maxino89
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venerdì 20 novembre 2009
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muori come hai vissuto john dillinger
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E' un film che riesce ad entrare e a scavare la psicologia di un gangster diverso da quello a cui eravamo abituati, come "Gli Intoccabili" o "American Gangster".
I dialoghi che vedono Dillinger e anche Purvis sono fantastici rendendo il film fantastico dall'inizio del film.
Indimenticabile il gioco che attua il regista Mann quando, prima di venire ucciso, Dillinger accetta il suo destino (infausto), che lo aspetta come criminale, attraverso un emblematico sorriso rivolto alla frase che viene detta alla fine del film che sta guardando al cinema "muori come hai vissuto. vivere così non vuol dire niente".
E' una frase che sintetizza la fine che aspetta Dillinger fuori da quel cinema: cambiare il tuo modo di vivere dopo sparatorie e omicidi non ti farà sentire meglio.
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malussen
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venerdì 20 novembre 2009
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sopravalutato
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grande johnny come sempre, ma forse l'unica nota veramente perfetta del film, discreta azione, mediocre vivacità dei personaggi, scarsa lettura della storia del personaggio, che peccato!!
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mariac
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mercoledì 18 novembre 2009
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velocità
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complessivamente potrei considerarlo un bel film ma le scene girate troppo velocemente fanno soffrire poco la seduta in poltrona. Considerando che tutti conoscono già come il film finirà si sarebbe potuto giocare sull'effetto tensione prolungando i tempi di ripresa, magari rimanendo più fermi con le immagini sui volti degli attori.
E' più interessante capire invece l'idea che il personaggio ha del suo futuro e del ripensamento sulla stessa a cui lo porterà la conoscenza di quella che sarà la sua donna.
johnny depp è semplicemente perfetto per il ruolo, l'alone di mistero che lo circonda lascia ampi spazi all'immaginazione sull'uomo dillinger lasciando allo spettatore licenda di opinione
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alessio dillinger
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lunedì 16 novembre 2009
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john dillinger-nemico pubblico numero 1.
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A parte il dire che il nuovo film di micheal mann,nemico pubblico è il più bel film che io abbia visto fin da ora,per me supera anche transformer 2 di bellezza...riprendendo a parlare del film questa volta john dillinger e melvin purvis si sono incontrati una sola volta nel film,in galera...mentre si sa che nella realtà si incontrarono molte più volte.Io di mio poso dire che sono scene di un film venuto molto bene e ne sono sicuro che anche voi direste così.Mi ha colpito la scena in cui sparano a Baby Face nelson,verso la fine del film nel bosco,è proprio fucilato.In quella scena e nella scena finale quando john dillinger è al cinema a vedere manhattan melodram e quando all'uscita gli sparano,Micheal Mann ha dimostrato tutta la sua bravura di regista.
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A parte il dire che il nuovo film di micheal mann,nemico pubblico è il più bel film che io abbia visto fin da ora,per me supera anche transformer 2 di bellezza...riprendendo a parlare del film questa volta john dillinger e melvin purvis si sono incontrati una sola volta nel film,in galera...mentre si sa che nella realtà si incontrarono molte più volte.Io di mio poso dire che sono scene di un film venuto molto bene e ne sono sicuro che anche voi direste così.Mi ha colpito la scena in cui sparano a Baby Face nelson,verso la fine del film nel bosco,è proprio fucilato.In quella scena e nella scena finale quando john dillinger è al cinema a vedere manhattan melodram e quando all'uscita gli sparano,Micheal Mann ha dimostrato tutta la sua bravura di regista.Invece Marion Cotillard è proprio bellissima nel film,invece il vecchio poliziotto che si china per sentire che dice johnny quando era a terra più morto che vivo mi affascina perchè mette da parte le sue doti e i suoi doveri di poliziotto e non dice ciò che ha sentito a melvin purvis,anche se a prima vista si vede subito che melvin capì che non diceva la verità,ma in fondo tutti avevano un debole per john dillinger,il nemico pubblico numero uno...
