flavio
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domenica 21 gennaio 2007
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ieri ho incontrato un’opera d’arte.
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Ieri ho incontrato un’opera d’arte.
Un’opera d’arte è qualcosa che ti colpisce nel profondo, è un sasso lanciato nello stagno della tua anima, provoca onde in superficie che rompono l’immobilità delle acque e sconvolge il limo sedimentato del fondo.
Probabilmente non capisci tutto.
Forse non condividi la storia, paradossale come quella del riccone di questo film che, nel momento in cui sa di dover presto morire, decide di riesumare la persona che aveva amato sua moglie vent’anni prima, e che nel frattempo si era nascosta dall’altra parte del mondo (o nel mondo degli ideali).
Forse non comprendi subito il senso di questo gesto (Amore per la moglie? Amore per la figlia? Amore per la vita…).
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Ieri ho incontrato un’opera d’arte.
Un’opera d’arte è qualcosa che ti colpisce nel profondo, è un sasso lanciato nello stagno della tua anima, provoca onde in superficie che rompono l’immobilità delle acque e sconvolge il limo sedimentato del fondo.
Probabilmente non capisci tutto.
Forse non condividi la storia, paradossale come quella del riccone di questo film che, nel momento in cui sa di dover presto morire, decide di riesumare la persona che aveva amato sua moglie vent’anni prima, e che nel frattempo si era nascosta dall’altra parte del mondo (o nel mondo degli ideali).
Forse non comprendi subito il senso di questo gesto (Amore per la moglie? Amore per la figlia? Amore per la vita…).
Magari rimani toccato dalla scena dell’incontro tra padre e figlia, bellissima nell’imbarazzo dei personaggi.
Oppure rimani agghiacciato della disperazione, umanissima, del ricco che non vuole morire.
Forse non condividi i messaggi che ti arrivano (“il coraggio di superare i principi”, “tutto ha un senso”,”quello che importa è il tempo che passi con le persone”, …).
Od anche ti lasciano indifferenti il ritmo coinvolgente dello svolgersi degli eventi, le riprese che inseguono i personaggi e ti fanno sentire dentro gli avvenimenti, i primi piani che scavano negli occhi delle persone a cercarne i sentimenti, i simboli della vita e della morte, le immagini che colgono i colori del mondo.
Una cosa è sicura: anche se, dopo, la superficie della tua anima si è ricompattata ed è statica come sempre, dentro, sul fondo, il limo sconvolto dal sasso non si è ancora depositato, qualcosa è cambiato, per sempre: sei più ricco.
Ti sei arricchito della comunicazione di chi a fatto questo film (regista, attori, scenografi, fotografi, tutti quanti), che, per qualche momento, ti ha raggiunto al di là della solitudine esistenziale che caratterizza la tua vita, e ti ha fatto sentire parte dell’umanità.
Ieri ho incontrato un’opera d’arte.
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[+] ottima!
(di miriam)
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cristina
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venerdì 12 gennaio 2007
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un melodramma in piena regola
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sono stata al cinema stasera ma devo dire la verità che non mi è piaciuto molto, un melodramma in piena regola, molto pesante a tratti. Forse non mi piace pensare che nella realtà un uomo che sta per morire riesca a decidere della vita di tante persone per quanto ricco sia.
Per me una cosa altamente improbabile che mi rcordava a tratti i libri di harmony dove tutto in un modo o nell altro si aggiusta, con l amore della moglie di vent anni prima.
Alla sua morte infatti diventerà il padre di una figlia che non sapeva di avere dei due gemellini e tutto ci fa presupporre tornerà con il suo amore giovanile.
Devo dire che se il bambino avesse accettato di seguirlo in danimarca sarebbe stata solo l incoronazione di tutto il film.
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sono stata al cinema stasera ma devo dire la verità che non mi è piaciuto molto, un melodramma in piena regola, molto pesante a tratti. Forse non mi piace pensare che nella realtà un uomo che sta per morire riesca a decidere della vita di tante persone per quanto ricco sia.
Per me una cosa altamente improbabile che mi rcordava a tratti i libri di harmony dove tutto in un modo o nell altro si aggiusta, con l amore della moglie di vent anni prima.
Alla sua morte infatti diventerà il padre di una figlia che non sapeva di avere dei due gemellini e tutto ci fa presupporre tornerà con il suo amore giovanile.
