massimo spina
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domenica 3 maggio 2020
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regia del film schierata a sinistra ... e si vede
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Mi è piaciuto lo spaccato con cui la regia ha dipinto una Buenos Aires metropolitana e notturna, il tutto descrivente un atmosfera di massimma spensieratezza;
in antitesi, invece, l'altra faccia della medaglia, ossia la mattanza, la mancanza di rispetto dei diritti umani, la violenza ecc.... ecc...... molto bello questo aspetto !
non mi è piaciuto l'eccessivo calcare la mano ed il sadismo gratuito con il quale si dipingono i militari ed i componenti istituzionali del regime,
in questo quadro si evince un condizionamento di parte di una facciata sinistroide della produttività/regia del film e poi ci sono delle inesattezze logistiche;
per esempio:
i prigionieri venivano bendati e stavano tutto il tempo bendati, nel film questo non viene riportato;
POI vi è una scena dove i militari irrompono in una chiesa, dove si stava svolgendo un funerale di un professore assassinato (che nutriva idee avverse al regime),
sequestrano IN PIENO GIORNO tutti i partecipanti e successivamente li fucilano e caricano i loro corpi su una navetta -
IMPOSSIBILE i sequestri avvenivano la notte proprio per non dare ufficialmente nell'occhio, la giunta militare dell'epoca non sarebbe MAI intervenuta platealmentre e pubblicamente in questo modo;,
magari avrebbe preso i nominativi dei partecipanti ed in seguito svolto indagini informative su di loro.
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Mi è piaciuto lo spaccato con cui la regia ha dipinto una Buenos Aires metropolitana e notturna, il tutto descrivente un atmosfera di massimma spensieratezza;
in antitesi, invece, l'altra faccia della medaglia, ossia la mattanza, la mancanza di rispetto dei diritti umani, la violenza ecc.... ecc...... molto bello questo aspetto !
non mi è piaciuto l'eccessivo calcare la mano ed il sadismo gratuito con il quale si dipingono i militari ed i componenti istituzionali del regime,
in questo quadro si evince un condizionamento di parte di una facciata sinistroide della produttività/regia del film e poi ci sono delle inesattezze logistiche;
per esempio:
i prigionieri venivano bendati e stavano tutto il tempo bendati, nel film questo non viene riportato;
POI vi è una scena dove i militari irrompono in una chiesa, dove si stava svolgendo un funerale di un professore assassinato (che nutriva idee avverse al regime),
sequestrano IN PIENO GIORNO tutti i partecipanti e successivamente li fucilano e caricano i loro corpi su una navetta -
IMPOSSIBILE i sequestri avvenivano la notte proprio per non dare ufficialmente nell'occhio, la giunta militare dell'epoca non sarebbe MAI intervenuta platealmentre e pubblicamente in questo modo;,
magari avrebbe preso i nominativi dei partecipanti ed in seguito svolto indagini informative su di loro. ed eventualmente sarebbero andaia a sequestrarli la notte nelle loro abitazioni, qualora costoro avessero avuto qualche legame con qualche gruppo abbracciante idee rivoluzionarie antiregime (Gruppi cone GIOVENTU' GHEVARISTA o GIOVENTU' PERONISTA per esempio),
poi è si vero che i militari non rispettavano i diritti umani e praticavano sistematicamente la tortura con delle scariche elettriche (in primis) per non lasciare troppi segni.
Proseguendo vi è un punto dove dopo una riunione allo Zoo viene catturato il Capo zona dei guerriglieri del gruppo del quale faceva anche parte ANA.
Ma dai fatele un po' realiste le scene! Un guerrigliero non può andarsene in giro rilassato come un ebete; un guerrigliero (probabilmente Montoneros) è guardingo ed ha 1.000 occhi dappetutto.......... si fa catturare come un fesso....... Ma dai ! ! !
Alla fine Pablo Pere che riesce a far liberare addirittura ANA che è una guerrigliera............... MAH.............. Pazienza un giornalista italiano dopo pressioni da parte dell'ambasciata italiana.............. ma addirittura rilasciare una guerrigliera che nella fuga aveva anche ucciso un militare........... MAH...........
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andrea giostra
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venerdì 24 luglio 2015
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il silenzio uccide!
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Venerdì 17 maggio 2013, all’età di 87 anni, colpito da malore, moriva uno dei peggiore, più spregevoli e terribili dittatori della storia dell’Uomo, Marcos Vileda. Governò col sangue l’Argentina dal 1976 al 1981, dopo il golpe del ’76 che organizzò per cacciare Isabelita Peron. L’intera diplomazia internazionale lo fece fare, senza batter ciglio!, e nel 1978 gli concesse, addirittura, di organizzare i mondiali di calcio. Abile copertura diplomatica per coprire, agli occhi del mondo intero, il sangue innocente del popolo argentino che sgorgava senza pietà, gridando giustizia, tra le strade delle belle e colorate città argentine.
