francesco
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domenica 9 novembre 2008
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effetti s[eciali ottimi ma trama malvagia ed esegu
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un film completamente privo di senso perch[ 15 baccalà beduini del deserto stanno in un supermercato ed insetti giganti e tentacoli che uccidono tutti tranne quella che crede in Dio ma che poi viene uccisa dal proprietario del supermercto e come al solito Andre Braugher come i fantastici 4 e silver surfer anche qui fà una brutta fine anzi più che the mist lo dovevano chiamare "the fog 2" era più corretto e se proprio vi piacciono ilm di questo genere vedete independence day che è certamente migliore!!!!!!!
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andrears250
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sabato 8 novembre 2008
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il finale...
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Un piccolo commento al finale. C'è una frase che fa capire in anticipo quale potrebbe essere e pian piano l'idea prende forma nella testa di chi guarda il film, ma allo stesso tempo si spera che finisca diversamente, almeno per risollevare il tutto. E invece no, finisce come ci si aspetta senza aggiungere niente al film per poi diventare immeditatamente ridicolo e inconcluso. Un bel finale? L'auto che sparisce nella nebbia. L'urlo era degno del miglior Anakyn Skywalker, ma con una connotazione oramai faceta.
Momento più bello del film? La dipartita della santona. Un applauso liberatorio si alza nella sala, unico momento in cui il pubblico si ricorda di essere al cinema e non nello studio di uno psicologo.
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(di dulciamara87)
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flachtenai
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venerdì 7 novembre 2008
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una trasposizione fedele, tranne il finale
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Considero "The Fog" (nell'originale, chissà perché poi trasformato in "mist") il miglior racconto di King. Mi sono quindi avvicinato al film con una buona dose di sospetto. Invece NO! E' un buon film, che riesce a trasferire sullo schermo pressoché tutte le sfumature sia scenografiche che psicologiche del racconto. L'unica cosa che risulta poco giustificabile - nel film, non nel racconto - è che il protagonista abbandoni temporaneamente il figlioletto terrorizzato per avventurarsi in farmacia, fuori dal riparo del supermarket: un assurdo logico e psicologico.
I mostri sono molto ben resi, con una scelta estetica alla Dalì. Risultano ancora più inquietanti proprio perché non troppo "diversi".
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Considero "The Fog" (nell'originale, chissà perché poi trasformato in "mist") il miglior racconto di King. Mi sono quindi avvicinato al film con una buona dose di sospetto. Invece NO! E' un buon film, che riesce a trasferire sullo schermo pressoché tutte le sfumature sia scenografiche che psicologiche del racconto. L'unica cosa che risulta poco giustificabile - nel film, non nel racconto - è che il protagonista abbandoni temporaneamente il figlioletto terrorizzato per avventurarsi in farmacia, fuori dal riparo del supermarket: un assurdo logico e psicologico.
I mostri sono molto ben resi, con una scelta estetica alla Dalì. Risultano ancora più inquietanti proprio perché non troppo "diversi".
La trama quindi è filante come nel racconto; non ci sono tempi morti, tutti gli snodi principali sono presenti (tranne la scena di sesso, che giustamente nel film viene cassata). Il tratteggio della figura della visionaria invasata (Marcia Gay Harden) è preciso e mai sopra le righe.
Il finale è tremendo, al contrario del finale aperto del racconto. Stupisce molto vedere un film americano in cui "i nostri" arrivano troppo tardi. Una piacevole novità, rispetto all'abituale scontatezza dei prodotti a stelle e strisce.
Nulla da dire nemmeno sui personaggi, giustamente non così famosi da rubare lo schermo a discapito del realismo della situazione (un Tom Cruise o un George Clooney avrebbero affossato il film, dando una caratterizzazione troppo forte al protagonista, che invece è e deve rimanere un uomo qualunque).
A mio parere, un prodotto positivo, che per una volta rende ammissibile l'affermazione "non ho letto il libro ma ho visto il film".
Darabont - sempre a mio parere - non ha tradito King e sa fare il proprio mestiere.
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paolo
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martedì 4 novembre 2008
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finale
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ma avete letto la novella di stephen king? vi sembra un finale con una qualche logica? a me è sembrato assurdo! il film non è malvagio, non lo trovo particolarmente affascinante, però ripercorre fedelmente il libro, con attori ben scelti e ruoli interpretati bene anche se tutta questa suspance non la respiro. ma il finale è qualcosa di inspiegabile, soprattutto per il regista de Le ali della libertà. mah...
