alessio dillinger
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martedì 8 dicembre 2009
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lol
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John Dillinger è un fuorilegge col vizio del baseball, del cinema e delle macchine veloci. A colpi di Thompson e a capo di una gang armata, rapina banche ed estingue i debiti degli americani impoveriti dalla (Grande) Depressione. Le sue fughe rocambolesche e temerarie gettano imbarazzo e sconforto sulle istituzioni e su Edgar Hoover, ambizioso direttore del Bureau of Investigation. Elegante ed impavido, Dillinger ha un proiettile sempre in canna e un cappotto per ogni occasione e per ogni signora, rapinata del suo cuore o rapita dal suo fascino. La sua nemesi, efficiente e laconica, ha il volto e il garbo "gable" di Melvin Purvis, determinato ad accomodarlo sulla sedia elettrica. Decimata la sua compagine di criminali e assediato dalla polizia, Dillinger sceglierà la via fatale (e letale) del cinema.
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John Dillinger è un fuorilegge col vizio del baseball, del cinema e delle macchine veloci. A colpi di Thompson e a capo di una gang armata, rapina banche ed estingue i debiti degli americani impoveriti dalla (Grande) Depressione. Le sue fughe rocambolesche e temerarie gettano imbarazzo e sconforto sulle istituzioni e su Edgar Hoover, ambizioso direttore del Bureau of Investigation. Elegante ed impavido, Dillinger ha un proiettile sempre in canna e un cappotto per ogni occasione e per ogni signora, rapinata del suo cuore o rapita dal suo fascino. La sua nemesi, efficiente e laconica, ha il volto e il garbo "gable" di Melvin Purvis, determinato ad accomodarlo sulla sedia elettrica. Decimata la sua compagine di criminali e assediato dalla polizia, Dillinger sceglierà la via fatale (e letale) del cinema.
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paride86
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domenica 6 dicembre 2009
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mi aspettavo di più
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Storia di John Dillinger, criminale degli anni '30 ormai entrato nel mito per le sue audaci rapine e rocambolesche evasioni.
Si tratta di un film girato in maniera molto particolare, alternando un digitale di ottima qualità a momenti in cui la camera a spalla prende il sopravvento, con tutti i difetti del caso.
Johnyy Depp è, come al solito, un buon protagonista come anche Christian Bale. Sii poteva insistere di più sull'antagonismo tra i due personaggi, anche per approfondire il tema della giustizia nell'America di quegli anni.
L'azione c'è e il romanticismo pure, ma nonostante questo "Nemico Pubblico" è rimasto al di sotto delle mie aspettative.
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marco_cccp
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sabato 5 dicembre 2009
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film scontato
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un film lento che non entusiasma, allora occorre concentrarsi sulla scenografia bella e curata, ma non è decisamente cinema d'autore...
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pgakapg
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giovedì 3 dicembre 2009
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scontato.
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Ancora una volta Mann non riesce ad andare oltre il glamour, lo stesso errore compiuto con Miami vice. La storia è bella ed interessante (per forza è reale....ndr), l'ambientazione corretta fino al minimo dettaglio, ma...non c'è sugo! Persino il beffardo Depp non è sufficiente da solo a tenere in piedi il film, che si rivela sì coerente ai fatti, ma non aggiunge nulla di più alle pellicole che hanno già trattato l'argomento, nè dal punto di vista storico, nè da quello introspettivo.
Classica operazione commerciale di una Hollywood a corto di idee.
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pucia
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mercoledì 2 dicembre 2009
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bello e dannato
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Ottimo film, belle riprese, ti prende dall'inizio fino alla fine.
Consigliato
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giorgio47
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lunedì 30 novembre 2009
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fine di un'epoca?
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Un film abbastanza lungo, che tutto sommato è vedibile! Depp è bravo e la regia è anch’essa buona. Insomma un film che dal punto di vista delle immagini non è male. Nonostante ciò a me è parso un film mancato! Penso, ma non vorrei che fosse solo una mia interpretazione, che il film volesse rappresentare, basandosi su una storia vera, la fine di un’epoca! Ovvero la fine del crimine con qualche aspetto romantico! La fine di un tipo di delinquente che la società creava e poi distruggeva. Un delinquente che nel fondo manteneva, oltre che un senso dell’avventura e un rifiuto ad una vita grama ma onesta, la speranza di crearsi, attraverso il crimine, un futuro e una famiglia che solo con esso poteva realizzare.
