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cinofilo_bau
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lunedì 23 giugno 2008
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ma che questione morale!
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David Cronemberg torna a colpire, finalmente, dopo “la Mosca” il direttore canadese aveva un po straorzato con racconti sulla realta immaginata e la reale immaginazione e il doppio e il suo doppio e via di seguito.
La promessa dell assassino racconta una storia che ha per protagonisti dei russi, per lo piu mafiosi, ma non e un film sulla mafia russa e nemmeno sui russi: avrebbe potuto raccontare, allo stesso modo anche se con atmosfere diverse, una storia di mafia italiana, cinese, marsigliese e qui mi fermo per non ammazzare l’ analogia.
No non e’ un film sulla mafia, russa o che sia, anche se in questo mondo e’ ambientata. E’ , soprattutto, un film sulla condizione dell’ uomo occidentale ai nostri giorni, su come la violenza, che pensiamo di aver abbandonato assieme al medioevo sia sempre presente e di come la nostra illusione di essere liberi e di essere padroni del nostro destino sia, in fondo, una illusione.
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David Cronemberg torna a colpire, finalmente, dopo “la Mosca” il direttore canadese aveva un po straorzato con racconti sulla realta immaginata e la reale immaginazione e il doppio e il suo doppio e via di seguito.
La promessa dell assassino racconta una storia che ha per protagonisti dei russi, per lo piu mafiosi, ma non e un film sulla mafia russa e nemmeno sui russi: avrebbe potuto raccontare, allo stesso modo anche se con atmosfere diverse, una storia di mafia italiana, cinese, marsigliese e qui mi fermo per non ammazzare l’ analogia.
No non e’ un film sulla mafia, russa o che sia, anche se in questo mondo e’ ambientata. E’ , soprattutto, un film sulla condizione dell’ uomo occidentale ai nostri giorni, su come la violenza, che pensiamo di aver abbandonato assieme al medioevo sia sempre presente e di come la nostra illusione di essere liberi e di essere padroni del nostro destino sia, in fondo, una illusione. Almeno per molti, per I piu’. I personaggi non fanno scelte, nessuno di loro. Ognuno segue la strtada piu facile, che e’ per lo piu’, proprio in virtu di questa illusione di liberta, la sola percorribile, date le circostanze. “Quelli sono schiavi non hanno scelta”, dice piu’ o meno il mafioso Mortensen (ottimo) parlando della ragazza vittima, ma in realta si capisce, o si puo’ intuire, che parla di noi, della gente che non ricorre alla violenza come modo di vivere. I personaggi appartengono a mondi diversi: da un lato la gente “normale” (cioe’ come noi) che esce di casa, fa un lavoro per vivere, piu o meno dignitosamente, dall’ altro le persone che vivono alle spalle dei primi e per questo al di sopra di essi, imponendo le loro leggi o meglio, il loro rifiuto per le leggi del vivere civile. Ai primi non resta che ignorare questo mondo parallelo, non farsi coinvolgere, non intromettersi, pena la distruzione. Un film duro, violento, ma in cui le scene di violenza non sono ne molte e nemmeno gratuite: al contrario e’ proprio la cornice del mondo “normale” (il nostro) che prevale e gli episodi di violenza sono cosi secchi, quasi improvvisi ancorche’ attesi, da risultare scioccanti come uno schiaffo in viso. E` una violenza reale, plausibile, e per questo raggelante. La trama e’ affatto contorta, anzi dal punto di vista del plot potrebbe essere considerata persino banale (con quello che siamo abituati a vedere al cinema, con doppi, tripli e a volte anche quintupli colpi di scena) ma la storia che ne risulta non e’ mai banale. Eccezionali I protagonisti di Mortensen ho gia detto (Viggo lascia perdere I signori inanellati), naomi Watts brava, e bella, Cassel, sempre a suo agio (con quella faccia un po cosi) nelle parti del “vilain”; e, uno fra tutti il patriarca, Ermin Mueller Stahl con la sua brava faccia da nonnino perbene capace tuttavia delle peggiori efferatezze, a sangue freddo (come in Music box). Da vedere!
as so lu ta men te!
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paolo ciarpaglini
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sabato 21 giugno 2008
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nicholai.
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Il personaggio a cui da vita Viggo-Nicholai, per'altro reduce da un film a mio avviso, eccellente, ed emozionante come pochi;'A istory of violence', è da antologia. Merito dell'ottima regia di Cronemberg, ma soprattutto di una dell'interpretazione mostruosa, superlativa di Mortensen. Una storia 'nuova', fuori dagli archeotipi stereotopizzati, quanto ripetitivi hollywoodiani. Affidate a Mortensen, un pò come Jhoaquin Phoenix, una parte introspettiva, da dannato-buono, o vittima, ed il risultato sarà grandioso, 'solo' grandioso. Ciò che accomuna i due attori, e che a me colpisce e piace immensamente, è la luce vissuta, malinconica, travagliata che traspare fortissima, dirompente. Ricordo Viggo agli esordi, in 'Dayligth.
