vittorio
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lunedì 11 febbraio 2008
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gran bel film!!
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Stereotipi, diffidenze......film molto bello, che riesce grazie alla semplicità della storia, alla bravura dei due attori e a qualche bella immagine (vedi la nave che fa su e giù sulle onde), a lasciare un segno nella tua anima.....
Quante volte questa stupida guerra (ma in effetti tutti i conflitti) ci hanno fatto odiare?? Quante volte abbiamo visto con diffidenza il mondo esterno?? E perchè poi??
Film molto bello....assolutamente da non perdere!!
Il cinema italiano è in netta ripresa, e questo film lo dimostra chiaramente...
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alscott
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venerdì 18 gennaio 2008
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poco riflessivo
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troppo sincero come film, giusto per la profonda amicizia tra i due, reale come oggi e' la situazione in italia per la convivenza tra culture diverse , trovo il film per altro durato pochissimo, meritava piu' approfondimento nei dialoghi almeno quelli piu' di rilievo, quelli attuali , poche battute per attori eccellenti,visto che lo sceneggiatura evidenziava solo i due protagonisti, a parer mio meritava una fine non tragica ma con una conclusione dove la rimediabilita' desse un buon sfondo psicologico per l'errore commesso di sospettabilita'.
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chicca
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venerdì 30 novembre 2007
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bel film
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all'inizio pensavo fosse noioso e invece mi è piaciuto! bravissimo raul bova!!!!!!!!!!!
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tomassucci riccardo
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venerdì 31 agosto 2007
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ottimo il proposito del regista e di bova...ma
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Condivido l'importanza di confrontare le culture e di vedere come ne sprizzano scintille impreviste,che non riesci a controbattere;buoni i rilievi di bombardamento cazzatico dei media(ossessiva la radio che invita a asndare in certe pizzerie,comprare etc.,anche se sul canale di sicilia l'accento degli speaker in radio è assai meno professionale e sul razzismo credo che accondiscendano di brutto da Vimercate a Trapani);ma la storia è buttata lì e uno sceneggiatore italiano(Age,Scarpelli,ma potevano dare una mano Scola,Taviani etc.)avrebbe dato spessore al regista tunisino.In particolare Bova(reduce da Hollywood?) finisce per essere più spaesato dell'ottimo Martorana,il cui viso di siciliano mostra conme siamo imparentati geneticamente coi vicini di giuù:ha perso un'occasione
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miki spin
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lunedì 13 agosto 2007
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siamo tutti sulla stessa barca
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Guardando un film del genere, vedendo l'estrema semplicità e la grande sincerità del racconto (i modi di fare, le parole dette, i gesti, sono incredibilmente realistici, tanto da sembrare un documentario e non un film), la bravura degli attori, ci si accorge di come si possa fare un film, anche piccolo, un pensiero solo, con orgoglio e fierezza.
Contro il terrorismo, contro la claustrofobia xenofoba, contro quella guerra che si trascina da anni. Tutto su una barca, la barca, la barca che vuol dire tante cose: come questa sia un piccolo mondo isolato, pacifico e buono, ma in cui inesorabilmente si insinua l'esterno fatto di paure, di odio, e insicurezza. Anche come questo mondo possa esistere solo se non si crederà alle voci crudeli, al sospetto basato sul colore della pelle.
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Guardando un film del genere, vedendo l'estrema semplicità e la grande sincerità del racconto (i modi di fare, le parole dette, i gesti, sono incredibilmente realistici, tanto da sembrare un documentario e non un film), la bravura degli attori, ci si accorge di come si possa fare un film, anche piccolo, un pensiero solo, con orgoglio e fierezza.
Contro il terrorismo, contro la claustrofobia xenofoba, contro quella guerra che si trascina da anni. Tutto su una barca, la barca, la barca che vuol dire tante cose: come questa sia un piccolo mondo isolato, pacifico e buono, ma in cui inesorabilmente si insinua l'esterno fatto di paure, di odio, e insicurezza. Anche come questo mondo possa esistere solo se non si crederà alle voci crudeli, al sospetto basato sul colore della pelle. E ci fa pensare che siamo tutti sulla stessa barca.
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lalli
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giovedì 21 giugno 2007
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bello
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3 STELLE E MEZZO. all inizio lo credevo noioso, si è rivelato, invece, un grande film. BRAVISSIMI GLI ATTORI.
X DIRE NO ALL'INTOLLERANZA, AI PREGIUDIZI, "dedicato a tutte le vitime della guerra AL terrorismo..."
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olga
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giovedì 31 maggio 2007
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siamo tutti condannati dai pregiudizi?