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Un film abbastanza lungo, che tutto sommato è vedibile! Depp è bravo e la regia è anch’essa buona. Insomma un film che dal punto di vista delle immagini non è male. Nonostante ciò a me è parso un film mancato! Penso, ma non vorrei che fosse solo una mia interpretazione, che il film volesse rappresentare, basandosi su una storia vera, la fine di un’epoca! Ovvero la fine del crimine con qualche aspetto romantico! La fine di un tipo di delinquente che la società creava e poi distruggeva. Un delinquente che nel fondo manteneva, oltre che un senso dell’avventura e un rifiuto ad una vita grama ma onesta, la speranza di crearsi, attraverso il crimine, un futuro e una famiglia che solo con esso poteva realizzare. Insomma la fine del delinquente solitario, in contrasto con la società nella quale viveva, e che presto, nel film si intravede, sarà soppiantato da una nuova delinquenza, forse meno spettacolare, ma sicuramente complementare alla società nella quale opera. Purtroppo questo è solo accennato, lasciando molto spazio alla storia d’amore tra il bandito e la onesta guardarobiera che sino all’ultimo seguono il loro sogno impossibile.
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simonk92
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sabato 28 novembre 2009
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la storia di john dillinger
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Il film racconta la storia di john Dillinger che è stato il "nemico pubblico" in America.
La storia è semplice e narra le azioni e le gesta del gangster ben interpretato da johnny Deep.
In tutto il film si cerca di creare un'immagine positiva intorno al protagonista, fino al finale in cui viene ucciso.
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holaaa
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mercoledì 25 novembre 2009
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bleah
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è un film noiosissimo,scontato,banale....
orribile
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slowfilm.splinder.com
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lunedì 23 novembre 2009
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i freddi ricordi di john dillinger.
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L’interesse di Mann in Public Enemies è per il confine fra la vita e la morte, per l’attimo in cui lo sguardo smette d’essere presente, e si perde. È una scena più volte ricostruita, anche descritta da Dillinger, e si rivela traccia e paradigma del film stesso. Pur senza rinunciare all’azione e al romanticismo, questo fra i lavori di Mann è il più spoglio, svuotato dagli eccessi d’enfasi ed espressivi spesso presenti in altre sue opere, privato della sua stessa storia.
L’elemento con più evidenza escluso da Nemico Pubblico, è proprio il suo "essere pubblico", essendo ridotto al minimo il rapporto con quell’America del 1933, che finì per fare un eroe del rapinatore di banche John Dillinger.
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L’interesse di Mann in Public Enemies è per il confine fra la vita e la morte, per l’attimo in cui lo sguardo smette d’essere presente, e si perde. È una scena più volte ricostruita, anche descritta da Dillinger, e si rivela traccia e paradigma del film stesso. Pur senza rinunciare all’azione e al romanticismo, questo fra i lavori di Mann è il più spoglio, svuotato dagli eccessi d’enfasi ed espressivi spesso presenti in altre sue opere, privato della sua stessa storia.
L’elemento con più evidenza escluso da Nemico Pubblico, è proprio il suo "essere pubblico", essendo ridotto al minimo il rapporto con quell’America del 1933, che finì per fare un eroe del rapinatore di banche John Dillinger. Mann sceglie un approccio fortemente cerebrale, evita la costruzione di un racconto strutturato, preferisce soffermarsi su singole vicende e sguardi. Le parti, l’FBI e le bande di gangster, Dillinger Depp e Purvis Bale,sono chiuse nei confronti dell’esterno, per trovare nello scontro "privato" e l’equilibrio di due forze interdipendenti, la linea portante della narrazione, com’era stato per Manhunter, Heat o Collateral.
Durante le fasi di “quiete” la macchina da presa spinge e a volte anticipa i gesti, mentre durante l’azione lo sguardo si trova ad inseguire le vicende, bersagliato dai proiettili, frammentato nel rincorrere le fughe, spesso limitato dalle ombre e dal noir; un occhio digitale restituisce superfici riflettenti che lasciano scivolare lo sguardo dello spettatore da un’inquadratura all’altra, attraverso un processo al tempo stesso di coinvolgimento ed estraneazione.
Per questo suo essere immerso nel genere sfruttandolo solo nei suoi canoni fondamentali, come base d’appoggio per una serie di visioni sempre più autosufficienti, Nemico Pubblico sembra in alcuni momenti offrire poco al suo spettatore, al quale manca la gratificazione che verrebbe dalla costruzione di tensioni e conflitti che attraversassero orizzontalmente la storia. Quello che si vede sullo schermo, invece, somiglia già ad una raccolta di ricordi, senza sfumature e con pochi raccordi, si avvicina ai pensieri di Dillinger mentre passa quel confine fra la vita e la morte.
slowfilm.splinder.com
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ceciliacor
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lunedì 23 novembre 2009
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il mito di oggi interpreta il mito di ieri
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Michael Mann ci racconta l'ascesa e la fine di un mito degli anni '30 (da noi sconosciuto), John Dillinger, famoso rapinatore di banche, ricco di fascino e charme, mito di quegli anni, interpretatao dal mito cinematografico di questi anni, Johnny Depp.
