marco marenzio
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giovedì 20 novembre 2008
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per teo (bella analisi la tua)
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Io andrei oltre.Vicky è l'anima profonda di Cristina così come Maria Elena lo e' di Juan Antonio. Ci sono 6 possibilita' di accoppiamento fra 4 personaggi,fra amore sesso e amicizia, ma nel film ce ne sono solo 5;manca quello decisivo ma impossibile fra Vicky e Maria Elena ossia fra i due "cuori profondi" di quelli che in fondo sono solo "due" personaggi.
Se nell'eta' della giovinezza(la romantica estate catalana)non risucirai ad aprire il tuo cuore invece di limitarti agli eleganti marivaudages della seduzione,rimarrai tutta la vita insoddisfatta come la moglie di Mark o chiuso in un nobile isolamento pieno di rimpianto come il padre di Juan Antonio.
La voce recitante lo sa e col suo cantilenante accento dell'East Coast,cerca senza convinzione di ammonire i nuovi venuti ;ma sia lui,sia i suoi personaggi e sia gli spettatori in sala sanno molto bene che da quella "maladie de la jeunesse" così dolorosa da curare non guarisce nessuno.
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Io andrei oltre.Vicky è l'anima profonda di Cristina così come Maria Elena lo e' di Juan Antonio. Ci sono 6 possibilita' di accoppiamento fra 4 personaggi,fra amore sesso e amicizia, ma nel film ce ne sono solo 5;manca quello decisivo ma impossibile fra Vicky e Maria Elena ossia fra i due "cuori profondi" di quelli che in fondo sono solo "due" personaggi.
Se nell'eta' della giovinezza(la romantica estate catalana)non risucirai ad aprire il tuo cuore invece di limitarti agli eleganti marivaudages della seduzione,rimarrai tutta la vita insoddisfatta come la moglie di Mark o chiuso in un nobile isolamento pieno di rimpianto come il padre di Juan Antonio.
La voce recitante lo sa e col suo cantilenante accento dell'East Coast,cerca senza convinzione di ammonire i nuovi venuti ;ma sia lui,sia i suoi personaggi e sia gli spettatori in sala sanno molto bene che da quella "maladie de la jeunesse" così dolorosa da curare non guarisce nessuno.
E' da vedere in lingua originale:il contrasto fra l'inglese freddino e umidiccio e lo spagnolo appassionato e straripante e' una delle cose piu' belle del film.
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teo
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giovedì 20 novembre 2008
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alchimie d'amore
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Densa di atmosfere accattivanti e sinuose, “Vicky Cristina Barcelona” è un’opera alquanto originale giocata su accoppiate impossibili, rincorse amorose e la continua ricerca del proprio io attraverso l’eccentrico e la trasgressione, una ricerca indotta ed alimentata dalle atmosfere eroticamente suggestive e quasi oniriche di una città così fascinosamente esuberante come Barcellona. Una ricerca che non può portare a nulla, in effetti, se non ad indurre l’amara sensazione dell’incompiutezza del destino. Woody Allen (mai stato così pessimista) ritorna alla grande con uno dei film più bollenti della stagione, nel quale dimostra tutta la sua maturità umana e registica. La voce fuori campo, sebbene un po’ troppo invadente e didascalica, è un efficace contraltare tra la natura intima delle gioiose alchimie d’amore dei protagonisti e il distacco ideologico, in cui si pone appunto Allen, atto a descrivere, con un certo tocco di freddezza, l’eterno e irrefrenabile incontro (scontro) uomo-donna.