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[+] dipende dal metro di paragone
(di francesca72)
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[+] ekko
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joker1983
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lunedì 16 novembre 2009
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poche parole, tante pistole
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spinto da un paio di garanzie, ovvero la regia di un veterano come Michael Mann (che ha stupito con Collateral e fatto godere gli occhi assetati di digitale con Miami Vice) e la recitazione affidata a colossi come Johnny Depp (troppo spesso da Oscar e troppo spesso ignorato) e Christian Bale mi sono recato al cinema!
già dai primi minuti la premessa era chiara... pallottole come se piovesse!!
ci può stare ma non quando si va a discapito della recitazione... Depp in più di un occasione rende umano il famigerato Dillinger, ma chi si aspetta duelli verbali come quello visto in Heat - La sfida (dello stesso Mann) rimarra deluso... solo una fugace scena in cella e uno scambio di sguardi!
per non parlare di un paio di scene alquanto strane: un rapinatore pluriricercato entra in una centrale di polizia e nessuno lo guarda, lui accompagna lei in un posto pieno zeppo di federali, lei viene presa e nessuno lo nota a 3 metri di distanza!!!
ma non conosco la storia vera.
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spinto da un paio di garanzie, ovvero la regia di un veterano come Michael Mann (che ha stupito con Collateral e fatto godere gli occhi assetati di digitale con Miami Vice) e la recitazione affidata a colossi come Johnny Depp (troppo spesso da Oscar e troppo spesso ignorato) e Christian Bale mi sono recato al cinema!
già dai primi minuti la premessa era chiara... pallottole come se piovesse!!
ci può stare ma non quando si va a discapito della recitazione... Depp in più di un occasione rende umano il famigerato Dillinger, ma chi si aspetta duelli verbali come quello visto in Heat - La sfida (dello stesso Mann) rimarra deluso... solo una fugace scena in cella e uno scambio di sguardi!
per non parlare di un paio di scene alquanto strane: un rapinatore pluriricercato entra in una centrale di polizia e nessuno lo guarda, lui accompagna lei in un posto pieno zeppo di federali, lei viene presa e nessuno lo nota a 3 metri di distanza!!!
ma non conosco la storia vera... e magari le cose sono andate così!!
comunque solo piccoli nei che svaniscono magicamente davanti alla spettacolare fotografia digitale di Dante Spinotti!!
che spettacolo per gli occhi... e vogliamo parlare delle sparatorie con telecamera a spalla?! ottime scelte registiche che confermano Mann un grande!
finale non a sorpresa, dato che tutti sappiamo come è finita, ma Mann stupisce di nuovo portando un film nel film e mettendo a confronto Depp con niente meno che Clarke Gable in un film dove anche lui interpreta un criminaleche alla fine si incammina verso la morte!!
davvero notevole... lo consiglio vivamente!!!
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bandy
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domenica 15 novembre 2009
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delusione
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Mi aspettavo molto di più da questo film,non è che sia proprio da buttare.Comunque a me non è piaciuto affatto,l'ho trovato abbastanza noioso e pesante.
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reiver
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domenica 15 novembre 2009
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la recensione:le tre "c" del cinema
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La prima "C" è il cervello.Da anni ormai gran parte del pubblico è convinta che un film d'azione consista in una specie di olimpiade che dura 90 minuti:tiro a segno,pugilato,nuoto,karate.In realtà non è così:il cinema d'azione in generale e quello gangster in particolare sono come il globo terrestre,non vanno giudicati solo per la crosta.Un film è intelligente quando ti costringe a pensare,a porti delle domande,e questo può succedere anche se i protagonisti hanno un mitra in mano.L'importante è non confondere lo schermo con un videoclip.Con Mann questo rischio non si corre:"Nemico pubblico" ha molto da dire e lo dice benissimo.Il regista guarda con un filo di simpatia Dillinger ma si mantiene distaccato,descrivendo una parabola violenta sullo sfondo di una società,quella americana,confusa,grezza,selvaggia.