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Il personaggio a cui da vita Viggo-Nicholai, per'altro reduce da un film a mio avviso, eccellente, ed emozionante come pochi;'A istory of violence', è da antologia. Merito dell'ottima regia di Cronemberg, ma soprattutto di una dell'interpretazione mostruosa, superlativa di Mortensen. Una storia 'nuova', fuori dagli archeotipi stereotopizzati, quanto ripetitivi hollywoodiani. Affidate a Mortensen, un pò come Jhoaquin Phoenix, una parte introspettiva, da dannato-buono, o vittima, ed il risultato sarà grandioso, 'solo' grandioso. Ciò che accomuna i due attori, e che a me colpisce e piace immensamente, è la luce vissuta, malinconica, travagliata che traspare fortissima, dirompente. Ricordo Viggo agli esordi, in 'Dayligth..', nei panni di un testardo e forzato 'arrampicatore'... Anni luce, Mortensen è ben altro, lo si è visto nel proseguo della sua carriera. Anche la parte dell'avventuriero alla indiana Jones, in 'Oceano di fuoco' seppure passabile, non raggiunge mai e non concede all'attore, di esprimere il meglio di se. Ci vuole qualcosa di estremamente impegnato, come la lotta strenua col dolore di un passato, o presente, che non lascia scampo affinchè questi due giganti, esprimano il meglio. Ho nominato Phoenix, solo perchè è uno dei miei attori preferiti, e perchè l'accostamento può starci. In 'A history of violance', Viggo, è una bomba disinnescata, ma pronta a tornare esplosiva non appena il passato riaffiora, e non lascia alternativa. Quì invece è un predestinato, un dannato appunto, costretto dal passato su una strada estremamente pericolosa, fatta di accettazione, ma non di sottomissione. Cassel è un'ottimo attore, ed in questo ruolo in particolare appare credibilissimo, direi insostituibile. Ottimi anche Armin Mhuller, e la bella Naomi Watts, ma il pilastro dell'intera pellicola è Nicholai. Una miscela perfetta, letale ma con un cuore. Emblematica la scena finale in cui seduto al tavolo, fissa il vuoto, conscio dell'unica via che la vita gli offre. Qualcuno, me compreso, avrebbe potuto aspettarsi un lieto fine. Il sentimento che nasce fra lui ed Anna è autentico, ma non può svilupparsi, è inconciliabile. Ed entrambi ne sono consapevoli infine. Come ho già detto in un'altra recensione, mi sono dovuto ricredere ampiamente, del tutto anzi; Mortensen è un grande. Dietro quel viso scavato, ed occhi pieni di solitudine c'è molto, mlto di più che un 'semplice e bravissimo attore'. Poeta, pittore, musicista, ho letto che parla ottimamente tre lingue, inglese, danese e spagnolo. In modo esauriente italiano, francese e tedesco. E se la cava con norvegese e altro... Una persona poliedrica eprofonda, che mai ti aspetteresti ad una prima occhiata. Aggiungo, ma questa è un'osservazione personale, e forse fuoriluogo, che è uno dei pochissimi attori d'oltreoceano (nonostante sua madre fosse danese), a non 'balbettare' durante le interviste. Una moda questa, che sembra essersi impossessata, o peggio assurta a status simmbol, tra i suoi colleghi. Grandioso... non ho altre parole.
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fhg
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domenica 15 giugno 2008
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un po' artificiale
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solo per l'impegno del regista nel trasmettere la psicologia russa dò a questo film 3 stelle... Anche se non rappresenta la vera verità della russia, (si ma in modo molto parziale)
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(di cinofilo_bau)
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chiari alessandro
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venerdì 30 maggio 2008
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c'è sempre da imparare qualcosa
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Ho visto ieri sera e “recensito” oggi una pellicola del 1946, “La scala a chiocciola”. Non voglio certo dire che Cronenberg dovrebbe leggere questa mia recensione (non sono così presuntuoso) ma forse dovrebbe almeno vedere il film.
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martin
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venerdì 30 maggio 2008
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ma cosa gli manca?
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La promessa dell’assassino è un ottimo film di genere: godibile, ben recitato (soprattutto da Mortensen che mi ha piacevolmente sorpreso), girato benissimo, con una scenografia stupenda e una scena (quella nella sauna) a mio avviso magistrale. Sorvolando sui problemi del doppiaggio, le irritanti voci dei personaggi russi quando si esprimono in italiano (che poi dovrebbe essere inglese), c’è però qualcosa nel film che non mi ha convinto. Ripeto, secondo me è un ottimo film e lo consiglierei, ma dopo averlo visto qualcosa non mi ha fatto dire in tutta sincerità che il film fosse perfetto, che fosse riuscito, che mi avesse colpito del tutto in positivo. Permane qualche zona d’ombra che non mi convince.
