luigi chierico
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sabato 25 giugno 2016
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dolore e morte di un popolo
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I fratelli Paolo e Vittorio Taviani, sfogliando le pagine dello straordinario libro “La masseria delle allodole” della scrittrice Antonia Arsalam,hanno voluto aprire una pagina sull’antica storia del popolo Armeno che si far risalire ad un figlio di Noè.Tralasciando il lungo passato ci leggono l’ultimo capitolo, l’epilogo della sua storia. Ci offrono uno spettacolo completo, una storia vera ma penosa di cui si è macchiata l’umanità prima dell’olocausto del popolo ebraico. Due popoli, l’armeno e l’ebraico, da un passato glorioso, che hanno lasciato un segno indelebile al mondo civile, perseguitati e massacrati in meno di 40 anni. Sebbene la vicenda richieda di dover mostrare allo spettatore d’ogni nazione episodi di inaudita atrocità, da far rabbrividire chiunque, tuttavia il film offre lo spunto per parlare di Patria ed Amore.
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I fratelli Paolo e Vittorio Taviani, sfogliando le pagine dello straordinario libro “La masseria delle allodole” della scrittrice Antonia Arsalam,hanno voluto aprire una pagina sull’antica storia del popolo Armeno che si far risalire ad un figlio di Noè.Tralasciando il lungo passato ci leggono l’ultimo capitolo, l’epilogo della sua storia. Ci offrono uno spettacolo completo, una storia vera ma penosa di cui si è macchiata l’umanità prima dell’olocausto del popolo ebraico. Due popoli, l’armeno e l’ebraico, da un passato glorioso, che hanno lasciato un segno indelebile al mondo civile, perseguitati e massacrati in meno di 40 anni. Sebbene la vicenda richieda di dover mostrare allo spettatore d’ogni nazione episodi di inaudita atrocità, da far rabbrividire chiunque, tuttavia il film offre lo spunto per parlare di Patria ed Amore. La masseria è un luogo molto antico, ricco di ricordi, un rifugio per le “allodole” immersa in un panorama agreste, non mancano i confronti con le belle feste e la miseria,il dolore della morte di un padre patriarca della famiglia Avakian,il pater familias,che in punto di morte ammonisce:”Fuggite,fuggite”. La guerra,la rivoluzione,l’odio,i pregiudizio travolgono tutto così come una valanga sradicando alberi,abbattendo case ed uccidendo persone fa “raso al suolo”. Ed ecco che anche l’Amore, tra i più nobili e puri dei sentimenti, viene calpestato come fosse un oggetto; un’anima viene massacrata e straziata per essere offerta in sacrificio ad un folle ideale: l’eliminazione di una “razza”. La bella, giovane e generosa, eroica Nunik tradita è la principale protagonista di questa vicenda mirabilmente interpretata da Paz Vega. Ancora oggi dopo 100 anni dagli episodi tanto bene e reali portati a conoscenza di tutti, prima dalla bravissima Antonia Arslam nel suo libro e dopo nel loro film dai fratelli Taviani, sembrano non appartenere alla storia dell’uomo. I morti disseminati dappertutto, donne e fanciulle offese, violentate, madri e mogli fatte assistere alle atrocità consumate sui propri figli e mariti di un intero popolo armeno sembrano non appartenere né a noi né al genere umano. I personaggi di questo film sono tanti e tutti ben interpretati principalmente da Paz Vega e da Mohammed Bakri che copre le vesti di Nazim,il più bravo tra gli attori a cui è stata affidata la parte del più sconvolgente ed emblematico personaggio,il mendicante turco dalla risposta sagace sempre pronta. Il film, come spesso accade, non consente immediatamente di inquadrare tutti i personaggi di una intrigata vicenda e così, contrariamente al libro, sulle cui pagine il lettore si può soffermare o torna a rileggere, nella proiezione molto sfugge. Una delle più impressionanti scene che riportano alla memoria le parole “fuggite, fuggite pronunciate in punto di morte dal capostipite della famiglia Avakian, è così descritta nel testo:”Sempad e Shushaning sono ancora in cucina. Lei è seduta,lui in piedi dietro di lei….. E così si compì il destino di Sempad.Lame balenarono,urla si alzarono,sangue scoppiò dappertutto,un fiore rosso sulla gonna di Shushaning è la testa del marito,decapitata,che le viene lanciata in grembo”. Il romanzo si chiude con una pagina bianca, il film chiude la Storia con una pagina”nera”. Meglio il film o il romanzo?, lascio al pubblico l’ardua sentenza, io consiglio entrambi:un bel scrivere non disdegna un bel vedere. chibar22@libero.it
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enzo70
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giovedì 5 giugno 2014
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un omaggio alla tragedia degli armeni
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Il genocidio degli armeni è una delle più drammatiche pagine del secolo scorso. Nella masseria delle allodole i fratelli Taviani affrontano un argomento importante in maniera importante, proponendo in veste cinematografica il libro della Arslan. La tragedia della benestante famiglia Avakian, annientata dall’attività di pulizia etnica dell’esercito turco, è il filo conduttore del film, cui si sovrappongono le storie individuali dei componenti della famiglia e dei turchi, talvolta nel guado tra il furore dell’odio e dei rigurgiti di umanità. La masseria delle allodole è un film che ha sicuramente il merito di tornare su un dramma collettivo e di far riflettere lo spettatore sulla follia dell’uomo nella storia vera e l’assurdità del negazionismo dei turchi.