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Venerdì 17 maggio 2013, all’età di 87 anni, colpito da malore, moriva uno dei peggiore, più spregevoli e terribili dittatori della storia dell’Uomo, Marcos Vileda. Governò col sangue l’Argentina dal 1976 al 1981, dopo il golpe del ’76 che organizzò per cacciare Isabelita Peron. L’intera diplomazia internazionale lo fece fare, senza batter ciglio!, e nel 1978 gli concesse, addirittura, di organizzare i mondiali di calcio. Abile copertura diplomatica per coprire, agli occhi del mondo intero, il sangue innocente del popolo argentino che sgorgava senza pietà, gridando giustizia, tra le strade delle belle e colorate città argentine.
Allora, per chi volesse capire questo dramma, vecchio di pochi decenni ma ancora attuale per il dolore immenso che si porta dietro, vale la pena di vedere, o ri-vedere, un film italiano bellissimo. La regia è del bravissimo Stefano Incerti che realizza un vero capolavoro con attori giovani ma straordinari.
La violenza e la crudele sopraffazione della dittatura militare di Vileda, vengono rappresentati in modo estremamente coinvolgente e lo spettatore viene catapultato empaticamente e dolorosamente negli strazi dei protagonisti. I mondiali di calcio del '78 fanno da cornice e da scientifica copertura all'immensa tragedia subita dal popolo argentino in quegli anni, che lascia lo spettatore con un solco profondo di terribile impotenza e di inconsolabile sconforto. Un film che non ha avuto un grandissimo successo di pubblico, ma al contempo un film di grandissimo impatto emotivo e di straordinaria efficacia culturale e sociale.
Se fossi ministro dell’istruzione, o anche sottosegretario all’istruzione, farei in modo che durante il nuovo anno scolascico venisse visto in tutte le scuole italiane. Ma non lo sono e pertanto mi limito a consigliare di vederlo, o di ri-vederlo per chi l’ha visto già!
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andrea giostra
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martedì 28 agosto 2012
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da far vedere nelle scuole!
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Un film bellissimo. La violenza e la crudele sopraffazione della dittatura militare di Vileda, vengono rappresentati in modo estremamente coinvolgente e e lo spettatore viene catapultato empaticamente e dolorosamente negli strazi dei protagonisti. I mondiali di calcio del '78 fanno da cornice e da "scientifica" copertura all'immensa tragedia subita dal popolo argentino in quegli anni, che lascia lo spettatore con un solco profondo di terribile impotenza e di inconsolabile scorforto. Da far vedere nelle scuole.
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andrea giostra
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martedì 28 agosto 2012
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da far vedere nelle scuole.
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Un film bellissimo. La violenza e la crudele sopraffazione della dittatura militare di Vileda, vengono rappresentati in modo estremamente coinvolgente e e lo spettatore viene catapultato empaticamente e dolorosamente negli strazi dei protagonisti. I mondiali di calcio del '78 fanno da cornice e da "scientifica" copertura all'immensa tragedia subita dal popolo argentino in quegli anni, che lascia lo spettatore con un solco profondo di terribile impotenza e di inconsolabile scorforto. Da far vedere nelle scuole.
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paolomiki
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sabato 1 ottobre 2011
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la storia secondo noi
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Non sarebbe meglio chiedersi del perchè alcuni dittatori usano certi metodi anticonvenzionali per reprimere le opposizioni?Forse per scongiurare un capovolgersi della situazione? In italia le brigate rosse sono riuscite a farlo.Sono riuscite a fare la stessa cosa trucidando quelli che loro ritenevano servi del regime o solo perchè lo sospettavano.Qual è la differenza tra le lacrime di una mamma di un carabiniere ventenne che viene massacrato poco prima di concludere il suo servizio,e la mamma di un argentino ventenne rivoluzionario che viene rapito mentre è in una chiesa ucciso e fatto sparire?la differenza io personalmente non la vedo,per me meritano tutte e due considerazione allo stesso identico modo come dovrebbe essere un mondo equo e democratico.