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La promessa dell’assassino è un ottimo film di genere: godibile, ben recitato (soprattutto da Mortensen che mi ha piacevolmente sorpreso), girato benissimo, con una scenografia stupenda e una scena (quella nella sauna) a mio avviso magistrale. Sorvolando sui problemi del doppiaggio, le irritanti voci dei personaggi russi quando si esprimono in italiano (che poi dovrebbe essere inglese), c’è però qualcosa nel film che non mi ha convinto. Ripeto, secondo me è un ottimo film e lo consiglierei, ma dopo averlo visto qualcosa non mi ha fatto dire in tutta sincerità che il film fosse perfetto, che fosse riuscito, che mi avesse colpito del tutto in positivo. Permane qualche zona d’ombra che non mi convince. Provo a fare un po’ di luce.
Forse è sul finale, quando si va ad intendere che la storia (se così possiamo banalmente definirla: storia, trama) sta volgendo al termine, che qualcosa viene a mancare, si avverte una certa debolezza. Francamente non riuscivo a spiegarmi quale potesse essere il problema. Il film mi ha catturato, tanto che non volevo che finisse così presto.
Io adoro i film “senza una storia”. Quindi non è quello il problema. Certo, apprezzo anche gli intrighi/intrecciati e contorti, ma i film senza storia, trascinati da qualcos’altro sono senza dubbio i miei preferiti. Pensandoci un po’, nonostante la tanta confusione, poiché forse sto scrivendo a caldo, ho capito qual è il tassello mancante, cosa non mi ha convinto del film di Cronemberg.
La promessa dell’assassino è un film di genere. E’ un noir. Un genere che sullo schermo è stato già spremuto molto. Un genere difficile, che se non retto da una storia imprevedibile e confusamente logica tanto da portare lo spettatore fino all’ultimo a fare solo supposizioni che poi verranno in ultima istanza smentite, deve offrire qualcos’altro. E questo qualcos’altro deve essere, a mio avviso, rintracciabile nella caratterizzazione dei personaggi. Nell’introspezione. In poche parole: se non è la trama ad essere imprevedibile, profonda, lo devono essere i personaggi, e quelli di Cronemberg non lo erano. Dopo venti minuti il bravissimo Viggo era già l’eroe buono. Quello con l’anima, quello che salva le prostitute, da contrapporre alle macchiette russe (vedi il pazzo e istrionico Cassel), ai cattivoni senza speranza. Non basta, a mio avviso, il colpo di coda finale, che potrebbe lasciar intendere che il buon Nickolai sedutosi sul trono, avverta il fascino del potere. Rimangono Naomi Watts, piatta e insignificante, spinta ad agire da un evento (il suo aborto) scontato, banale poco sincero (un atto quasi dovuto, ma a cui sembrava che lei non ci tenesse davvero)...i buoni e i cattivi, le forzature. Insomma, è un bel film che non spicca il volo perché strutturalmente manca qualcosa per renderlo un “filmone”, nonostante certe idee azzeccate, ritmo perfetto, regia ottima.
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(di cinofilo_bau)
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francesco l.s.
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mercoledì 28 maggio 2008
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checcè ne dite..
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qualcuno avverti cronen(m)berg che deve lasciare i film strani e dedicarsi solo a bei film come questo...really good
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dony
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martedì 27 maggio 2008
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titolo non consono al film
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Film sulla mafia russa con scene di crimine esagerate. Attori noti ma discreta e' la recitazione.Mi chiedo ancora cosa centri il titolo del film con la trama.A mio parere voto 6 (discreto.)
[+] come sempre i titoli in italiano
(di anna)
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[+] titolo pacco
(di vanessa)
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hayek
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lunedì 26 maggio 2008
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mortensen, una bella sorpresa
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Ho visto il film solo ieri sera in dvd, devo dire che Viggo Mortensen è stato una quasi sorpresa, essendo già apprezzabile in History, ma l'interpretazione è decisamente superiore a quelle precedenti, nella versione in lingua inglese si riesce ad apprezzare l'applicazione sulle inflessioni linguistiche, la freddezza del personaggio aiuta in generale la naturale "freddezza" dell'attore.
Invece da apprezzare appieno il combattimento nel bagno turco, recitare una scena di tale violenza senza abiti penso sia estremamente complicato, bravo.
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dragone
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domenica 25 maggio 2008
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sarò sintentico
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Non mi è piaciuto...affatto.
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