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Densa di atmosfere accattivanti e sinuose, “Vicky Cristina Barcelona” è un’opera alquanto originale giocata su accoppiate impossibili, rincorse amorose e la continua ricerca del proprio io attraverso l’eccentrico e la trasgressione, una ricerca indotta ed alimentata dalle atmosfere eroticamente suggestive e quasi oniriche di una città così fascinosamente esuberante come Barcellona. Una ricerca che non può portare a nulla, in effetti, se non ad indurre l’amara sensazione dell’incompiutezza del destino. Woody Allen (mai stato così pessimista) ritorna alla grande con uno dei film più bollenti della stagione, nel quale dimostra tutta la sua maturità umana e registica. La voce fuori campo, sebbene un po’ troppo invadente e didascalica, è un efficace contraltare tra la natura intima delle gioiose alchimie d’amore dei protagonisti e il distacco ideologico, in cui si pone appunto Allen, atto a descrivere, con un certo tocco di freddezza, l’eterno e irrefrenabile incontro (scontro) uomo-donna. In questa atmosfera (inizialmente) così gioiosa e frizzante, “Vicky Cristina Barcelona”, purtroppo, si abbandona frequentemente ad un’inutile loquacità dialogica, cadendo a volte in una disturbante ovvietà narrativa. Scarlett Johansonn e Rebecca Hall (di una bellezza mozzafiato) sono bravine, ma di certo non eguagliano il fascino e il carisma di una quanto mai in profumo di Oscar Penelope Cruz: stupendamente palpitante nelle sue grottesche esternazioni nevrasteniche e commovente nei momenti in cui vengono fuori tutte le fragilità interiori. Javier Bardem, in un ruolo totalmente agli antipodi di quello dell’assassino de “Non è un paese per vecchi”, da cui si porta dietro lo sguardo un po’ tenebroso, è totalmente a suo agio nei panni di Juan Antonio, pittore dedito al surrealismo artistico e alla continua ricerca di un’avventura amorosa. In questo andirivieni di ripicche sentimentali, litigi, colpi di pistola, instabilità morali, l’etica di Allen (che non riacquista comunque la freschezza dei film precedenti) si afferma meravigliosamente. Quando si esce dalla sala, resta in bocca, quindi, quell’ amara sensazione propria del suo cinema. Così come resta l’immagine di Vicky e Cristina che, con lo sguardo disilluso, sono pronte a far ritorno alle loro vite precedenti, come se il ricordo di quell’ estate a Barcellona si fosse dissolto insieme ai loro sogni.
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maximo
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martedì 18 novembre 2008
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pazzia..passione..amore..
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Pazzia, passione, amore. Sembrano essere queste alcune varianti del cuore che ci vuole sussurrare il caro e vecchio Allen. Come del buon vino: invecchiando migliora. Questa volta ha il profumo della campagna brulla spagnola, del Mediterraneo calmo, della pelle umida. Ha il colore di Gaudì, della vernice versata su enormi tele, di fotografie rubate a prostitute. Ha il sapore di ogni donna e tutte insieme, di fiumi di vino. Ha il suono delle corde pizzicate di una chitarra, del vento d'agosto sulla città, di un colpo di pistola. L'atmosfera è quella di una degustazione a lume di candela. Scarlett Johansson nonostante la giovane età ci seduce per il suo modo di camminare, le sue labbra carnose e il seno palpabile, la sua voce sinuosa, lo sguardo fiero.
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Pazzia, passione, amore. Sembrano essere queste alcune varianti del cuore che ci vuole sussurrare il caro e vecchio Allen. Come del buon vino: invecchiando migliora. Questa volta ha il profumo della campagna brulla spagnola, del Mediterraneo calmo, della pelle umida. Ha il colore di Gaudì, della vernice versata su enormi tele, di fotografie rubate a prostitute. Ha il sapore di ogni donna e tutte insieme, di fiumi di vino. Ha il suono delle corde pizzicate di una chitarra, del vento d'agosto sulla città, di un colpo di pistola. L'atmosfera è quella di una degustazione a lume di candela. Scarlett Johansson nonostante la giovane età ci seduce per il suo modo di camminare, le sue labbra carnose e il seno palpabile, la sua voce sinuosa, lo sguardo fiero. Facile immaginare come il regista abbia riconosciuto in lei una giovane 'diva'.