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riccardo
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lunedì 3 novembre 2008
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l'oppio dei popoli
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Questo film mi ha colpito.Forse dovrei aspettare alcuni giorni prima di parlarne ma le cose da dire sono troppe e le sensazioni difficilmente reprimibili. Al di la del pretesto dell'attacco di mostri da un'altra dimensione, un dettaglio nella complessità del film, il tentativo di Stephen King e degli sceneggiatori è stato quello di esplorare l'animo umano per metterne in risalto la debolezza e la bestialità. Debolezza nell'affidarsi a qualunque cosa pur di dare spiegazione a ciò che non si comprende, rifugiandosi in una religione creata ad arte, emblema di quanto cammino l'uomo debba ancora percorrere affinchè possa definirsi finalmente "diverso dalle bestie". Un film da far vedere a tutti, per riflettere su quanto sia facile cadere vittime della mistificazione religiosa, che come un morbo, contamina tutto ciò che di buono l'uomo crea con il suo ingegno.
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Questo film mi ha colpito.Forse dovrei aspettare alcuni giorni prima di parlarne ma le cose da dire sono troppe e le sensazioni difficilmente reprimibili. Al di la del pretesto dell'attacco di mostri da un'altra dimensione, un dettaglio nella complessità del film, il tentativo di Stephen King e degli sceneggiatori è stato quello di esplorare l'animo umano per metterne in risalto la debolezza e la bestialità. Debolezza nell'affidarsi a qualunque cosa pur di dare spiegazione a ciò che non si comprende, rifugiandosi in una religione creata ad arte, emblema di quanto cammino l'uomo debba ancora percorrere affinchè possa definirsi finalmente "diverso dalle bestie". Un film da far vedere a tutti, per riflettere su quanto sia facile cadere vittime della mistificazione religiosa, che come un morbo, contamina tutto ciò che di buono l'uomo crea con il suo ingegno. L'oppio dei popoli...
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ciccio
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domenica 2 novembre 2008
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in situazioni drammatiche si torna ad essere prim
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potrebbe sembrare il solito film di fantascienza ma non lo e i veri mostri sono barricati dentro(noi umani)da vedere molto bravi gli attori il regista e una garanzia (darabont)
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alessandrocacciatore
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venerdì 31 ottobre 2008
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un'altro film khinghiano che finisce nell'oscurità
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Il titolo dice tutto...La trasposizione di film del mitico scrittore statunitense Stephen King, sono finiti nel giro di circa 30 anni, nel baratro più assoluto. Tra questi non possiamo pero' mettere da parte il grande film "IT", del pagliaccio assassino di bambini, essendo riuscito a cogliere nei migliori dei modi il romanzo, e l'atmosfera del film stesso. Si dice che tutto sta ai registi, ed è vero. Loro hanno il massimo compito sul film, insieme gli scenegiatori, scrittori e produttori stessi, di riuscire a fare il miglior lavoro possibile, per renderlo almeno sufficientemente gradito ad una massiva media del pubblico, che di certo non si aspetta oggi come oggi un capolavoro cult, essendo lontani dai "tempi d'oro del cinema", anche se alcuni film recenti, come Il Cavaliere Oscuro, sono riusciti nell'intento di rendere un film, almeno ricordabile che supera budget "standard", e che piace a un 4/5 del grande pubblico.
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Il titolo dice tutto...La trasposizione di film del mitico scrittore statunitense Stephen King, sono finiti nel giro di circa 30 anni, nel baratro più assoluto. Tra questi non possiamo pero' mettere da parte il grande film "IT", del pagliaccio assassino di bambini, essendo riuscito a cogliere nei migliori dei modi il romanzo, e l'atmosfera del film stesso. Si dice che tutto sta ai registi, ed è vero. Loro hanno il massimo compito sul film, insieme gli scenegiatori, scrittori e produttori stessi, di riuscire a fare il miglior lavoro possibile, per renderlo almeno sufficientemente gradito ad una massiva media del pubblico, che di certo non si aspetta oggi come oggi un capolavoro cult, essendo lontani dai "tempi d'oro del cinema", anche se alcuni film recenti, come Il Cavaliere Oscuro, sono riusciti nell'intento di rendere un film, almeno ricordabile che supera budget "standard", e che piace a un 4/5 del grande pubblico. Indubbiamente è un buon film psicologico, questo The Mist, e forse non sa di "già visto", ma come si suol dire...si poteva fare di meglio. Certo ci sono film molto peggio di questi, si farebbe prima a dire quali sono i migliori a questo punto. Purtroppo anche gli incassi ai botteghini parlano da soli, ed anche per questo film gli incassi sono stati un fattore determinante, che puo' causare dubbi ad un lettore che legge questa pagina ancora prima di vedere il film. Non intendo quindi io dare un giudizio assolutamente pessimista sul film, o consigliare al pubblico di andare a vedersi altri film al cinema, dico spesso che la maggior parte delle volte è questione di gusti. Insomma per finire possiamo dire che: il film c'è, ma manca la realizzazione psicologica che determina l'alfluire di una tensione maggiore da parte del pubblico verso questo film...la suspens comunque non mancherà...ve lo posso assicurare! Film quindi consigliato ai fan in materia.
