jayan
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venerdì 24 gennaio 2014
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film sul coinvolgimento nella follia nazista
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Ottimo film sul coinvolgimento nella follia nazista da parte del professore di letteratura Halder, che inizialmente detesta tutte le parate e le attività militari della germania nazista, ma che in seguito, convocato per il suo libro sull'eutanasia e per andare avanti nella sua carriera, accetta di entrare nel partito. Sarà solo quando il suo amico ebreo sarà deportato che comprenderà il male che stava facendo nell'accettare di essere un ufficiale nazista. E' un film ben fatto e interpretato, una visione diversa del nazismo e dell'olocausto. Ci si chiede come abbiano fatto le persone comuni, quelle contrarie ai totalitarismi a diventarne propensori.
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Ottimo film sul coinvolgimento nella follia nazista da parte del professore di letteratura Halder, che inizialmente detesta tutte le parate e le attività militari della germania nazista, ma che in seguito, convocato per il suo libro sull'eutanasia e per andare avanti nella sua carriera, accetta di entrare nel partito. Sarà solo quando il suo amico ebreo sarà deportato che comprenderà il male che stava facendo nell'accettare di essere un ufficiale nazista. E' un film ben fatto e interpretato, una visione diversa del nazismo e dell'olocausto. Ci si chiede come abbiano fatto le persone comuni, quelle contrarie ai totalitarismi a diventarne propensori. Questo film tenta di dare una risposta, pur non essendo affatto didascalico. E' un'indagine sulla psiche umana, sul come si possa passare dal bene al male. Un film da non perdere. Dispiace che film di questo livello siano stati distribuiti poco nei cinema.
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tarantinofan96
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lunedì 20 maggio 2013
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gran bel film
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Proprio un gran bel film con un grande Viggo Mortensen. La gente dovrebbe dare più valore a questi piccoli gioielli.
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molenga
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sabato 30 giugno 2012
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una vita senza esistenza
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il professor halder(viggo mortensen) è un accademico mitico, sposato con una pianista distratta e perso dietro alla madre, malata di tubercolosi cronica e poco lucida. la sua vita cambia quando viene convocato dalla cancelleria del reich per discutere di un suo libro di alcuni anni prima, che il fuhrer in persona ha letto e che goebbels vuole sfruttare come base per uno scritto che inviti i genitori di persone geneticamente "imperfette" a mandarle verso una dolce morte; la vita del professore cambia perché, senza accorgersene, scivola nella comodità del far parte del partito: fa carriera, il suo vecchio libro ha successo, si trova una nuova moglie. Ma perde se stesso e il suo miglior amico e commilitone nella grande guerra, maurice gluckstein, ebreo.
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il professor halder(viggo mortensen) è un accademico mitico, sposato con una pianista distratta e perso dietro alla madre, malata di tubercolosi cronica e poco lucida. la sua vita cambia quando viene convocato dalla cancelleria del reich per discutere di un suo libro di alcuni anni prima, che il fuhrer in persona ha letto e che goebbels vuole sfruttare come base per uno scritto che inviti i genitori di persone geneticamente "imperfette" a mandarle verso una dolce morte; la vita del professore cambia perché, senza accorgersene, scivola nella comodità del far parte del partito: fa carriera, il suo vecchio libro ha successo, si trova una nuova moglie. Ma perde se stesso e il suo miglior amico e commilitone nella grande guerra, maurice gluckstein, ebreo. si ravvedrà troppo tardi.
Molto bello e ben recitato, specialmente da mortensen che dà al suo personaggio più sfumature nel corso del film. interessante
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filippo catani
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giovedì 28 giugno 2012
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professore prestato al nazismo
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Un introverso professore di letteratura viene selezionato dalla gerarchia nazista per aver scritto un libro che tratta dell'eliminazione di una persona amata ma troppo malata. L'uomo verrà quindi incaricato di scrivere relazioni sul tema facendo in modo di mettere in primo piano "l'umanità" che c'è nel prendere una decisione simile. Nel frattempo l'uomo deve fare i conti con la madre gravemente malata, una giovane amante ma soprattutto con il suo amico più caro uno psicoterapeuta ebreo.
Purtroppo la storia ci ha mostrato come tanti uomini che senza ombra di dubbio si potevano definire brave persone (good) hanno finito con il ritrovarsi sotto il regime nazista senza opporre resistenza o addirittura finendo per ritrovarsi nei loro apparati.