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La prima "C" è il cervello.Da anni ormai gran parte del pubblico è convinta che un film d'azione consista in una specie di olimpiade che dura 90 minuti:tiro a segno,pugilato,nuoto,karate.In realtà non è così:il cinema d'azione in generale e quello gangster in particolare sono come il globo terrestre,non vanno giudicati solo per la crosta.Un film è intelligente quando ti costringe a pensare,a porti delle domande,e questo può succedere anche se i protagonisti hanno un mitra in mano.L'importante è non confondere lo schermo con un videoclip.Con Mann questo rischio non si corre:"Nemico pubblico" ha molto da dire e lo dice benissimo.Il regista guarda con un filo di simpatia Dillinger ma si mantiene distaccato,descrivendo una parabola violenta sullo sfondo di una società,quella americana,confusa,grezza,selvaggia.
La seconda è la "C" di "cuore".In fondo un film è come una persona,se è solo intelligente ma fredda e scostante sarà difficile da digerire.Il cinema di Mann è spesso considerato "freddo",perchè molti confondono la perfezione stilistica e formale con una mancanza di passionalità.E' successo lo stesso,per esempio,al grande Kubrick.Non è così,non è affatto così,non solo in questo film ma in tutta la sua filmografia,basti pensare all'ultima scena di "Heat",allo sguardo tra Pacino e DeNiro."Nemico pubblico" cattura lo spettatore non solo per il romanticismo "non convenzionale" (grazie Mann,fai i film su misura per me...) di una storia d'amore tormentata,ma grazie alla capacità di emozionare a 360 gradi.Anche il personaggio più rigido e impettito,il Purvis di Bale,riesce a comunicare con sguardi incredibilmente significativi il travaglio interiore nascosto da una corazza apparentemente solidissima.
L'ultima "C" è quella di "classe".Non confondetela con lo "stile",sono due cose diverse.La classe è la capacità di esprimere le proprie potenzialità al momento giusto,di fare la cosa giusta quando l'occasione lo richiede.Ecco,qui di classe ne ho vista così tanta che ne avanza per fare altri due o tre film normali.Ogni scena è perfetta.I momenti più movimentati (le due evasioni,fantastiche;i conflitti a fuoco,sempre realistici e mai in stile videoclip) si alternano a quelli in cui Mann ,col suo solito occhio "malinconico" e disilluso,entra nelle pieghe dei personaggi.Memorabili poi le sequenze finali:l'agguato all'uscita del cinema è da brividi,l'epilogo asciutto e stilizzato.Davvero non posso chiedere di più.
Ci sarebbe anche la "c" di "carisma",in effetti,quello di Depp.Ripeto spesso che per un attore a volte la bravura non basta,ci sono ruoli in cui ci vuole qualcosina in più:si chiama personalità.Depp ne ha da vendere.La sua interpretazione richiama in me qualcosa di Gable e di Cagney:non c'è miglior complimento che si possa fare ad un attore,è come dire ad una donna che è adorabile (cioè "degna di adorazione").Nessun altro attore avrebbe potuto sostenere un ruolo così.In fondo il suo Dillinger rappresenta un pò anche Michael Mann.Un solitario,un rappresentante di una specie in via d'estinzione,quella dei grandi registi che sanno parlare anche attraverso la violenza.Non è un caso che il film dedichi una sequenza (straordinaria) a Dillinger che si rivede in Gable,sorridendo in maniera enigmatica e compiaciuta.Nel cinema d'azione di oggi,fatto di "uomini di Neanderthal",un "Homo sapiens" come Mann è come un gangster,un corpo estraneo,un cowboy moderno,che usa armi moderne (il digitale) ma è destinato,prima o poi,a cedere il passo.
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domenica 15 novembre 2009
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prologo:guida galattica per gangsters
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"Gangster" non è il nome che gli anglosassoni usano per indicare i film di mafia,no.Gangster e mafioso sono come due cugini,o se volete fratelli.Hanno lo stesso padre:il "crime-movie",il cinema criminale,che però di figli ne ha fatti tanti.