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Il genocidio degli armeni è una delle più drammatiche pagine del secolo scorso. Nella masseria delle allodole i fratelli Taviani affrontano un argomento importante in maniera importante, proponendo in veste cinematografica il libro della Arslan. La tragedia della benestante famiglia Avakian, annientata dall’attività di pulizia etnica dell’esercito turco, è il filo conduttore del film, cui si sovrappongono le storie individuali dei componenti della famiglia e dei turchi, talvolta nel guado tra il furore dell’odio e dei rigurgiti di umanità. La masseria delle allodole è un film che ha sicuramente il merito di tornare su un dramma collettivo e di far riflettere lo spettatore sulla follia dell’uomo nella storia vera e l’assurdità del negazionismo dei turchi. Ma al film manca qualcosa, non decolla mai, il tentativo di fare un film di ricostruzione storica sfocia in un appiattimento generale che fa perdere qualcosa al film.
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jacopo b98
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giovedì 2 maggio 2013
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un film riuscito a metà, troppi sentimentalismi
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salvata con l’aiuto del consolato spagnolo. I Taviani, al loro diciottesimo film, hanno deciso di filmare il libro omonimo di Antonia Arslan, da loro adattato per lo schermo. Hanno così messo in immagini il più sporco, e ancora impunito, genocidio della storia, quando i turchi decisero di sterminare la minoranza armena. I Taviani fanno sì di far comprendere allo spettatore la terribile violenza del massacro, filmato senza pietà, con notevoli quantità di sangue e violenza. Fanno inoltre capire quanto la tragedia fosse annunciata da tanti piccoli segnali. Però i registi mettono insieme a tutto ciò una romantica storia d’amore, tra la protagonista Nunik (Vega) e, prima un tenente dell’esercito (Preziosi) che scappa per paura di doverla vedere morire, poi con l’ufficiale Yusuf (Bleibtreu) che alla fine denuncia i crimini dell’esercito oltre al suo, aver ucciso Nunik, per paura che lei soffrisse.
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salvata con l’aiuto del consolato spagnolo. I Taviani, al loro diciottesimo film, hanno deciso di filmare il libro omonimo di Antonia Arslan, da loro adattato per lo schermo. Hanno così messo in immagini il più sporco, e ancora impunito, genocidio della storia, quando i turchi decisero di sterminare la minoranza armena. I Taviani fanno sì di far comprendere allo spettatore la terribile violenza del massacro, filmato senza pietà, con notevoli quantità di sangue e violenza. Fanno inoltre capire quanto la tragedia fosse annunciata da tanti piccoli segnali. Però i registi mettono insieme a tutto ciò una romantica storia d’amore, tra la protagonista Nunik (Vega) e, prima un tenente dell’esercito (Preziosi) che scappa per paura di doverla vedere morire, poi con l’ufficiale Yusuf (Bleibtreu) che alla fine denuncia i crimini dell’esercito oltre al suo, aver ucciso Nunik, per paura che lei soffrisse. Ed è qui che sta il punto debole del film: il sentimentalismo. I Taviani, curiosamente mettono un tal sentimento e una tal ovvietà nel finale da renderlo probabilmente strappalacrime, ma certo non molto consono all’argomento trattato e alla durezza di toni usata nel pieno del film. Perciò il film di denuncia si trasforma il un gran melodramma, talvolta riuscito, talvolta molto meno.
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fransis89
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venerdì 7 settembre 2012
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la tragedia del popolo armeno
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Un film che narra un pezzo di storia che per anni è stato dimenticato: l'eccidio degli armeni.
