The Mist |
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Un film di Frank Darabont.
Con Thomas Jane, Marcia Gay Harden, Andre Braugher, Laurie Holden, Toby Jones.
continua»
Horror,
durata 127 min.
- USA 2007.
- Key Films
uscita venerdì 10 ottobre 2008.
- VM 14 -
MYMONETRO
The Mist
valutazione media:
3,08
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Apocalissi interioredi EverlongFeedback: 3730 | altri commenti e recensioni di Everlong |
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sabato 29 gennaio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Moderna apocalissi, tragica e cinica ma fortemente attuale e realistica. Questo film davvero ben fatto trae spunto da una sorta di olocausto fantascientifico (neanche troppo "fanta" in realtà) per sguainare una feroce critica alle dinamiche economiche, religiose e politiche che regolano, o meglio, manipolano i rapporti e le relazioni tra le persone. Mette in evidenza, in maniera piuttosto efficace, come spesso economia, religione e soprattutto politica facciano leva sulla costruzione del terrore e della paura per poter manipolare meglio i comportamenti e le azioni degli individui, siano essi volti al consumo, al voto, al consenso o alla fede. Da qui si innesca una spirale dell'involuzione che trasforma gli esseri umani in prede facili se indotti ad esercitare i loro istinti più atavici (paura in primis) da qualsivoglia forma di potere. Nel terrore siamo più controllabili, più gestibili e più manipolabili, perché siamo spinti a chiedere che il potere venga esercitato in ogni sua forma per riportare stabilità e tranquillità. La prima paura è proprio quella di cambiare, perché siamo troppo convinti dall'abitudine e dalla manipolazione che lo status quo sia meglio, sia preferibile. Pur di credere questo, siamo capaci di negare l'evidenza, di mentire a noi stessi e di lasciarci abbindolare dalla spiegazione più semplice, più banale ma anche più rassicurante. Nelle società il male non è così individuabile come negli insetti giganti e mostruosi che infestano la città, ma anche questo dettaglio è il film stesso a sottolinearlo, in quanto la bestia si cela nella nebbia: sai che c'è ma non sai dove né quando attaccherà; sai che c'è ma non puoi vederla. La nebbia oscura tutto ciò che non deve essere visto. E' questo che sembra suggerirci questo horror un po' sui generis ma dal grande impatto emotivo, fortemente legato ad una sceneggiatura davvero ben scritta. Nonostante la fragilità dell'animo umano emerga in tutta la sua ineluttabilità, in un percorso a ritroso che giunge fino alla radici dell'odio (quasi automatico è il confronto con i moderni conflitti bellici e sociali che attraversano le nostre società), una luce di speranza permane, seppur nella tragedia, nel cinismo e nella devastazione. Una speranza che però va inseguita fino all'ultimo bagliore, con forza, tenacia e resistenza, senza lasciarsi sopraffare dalle dimensioni del mostro che noi stessi abbiamo creato. Un mostro che ha origine all'interno ma che si manifesta al di fuori e intorno a noi; un mostro subdolo, che punta su ignoranza e pregiudizio e che spesso si nasconde nella "nebbia".
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