Devo dire che se il bambino avesse accettato di seguirlo in danimarca sarebbe stata solo l incoronazione di tutto il film.
per fortuna almano la fine si è dimostrata un po alternativa
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longshoot
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mercoledì 3 gennaio 2007
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un melodramma che non scade nel patetico.
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Il Danese Jacob, si trova in india dove dedica anima e corpo ad una fondazione tesa a sfamare ed educare un nutrito gruppo di bambini bisognosi. Tale scelta è dettata dall’esigenza di lasciarsi alle spalle un passato da sbandato ed ex alcolista ed a dimenticare un amore avuto in gioventù. Accade, che un magnate della finanza di nome Lansen, decide di donare a tale fondazione un enorme somma di denaro. Ad una condizione però, che Jacob trascorra un periodo di tempo a Copenaghen, dove il magnate vive con la sua famiglia e conduce i propri affari.
Jacob che in un primo momento si oppone strenuamente alla proposta, alla fine, ovviamente, si dice disponibile. Arrivato a Copenaghen si presenta nell’ufficio di Lansen che lo accoglie con inusitata cordialità e gli comunica che destinerà alla fondazione 11 mil.
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Il Danese Jacob, si trova in india dove dedica anima e corpo ad una fondazione tesa a sfamare ed educare un nutrito gruppo di bambini bisognosi. Tale scelta è dettata dall’esigenza di lasciarsi alle spalle un passato da sbandato ed ex alcolista ed a dimenticare un amore avuto in gioventù. Accade, che un magnate della finanza di nome Lansen, decide di donare a tale fondazione un enorme somma di denaro. Ad una condizione però, che Jacob trascorra un periodo di tempo a Copenaghen, dove il magnate vive con la sua famiglia e conduce i propri affari.
Jacob che in un primo momento si oppone strenuamente alla proposta, alla fine, ovviamente, si dice disponibile. Arrivato a Copenaghen si presenta nell’ufficio di Lansen che lo accoglie con inusitata cordialità e gli comunica che destinerà alla fondazione 11 mil. di dollari a patto che lui resti a Copenaghen. Nel contempo, lo invita al matrimonio della figlia che si terrà il giorno seguente. Da qui una serie di coincidenze che porteranno lo spettatore a capire che dietro la donazione, si cela un personale disegno. Infatti egli è affetto da una malattia incurabile ed in fase terminale, ha una moglie che ama e da cui è teneramente ricambiato, una coppia di figli ancora bambini e una figlia diciottenne che ha adottato e che è ignara di ciò. Tutta la sua famiglia non è al corrente della sua personale tragedia, ma la cosa più sconvolgente e che la moglie è la donna che Jacob ha amato in gioventù e la figlia il frutto del loro amore, di cui però Jacob è inconsapevole. La vicenda, interpretata da un cast di straordinari attori è girata in gran parte con la tecnica della telecamera a mano, che aggiunge alla pellicola, quel sentore di crudezza e passione che coinvolge ancor di più lo spettatore lo costringe a misurarsi con emozioni sopite ed arcaiche e lo pone di fronte all’ancestrale dilemma della morte che sembra aver smarrito la sua vera connotazione di evento naturale ed accettabile. Alcuni momenti del film sono profondamente dolorosi e toccanti, tanto quanto può esserlo la vita quando sceglie di accanirsi spietata. Il tutto è accompagnato dalla colonna sonora coinvolgente di Morten Soborg e da un dipanarsi della trama, che anche se non inaspettata, nulla lascia al caso. Per coloro che hanno necessità di emozioni forti.
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[+] emozioni forti,emozioni deboli
(di berti v.)
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alessiatom
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martedì 2 gennaio 2007
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contro l'ipocrisia...
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Si parte da una storia "un pò" inverosimile. Ma è vero anche che al giorno d'oggi tutto può accadere (la ex fidanzata da cui si scopre di avere una figlia ha sposato un ricco personaggio che finanzierà la missione del protagonista). La colpa di Jorgen è forse di aver finto di cercare il vero padre di sua figlia? Ora sta morendo e ciò non è più importante, tutti commetono dei gravi errori ma lui cerca di rimediare preoccupandosi di rimettere a posto i suoi affetti, vede in Jacobb una persona buona pur con rabbia interiore e vorrebbe affidare lui la sua famiglia in custodia affettiva...
