karl
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lunedì 28 maggio 2007
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per sani e nadia
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se penso che tutto è nato da....."nemmeno le telenovelas di rete 4".... Rimane comunque un mediocre film (purtroppo)
[+] i taviani non fanno film mediocri
(di freddie)
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martina
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giovedì 17 maggio 2007
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soap opera
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Davvero sembra cooprodotto da Mediaset per la TV in prima serata!! Piuttosto scadente per essere un argomento come quello.... Da non vedere
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(di maura)
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laura
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sabato 12 maggio 2007
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è un sogno!
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Non capisco proprio le critiche negative. Questo film è l'ennesimo gioiello dei fratelli Taviani. Bellissimi i movimenti di camera, ottimo casting, direzione della fotografia superlativa. Per alcuni non è abbastanza epico, ma i Taviani, secondo me, hanno voluto offrirci una parte del dolorosissimo genocidio e non avrebbero nemmeno potuto insistere troppo sulle violenze reali, perché troppo crude. La poesia sta nel mostrare una felicità solida, fra belle cose, tradizioni e speranze nel futuro e la perdita progressiva di questa realtà a causa dell'odio razziale. Personaggi indimenticabili. Specialmente la Modugno: superlativa!
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riccardo
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martedì 8 maggio 2007
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da vedere
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I fratelli Taviani riaccendono il ricordo del cosiddetto "olocausto degli armeni", in un film attuale e dal gusto amaro, che rimanda subito alla situazione politica contemporanea: il rifiuto della Turchia di riconoscere la strage della minoranza cristiana, definendola una "menzogna internazionale" e la conseguente difficoltà di entrare nell'Unione Europea. La pellicola è scorrevole, ben recitata e con suggestive ambientanzioni. A volte,e soprattutto nella prima parte, sembrà assumere, tuttavia, le sembianze di una "fiction"televisiva, con la narrazione di un'amore impossibile che però addolcisce il tutto, e dai festeggiamenti che rallegrano l'atmosfera. Ma c'è qualcosa che turba gli animi, la certezza e consapevolezza di un futuro molto prossimo venato d'odio e di crudeltà, e nella seconda parte del film, lo spettatore partecipa alle strazianti torture dei capostipiti e i discendenti maschi delle famiglie armene e all'interminabile deportazione delle donne verso i deserti della Mesopotamia e della Siria: qui si alternano momenti di violenza(le torture su coloro che tentano di scappare) e di amicizia(e in seguito di amore stesso) tra la protagonista armena e il soldato turco, che non avrà di certo un bell' epilogo.
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I fratelli Taviani riaccendono il ricordo del cosiddetto "olocausto degli armeni", in un film attuale e dal gusto amaro, che rimanda subito alla situazione politica contemporanea: il rifiuto della Turchia di riconoscere la strage della minoranza cristiana, definendola una "menzogna internazionale" e la conseguente difficoltà di entrare nell'Unione Europea. La pellicola è scorrevole, ben recitata e con suggestive ambientanzioni. A volte,e soprattutto nella prima parte, sembrà assumere, tuttavia, le sembianze di una "fiction"televisiva, con la narrazione di un'amore impossibile che però addolcisce il tutto, e dai festeggiamenti che rallegrano l'atmosfera. Ma c'è qualcosa che turba gli animi, la certezza e consapevolezza di un futuro molto prossimo venato d'odio e di crudeltà, e nella seconda parte del film, lo spettatore partecipa alle strazianti torture dei capostipiti e i discendenti maschi delle famiglie armene e all'interminabile deportazione delle donne verso i deserti della Mesopotamia e della Siria: qui si alternano momenti di violenza(le torture su coloro che tentano di scappare) e di amicizia(e in seguito di amore stesso) tra la protagonista armena e il soldato turco, che non avrà di certo un bell' epilogo. Da vedere.
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federico
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martedì 24 aprile 2007
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ridicolo
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Il film è superficiale, lo stile da fiction è veramente inadeguato a narrare la tragedia del popolo armeno, gli attori contribuiscono a rendere la pellicola una ridicola parodia di un grave fatto storico.
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(di anselmo)
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lucre
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lunedì 23 aprile 2007
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pura fiction e non delle più riuscite
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un argomento drammatico trattato come una fiction, attori come cani sciolti, e nessun pathos, si parte con un romanzetto di amore contrastato tra il bel tenente turco e la fanciulla armena scalpitante, e si finisce nell'assurdità, come quando la ragazza deportata avvisa la guardia con la quale ha una storia che lo lascia e sta per fuggire, roba che dici "ma questa è cretina" e vorresti avere il telecomando per cambiare canale.
questa non è una tragedia ritratta con sobrietà, è proprio un'accozzaglia di generi, è un'occasione persa.
[+] miopia
(di nadia)
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[+] beh ci vedi bene tu
(di samuele siani)
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lory r.
