Titolo originale | Otouto |
Anno | 2010 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 126 minuti |
Regia di | Yoji Yamada |
Attori | Ryo Kase, Yu Aoi, Yuriko Ishida, Takashi Sasano, Sayuri Yoshinaga, Fumiyo Kohinata Nenji Kobayashi. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 29 novembre 2016
Il film ha ottenuto 1 candidatura a Japanese Academy,
CONSIGLIATO NÌ
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Ginko, dopo la morte prematura del marito gestisce una farmacia con l'aiuto della figlia Koharu che vive con lei insieme con l'anziana suocera. Quando Koharu decide di sposare un medico si iniziano i preparativi per le nozze. Tra gli invitati c'è anche lo zio materno della ragazza, Tetsuro. Tutti in cuor loro sperano però che non partecipi perché portato al bere e sempre pronto ad esibirsi da attore senza speranze qual è. Il che puntualmente accade al matrimonio creando più di un imbarazzo. L'uomo il giorno successivo si scuserà ma ormai il danno è fatto. In breve tempo le nozze di Koharu si riveleranno fragili ma Ginko dovrà anche fronteggiare i debiti contratti dal fratello con una donna. La rottura sembra ormai essere definitiva. Fin quando non giunge una telefonata dall'ospedale di Osaka. Yoji Yamada è divenuto negli anni un ospite periodicamente fisso della Berlinale di cui è stato chiamato a chiudere, con questo film fuori concorso, la sessantesima edizione. Ottima scelta si può dire perché il regista giapponese ci dimostra che è ancora possibile passare in due ore dalla commedia al dramma raccontando un microcosmo familiare senza vergognarsi dei cosiddetti 'buoni sentimenti'. Nella storia dello 'zio matto' (nulla a che vedere con quello di Amarcord) confluiscono infatti i temi del vivere con decoro, delle relazioni madre/figlia e nuora/suocera nonché il progressivo irrompere della modernità in un mondo non preparato ad affrontarne i lati negativi. La breve scena in cui il genero medico racconta alla suocera in cerca di spiegazioni perché 'non ha tempo' per parlare con la neosposa è emblematica di un mutamento negativo apparentemente irreversibile. Ma Yamada non crede al pessimismo e anche quando mira alla commozione cerca la soluzione positiva. Facendo un cinema che in Occidente si finisce col trattare con il sopracciglio alzato. Anche se (e bisognerebbe interrogarsi con onestà intellettuale in proposito) alla proiezione per la stampa ha ricevuto un caloroso applauso finale. Meditiamo, critici, meditiamo.
Una famiglia piccolo borghese, madre, figlia e nonna, che gestisce una minuscola farmacia, e la periferia di Tokio in cui vive, dove ancora sopravvivono i valori della semplicità e della genuinità dei rapporti umani, sono sul punto di essere fagocitati dai meccanismi centripeti della grande metropoli, che minaccia non soltanto di asfissiare la piccola attività commerciale, [...] Vai alla recensione »