Una vita breve, vissuta al massimo, tra rocambolesche evasioni dal carcere, rapine a colpi di mitra, eleganti cappotti con cui John copriva le spalle dei suoi ostaggi (guarda caso donne), wiscky, musica e belle donne.
Ne viene fuori l'immagine di un personaggio sicuramente affascinante, ma assolutamente fuori dai clichè del "ladro gentiluomo" a cui ci ha abituato il cinema; probabilmente perchè John Dillinger non è un'invenzione cinematografica, ma un personaggio realmente esistito.
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Michael Mann ci racconta l'ascesa e la fine di un mito degli anni '30 (da noi sconosciuto), John Dillinger, famoso rapinatore di banche, ricco di fascino e charme, mito di quegli anni, interpretatao dal mito cinematografico di questi anni, Johnny Depp.
Una vita breve, vissuta al massimo, tra rocambolesche evasioni dal carcere, rapine a colpi di mitra, eleganti cappotti con cui John copriva le spalle dei suoi ostaggi (guarda caso donne), wiscky, musica e belle donne.
Ne viene fuori l'immagine di un personaggio sicuramente affascinante, ma assolutamente fuori dai clichè del "ladro gentiluomo" a cui ci ha abituato il cinema; probabilmente perchè John Dillinger non è un'invenzione cinematografica, ma un personaggio realmente esistito.
Quello che viene fuori è un uomo sicuro di sè, tanto da essere spaccone, che prendeva in giro spudoratemente le autorità (la scena in cui entra indisturbato nella centrale di polizia è da manuale), che si muoveva a suon di mitra nei suoi abiti eleganti.
Anche nel suo rapporto con Billie Frechette è assolutamente dominante e la rapisce letteralmente dal suo lavoro per farne la "sua donna"; un corteggiamento che non conosce un "no" come risposta, ma forse nessuna donna avrebbe detto di "no" alle parole che sapeva usare per sedurre un'animo femminile ("se tu avessi davanti a me quello che ho io, partiresti in quarta anche tu")
Da contraltare al fuorilegge-John ci sono le autorità, che dal canto loro non erano certo esempio di limpidezza e onestà, data la corruzione che le dominava e che era la base per cui le bande come quelle di John agivano indisturbate nei più nefandi crimini.
La caccia all'uomo viene guidata dall'altro volto del film, Christian Bale che interpreta Melvin Purvis, la legge appunto.
L'arrivo di Melvin innesta una serie di eventi che piano piano metteranno alla corda Dillinger, decimando prima i suoi uomini, poi toccando i suoi legami affettivi, fino al tradimento finale.
E' sintomatica la fine dell'uomo fuori dalla legge, che decide di vivere la sua vita prendendosi gioco delle autorità fino alla fine, senza mai nascondersi, ma sempre fianco a fianco con la gente, frequentando luoghi pubblici, affollati, potendo essere scoperto in ogni momento.
"Ci divertiamo così tanto oggi, perchè preoccuparsi del domani", questa la sua filosofia di vita, che non poteva che portarlo alla fine precocemente.
E' sicuramente un film di genere, il "ganster movie". Non un film d'azione, anche se di azione e sparatorie ce e sono parecchie, ma sono girate con uno stile quasi documentaristico, più che da action movie e il film inoltre è caratterizzato più dai primissimi piani degli interpreti che dalle scene di massa; non un film thriller, anche se la tensione crescente si avverte, si avverte l'inesorabile discesa e fine del "mito" Dillinger ed è palpabile la tensione dei personaggi, che stanno vivendo al limite, che solo la sorte ha difeso fino ad ora, e , come si sa, la sorte è destinata a girare.
Il film è scandito poi da una bella colonna sonora con brani d'epoca e una musica che ricorre spesso: quella del suono delle armi. Le sparatorie si svolgono in assoluta mancanza di suoni, se non quello delle armi originali dell'epoca; fischi di pallottole che senti arrivare nelle orecchie come se fossimo nel mezzo della spratoria. L'effetto è assicurato!
Bravissimi i tre volti di John Dillinger (Depp), Melvin Purvis (Bale) e Billie Frechette (Marion Cotillard)........ma questo era brevedibile!
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