Ma Woody Allen non è così semplice da descrivere, né tantomeno da sorseggiare: sembra aver addolcito la sua aspra verbalità in favore di toni più pacati e soavi. Ma chi conosce bene il regista americano adottato dagli europei, sa che lui non ha mai smesso nemmeno un attimo di essere innamorato delle persone e della vita. E ogni volta racconta una storia straordinaria, proprio perché ordinaria.
La vita è un film che ci stravolge, con le sue scenografie, i suoi attori principali e le sue comparse, la sua colonna sonora, i suoi colpi di scena, i flashback e i sogni. Questa volta abbiamo conosciuto Vicky e Cristina a Barcelona. Personalmente non vedo l'ora di fare i bagagli. Prossima meta: un'altra città, un'altra vita, un'altra storia.
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matteo cavezzali
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martedì 18 novembre 2008
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gli amori di allen in salsa catalan
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Woody Allen spesso fa delle commedie, a volte fa dei thriller, ma comunque, sempre, crea caustici intrecci amorosi. “Vicky Cristina Barcellona” appartiene esclusivamente a quest’ultimo gruppo, senza risate a crepapelle e senza delitti. Con il suo stile lieve e mai banale, Allen costruisce un intreccio ingarbugliato fatto di sguardi, passioni nascoste e ironia della vita. Se un tempo c’era il triangolo amoroso (lui, lei e l’altro) il regista newyorchese inventa un tetraedro con intrecci molteplici e confusi come i veri sentimenti (lui, lei, l’altro, l’altro ancora, l’amica di lei, un’altra, …). Il cast è veramente eccezionale. Javier Bardem, entrato nell’immaginario come il freddo e angosciante killer dai capelli a caschetto di “Non è un paese per vecchi”, ora si trasforma in un affascinante artista, romantico e donnaiolo.
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Woody Allen spesso fa delle commedie, a volte fa dei thriller, ma comunque, sempre, crea caustici intrecci amorosi. “Vicky Cristina Barcellona” appartiene esclusivamente a quest’ultimo gruppo, senza risate a crepapelle e senza delitti. Con il suo stile lieve e mai banale, Allen costruisce un intreccio ingarbugliato fatto di sguardi, passioni nascoste e ironia della vita. Se un tempo c’era il triangolo amoroso (lui, lei e l’altro) il regista newyorchese inventa un tetraedro con intrecci molteplici e confusi come i veri sentimenti (lui, lei, l’altro, l’altro ancora, l’amica di lei, un’altra, …). Il cast è veramente eccezionale. Javier Bardem, entrato nell’immaginario come il freddo e angosciante killer dai capelli a caschetto di “Non è un paese per vecchi”, ora si trasforma in un affascinante artista, romantico e donnaiolo. La musa di Allen, Scarlett Johansson, impallidisce a fianco dei due grandi attori ai quali è accostata e risulta un po’ goffa, non ancora all’altezza, seppur pregna di quella carica erotica che l’ha resa una celebrità. La vera diva del film è sicuramente Penelope Cruz, nel ruolo di una disperata pittrice affranta dalla vita. Quando la Cruz appare in scena riesce ad essere talmente magnetica e coinvolgente da far scomparire tutti gli altri. Brava anche la meno nota Rebecca Hall che interpreta l’algida e razionale Vicky. Inutile dire che non riuscirà a mantenersi tale nella Catalogna foriera di “pasiòn”.
A far da sfondo alla pellicola è una Barcellona un po’ troppo turistica. Il film è stato sponsorizzato dalla città spagnola per dare lustro e visibilità al capoluogo con una pellicola d’autore. Quale regista migliore allora dell’americano innamorato d’Europa che ha aveva reso grande la propria città con il film Oscar “Manhattan”? Allen però descrivendo Barcellona non riesce a distaccarsi dallo stereotipo (forse su volontà della commissione, o forse perché conosce poco la città catalana) diversamente da come aveva fatto con Londra in “Match Point” dove, evitando i clichè, ne aveva immortalato i quartieri moderni magistralmente.