La sua paura di morire è del resto così dannatamente reale.
Forzato è un pò il tema della beneficenza/missione pur strutturando il quid della sceneggiatura e quindi del personaggio, poichè rischia di trascendere nel "buonismo scontato" che però si risolleva con il rifiuto del bambino che "lucido e un pò poco da bambino" risponde di no alla proposta di trasferirsi in Danimarca col suo papà adottivo.
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Si parte da una storia "un pò" inverosimile. Ma è vero anche che al giorno d'oggi tutto può accadere (la ex fidanzata da cui si scopre di avere una figlia ha sposato un ricco personaggio che finanzierà la missione del protagonista). La colpa di Jorgen è forse di aver finto di cercare il vero padre di sua figlia? Ora sta morendo e ciò non è più importante, tutti commetono dei gravi errori ma lui cerca di rimediare preoccupandosi di rimettere a posto i suoi affetti, vede in Jacobb una persona buona pur con rabbia interiore e vorrebbe affidare lui la sua famiglia in custodia affettiva...
La sua paura di morire è del resto così dannatamente reale.
Forzato è un pò il tema della beneficenza/missione pur strutturando il quid della sceneggiatura e quindi del personaggio, poichè rischia di trascendere nel "buonismo scontato" che però si risolleva con il rifiuto del bambino che "lucido e un pò poco da bambino" risponde di no alla proposta di trasferirsi in Danimarca col suo papà adottivo. Ciò riporta alla reale distanza dei due mondi, dei due modi di vivere, il contaminato e non più puro di sentimenti mondo occidentale-sviluppato Versus il genuino, povero ma privo di sotterfugi Oriente dove la Sincerità del bambino ci distrugge la favola del "vissero tutti insieme felici e contenti" ma ci riporta al reale. Ed è proprio cosi' che doveva andare! ...Contro l'ipocrisia del "perdono/non perdono" e della favola Oriente-Occidente...
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dino geromel
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domenica 31 dicembre 2006
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l'utile ma insopportabile onnipotenza dei ricchi
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in Danimarca sono tutti ricchi, e alcuni lo sono di più. E con apparente magnanimita' ma con un insopportabile senso di onnipotenza determinano il destino degli altri. D'altronde, senza un finanziatore a che vale la velleita' dell'idealista.
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blogger
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giovedì 28 dicembre 2006
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sguardi imperscrutabili
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Susanne Bier, autrice danese di Non desiderare la donna d’altri, seguace a modo suo dell’algido Dogma, nel suo ultimo lavoro Dopo il matrimonio imbastisce con tocco delicato e giusta misura nei toni miserie globali materiali e morali risapute: carrellate riassuntive sull’infanzia abbandonata dell’India, a cui fanno eco riprese analiticamente spietate sull’agonia degli abbienti nelle ville del nord Europa. La tradizionale divisione dell’umanità in ricchi e poveri definisce un mondo in cui si è tragicamente diseguali e uguali al tempo stesso: il prezzo da pagare per la vita è comunque alto e ovunque chi sopravvive acquisisce una sofferta consapevolezza tramite il sacrificio di coloro che si perdono.
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Susanne Bier, autrice danese di Non desiderare la donna d’altri, seguace a modo suo dell’algido Dogma, nel suo ultimo lavoro Dopo il matrimonio imbastisce con tocco delicato e giusta misura nei toni miserie globali materiali e morali risapute: carrellate riassuntive sull’infanzia abbandonata dell’India, a cui fanno eco riprese analiticamente spietate sull’agonia degli abbienti nelle ville del nord Europa. La tradizionale divisione dell’umanità in ricchi e poveri definisce un mondo in cui si è tragicamente diseguali e uguali al tempo stesso: il prezzo da pagare per la vita è comunque alto e ovunque chi sopravvive acquisisce una sofferta consapevolezza tramite il sacrificio di coloro che si perdono. La macchina a mano inchioda tutti i protagonisti della pellicola all’impossibilità di mutare il destino o il mondo: l’esplorazione nell’intimo della Bier si blocca sugli sguardi imperscrutabili, l’anima è un rebus, l’uomo ossessivamente fruga dentro se stesso, i suoi occhi scorgono solo dolore e smarrimento. I gesti e le carezze trovati per strada diventano nulla, ai fortunati arrivano ma a riscattare invano il silenzio e le incomprensioni degli anni. http://slilluzicando.splinder.com
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everyone
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mercoledì 27 dicembre 2006
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noi e loro ovvero i "latini" e i "nordici"
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La nostra diversa sensibilità latina non ci permette al solito di fare nostre logiche e sensazioni tipicamente nordiche e la trattazione di un tema colmplesso come questo ci appare alla fine un po'semplicistica.La regia piuttosto fissa ed inisistita su determinatiparticolari ""illuminanti"pare da manuale costruita.Comunque una pellicola valida e dignitosa.