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domenica 15 aprile 2007
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un dramma antico ma attuale
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La Masseria delle Allodole” è un film che non si dimentica. Non si può dimenticare.
La storia ha una valenza che và al di là del fatto storico in sé . Mi è sembrato che i Taviani abbiano voluto poeticamente ricordare tutti gli innocenti perseguitati ed uccisi per motivi inesistenti, l’assurdità’ di qualsiasi persecuzione razziale, dove persone che intrattenevano rapporti amichevoli e cordiali nel giro di poche settimane si trasformano in orribili persecutori ed in straziati perseguitati.
Le donne armene sono figure eccezionali,grandissime, veramente eroiche, vedono morire i loro uomini, i loro bambini e loro debbono subire un destino ancora più duro…sono uccise lentamente ma inesorabilmente nella loro anima, nella loro dignità.
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La Masseria delle Allodole” è un film che non si dimentica. Non si può dimenticare.
La storia ha una valenza che và al di là del fatto storico in sé . Mi è sembrato che i Taviani abbiano voluto poeticamente ricordare tutti gli innocenti perseguitati ed uccisi per motivi inesistenti, l’assurdità’ di qualsiasi persecuzione razziale, dove persone che intrattenevano rapporti amichevoli e cordiali nel giro di poche settimane si trasformano in orribili persecutori ed in straziati perseguitati.
Le donne armene sono figure eccezionali,grandissime, veramente eroiche, vedono morire i loro uomini, i loro bambini e loro debbono subire un destino ancora più duro…sono uccise lentamente ma inesorabilmente nella loro anima, nella loro dignità. Sono morte ancor prima di essere uccise.
Forse questo film ha qualche difetto nel respiro troppo poco ampio che viene dato a certe inquadrature, nella brevita' della risoluzione di alcune scene ,ma credo tali carenze siano ampiamente superate dalla poesia con cui i registi hanno rivestito un evento così drammatico, dalla bellezza delle immagini e delle musiche, dalla bravura di tutti gli interpreti, nessuno escluso.
Un film da non perdere, perché ci fa riflettere su avvenimenti del nostro passato, ma che purtroppo continuano ad accadere. Non dobbiamo dimenticare questi morti perché dimenticarli significherebbe ucciderli un’altra volta.
Il film non è adatto a dei bambini, ma se avete dei figli adolescenti allora li DOVETE portare. Io l’ho fatto e sono contenta che i miei figli abbiano molto apprezzato il film. Spesso ci sono immagini più crude nei telegiornali, e quasi, quasi ci si fa l’abitudine. Qui la crudeltà delle situazioni è mediata dalla valenza artistica del film, che non si limita a colpire lo spettatore come un pugno nello stomaco, lo fa PENSARE.
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magister
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mercoledì 11 aprile 2007
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errata corrige...
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Chiedo scusa, ma la scarsa dimestichezza con i commenti online, ha "tagliato" la prima frase del nostro commento.
Ecco, il testo integrale:
"Dopo lo studio sull’argomento e l’accurata lettura del libro di Atonia Arslan, i ragazzi degli ultimi anni delle superiori hanno visto e discusso il film dei Taviani con gli insegnanti di storia e di italiano.
La visione è stata preceduta dalla visione in cineforum dell’opera dei Taviani e dalla lettura delle recensioni dei principali critici cinematografici.
Da tempo il cinema italiano non offriva la possibilità di approfondire temi che affondano le radici nella storia della convivenza dei popoli oltre all’opportunità di far ripensare (con grande delicatezza) alle condizioni dell’ingresso della Turchia.
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Chiedo scusa, ma la scarsa dimestichezza con i commenti online, ha "tagliato" la prima frase del nostro commento.
Ecco, il testo integrale:
"Dopo lo studio sull’argomento e l’accurata lettura del libro di Atonia Arslan, i ragazzi degli ultimi anni delle superiori hanno visto e discusso il film dei Taviani con gli insegnanti di storia e di italiano.
La visione è stata preceduta dalla visione in cineforum dell’opera dei Taviani e dalla lettura delle recensioni dei principali critici cinematografici.
Da tempo il cinema italiano non offriva la possibilità di approfondire temi che affondano le radici nella storia della convivenza dei popoli oltre all’opportunità di far ripensare (con grande delicatezza) alle condizioni dell’ingresso della Turchia. Apprezzo il commento di Assadour: la tragedia al femminile (dalle Troiane di Euripide a Madre coraggio di Brecht fino alla Masseria dei Taviani) è stata posta al centro degli approfondimenti con i giovani del gruppo di ascolto, trovando accoglienza di analisi ed approfondimento.
Un film che non intrattiene ma suggerisce e forma attraverso la semplicità e la ricchezza delle situazioni, evocate dalla Arslan e fatte rivivere dai tanti bravi attori, sotto la guida dei Maestri Taviani."