Questo triste avvenimento viene ripercorso attraverso le vicende di una famiglia armena che verrà pian piano annientata.
In un primo momento sono i maschi ad essere eliminati. Le donne invece verranno deportate e fatte morire di stenti.
Il film presenta delle scene piuttosto cruente ed una storia d'amore romanzata.
Nonostante ciò penso sia ben costruito seppur non troppo fedele al libro.
Inoltre ci permette di riflettere su una tragedia da non dimenticare.
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lore64
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lunedì 11 gennaio 2010
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inguardabile rotocalco
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Il livello del film, tanto nella trama che nell'impostazione scenografica che nella recitazione (significativamente affidata ad attori da serial televisivo) è quello del rotocalco da trasmettere in prima serata. La grossolanità e l'implausibilità dell'intreccio (colla moglie del colonnello che sviene in casa degli armeni e accenna nel delirio al massacro imminente...) sono pareggiate da un approccio recitativo sopra le righe, privo di realismo e di consistenza. La totale assenza di approfondimento psicologico dei personaggi e delle situazioni trasforma gli uni e le altre in poveri stereotipi. Il livello è quello dell'entertainement holliwodiano.
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Il livello del film, tanto nella trama che nell'impostazione scenografica che nella recitazione (significativamente affidata ad attori da serial televisivo) è quello del rotocalco da trasmettere in prima serata. La grossolanità e l'implausibilità dell'intreccio (colla moglie del colonnello che sviene in casa degli armeni e accenna nel delirio al massacro imminente...) sono pareggiate da un approccio recitativo sopra le righe, privo di realismo e di consistenza. La totale assenza di approfondimento psicologico dei personaggi e delle situazioni trasforma gli uni e le altre in poveri stereotipi. Il livello è quello dell'entertainement holliwodiano.
Tra l'altro il film ci presenta una sfilza impressionante di turchi biondi o castani cogli occhi azzurri: davvero una scelta storicamente accurata.
Non sono mai stato entusiasta dei fratelli Taviani, ma spiace ugualmente vederli degradare la propria arte a questo punto. Alla fine la spinta a piacere al gregge e conquistare fettine di mercato ha prevalso sull'arte e sulla serietà.
Ad aggravare le cose ci pensa la stucchevole adesione del film all'ideologia umanista di regime: il film trova la propria "missione" nel denunziare - ohibò - l'orrendo eccidio dei poveri armeni, senza peraltro minimamente indagare il complesso intreccio di fattori storici e politici che condussero alla strage. Le analisi storiche non portano gente davanti al televisore o al botteghino, per quello ci vuole la soap-opera, che cerca di nobilitarsi agli occhi dei controllori della comunicazione mediatica strillozzando i pregiudizi imposti dal vincitore di turno.
Consigliato a tutti gli appassionati di Beautiful e del Grande Fratello.
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barbibo
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martedì 27 gennaio 2009
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anche gli armeni sterminati per i loro beni
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anche gli armeni sterminati per i loro beni, come ebrei e altri popoli
sempre il denaro alla base di tutte le guerre
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eva kant
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venerdì 2 gennaio 2009
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film crudo ma ricco di pathos indimenticabile 5
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film crudo che tratta un tema scottante di cui tutti dovremmo sentirci un pò responsabili e vergognarci per la tragedia subita dal popolo armeno!Ve lo consiglio. voto 5
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haik
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giovedì 9 ottobre 2008
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e' vero...
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E' vero il film è mediocre, poteva rendere più onore alla causa
ma per un armeno l'importante è CHE SE NE PARLI
Oggi c'è molta più gente che sa rispetto a ieri
il film ha contribuito in piccola parte anche a questo
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para
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sabato 13 settembre 2008
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mi aspettavo di più, comunque complimenti
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Non so cosa sia mancato al film dei fratelli Taviani per renderlo un film bello. Qualcosa sì, perchè pur essendo colpito dalla strage armena, il film non mi ha toccato nel cuore. Non so bene cosa sia mancato, forse poteva solamente essere raccontata meglio. Vanno fatti comunque i complimenti ai registi e a tutto il cast per aver affrontato un tema così importante. Voto 6,5
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nelly44
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mercoledì 13 agosto 2008
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film da brivido
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un film che lascia il segno.immagini,scene che ti restono nella mente ed ad un certo punto ti chiedi:'sono realmente farri accaduti o pura immaginazione?'oppure:'si può essere cosi' crueli senza nemmrno un pò di rammarico??'.
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