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Non sarebbe meglio chiedersi del perchè alcuni dittatori usano certi metodi anticonvenzionali per reprimere le opposizioni?Forse per scongiurare un capovolgersi della situazione? In italia le brigate rosse sono riuscite a farlo.Sono riuscite a fare la stessa cosa trucidando quelli che loro ritenevano servi del regime o solo perchè lo sospettavano.Qual è la differenza tra le lacrime di una mamma di un carabiniere ventenne che viene massacrato poco prima di concludere il suo servizio,e la mamma di un argentino ventenne rivoluzionario che viene rapito mentre è in una chiesa ucciso e fatto sparire?la differenza io personalmente non la vedo,per me meritano tutte e due considerazione allo stesso identico modo come dovrebbe essere un mondo equo e democratico. Ma purtroppo non è così. Nemmeno nei film!
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brian77
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venerdì 16 settembre 2011
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riflettiamo su noi italiani...
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Il film è discreto, ma spero soprattutto che serva a farci riflettere su una cosa che non ha niente a che spartire col cinema: lo sport e come tutti noi ne restiamo accecati. In Italia tutti si occupano di calcio: ebbene, riflettiamo non tanto sulla giunta militare argentina in sé (criminale, ma dall'altro capo del mondo), quanto sul comportamento tenuto da noi italiani, proprio noi, qui. Giornalisti in gram parte zitti per non intralciare i crimini dei padroni di casa. Calciatori zitti, tutti allineati. I complici del silenzio siamo noi, noi italiani, che festeggiavamo il quarto posto di una nazionale mandata avanti per celebrare la gloria del regime. Tra l'altro, rivedetevi la finale: gli argentini ne combinarono di tutti i colori, e sapete chi arbitrava? Un italiano, ovviamente.
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Il film è discreto, ma spero soprattutto che serva a farci riflettere su una cosa che non ha niente a che spartire col cinema: lo sport e come tutti noi ne restiamo accecati. In Italia tutti si occupano di calcio: ebbene, riflettiamo non tanto sulla giunta militare argentina in sé (criminale, ma dall'altro capo del mondo), quanto sul comportamento tenuto da noi italiani, proprio noi, qui. Giornalisti in gram parte zitti per non intralciare i crimini dei padroni di casa. Calciatori zitti, tutti allineati. I complici del silenzio siamo noi, noi italiani, che festeggiavamo il quarto posto di una nazionale mandata avanti per celebrare la gloria del regime. Tra l'altro, rivedetevi la finale: gli argentini ne combinarono di tutti i colori, e sapete chi arbitrava? Un italiano, ovviamente... Quegli stessi italiani che pochi anni prima si erano coperti di vergogna nel tennis, andando a vincere una coppa Davis nel Cile di Pinochet, contro un Cile modestissimo che era arrivato in finale solo perché le altre nazioni si erano rifiutate di affrontarlo. Al cinema non mi piacciono i cosiddetti "contenuti". Ma mi piacerebbe che partendo da questo film riflettessimo sul calcio e su quello che abbiamo fatto noi italiani in quello spaventoso 1978. Tanto per intenderci: il portiere della nazionale svedese aveva il coraggio -lui sì!!- di andare in piazza tra le madri di Plaza de Majo... e la Svezia venne fatta fuori al primo turno! L'Italia arrivò invece in semifinale...
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jayan
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giovedì 23 settembre 2010
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intenso, commovente, per ricordare i desaparesidos
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Ancora un film sui 30000 desaparesidos - scomparsi, uccisi - argentini della dittatura di Vidal. Si chiede Marzia Gandolfi perché... Primo perché non è mai sufficiente ricordare quei tragici eventi, perché non avvengano più né in Argentina né - ce n'è purtroppo il timore - in un prossimo futuro in Italia (se non a quel livello ma, in forma più sottile e nascosta si). Secondo, ed è ancora più importante, perché l'interpretazione degli attori, dall'italiano Alessio Boni all'argentina (credo, o comunque di cultura spagnola) Florencia Raggi e gli altri (che hanno recitato in spagnolo sottotitolato perché si sentisse in pieno la loro interpretazione) è stata straordinariamente intensa e sentita, perché la regia del film è stata tale da coinvolgere lo spettatore e commuoverlo.