PASIÒNAL
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a mort les idiots
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martedì 18 novembre 2008
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un vero peccato
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Un vero peccato che solo poche persone abbiano capito questo splendido film.
Prima di dare giudizi grossolanamente sbagliati sforzatevi un pochino di riflettere su quello che avete visto,per favore; e se proprio non ci arrivate chiedete lumi che vi saranno dati.
Abbasso lo spettatore medio italiota.
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(di mau_sta)
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iñaki
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martedì 18 novembre 2008
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loco por penelope!!!
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Definire que questo sia il miglio film di Woody Allen mi sembra un po' troppo "Marco",sicuramente dopo Macht Point(uno dei suoi capolovori),il migliore dalla sua permanenza in Europa,siamo si fronte a una gradevole commedia con dei bei dialoghi come ci tiene abituati da sempre Allen, sembra proprio che Allen si sia divertito a fare questo film, e questo lo trasmette in ogni scena como il suo amore per barcelona mai stata cosi bella(ottima pubblicita data ad una citta fantastica)finito questo e lasciando la cosa migliore per il finale mi sembra doveroso dire che ho trovato un po invadente la voce fuori campo,a parer mio non era necessario perche il film si sarebbe capito lo stesso,dopodiche per quanto riguarda gli attori , la Johansson l'ho trovata inespressiva nel ruolo (dove' sono finite la charlotte di lost in translation e la Nolah Rice di match point)mia sembra que ormai si sia fermata qui.
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Definire que questo sia il miglio film di Woody Allen mi sembra un po' troppo "Marco",sicuramente dopo Macht Point(uno dei suoi capolovori),il migliore dalla sua permanenza in Europa,siamo si fronte a una gradevole commedia con dei bei dialoghi come ci tiene abituati da sempre Allen, sembra proprio che Allen si sia divertito a fare questo film, e questo lo trasmette in ogni scena como il suo amore per barcelona mai stata cosi bella(ottima pubblicita data ad una citta fantastica)finito questo e lasciando la cosa migliore per il finale mi sembra doveroso dire che ho trovato un po invadente la voce fuori campo,a parer mio non era necessario perche il film si sarebbe capito lo stesso,dopodiche per quanto riguarda gli attori , la Johansson l'ho trovata inespressiva nel ruolo (dove' sono finite la charlotte di lost in translation e la Nolah Rice di match point)mia sembra que ormai si sia fermata qui.Bardem fa Brdem "ironicamente" ed e sempre bravo,la sorpresa e Rebeca Hall a la cui Allen mette in bocca i dialoghi che avrebbe detto lui e la Hall e' alla altezza della situazione, ma tutti scompaiono quando entra in scena Penelope Cruz (mai stata cosi brava in un film americano)accende il film,i dialoghi con Bardem in spanolo sono fantastici e' lei la forza del film,se avete la fortuna de vederlo in originale noterete la disinvoltura che passa dall'inglese allo spagnolo una prova di grande attrice, la sua Maria Elena e la cosa miglior del film da oscar!!
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(di marco marenzio-recortador)
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anticonformista
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lunedì 17 novembre 2008
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l'ultimo woody allen
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I film di Woody Allen che vanno da "Prendi i soldi e scappa" a "Amore e guerra" sono delle vere schifezze, aborti, bidoni, stronzate, e l'Allen protagonista è un insopportabile coglione. Inoltre non fanno assolutamente ridere, semmai incazzare per la stupidità e la volgarità. Ma da "Mahnattan" e "Io e Annie" in poi Woody Allen cambia finalmente e diventa un grande autore. Tra alti e bassi, ma almeno ha gettato nel cesso le porcherie degli inizi. È ricaduto, si è rialzato (Match point, Sogni e delitti), è ricaduto con questo "Vicky Cristina Barcelona". Aspettiamo già il prossimo.