"Che il film sia uscito da noi dopo ben un anno dagli USA...Fa pensare"
Alessandro Cacciatore
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giulia
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giovedì 30 ottobre 2008
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king cede scettro e corona
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E dire che c'è la mano di Stephen King. Ma questo marchigegno di celluloide che è "The Mist" non provoca alcun tipo di reazione nello spettatore, se non disgusto e brividi frequenti per una serie di sequenze raccapriccianti. Mettete pure da parte l'adrenalina tipica dei racconti di Stephen King, dimenticate per un attimo presenze dall'oltretomba e tuffatevi nella nebbia che tutto avvolge. Il tentativo di psicanalisi al quale lo spettatore sarà portato non è un fenomeno paranormale, fa parte degli effetti collaterali della pellicola: la lotta tra il bene e il male, tra il bigottismo e la morale cattolico-protestante sono qui rappresentati da un eccesso di effetti speciali, dalla follia di una massa chiusa dentro un supermarket e alle prese con una fitta nebbia e insetti assassini.
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E dire che c'è la mano di Stephen King. Ma questo marchigegno di celluloide che è "The Mist" non provoca alcun tipo di reazione nello spettatore, se non disgusto e brividi frequenti per una serie di sequenze raccapriccianti. Mettete pure da parte l'adrenalina tipica dei racconti di Stephen King, dimenticate per un attimo presenze dall'oltretomba e tuffatevi nella nebbia che tutto avvolge. Il tentativo di psicanalisi al quale lo spettatore sarà portato non è un fenomeno paranormale, fa parte degli effetti collaterali della pellicola: la lotta tra il bene e il male, tra il bigottismo e la morale cattolico-protestante sono qui rappresentati da un eccesso di effetti speciali, dalla follia di una massa chiusa dentro un supermarket e alle prese con una fitta nebbia e insetti assassini. Le buone intenzioni non mancano: il tentativo stile "Big Brother" mette chiaramente in luce quanto l'uomo sia simile alla bestia se privato della sua libertà e se messo in condizioni di cattività. Così, oltre ad un'oscura e mortale nebbia a spaventarli/ci ci pensa la follia dilagante di un'umanità prossima al giudizio universale, la lotta di classe esasperata da condizioni vitali precarie. Non gli insetti giganti, non i tentacoli assassini, ciò che terrorizza è il giudizio di Dio e l'impotenza dell'uomo di fronte alle forze soprannaturali. Non stupitevi di fronte alle svariate reazioni dei protagonisti: ci sarà il borioso sprezzante del pericolo che verrà restituito dalla nebbia in mille pezzi, ci sarà il coraggioso altruista che si immolerà per il bene comune, ci sarà l'intelligenza calcolatrice che rischierà l'incolumità collettiva a costo di srategie improbabili. Lo spettatore, atterrito, presenzia a questo spettacolo surreale, assistendo a fiumi di sangue che sgorgano copiosi. Solo nel finale capirà, forse, che Dante non aveva poi tanti torti a rilegare Ulisse negli inferi. Cosa c'entra vi chiederete: mai sfidare la silenziosa potenza divina.
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il cavaliere
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giovedì 30 ottobre 2008
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il finale ?
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E' da sfigati come lo sono tutti gli esseri umani che di fronte alle difficoltà della vita manifestano tutta la loro vigliaccheria e quindi questo film rappresenta in sostanza la vera natura umana ed il finale non poteva essere più realistico , del resto basta vedere i film con meno sufficienza e con un pò più di attenzione !
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sere
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mercoledì 29 ottobre 2008
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il finale!
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Magnifico il finale!!! Proprio da vero sfigato.....!!!
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