In realtà il cinema gangster nasce negli anni trenta,parallelamente allo svilupparsi di fenomeni criminali legati alla nascita di bande (le "gangs",appunto),ed è collegato a doppio filo alla grande depressione del '29.Ma l'impatto dei film di quel periodo è stato così forte da garantire al genere una vita molto più lunga di quella che avrebbe avuto se fosse stato (come i "poliziotteschi" italiani) legato esclusivamente ai fatti di cronaca.In particolare la famosa "triade","Piccolo Cesare" (M.
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"Gangster" non è il nome che gli anglosassoni usano per indicare i film di mafia,no.Gangster e mafioso sono come due cugini,o se volete fratelli.Hanno lo stesso padre:il "crime-movie",il cinema criminale,che però di figli ne ha fatti tanti.
In realtà il cinema gangster nasce negli anni trenta,parallelamente allo svilupparsi di fenomeni criminali legati alla nascita di bande (le "gangs",appunto),ed è collegato a doppio filo alla grande depressione del '29.Ma l'impatto dei film di quel periodo è stato così forte da garantire al genere una vita molto più lunga di quella che avrebbe avuto se fosse stato (come i "poliziotteschi" italiani) legato esclusivamente ai fatti di cronaca.In particolare la famosa "triade","Piccolo Cesare" (M.LeRoy,1930)-"Nemico Pubblico" (W.A.Wellman,1931)-"Scarface" (H.Hawks,1932),ha fissato le caratteristiche formali e sostanziali di questo tipo di film:tutte le pellicole che sono venute dopo hanno tenuto conto di queste tre,spesso ricalcandone in maniera pedissequa gli stilemi.Il gangster,dicevamo,è solo parente del "mafia-movie".Il mafioso è un criminale che si inserisce tra le pieghe del tessuto sociale,non si propone di sovvertirlo,di metterlo a soqquadro.Potremmo dire,con molta libertà,che è un "reazionario":ha tutto l'interesse che lo status quo si mantenga tale.Il gangster è il fratello ribelle del mafioso:non è un pianificatore,vive alla giornata,demolisce le sicurezze del vivere civile.E' una particella impazzita,non può essere assimilato dalla società perchè non ne rispetta le regole;si propone di scalarne i vertici col mitra,e spesso ci riesce,descrivendo una parabola tanto rapida quanto violenta,che in breve tempo ne segna la fine.
Visto molto male dalla censura per la sua capacità di rendere eroiche le gesta dei criminali,il gangster è sopravvissuto grazie a variazioni di tono,dal patetismo ("Angeli con la faccia sporca" di Curtiz),al delirio psicotico ("La furia umana" di Raoul Walsh,il numero uno per me:Cagney straordinario),fino all'evoluzione "romantica" di Bogart,che dopo un ruolo da cattivo in "I ruggenti anni venti" si riscatta con il tormentato Roy de "Una pallottola per Roy" (sempre del maestro Walsh).Ma,tutto sommato,non è mai rimasto dentro i confini del film di genere.Non è mai finito in serie "B",come l'Horror,perchè registi di spessore ne hanno spesso intuito le potenzialità espressive.Siegel,Penn,Altman,Peckinpah,DePalma,solo per citarne alcuni.Fino a Michael Mann,che sin dal suo esordio (il bellissimo "Strade violente",una delle migliori opere prime della storia del cinema) ha mostrato che il gangster era finito in mani buonissime.Resta da chiedersi il perchè.Perchè il gangster ha affascinato a tal punto pubblico e addetti ai lavori?Perchè piacciono le storie violente?Forse.Per il fascino ambiguo del criminale?Probabile.Oppure perchè ,grazie a straordinari registi e attori,spunti di cronaca nera sono diventati tragedie epiche con protagonisti negativi ma coerenti nel seguire la loro strada fino alla fine;si sa,è dai tempi di Omero che funziona così.L'arte riesce a trasformare ogni cosa,anche quella più bassa,sempre che riesca a parlare il linguaggio giusto.
