sasà
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sabato 17 maggio 2008
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film interessante e mai banale
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Bel film, un po' troppo crudo in certe scene.
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el pablito
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venerdì 16 maggio 2008
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cronenberg mi hai stufato
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dopo existenz credevo cronenberg avesse toccato il fondo.........
con questo siamo sempre sul basso..........
inconsitente..pretenzioso.......troppo canonizzato......triste ed inconsistente.......scontato............ora bastaaaaaaaaa
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moria
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giovedì 15 maggio 2008
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è volutamente non finito
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si, è un agente infiltrato ecc.ecc, ma si lascia intendere anche che forse non è solo questo, forse il suo arrivare ai vertici dell'organizzazione è un passaggio al "lato oscuro", forse il suo scopo era proprio quello di assumere il potere, insomma, se sia il "buono" infiltrato fra i cattivi o il "cattivo" travestito da buono per arrivare allo scopo garantendosi la copertura in quanto agente di polizia (doppio-doppiogiochista) non lo sapremo mai. da un lato fa il generoso, facendo liberare la prostituta e salvando la bambina, dall'altro mi pare sinceramente insensibile a tutto lo schifo che lo circonda. Doppia personalità nello stile di Cronenberg
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anonimo
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giovedì 15 maggio 2008
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david cronenberg's eastern promises
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David Cronenberg è il regista di straordinari capolavori come "Videodrome", "La mosca", "Il pasto nudo" (da William Seward Burroughs), "Crash", "eXistenZ", ecc.
Ma questo "La promessa dell'assasino", come il precedente "A History of Violence", è un film SU COMMISSIONE. E se sente!
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altryx
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sabato 10 maggio 2008
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sopravalutato!!!
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SE CONSIDERIAMO LA PROMESSA DELL'ASSASSINO UN OTTIMO NOIR, IL CINEMA STA MESSO VERAMENTE MALE, UNA STORIA PIATTA VISTA E RIVISTA, UN VIGGO MORTENSEN ALQUANTO SVOGLIATO E UNA BRAVA NAOMI WATSON.
IL DOPPIAGGIO IN ITALIANO RASENTA IL RIDICOLO IL CHE FA PERDERE AL FILM QUEL PO' DI INTERESSE, SEMBRA UN FILM ANNI 70 MA INVECE DELLA MAFIA ITALIANA TROVIAMO QUELLA RUSSA. IN ITALIA FILM DEL GENERE NE ABBIAMO PRODOTTI A QUANTITA', SENZA MAI GRIDARE AL CAPOLAVORO, ORMAI DOBBIAMO ATTACCARCI A QUALCHE REGISTA NO CONVETIONAL PER CERCARE UN CULT CHE PURTROPPO NON C'E'.
ORMAI CRONEMBERG E' IN LENTA ED INESORABILE DISCESA, ASPETTIAMO IL PROSSIMO PSEUDO CULT???
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crisraia
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venerdì 9 maggio 2008
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a grandi linee
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si! con questa definizione sopracitata condivido il mereghetti. Ma credo che il fatto di essere critici permetta, spesso ma non sempre ovvio, di santificare o di consacrare ogni loro commento...in parole povere: "anche meno!". Non credo si debba necessariamente innalzare a valore aggiunto un'opera solo perché si vive un periodo di opere cinematografiche che generalmente non smuovono i sentimenti quando essi mettano in discussione valori o pongano domande sulle possibilità che si hanno di decidere e su cui prendere coscienza. Voglio dire che non è facile sviluppare il coinvolgimento quando esso si basa solo sulla complicità dello spettatore difronte al come agire dei personaggi rappresentati: quasi sempre si cerca di fargli sostenere un personaggio a dispetto di un altro semplicemente perché essi rappresentano un'identità contrapposta ad un'altra al fine di dimostrarne la superiorità e la giustezza.
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si! con questa definizione sopracitata condivido il mereghetti. Ma credo che il fatto di essere critici permetta, spesso ma non sempre ovvio, di santificare o di consacrare ogni loro commento...in parole povere: "anche meno!". Non credo si debba necessariamente innalzare a valore aggiunto un'opera solo perché si vive un periodo di opere cinematografiche che generalmente non smuovono i sentimenti quando essi mettano in discussione valori o pongano domande sulle possibilità che si hanno di decidere e su cui prendere coscienza. Voglio dire che non è facile sviluppare il coinvolgimento quando esso si basa solo sulla complicità dello spettatore difronte al come agire dei personaggi rappresentati: quasi sempre si cerca di fargli sostenere un personaggio a dispetto di un altro semplicemente perché essi rappresentano un'identità contrapposta ad un'altra al fine di dimostrarne la superiorità e la giustezza. Quindi, se per elevare un'opera di cinema a punto di riferimento si porta come spinta iniziale e intrascendibile il fatto che il suo linguaggio espressivo sia "diverso" al suo contemporaneo, si rischia di non affondarne il valore meramente pertinente dell'operazione cinema e linguaggio ad esso vincolato.
Ma questa è un'altra storia visto che chi parla "dall'alto" quasi sempre si preoccupa più di quanto sia "alto" da dove parlano che non di quanta distanza c'è scendere perché il loro parlare serva a qualcosa. Critici...v'è andata troppo bene...ma io continuo a sognare anche grazie a Dante che mi permette di sognarvi in un girone dell'inferno
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rita
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giovedì 1 maggio 2008
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non finisce, infatti
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non finisce, infatti: "come posso diventare re se il re è al suo posto?" Nikolai di fatto diventa "re", anche se non formalmente, ma chi è ora, o meglio cosa è veramente? è passato al "lato oscuro" o sta ancora recitando il suo ruolo? O forse recitava prima e ora ha raggiunto il suo scopo? non lo sapremo mai, ma continueremo a chiedercelo. un finale aperto che lascia volutamente in sospeso lo spettatore. e io adoro i finali aperti...
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vittorio
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lunedì 28 aprile 2008
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bello...ma come finisce??
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Bel film, con una storia intrigante, che riesce a rapirti dall'inizio...
Ma il finale??? Come finisce??
Ho avuto l'impressione che il regista non sapesse come far finire il film.....
Deludente finale per un film complessivamente bello.
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antonpaco
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venerdì 25 aprile 2008
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la violenza della mafia russa
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ho appena finito di vedere la promessa dell'assassino e devo dire che mi e' piaciuto, prima di tutto il cast e' eccellente, e guidato da un regista che personalmente giudico eccezionale. Crudo, violento, ma senza armi, stupenda la scena della lotta nella doccia, viggo mortensen e' un grande, queste sono le parti dove da' il meglio di se'.
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dario
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domenica 13 aprile 2008
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irrisolto
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Buona scenografia, buona regia e bravi interpreti, ma Cronenberg non sembra in grado di sviluppare una storia esistenziale. Il problema trova qualche conforto nell'azione, a volte ottima, ma si perde in stereotipi che il regista non sa come sfruttare opportunamente. Tutto rimane sospeso e viene banalizzatto da richiami crudi che vanno bene per sconvolgere non per convincere.
Il film, infine, non sa prendere una piega precisa e cade nel bozzetto, piacevole all'inizio, stucchevole a lungo andare.
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