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magister
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mercoledì 11 aprile 2007
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grande film per i giovani
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Taviani e dalla lettura delle recensioni dei principali critici cinematografici.
Da tempo il cinema italiano non offriva la possibilità di approfondire temi che affondano le radici nella storia della convivenza dei popoli oltre all’opportunità di far ripensare (con grande delicatezza) alle condizioni dell’ingresso della Turchia. Apprezzo il commento di Assadour: la tragedia al femminile (dalle Troiane di Euripide a Madre coraggio di Brecht fino alla Masseria dei Taviani) è stata posta al centro dai giovani del gruppo di ascolto, trovando spunti di analisi ed approfondimento.
Un film che non intrattiene ma suggerisce e forma attraverso la semplicità e la ricchezza delle situazioni, evocate dalla Arslan e fatte rivivere dai tanti bravi attori, sotto la guida dei Maestri Taviani.
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Taviani e dalla lettura delle recensioni dei principali critici cinematografici.
Da tempo il cinema italiano non offriva la possibilità di approfondire temi che affondano le radici nella storia della convivenza dei popoli oltre all’opportunità di far ripensare (con grande delicatezza) alle condizioni dell’ingresso della Turchia. Apprezzo il commento di Assadour: la tragedia al femminile (dalle Troiane di Euripide a Madre coraggio di Brecht fino alla Masseria dei Taviani) è stata posta al centro dai giovani del gruppo di ascolto, trovando spunti di analisi ed approfondimento.
Un film che non intrattiene ma suggerisce e forma attraverso la semplicità e la ricchezza delle situazioni, evocate dalla Arslan e fatte rivivere dai tanti bravi attori, sotto la guida dei Maestri Taviani. Ben vengano il passaggio televisivo ela distribuzione in DVD!
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m&l
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mercoledì 11 aprile 2007
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f.lli taviani: non regalateci il seguito
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Bisogna avere il cervello lavato dalle fictions televisive per dare una minima dignità cinematografica a questo "lavoro".
Per trattare una tragedia di tale respiro si può partire dall'assoluta ignoranza sul tema e dopo un anno sfornare un film di due ore? Ricordiamo solo che registi come Malle, Polanski e perchè no, anche Spielberg prima di mettersi a confronto con la tragedia dell'olocausto hanno aspettato che il tema maturasse dentro di loro per lungo tempo e sopratutto la loro documentazione è durata anni, non pochi mesi... Nella Masseria, inoltre si confonde la tragedia con l'orrore: è troppo facile far rabbrividire il pubblico con scene di sangue "gratuite", se non si sa renderlo partecipe con suggestioni più profonde e che agiscono più sul cuore che sullo stomaco!
La recitazione non merita la minima considerazione, nemmeno in TV è così scialba.
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Bisogna avere il cervello lavato dalle fictions televisive per dare una minima dignità cinematografica a questo "lavoro".
Per trattare una tragedia di tale respiro si può partire dall'assoluta ignoranza sul tema e dopo un anno sfornare un film di due ore? Ricordiamo solo che registi come Malle, Polanski e perchè no, anche Spielberg prima di mettersi a confronto con la tragedia dell'olocausto hanno aspettato che il tema maturasse dentro di loro per lungo tempo e sopratutto la loro documentazione è durata anni, non pochi mesi... Nella Masseria, inoltre si confonde la tragedia con l'orrore: è troppo facile far rabbrividire il pubblico con scene di sangue "gratuite", se non si sa renderlo partecipe con suggestioni più profonde e che agiscono più sul cuore che sullo stomaco!
La recitazione non merita la minima considerazione, nemmeno in TV è così scialba. E' pensabile che nel pieno della tragedia, scoppi un amore così folle tra una deportata e un carnefice da indurre la donna a congedarsi dal suo uomo la notte precedente alla fuga rivelandogli il piano? Di queste scene il film non è avaro...
Il linguaggio che viene usato è un'altra piaga del film, assolutamente improbabile.
Il nstro rammarico va: all'autrice Antonia Arslan che probabilmente ha dovuto subire il diktat della Rizzoli; a Tolstoij, Goethe e altri di cui non siamo informati i cui capolavori sono inavvertitamente finiti sotto le mani, un po' rozze, dei fratelli Taviani; A tutte quelle persone che abituate a vedere fictions per la TV, e pochi bei film al cinema, confondono il cinema con le trasmissioni di Maria De Filippi.
Una tragedia come quella armena meritava di meglio che una parodia.
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[+] per fortuna c'è 1 minoranza senza cervello lavato
(di antonio)
[ - ] per fortuna c'è 1 minoranza senza cervello lavato
[+] ma per favore
(di emily)
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[+] d'accordo con te, m&l
(di samuele siani)
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[+] che delusione
(di david)
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