovvero allo scempio delle regole. Così appare straordinariamente vero il mutare istantaneo della comunicazione fra le figlie bambine, la futura regina Elisabetta e Margaret, ed il papà diventato sovrano. Non mi era mai capitato prima di sentirmi monarchico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a salvatore venuleo »
[ - ] lascia un commento a salvatore venuleo »
|
|
d'accordo? |
|
|