Stanno tutti bene |
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Un film di Kirk Jones.
Con Robert De Niro, Drew Barrymore, Kate Beckinsale, Sam Rockwell, Lucian Maisel.
continua»
Titolo originale Everybody's Fine.
Sentimentale,
Ratings: Kids+16,
durata 99 min.
- USA, Italia 2009.
- Medusa
uscita venerdì 12 novembre 2010.
MYMONETRO
Stanno tutti bene
valutazione media:
2,94
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Papà Bob De Niro in cerca di famiglia
di Paolo D'Agostini La Repubblica
De Niro a raccogliere il testimone di Matteo Scuro, il personaggio di Mastroianni nel terzo film di Tornatore. Non è comune che un film italiano venga rifatto negli Stati Uniti, il remake di Stanno tutti bene va salutato come un segno di stima. Trasportato in America, l' anziano padre che per vedere i figli sparsi ai quattro angoli del paese e troppo occupati per venirlo a trovare intraprende un lungo viaggio per fare loro una sorpresa, diventa Frank Goode: vedovo da pochi mesi, una vita a installare rivestimenti in pvc sui cavi telefonici, quelli che portano le belle e le brutte notizie. Sacrifici ma anche orgoglio di lanciare alla conquista del mondo i quattro figli. La prima tappa è New York dove dovrebbe abitare David il pittore, ma il figlio non si trova. Segue Chicago dove vive Amy, la pubblicitaria che ha raggiunto un' ottima posizione professionale ma nasconde al padre la separazione. Quindi Denver dove Robert non è il famoso direttore d' orchestra che la moglie aveva fatto credere a Frank ma un orchestrale senza talento né ambizioni. Infine Las Vegas e Rosie, luminosa e passionale: ma la sua carriera di ballerina non è così luminosa e la casa sfarzosa non è sua, e soprattutto il padre scopre in un colpo solo di avere un nipotino e che Rosie è lesbica. Dopo un malore causato dallo stress eccessivo per la sua salute minata da lunga esposizione ad ambienti tossici, Frank fa la scoperta peggiore: il motivo della sparizione di David, ragione dei comportamenti evasivi degli altri tre. Una ragione in più per sottrarsi al confronto col padre. Perché Frank la confidenza dei figli non la merita: ha delegato tutto alla moglie, è stato duramente esigente. In buona fede nel dire "volevo essere un bravo padre" ora si rende però conto di quanto siano state opprimenti le sue aspettative, di quanto i figli temano di averlo deluso. L' umanità che incontra sulla sua strada negli spostamenti in treno e autobus è un pregio del film. Come le sfumature che distinguonoi comportamenti che Frank tiene con i figli: più caldo con le femmine, più giudicante con i maschi. Tuttavia i singoli profili e le loro motivazioni non vengono sviluppati abbastanza. E De Niro, per quanto si resti ammirati dal suo calarsi nelle movenze incerte e nelle modalità coriacee di Frank, dà l' impressione di non accettare pienamente il ruolo di un settantenne (che interpreta alla stessa età di Marcello ai tempi del prototipo) di visione ristretta e rabbiosamente proiettato verso il riscatto sociale dei figli: un prodotto, su cui si è investito e di cui soppesare il valore. Partita vinta dal predecessore. Alla fine, la nuova famiglia allargata riunita intorno al tavolo natalizio con il pensiero serenamente rivolto alle assenze e con la conquistata consapevolezza che le nuove e forse precarie presenze vanno accolte come un dono, la morale è che i vincoli d' amore si sottraggono alla misurazione del successo o dell' insuccesso. E Stanno tutti bene non è solo una formula ipocrita per coprire le infelicità ma un modo saggio per accettarsi l' un l' altro.
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