Drawing Restraint 9

Laura Putti

Aveva giurato a se stessa di non recitare mai più. L’esperienza di Dancing in the dark di Lars von Trier era stata più che sufficiente. Se pur tornata a casa con un premio come migliore attrice a Cannes, la sua Selma le era costata un prezzo emotivo troppo alto. Ma, per amore, Björk ha infranto la promessa. Oggi, nel Museo del Ventunesimo secolo a Kanazawa, in Giappone, sarà proiettato un film in cui la cantante appare in una sola, ma fondamentale, scena. Si intitola Drawing Restraint 9 ed è firmato da Matthew Barney, l’artista americano suo compagno da cinque anni (nonché il padre della piccola Teodora). Per il film (due ore e un quarto), Björk ha composto le musiche, e ii 22 luglio uscirà un cd, The music from Drawning Restraint 9, con una selezione di undici brani.
Raccontare un film di Matthew Barney non è facile. L’artista (scultore, fotografo, cineasta, creatore di oggetti di assoluta bizzarria) non porta sullo schermo una storia, ma sovrappone diversi strati narrativi, proprio come Björk fa in musica. E se i cinque film del ciclo biografico Cremaster - la sua opera più nota -— avevano decine di piani di lettura, Drawing Restraint 9 (con il quale Barney riprende e termina un ciclo di otto film) ne offre altrettanti e in campi diversi. Girato nella baia di Nagasaki, sulla baleniera giapponese Nisshin Maru, il film mostra una caccia alla balena, poi la pesca di un ambergris (una scultura marina naturale, composta dalle bucce di gambero sputate dalle balene) che si scioglie nella vaselina (metafora dell’olio di balena, ma anche del petrolio), invadendo la baleniera. In una cabina, due ospiti occidentali (Björk e Barney), vestiti di pelliccia, durante la cerimonia del tè, iniziano a scambiarsi effusioni, mentre l’olio invade l’ambiente. A un certo punto, come in un rituale sciamanico, i due ospiti si tagliano gli arti a vicenda, spunta loro una coda, scivolano via dalla nave e, come balene, nuotano liberi verso l’Antartide.
Nel grazioso cinema del Moulin de la Galette, dopo la proiezione di quattro frammenti di Drawing Restraint 9, Björk spiega il film e le musiche. Un po’ ingoffata da un drappeggiante abito in raso rosa antico, la cantante è più decisa e motivata del solito. «Il film è molto sulle balene, ma è anche sulle difficili relazioni tra Stati Uniti e Giappone. Inizia con due mani che incartano un regalo, che simboleggia uno dei tanti doni arrivati al generale Douglas MacArthur per ringraziarlo di una sua particolare iniziativa alla fine della Seconda guerra mondiale. Il generale aveva chiesto agli Stati Uniti di permettere la ripresa della pesca delle balene, per aiutare la rinascita di Hiroshima e Nagasaki, stremate dalle malattie e dalla fame dopo la bomba atomica. Le navi da guerra furono trasformate in baleniere e le due città mangiarono balene, si vestirono di balene, esportarono balene. La gente fu grata a Mac Arthur. Io non sapevo tutto questo. Ma è inevitabile che i giovani artisti americani, mai come in questo momento, si pongano delle domande su argomenti come la guerra, la povertà nel mondo, l’imperialismo».
Da Il Venerdì di Repubblica, 1 luglio 2005


di Laura Putti, 1 luglio 2005