[+] l'utile ma insopportabile onnipotenza dei ricchi
(di dino geromel)
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giuliano
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martedì 26 dicembre 2006
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non avere pregiudizi
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Jacob pensava si trattasse di una foto con il benefattore di turno e certo non credeva che la ricca occidentale Danimarca gli avrebbe riservato una tale sorpresa.
Ma proprio questo mondo che lui aveva lasciato per vivere esperienze più forti nella "sua" India , lo travolge con la forza che possiedono le vicende della vita. Forza che non ha luogo, e di cui non sempre abbiamo il controllo, men che meno quando il nostro pensiero e' prevenuto e pieno di pregiudizi. Da un certo punto di vista direi un film al contrario: si lascia l'India per trovare
risposte e forti emozioni nel ricco paese scandinavo.
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pinco pallino
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giovedì 21 dicembre 2006
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al posto di dio
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Il personaggio del ricchissimo Jørgen che, usando la forza travolgente del proprio denaro, raggiunge l'obiettivo di ipotecare il destino futuro dell'inquieto protagonista del film e di coloro che gli sono cari,lascia gli spiriti più liberi turbati, perplessi ed infastiditi. La sua apparente generosità è in realtà dominata da questa consapevolezza dell'onnipotenza del denaro e dall'orgoglio vitale di perpetuare le proprie decisioni e sopravvivere in qualche modo all'ineluttabile destino che lo sovrasta.
Appare simbolico l'uso degli animali nel corso del film: siano essi i trofei di caccia che fanno parte dell'arredamento e che vengono esibiti con una significativa ostentazione nella lussuosa abitazione della verde campagna danese oppure i cerbiatti vivi ma costretti in un recinto o la visione rapidissima della carogna di un cane.
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Il personaggio del ricchissimo Jørgen che, usando la forza travolgente del proprio denaro, raggiunge l'obiettivo di ipotecare il destino futuro dell'inquieto protagonista del film e di coloro che gli sono cari,lascia gli spiriti più liberi turbati, perplessi ed infastiditi. La sua apparente generosità è in realtà dominata da questa consapevolezza dell'onnipotenza del denaro e dall'orgoglio vitale di perpetuare le proprie decisioni e sopravvivere in qualche modo all'ineluttabile destino che lo sovrasta.
Appare simbolico l'uso degli animali nel corso del film: siano essi i trofei di caccia che fanno parte dell'arredamento e che vengono esibiti con una significativa ostentazione nella lussuosa abitazione della verde campagna danese oppure i cerbiatti vivi ma costretti in un recinto o la visione rapidissima della carogna di un cane.
Il respiro di una possibile libertà è data dal bimbo indiano che al termine del film, nel decidere il proprio futuro, non si lascerà influenzare dall'affetto per il suo ormai lontano tutore o allettare da un possibile futuro in un Paese ricco dove la miseria che domina il mondo in cui vive è assolutamente sconosciuta.
Al protagonista, un tempo generoso ma spiantato e velleitario, trasformato dal Re Mida della natia Danimarca in un facoltoso mecenate, non resta che osservare, al di là di un vetro e di una grata, il bimbo mentre gioca a pallone con i suoi compagni: quel mondo, che lui a questo punto potrà solo aiutare con il denaro, non sarà mai più il suo mondo... qualcun'altro, che si è sostituito a Dio, lo ha fatto ritornare nel suo passato e lui si è dovuto piegare ed ha consapevolmente accettato una offerta cui poteva dire di no soltanto sulla pelle di tanti bimbi afflitti dalla miseria. Che poi questo "ritorno al passato" al protagonista sembra non dispiacere affatto è un altro discorso...
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dodo
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sabato 14 ottobre 2006
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viscerale
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Meno grottesco e molto piu coinvolgente.
Regista in decisa crescita
[+] contro l'pocrisia...
(di alessiatom)
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