Hafez

Film 2007 | Fiabesco 98 min.

Anno2007
GenereFiabesco
ProduzioneIran, Giappone
Durata98 minuti
Regia diAbolfazl Jalili
AttoriMehdi Morady, Kumiko Aso .
MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Abolfazl Jalili. Un film con Mehdi Morady, Kumiko Aso. Genere Fiabesco - Iran, Giappone, 2007, durata 98 minuti. - MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 1 settembre 2009

Hafez rappresenta il contrasto tra l'ortodossia delle scuole coraniche e la libertà laica nell'Iran contemporaneo. Il film è stato premiato a Roma Film Festival,

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Scheda Home
Critica
Cinema
Trailer
Una fiaba contemporanea, dal carattere filosofico e antropologico, ambientata nella scuola coranica.
Recensione di Matteo Signa
venerdì 19 ottobre 2007
Recensione di Matteo Signa
venerdì 19 ottobre 2007

Il regista iraniano Abolfazl Jalili ha esordito intorno alla metà degli anni Settanta realizzando pellicole indipendenti. Come molti cineasti mediorientali, anche il suo percorso si è dovuto scontrare con il problema della censura. Il suo Dance of Dust del 1998 è stato bandito per sette anni per poi trovare una meritata consacrazione al Festival di Locarno con la vittoria del Pardo d'argento.
In molte delle sue opere, la preoccupazione sembra essere quella di minare i precetti morali della religione costringendo quelli che ne sono depositari a uscire allo scoperto e a prendere una posizione rispetto a una situazione già data.
In questo nuovo lavoro viene raccontata la storia di Hafez, un giovane ragazzo particolarmente brillante negli studi di teologia. La guida spirituale della città, venuto a sapere della sua estrema preparazione, gli chiede di fornire lezioni private alla figlia Nabat. Discorrendo di filosofia e poesia, i due giovani iniziano a provare forti sentimenti l'uno per l'altro. A questo punto, Hafez è costretto a scegliere tra i severi dettami del Corano e la spensieratezza della vita laica.
Lo sviluppo narrativo trova il suo punto di appoggio in un oggetto (specchio) che si fa carico di una simbologia ingombrante in quanto portatore della Verità. Nella settima arte è abbastanza comune far ricadere su un'entità astratta valenze doppie o molteplici. Raro, invece, è attribuire simultaneamente un livello cinematografico e simbolico a qualcosa di neutrale. Lo specchio, infatti, in quanto strumento riflettente scioglie facilmente diverse soluzioni registiche ma amplifica la carica semantica del riflesso sinonimo di verità e di inganno. Non è un caso che nel film una bambina soffra di miopia così come non è accidentale che spesso si scherzi sul concetto di doppio.
Volutamente antropologica, la pellicola ha il pregio di accompagnarci per tutta la sua durata all'interno di un mondo che, in più occasioni, preferiamo racchiudere in affrettate semplificazioni.

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winner
premio speciale della giuria
Roma Film Festival
2007
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