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alcoholfueledtommy
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sabato 14 novembre 2009
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nemici pubblici
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Michael Mann torna dopo 3 anni con una rilettura del "gangster movie" e del mito del "nemico pubblico numero 1" . Con spirito cronachistico ed anti-hollywoodiano il film restituisce l'immagine di un John Dillinger nè eroico nè totalmente simpatico, smorzato sia nei toni violenti che nella vena romantica (da notare che il titolo originale, al plurale, non si rivolge ad un singolo, bensì a "nemici pubblici" più ordinari). La realistica fotografia ad alta definizione unita al particolare stile del regista crea un effetto inedito e spiazzante, che può lasciare freddi come assicurare un alto grado di coinvolgimento nell'azione (un ottimo esempio nella sequenza dell'inseguimento nel bosco,perfetta in quanto a uso dello spazio filmico e senso della tensione), e la sceneggiatura asciuga l'enfasi,limita l'approfondimento (e l'idealizzazione) dei personaggi ed evita il populismo (non ci sono paragoni pretenziosi tra la Grande Depressione e la crisi odierna, anche se il discorso sulla notorietà di Dillinger meritava maggiore spazio).
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Michael Mann torna dopo 3 anni con una rilettura del "gangster movie" e del mito del "nemico pubblico numero 1" . Con spirito cronachistico ed anti-hollywoodiano il film restituisce l'immagine di un John Dillinger nè eroico nè totalmente simpatico, smorzato sia nei toni violenti che nella vena romantica (da notare che il titolo originale, al plurale, non si rivolge ad un singolo, bensì a "nemici pubblici" più ordinari). La realistica fotografia ad alta definizione unita al particolare stile del regista crea un effetto inedito e spiazzante, che può lasciare freddi come assicurare un alto grado di coinvolgimento nell'azione (un ottimo esempio nella sequenza dell'inseguimento nel bosco,perfetta in quanto a uso dello spazio filmico e senso della tensione), e la sceneggiatura asciuga l'enfasi,limita l'approfondimento (e l'idealizzazione) dei personaggi ed evita il populismo (non ci sono paragoni pretenziosi tra la Grande Depressione e la crisi odierna, anche se il discorso sulla notorietà di Dillinger meritava maggiore spazio). Nell'insieme dunque un film particolarmente secco e fatalista, diseguale nel ritmo e fuori da ogni aspettativa, che susciterà opposti consensi anche da parte di chi ama il regista. Fuori discussione la prova del cast, con Depp che in un ruolo meno "sopra le righe" del solito dimostra ancora una volta le sue doti di attore e un grande Christian Bale nel ruolo dell'agente inflessibile. Bella colonna sonora di Elliot Goldenthal, insieme alle canzoni di Billie Holiday e il blues di Otis Taylor. Una nota di biasimo, invece, per i distributori italiani che per l'ennesima volta (chissà poi perchè) hanno sostituito i titoli di coda originari (in questo caso contenenti didascalie storiche con cui era bene chiudere il film) con l'elenco completo dei doppiatori.
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livietto
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venerdì 13 novembre 2009
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gran bella sorpresa
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Gran bella sorpresa!!!vorrete sapere il perchè...Michael mann ci ha abituato sempre a grandi bei film, ma stavolta credevo di assistere ad un classico film documentaristico sulla vita del gangster dilinger, ma ho preso un granchio....il film mi ha lasciato il segno.Deep come sempre incredibile, attore dalle mille sfaccettature, geniale credibile e imprevidibile come sempre, giù il cappello....bravissimo anche bale nel ruolo dello sceriffo.Il film riesce a lasciare veramente delle grandi emozioni nonostante la storia si conosca, finale bellissimo a mio avviso, ce ne fossero spesso film così, quattro stellette meritate bravi tutti.
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