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Un introverso professore di letteratura viene selezionato dalla gerarchia nazista per aver scritto un libro che tratta dell'eliminazione di una persona amata ma troppo malata. L'uomo verrà quindi incaricato di scrivere relazioni sul tema facendo in modo di mettere in primo piano "l'umanità" che c'è nel prendere una decisione simile. Nel frattempo l'uomo deve fare i conti con la madre gravemente malata, una giovane amante ma soprattutto con il suo amico più caro uno psicoterapeuta ebreo.
Purtroppo la storia ci ha mostrato come tanti uomini che senza ombra di dubbio si potevano definire brave persone (good) hanno finito con il ritrovarsi sotto il regime nazista senza opporre resistenza o addirittura finendo per ritrovarsi nei loro apparati. Ed è proprio su questo aspetto che il film vuole insistere: un uomo insicuro (il sempre bravo Mortensen) che però trova nella "missione" che gli viene affidata il successo e la considerazione che aveva sempre sperato. Il problema che tutto questo è ottenuto ad un prezzo altissimo cioè la compromissione con il regime e a nulla varranno i tentativi dell'amico ebreo di dissuaderlo. Va detto che se durante lo svolgimento c'è qualche pausa nella narrazione forse uno dei lati più originali di questo film è il suo finale. Il giovane professore in divisa va a fare visita a un campo di sterminio per sovraintendere alla "sistemazione" (come la chiama il suo superiore) degli ebrei ed è come travolto in una sorta di sogno dalla massa di ebrei che sono rinchiusi nel campo. Un'ottima metafora di quello con cui hanno dovuto avere a che fare milioni di "buoni" tedeschi alla fine del conflitto.
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cristian scagnetti
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mercoledì 27 luglio 2011
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un nuovo mito di faust?
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Ottima la recensione di Marzia Gandolfi, nel contenuto e nella qualità di scrittura.
Volendo aggiungervi qualcosa di personale, mi sono rimaste impresse le scene in cui il protagonista sente gli ebrei cantare: è evidente che è solo lui a sentire questa musica, trovata che da una spruzzata allucinata ad un film altrimenti realistico. In virtù di queste scene, mi sono chiesto se non sia lecito dare un interpretazione (per così dire) sulfurea alla pellicola; è come se, dal momento in cui aderisce al partito nazista, il protagonista vendesse anche la propria anima: da lì in poi comincerà ad andargli tutto bene: acquisterà fiducia, risolverà i problemi famigliari, troverà una giovane amante, verrà promosso, il tutto nell'appoggio incondizionato di tutti quelli che lo circondano.
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Ottima la recensione di Marzia Gandolfi, nel contenuto e nella qualità di scrittura.
Volendo aggiungervi qualcosa di personale, mi sono rimaste impresse le scene in cui il protagonista sente gli ebrei cantare: è evidente che è solo lui a sentire questa musica, trovata che da una spruzzata allucinata ad un film altrimenti realistico. In virtù di queste scene, mi sono chiesto se non sia lecito dare un interpretazione (per così dire) sulfurea alla pellicola; è come se, dal momento in cui aderisce al partito nazista, il protagonista vendesse anche la propria anima: da lì in poi comincerà ad andargli tutto bene: acquisterà fiducia, risolverà i problemi famigliari, troverà una giovane amante, verrà promosso, il tutto nell'appoggio incondizionato di tutti quelli che lo circondano. Una specie di patto faustiano da cui si sveglierà solo nel campo di concentramento, affacciandosi sulla soglia dell'inferno.
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jofa
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giovedì 30 ottobre 2008
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film duro, per non dimenticare
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Ho visto il film al Festival del cinema di Roma alla prima di domenica 26/10 con in sala la presenza dell’attore protagonista Viggo Mortensen e voglio partire dalla fine della serata.
Dopo i titoli di coda vi e’ stato un’attimo di silenzio e poi un grosso applauso, pero’ contenuto nei toni, di fianco a me avevo delle fans sfegatate che si sono alzate in piedi hanno applaudito ma non sono corse dall'attore come succede di norma, lui si e' alzato ha ringraziato e se ne e' andato tranquillamente senza doversi destreggiare in mezzo alla gente che di solito richiede strette di mani e autografi.
L'opinione degli spettatori che erano vicino a me e' stato che e' un film duro, che alla fine fa meditare che in fondo la storia attuale non e' poi cosi' lontana da quella passata, la memoria e' importante e questo film serve per ricordare come si e’ arrivati a commettere gli abomini di quel periodo.
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Ho visto il film al Festival del cinema di Roma alla prima di domenica 26/10 con in sala la presenza dell’attore protagonista Viggo Mortensen e voglio partire dalla fine della serata.