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Ancora un film sui 30000 desaparesidos - scomparsi, uccisi - argentini della dittatura di Vidal. Si chiede Marzia Gandolfi perché... Primo perché non è mai sufficiente ricordare quei tragici eventi, perché non avvengano più né in Argentina né - ce n'è purtroppo il timore - in un prossimo futuro in Italia (se non a quel livello ma, in forma più sottile e nascosta si). Secondo, ed è ancora più importante, perché l'interpretazione degli attori, dall'italiano Alessio Boni all'argentina (credo, o comunque di cultura spagnola) Florencia Raggi e gli altri (che hanno recitato in spagnolo sottotitolato perché si sentisse in pieno la loro interpretazione) è stata straordinariamente intensa e sentita, perché la regia del film è stata tale da coinvolgere lo spettatore e commuoverlo. In questo film si inizia in modo abbastanza superficiale, nel senso che il protagonista ancora non era a conoscenza dei misfatti compiuti dalla dittatura, si innamora del paese, della città e di Ana, poi, man mano che si procede e Maurizio conosce le torture e i barbari assassini di persone innocenti accusati di essere comunisti o appartenenti alle brigade rosse, pagando in prima persona con torture fatte a lui e ad Ana, entra in una specie di mutismo, non riuscendo a sopportare tutte quelle violenze e si rifiuta di dire qualcosa che possa fare del male ad Ana. Non voglio dire come finisce ma devo dire che alla fine del film non riuscivo a parlare, soltanto a piangere!
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rossella;)
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giovedì 22 luglio 2010
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film sottovalutato
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Io non riesco a capire perchè un ottimo film non venga pubblicizzato in maniera adeguata! Succede sempre che dei "film" con attori improvvisati o film americani prendono il sopravvento su attori e registi culturalmente un secolo avanti!
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jimmylsanto
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lunedì 26 aprile 2010
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bel film
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CHE RIESCE A FAR ENTRARE LO SPETTATORE PARALLELAMENTE AL PROTAGONISTA ALL'INTERNO DELLA REALTA' DEI DESAPARESITOS.
FACENDO SOTTILMENTE CAPIRE IL PERCHE' TUTTI (O MOLTI) SONO STATI O SAREMMO STATI ANCHE NOI COMPLICI DI QUESTO SILENZIO PER IL SEMPLICE FATTO: "A ME NON PUO' CAPITARE, LA MIA FAMIGLIA E' PERBENE, IO HO L'IMMUNITA' SONO ITALIANO... " E FA' ENTRARE IN UN GIRONE DANTESCO AUTOLESIONISTICO DOVE VITTIMA E CARNEFICE FANNO PARTE DELLA STESSA MEDAGLIA... SPERIAMO NON ACCADA MAI PU' IN NESSUNA PARTE DEL MONDO!
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luana
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martedì 8 dicembre 2009
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terribile.troppo assurdo.
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Un italiano che si scopa una attivista contro il regime e un ragazzo che va al funerale di un suo professore assassinato dallo stesso regime SERVONO al regista per inscenare un fumetto truculento ( a parte le scopatine iniziali e di intermezzo, visto il Boni, "bono" ), che dovrebbe denunciare la terribile realtà delle torture e dei desaparecidos ai tempi drlla dittatura di Videla. Il che poi tutto diventa evidentemente una bufala per cui il Boni e addirittura la sua donna (bufala completa) vengono scarcerati. Ma il ragazzino muore.SALVO la scena del padre che ha una ribellione "suicida". SALVO anche la colonna sonora e il locale del Tango (con atmosfere alla Bertolucci). Anche la regia non è così pessima ma si rifà platealmente al film di Soavi, sempre con Boni, "Arrivederci, amore ciao",( che hai voglia, al confronto è un capolavoro di coerenza) nell'iniettare scene frenetiche per compensare la vacuità del tutto.
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Un italiano che si scopa una attivista contro il regime e un ragazzo che va al funerale di un suo professore assassinato dallo stesso regime SERVONO al regista per inscenare un fumetto truculento ( a parte le scopatine iniziali e di intermezzo, visto il Boni, "bono" ), che dovrebbe denunciare la terribile realtà delle torture e dei desaparecidos ai tempi drlla dittatura di Videla. Il che poi tutto diventa evidentemente una bufala per cui il Boni e addirittura la sua donna (bufala completa) vengono scarcerati. Ma il ragazzino muore.SALVO la scena del padre che ha una ribellione "suicida". SALVO anche la colonna sonora e il locale del Tango (con atmosfere alla Bertolucci). Anche la regia non è così pessima ma si rifà platealmente al film di Soavi, sempre con Boni, "Arrivederci, amore ciao",( che hai voglia, al confronto è un capolavoro di coerenza) nell'iniettare scene frenetiche per compensare la vacuità del tutto. Il finale è da antologia di pura fiction televisiva. ULTIMA NOTA: Ma perchè Boni si è votato al pseudo impegno? A me dà l'idea di un attore inespresso; che non riesce a trovare un ruolo che lo definisca, anche se il "Don Giovanni", che gli riesce meglio lo scansa.Mah...
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