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(di polla larga)
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milena
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domenica 16 novembre 2008
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una sensazione di leggerezza
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Pur non essendo,a mio parere,un grande film,"Vicki cristina barcelona" ti da' una sensazione di una gradevole leggerezza,di pennellate di colore,di alre dimensioni della vita.una storia che ha il fascino della trasgressione,Penelope Cruz e la Scarlott tengono lo spettatore inchiodato allo scermo per il loro grande "charme".Un film da vedere.
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conte_di_bismantova
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giovedì 13 novembre 2008
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woody que diablo!
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un tributo all'eros latino, alla semplicità della passione e dei suoi maremoti visto dal filtro di un'America che passa di lì per caso. Il solito grandioso castello di ritratti psicologici, si alza di nuovo il sipario sul Re della Commedia. Woody è sempre Woody, God bless him.
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lky rock
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mercoledì 12 novembre 2008
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vicky cristina barcelona
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Dopo essersi cimentato nel thriller, con due film di ottima qualità, ovvero Match point e Sogni e delitti, nei quali emergevano atmosfere cupe assaporando comunque sempre lo stile di Woody, egli torna ai livelli dei vecchi tempi con questo suo nuovo trasgressivo ma allo stesso tempo film decisamente romantico. Vicky Cristina Barcelona orchestrato in maniera perfetta dal quartetto Bardem-Cruz-Johansson-Hall si può definire il sogno erotico di Allen. A differenza di qualcuno che ha detto che egli non è all'ispirazione di un tempo e che quella a favore di Scarlett non valga nulla, io penso l'esatto contrario, anzi lo giova!. Mi ha colpito molto la definizione "orgasmo" per questo film che ho scavato fra i vari commenti.
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Dopo essersi cimentato nel thriller, con due film di ottima qualità, ovvero Match point e Sogni e delitti, nei quali emergevano atmosfere cupe assaporando comunque sempre lo stile di Woody, egli torna ai livelli dei vecchi tempi con questo suo nuovo trasgressivo ma allo stesso tempo film decisamente romantico. Vicky Cristina Barcelona orchestrato in maniera perfetta dal quartetto Bardem-Cruz-Johansson-Hall si può definire il sogno erotico di Allen. A differenza di qualcuno che ha detto che egli non è all'ispirazione di un tempo e che quella a favore di Scarlett non valga nulla, io penso l'esatto contrario, anzi lo giova!. Mi ha colpito molto la definizione "orgasmo" per questo film che ho scavato fra i vari commenti. Quello che mancava in Anything Else Woody Allen lo ritrova e lo esegue in questo lungometraggio, ancora altri ancora affremano che Woody sembri in confusione, anche qui non sono d'accordo, trovo essenziale questo film per i fan di Woody come me. La scena più bella? sarei un pazzo a dire che non è quella del bacio lesbo, intersecata da parte del regista nel momento che non ti aspetti ma credo che questo film non abbia scene migliori, tutte sono degne di nota, la scena della Cruz che arriva inaspettatamente con in mano una pistola mentre Bardem e Hall sono pronti per scambiarsi un bacio è favolsa. Il senso del film è difficile da spiegare, una delle affermazioni migliori di questo film è quella che Bardem riferisce alla Johansson a riguardo del padre, ossia: scrive opere bellissime per poi negarle al pubblico, questa è una delle cose che mi ha colpito di più. Da vedere assolutamente, questo film non deve passare sottotono, rimarrete incantati dall'immagine del paese spagnolo, delle sue atmosfere, e rimarrete incantati anche dalla colonna sonora, ottima direi. Sinceramente secondo me Vicky Cristina Barcelona è uno dei migliori film dell'anno.
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