Dopo i titoli di coda vi e’ stato un’attimo di silenzio e poi un grosso applauso, pero’ contenuto nei toni, di fianco a me avevo delle fans sfegatate che si sono alzate in piedi hanno applaudito ma non sono corse dall'attore come succede di norma, lui si e' alzato ha ringraziato e se ne e' andato tranquillamente senza doversi destreggiare in mezzo alla gente che di solito richiede strette di mani e autografi.
L'opinione degli spettatori che erano vicino a me e' stato che e' un film duro, che alla fine fa meditare che in fondo la storia attuale non e' poi cosi' lontana da quella passata, la memoria e' importante e questo film serve per ricordare come si e’ arrivati a commettere gli abomini di quel periodo.
La storia del film sono le vicende di un professore che scrive un libro sull’eutanasia che piace al Fùhrer e per questo viene lentamente circuito e convinto dalle alte sfere ad associarsi al partito e a un'organizzazione di criminali, "le SS", senza che lui lo voglia veramente e nemmeno che il suo pensiero sia esattamente come il loro e lui dal partito ottiene sicurezza, agiatezza e i privilegi che spettano ad un ufficiale delle SS, e sia per questo, che per paura per la sua persona, lui non si oppone anzi accetta il tutto e con questo anche la distruzzione della sua vita precedente e delle persone care che erano state al suo fianco fino ad allora e per le quali non alza nemmeno un dito e quando decide di farlo e' troppo tardi.
Alla fine si rende conto di quello che sta’ succedendo e non gli rimane che rammaricarsi.
Un solo consiglio, il film va visto per intero fino alla fine per poterlo capire e giudicare.
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jofa
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mercoledì 29 ottobre 2008
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il coraggio di opporsi
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Ho visto il film al Festival del cinema di Roma alla prima di domenica 26/10 in lingua originale (inglese) con i sottotitoli, in sala era presente l’attore protagonista Viggo Mortensen e voglio partire dalla fine della serata.
Dopo i titoli di coda vi e’ stato un’attimo di silenzio e poi un grosso applauso, pero’ contenuto nei toni, di fianco a me avevo delle fans sfegatate che si sono alzate in piedi hanno applaudito ma non sono corse dall'attore come succede di norma, lui si e' alzato ha ringraziato e se ne e' andato tranquillamente senza doversi destreggiare in mezzo alla gente che di solito richiede strette di mani e autografi.
L'opinione degli spettatori che erano vicino a me e' stato che e' un film duro, che alla fine fa meditare che in fondo la storia attuale non e' poi cosi' lontana da quella passata, la memoria e' importante e questo film serve per ricordare come si e’ arrivati a commettere gli abomini di quel periodo.
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Ho visto il film al Festival del cinema di Roma alla prima di domenica 26/10 in lingua originale (inglese) con i sottotitoli, in sala era presente l’attore protagonista Viggo Mortensen e voglio partire dalla fine della serata.
Dopo i titoli di coda vi e’ stato un’attimo di silenzio e poi un grosso applauso, pero’ contenuto nei toni, di fianco a me avevo delle fans sfegatate che si sono alzate in piedi hanno applaudito ma non sono corse dall'attore come succede di norma, lui si e' alzato ha ringraziato e se ne e' andato tranquillamente senza doversi destreggiare in mezzo alla gente che di solito richiede strette di mani e autografi.
L'opinione degli spettatori che erano vicino a me e' stato che e' un film duro, che alla fine fa meditare che in fondo la storia attuale non e' poi cosi' lontana da quella passata, la memoria e' importante e questo film serve per ricordare come si e’ arrivati a commettere gli abomini di quel periodo.
La storia del film sono le vicende di un professore che scrive un libro sull’eutanasia che piace al Fùhrer e per questo viene lentamente circuito e convinto dalle alte sfere ad associarsi al partito e a un'organizzazione di criminali, "le SS", senza che lui lo voglia veramente e nemmeno che il suo pensiero sia esattamente come il loro e lui dal partito ottiene sicurezza, agiatezza e i privilegi che spettano ad un ufficiale delle SS, e sia per questo, che per paura per la sua persona, lui non si oppone anzi accetta il tutto e con questo anche la distruzzione della sua vita precedente e delle persone care che erano state al suo fianco fino ad allora e per le quali non alza nemmeno un dito e quando decide di farlo e' troppo tardi.
Alla fine si rende conto di quello che sta’ succedendo e non gli rimane che rammaricarsi.
Un solo consiglio, il film va visto per intero fino alla fine per poterlo capire e giudicare.
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