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La visione di Io, l’altro mi ha lasciata un po’ spiazzata, forse perché avevo letto di recente di un Raoul Bova in odore di beatificazione hollywoodiana e me lo sono ritrovato come attore-produttore in un’opera quasi naif nella sua semplicità, ma di una potenza a tratti verghiana. Siamo di fronte a una parabola di stile neorealista su un fenomeno importante, quello della cultura del sospetto che si è creata un po’ in tutto l’Occidente a proposito dei musulmani che ospitiamo nei nostri paesi. Dopo l’11 settembre, questa fetta di persone si è trovata spesso a fare da capro espiatorio di tante tensioni sociali, politiche e psicologiche, in conseguenza di azioni terroristiche di straordinaria ferocia e lucidità.
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La visione di Io, l’altro mi ha lasciata un po’ spiazzata, forse perché avevo letto di recente di un Raoul Bova in odore di beatificazione hollywoodiana e me lo sono ritrovato come attore-produttore in un’opera quasi naif nella sua semplicità, ma di una potenza a tratti verghiana. Siamo di fronte a una parabola di stile neorealista su un fenomeno importante, quello della cultura del sospetto che si è creata un po’ in tutto l’Occidente a proposito dei musulmani che ospitiamo nei nostri paesi. Dopo l’11 settembre, questa fetta di persone si è trovata spesso a fare da capro espiatorio di tante tensioni sociali, politiche e psicologiche, in conseguenza di azioni terroristiche di straordinaria ferocia e lucidità. E’ per questa ragione che due poveri pescatori, uno siciliano, Giuseppe, e uno tunisino, Youssef, che in società hanno comprato a rate un peschereccio e dividono lavoro, chiacchiere, cibo e amicizia, si trovano ad essere, quasi d’improvviso, nemici. Diventano quindi il simbolo di quel conflitto Oriente-musulmano e Occidente-cristiano di cui tanti parlano e non sempre a proposito. E sta proprio in questo snodo, a mio parere, la parte più debolina del racconto, perché psicologicamente è troppo rapido e brusco il cambiamento di prospettiva di Giuseppe che sfocerà poi in esiti tragici. La diffidenza nasce da una trasmissione della radio di bordo che diffonde la notizia di un uomo dello stesso nome di Youssef e della stessa nazionalità, ricercato in Sicilia per gli attentati di Madrid. Da questo momento si snoda una rappresentazione a due di come sospetto e odio facciano presto a logorare e a caricare d’ostilità parole, sentimenti e infine azioni. Se il siciliano diventa un odioso aguzzino, l’altro mostra i lati più negativi di sé, prima insospettabili. Viene così fuori da questa sceneggiatura quasi infantile un film civile, anche se a rischio di noia per la monotonia della situazione. Siamo infatti sul mare, ma tutto si svolge nello spazio piccolo del barcone, con rituali giornalieri che non mutano e personaggi che sono sempre e solo due. L’autore ha comunque con coraggio e con disarmante ingenuità affrontato un tema delicato, evitando la retorica con un’operazione condotta sottovoce e senza megaproduzioni. Discreta anche la prova del bello nazionale e del suo collega arabo, che si muovono con sufficiente credibilità nei panni dei due pescatori.
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catia
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sabato 26 maggio 2007
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bellezza e bravura a sostegno dei valori
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Ho avuto modo di assistere alla prima del film con Raul Bova presente in sala.
E' un film diverso, che stimola la riflessione su quanto, dopo l'11 settembre e la Spagna, il sospetto riesca a minare rapporti tanto profondi.
Raul Bova ha fatto una scelta coraggiosa scegliendo di interpretare un ruolo diverso da quello in cui siamo abituati a vederlo, dove non è la bellezza perfetta che ti rapisce, ma la percezione dell'odore delle reti, del pesce, del legame fra questi due uomini che condividono pochi metri di barca e vivono e respirano il sospetto.
E' un film in cui Raul Bova crede, perchè è forte il messaggio che vuole trasmettere.
Complimenti.
Catia
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elisa
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martedì 22 maggio 2007
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film da 10 e lode
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capolavoro di grande bellezza. il regista e' bravo. il cast e' dei migliori. bova e' sconcolgente. lui e' piu' bravo di prodi, forse anche di de michelis. il film e' ben condotto ed e' piacevole al tatto e alle piagerie. grazie alla prossima
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albi
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lunedì 21 maggio 2007
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il film apre un dibattito
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buona l'idea, bravi gli attori, il finale un po' troppo sbrigativo manca qualcosina, film intenso
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(di eles)
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